Tutti conoscono Alì Agca come colui che tentò di uccidere Karol Wojtyla. Ma chi è Alì?
Sin dalla sua elezione a Papa Karol Wojtyla si oppose prepotentemente al comunismo. Il Kgb lo mise quindi nella lista nera e progettò la sua uccisione. Il problema era capire chi potesse portare a termine uno degli assassini, che se fosse riuscito, sarebbe entrato nella storia. Così il Kgb si rivolge ai servizi bulgari, i quali a loro volta chiedono a quelli turchi. Loro hanno l’uomo giusto: Alì Agca! C’è un unico problema, Alì è in carcere… ma i servizi segreti non hanno nessun problema a farlo evadere e inserirlo in un gruppo estremista di destra denominato i “lupi grigi” guidata dal Oral Celik il quale chiede a Agca di uccidere il giornalista e direttore del quotidiano liberale “Milliyet”, Abdi Ipekci.
13 maggio 1981. Agca e piazza San Pietro. Mano sul grilletto e colpo che parte e colpisce Giovanni Paolo II. Il Papa non muore, ma il 22 luglio 1981 Agca viene condannato all’ergastolo. I giudici non credono alla tesi della difesa che presenta il turco come un fanatico musulmano che voleva uccidere il capo della chiesa di Roma, ma piuttosto a un associazione eversiva che ha spinto Agca a compiere il gesto.
E’ il 1982 quando il killer turco cambia versione ed inizia a parlare di una pista bulgara in cui erano coinvolti gli agenti segreti del Kds.
Dopo il Natale dell’83 Giovanni Paolo II, fa visita all’attentatore nel carcere di Rebibbia.
La sentenza del 29 marzo 1986 non riusci tuttavia a dimostrare la tesi del complotto bulgaro.
Il 20 febbraio 1987 il Papa ricevette in udienza la madre ed il fratello di Ali Ağca i quali gli chiesero di intercedere per la grazia.
La buona condotta in carcere del terrorista turco diminuì la pena. Dopo una serie di revisioni della condanna.
Il 13 giugno 2000, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi concede la grazia dopo che la Santa Sede si era dichiarata “non contraria” al provvedimento. Subito dopo la scarcerazione Agca viene estradato in Turchia dove sconta 10 anni per l’omicidio del giornalista ucciso anni prima.
E’ il 2010 quando Alì esce dall’istituto di pena di Sincan, alla periferia di Ankara. Ai giornalisti che gli chiedono un’intervista dichiara di essere in realtà il Cristo, di voler riscrivere la Bibbia ed preannuncia l’apocalisse.