L’eruzione solare regala uno spettacolo inatteso alla Gran Bretagna

aurora-boreale-tuttacronacaNei giorni scorsi è stata registrata un’eruzione solare di classe x, la più alta su una scala di 5 gradi di potenza, da rendere visibile il fenomeno dell’aurola boreale anche a latitudini dove di solito non si verifica. E’ il caso delle contee di Norfolk, Essex e Cumbria, nell’Inghilterra del Nord, e Scozia. Qui il cielo si è tinto dei toni verdi e rossi tipici del fenomeno atmosferico caratteristico dei paesi nordici.

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L’eruzione solare da record: la macchia solare sorvegliata speciale

eruzione-solare-tuttacronacaLa Nasa, grazie a Iris, ha osservato un’eruzione solare da record: si è trattato di un evento di classe X, la più alta su una scala di 5 classi di potenza, ed è stata la più violenta e intensa registrata da gennaio 2014 e dall’inizio dell’attuale ciclo solare. Sulla Terra, però, non si temono tempeste magnetiche. Spiegano gli gli scienziati del programma Space Situational Awareness (Ssa) dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) : “Gli effetti sono mitigati dalla posizione in cui è avvenuta l’eruzione, vicino al lembo sud-orientale del Sole, e non di fronte alla Terra”. Lo sciame di particelle solari che è stato emesso dall’eruzione si espande alla velocità di 2.000 chilometri al secondo non è quindi diretto verso il nostro pianeta. Se al contrario lo fosse, spiegano gli esperti, le conseguenti tempeste geomagnetiche che si verificherebbero potrebbero causare problemi ai voli, danni seri alle comunicazioni e agli elettrodotti. I meteorologi spaziali continuano comunque a monitorare la zona dov’è avvenuta l’eruzione: potrebbero infatti essercene altre e la macchia solare che l’ha generata, chiamata AR1967, a causa della rotazione del Sole, nei prossimi giorni si troverà di fronte alla Terra.

Buone nuove dallo spazio: ha ripreso vita il veicolo lunare cinese

luna-cina-tuttacronacaLo scorso lunedì il veicolo lunare per le esplorazioni che era stato inviato dalla Cina sul satellite terrestre aveva smesso di dare segni di vita. Ora, come ha affermato il portavoce del programma lunare di Pechino Pei Zhaoyu, il veicolo ha ripreso a dare segnali dopo l’interruzione. L’agenzia Nuova Cina riporta le parole di Pei: “Almeno abbiamo una possibilità di salvarlo”, ha detto. La missione è un momento importante del programma spaziale di Pechino, che ha tra i suoi obiettivi quello di inviare uomini sulla Luna entro i prossimi 10-15 anni

2014 BW32: l’asteroide che si sta avvicinando alla terra

asteroide-tuttacronacaAlle 16.35 di lunedì 3 febbraio 2014 BW32, un piccolo asteroide che si sta avvicinando alla terra, sarà a poco più di 700mila chilometri da noi. Gianluca Masi, l’astronomo responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma, spiega: “Questo nuovo asteroide si avvicinerà al nostro pianeta ad una distanza di sicurezza che è circa il doppio di quella che separa Terra e Luna, a poco più di 700mila chilometri dalla Terra, circa 1,8 volte la distanza della Luna”. E sottolinea: “Naturalmente non vi è alcun rischio di collisione con la Terra, ma sarà una preziosa occasione per studiare da vicino uno di questi corpi celesti”. L’asteroide che si sta avvicinando ha un diametro di circa 20 metri, “abbastanza grande rispetto agli asteroidi che recentemente si sono avvicinati al nostro pianeta”. ”Sarà ben visibile dall’Italia, anche se è molto debole e passerà velocissimo: per osservarlo sarà necessario un telescopio di buone dimensioni”. 2014 BW32 ”è già visibile nei nostri cieli, e dopo il passaggio ravvicinato diminuirà rapidamente in luminosità”. Il momento migliore per osservarlo sarà tuttavia nella serata del 3 febbraio, visto che la luce diurna impedirebbe di vederlo.

I tre soli nel cielo di Mosca

tre-soli-mosca-tuttacronacaUscire dalla metropolitana e scoprire “tre soli” in cielo. E’ lo spettacolo che si è offerto ieri, domenica 19 gennaio, a un uomo che a Mosca si è sorpreso vedendo due dischi luminosi alla stessa altezza del sole. Subito la decisione di riprendere lo spettacolo e condividerlo online. Si tratta di un fenomeno noto come parelio o ‘cani solari’, provocato dalla rifrazione della luce solare che avviene nei cristalli di ghiaccio di cui sono costituite le alte nubi (cirri).

L’italiano che “cattura” la ragnatela cosmica che collega le galassie

ragnatela-cosmica-tuttacronacaE’ stato l’italiano Sebastian Cantalupo, che lavora negli Stati Uniti presso l’università della California a Santa Cruz, a osservare per la prima volta una ragnatela cosmica di gas che collega fra loro le galassie. L’impresa è stata possibile grazie alla luce diffusa da un quasar distante che ha illuminato i filamenti. A renderlo possibile il telescopio Keck I nelle Hawaii. Il quasar è un nucleo galattico attivo che emette radiazioni intense alimentate da un buco nero gigantesco al centro di una galassia e illumina come un faro la rete di filamenti di gas che si estende per circa 2 milioni di anni luce.

”Si tratta di un oggetto molto eccezionale: è enorme, almeno due volte più grande di qualsiasi nebulosa rilevata prima, e si estende ben oltre l’ambiente galattico del quasar” ha rilevato Cantalupo.     Il modello cosmologico standard, che descrive la formazione delle strutture nell’universo, prevede che le galassie siano incorporate in una ragnatela cosmica di materia, la maggior parte della quale (circa l’84%) sarebbe costituita da materia oscura invisibile. Questa ragnatela risulta dalle simulazioni al computer sull’evoluzione della struttura dell’universo, che mostrano la distribuzione della materia oscura su larga scala, compresi gli aloni di materia oscura in cui le galassie si formano e la rete cosmica di filamenti che le collegano. La gravità fa in modo che la materia ordinaria segua la distribuzione della materia oscura, in modo che i filamenti di gas diffuso e ionizzato siano tenuti a seguire un modello simile a quello visto nelle simulazioni. Fino ad ora, tuttavia, questi filamenti non erano mai stati osservati.     ”Abbiamo studiato altri quasar in questo modo senza rilevare tale gas esteso”, ha detto Cantalupo. ”La luce del quasar ? ha aggiunto – è come un fascio luminoso e in questo caso siamo stati fortunati che la ‘torcia’ sia rivolta verso la nebulosa e illumini il gas”.

Fuochi d’artificio dallo spazio: appuntamento a marzo

buco-nero-nube-di-gas-tuttacronacaE’ stato denominato Sagittarius A* ed è un buco nero che potrebbe regalarci la più spettacolare collisione con una nube di gas mai vista. Il buco nero, di massa 4 milioni di volte più grande del Sole e situato al centro della nostra galassia dovrebbe scontrarsi con la nube di gas G2, di massa circa tre volte superiore a quella della Terra e in viaggio verso di essa, dando origine a una sorta di fuochi d’artificio spaziali. La collisione dovrebbe avvenire a marzo e generare una serie di effetti visivi sensazionali, oltre a fornire preziose informazioni sugli effetti gravitazionali del buco nero. Sagittarius A* è infatti un buco nero appartenente alla categoria dei supermassicci, tipicamente difficilmente visibili, e la sua collisione potrebbe rappresentare quindi un’occasione da sfruttare al meglio. Jon Miller, professore di astronomia presso l’Università del Michigan, ha spiegato: “Sarei felice se Sagittarius A* diventasse improvvisamente 10mila volte più luminoso. Ma è anche possibile che ciò non avverrà”. Se la G2 si rivelerà composta completamente da gas, la regione intorno al buco nero sarà illuminata da una banda di raggi-X per alcune decine di anni, mentre il buco nero divorerà lentamente la nube. Ma c’è anche la possibilità che la G2 copra una vecchia stella. In quel caso l’esposizione dovrebbe essere meno spettacolare. Gli astronomi hanno anche realizzato un video con la simulazione dell’evento:

La “Mano di Dio” catturata dai telescopi della Nasa

mano-di-dio-nasa-tuttacronacaSono stati i telescopi spaziali della Nasa, Nustar e Chandra, a catturare ai raggi x un’immagine che ricorda una mano e che è stata battezzata “Mano di Dio”. L’immagine è apparsa al centro di una nebulosa di materiale generata dall’esplosione di una stella. nel dettaglio, l’immagini si riferisce a una stella di neutroni, una pulsar, e vi appare un mano di colore blu le cui dita si perdono in una nuvola rossa. La potente pulsar è nota con il nome di PSR B1509-58 e la relativa nebulosa che prende la forma di una mano risulta composta da un flusso incessante di elettroni e ioni creatisi dal collasso della stella. “Non sappiamo se la forma della mano è un’illusione ottica”, ha detto Hongjun An, della McGill University di Montreal. “Con Nustar la mano sembra più un pugno”. Era il giugno 2012 quando la Nasa lanciava il telescopio Nustar, Nuclear Spectroscopic Telescope Array, con lo scopo primario d’individuare e studiare i buchi neri supermassicci. Chandra fu invece portato nello spazio nel luglio ’99.

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La Supernova era esplosa 27 anni fa. Ora, la polvere di stelle

supernova-esplosione-tuttacronacaE’ Matteo Marini, su Repubblica a parlarci di quello che è rimasto a seguito dell’esplosione della Supernova 1987A, che venne osservata nel febbraio di 27 anni fa. Ora, spiega Marini, “gli astronomi dell’European southern observatory hanno puntato il telescopio Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), verso il luogo dove avvenne il gigantesco “botto” che mise fine alla vita di questa stella, distante da noi 168mila anni luce. Nel 1986 il bagliore che arrivò dalla violenta morte di questo astro, situato nella nube di Magellano, una galassia satellite della Via Lattea, fu visibile per diversi giorni anche a occhio nudo. Ora gli astronomi la studiano, a diverse lunghezze d’onda (i dati di Alma sono quelli evidenziati in rosso), per capire quanta polvere si formerà dopo l’esplosione. Le osservazioni sulla Supernova 1987A, nei due anni che seguirono l’evento, mostrarono una quantità di polvere ad alte temperature (milioni di gradi) piuttosto bassa. Grazie alla elevata sensibilità di Alma è invece possibile rilevare le tracce di polvere molto più fredda (che qui risultano pari, come massa, a un quarto del nostro Sole). SN 1987 rappresenta un’occasione unica perché ci sono diverse “candidate” Supernovae abbastanza vicine a noi ma non è possibile prevedere tra quanto quanto tempo esploderanno. Calcolare come avviene la dispersione della polvere a così breve distanza temporale dall’esplosione permetterà di comprendere meglio anche la dinamica della formazione delle galassie nel neonato Universo”.

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Naso all’insù: c’è lo spettacolo delle Quadrantidi

quarantidi-tuttacronacaOcchi al cielo per gli amanti delle stelle e per tutti coloro che non temono queste notti fredde. Il 2014 sarà ricordato tra quelli più ricchi di asteroidi e comete. In assenza di Ison, che aveva promesso spettacolo ma non è sopravvissuta al passaggio ravvicinato col Sole, non resta che mettersi con il naso all’insù (confidando le nubi sgombrino il cielo) e godersi lo spettacolo delle stelle cadenti. Tra la fine di dicembre e la metà di gennaio vanno in scena infatti le Quadrantidi, uno sciame meteorico meno conosciuto delle Perseidi (metà agosto) o delle Geminidi (inizio dicembre), ma comunque spettacolare. Se il picco di questa pioggia luminosa si è avuto nella notte tra il 3 e e il 4 gennaio, gli esperti dell’Unione astrofili italiani (Uai) hanno spiegato che nelle ore che ci condurranno all’Epifania ci sarà un grande spettacolo. L’assenza della Luna renderà il cielo particolarmente scuro e, quindi, adatto alla visione delle Quadrantidi. Unico limite allo spettacolo potrebbe essere imposto dalle nuvole che copriranno i cieli soprattutto del Nord e del Centro Italia.

La “Testa di cavallo” che ci osserva dallo spazio

testa-di-cavallo-nebulosa-tuttacronacaE’ stato l’astrofotografo californiano Mike Hankey, con il suo telescopio, a scattare un’istantanea di una nebulosa dalla forma peculiare e che si trova nella costellazione Orione, a circa 1500 anni da noi. Per realizzarla si sono rese necessarie quasi 38 ore di esposizione in 20 notti, tra novembre e dicembre 2013, oltre a un lungo processo in postproduzione per mettere insieme tutte le immagini ricavate a diverse lunghezze d’onda della nebulosa “Testa di cavallo”. Quello che ha ottenuto è un ‘ritratto’ straordinario di uno tra gli oggetti più conosciuti e ammirati del cosmo.

Appena scoperto, si sbriciola nell’atmosfera: l’asteroide 2014 AA

asteroide-tuttacronacaE’ il Mirror Planet Center a riportare la notizia che un asteroide, scoperto soltanto poche ore prima dell’impatto e designato con la sigla 2014 AA, si è disgregato senza creare alcun danno alle 6:00 (ora italiana) del 2 Gennaio 2014. Con un diametro compreso fra due e quattro metri, è stato distrutto nell’impatto. E’ solo la seconda volta che un oggetto simile viene scoperto poco prima dell’ingresso nell’atmosfera senza essere visto durante l’avvicinamento alla Terra. Nessun frammento avrebbe raggiunto il suolo.

Gli astrofili senesi hanno scoperto la “Stella di Natale”!

nuova-stella-tuttacronacaIl cielo ci fa un dono speciale, grazie all’Unione astrofili senesi che hanno scoperto una nuova supernova: “Una vera e propria ‘Stella di Natale’, che dopo aver compiuto un viaggio nel cosmo per 370 milioni di anni, si è resa visibile al telescopio”, come spiegano all’Osservatorio provinciale di Montarrenti (Siena). La scoperta “è stata fatta nella notte del 9 dicembre, durante una delle sessioni osservative del programma del Moss (Montarrenti Observatory Supernovae Search), nella galassia NGC4774, detta ‘Fagiolo’, nella costellazione dei ‘Cani da caccia’”. Grazie poi “all’aiuto degli astronomi dell’osservatorio Inaf di Padova è stato possibile confermare l’evento e prontamente ne è stata data comunicazione all’Unione astronomica internazionale che l’ha chiamata SN2013he”. Ad individuare la nuova stella sono stati gli Simone Leonini, Giacomo Guerrini, Paolo Rosi, Luz Marina Tinjaca Ramirez e Massimo Conti. Il corpo celeste è definito “dagli astronomi una ‘core collapse’ in cui il nucleo collassa sotto il peso degli strati esterni della stella ed esplodendo rilascia una quantità di energia pari a quella che una stella comune emette durante tutto l’arco della sua vita”

Lovejoy: la cometa che ci traghetta verso Natale

lovejoy-tuttacronacaAnche le osservazioni più recenti condotte sia con il radiotelescopio di Arecibo che con il telescopio spaziale Hubble hanno confermato il fatto che della cometa Ison non si vedono più nemmeno i resti del suo nucleo. Ma il cielo non ci “abbandona” in queste feste: c’è una cometa che, come spiega l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma, è l’unica che meriti attenzione nel cielo di Natale. Si tratta di Lovejoy, che oggi 22 dicembre raggiungerà la minima distanza dal Sole: ”una distanza comunque abbastanza ampia da favorirne l’osservazione”, rileva Masi. Il Sole infatti la illuminerà, rendendola più visibile. Per trovarla bisogna guardare verso Nord-Ovest, tra le stelle della costellazione di Ercole. ”Dal 22 dicembre in poi è visibile solo all’alba, a partire dalle cinque del mattino”, spiega Masi. Da quel momento comincerà ad abbassarsi progressivamente sull’orizzonte, come spiega anche MediterranNews. Per osservarla al meglio bisogna quindi allontanarsi dalla città, in un luogo dall’orizzonte sgombro. Ma vale davvero la pena: ”è una cometa splendida ed estremamente fotogenica – osserva l’astrofisico – e mostra una notevole attività nell’evoluzione della coda”.

Spettacolo in cielo: la cometa di Natale è arrivata!

lovejoy-tuttacronacaE’ il sito cortinastelle.it a pubblicare le foto che mostrano la nuova cometa Lovejoy mentre solca i nostri cieli. Lovejoy, dopo che la tanto attesa Ison si è sciolta, è diventata il nuovo spettacolo per gli amati dell’astronomia, la nuova cometa natalizia, con la sua “coda” che si estende per oltre 10 gradi in cielo e una chioma di color verde smeraldo. Lovejoy è passata 7mila anni fa e tornerà fra altrettanto tempo, è dunque un’occasione irripetibile. La cometa si vede anche ad occhio nudo, a patto di essere in un ambiente molto buio, in alternativa occorre il binocolo. E’ visibile circa due ore prima dell’alba: va cercata verso nord est a un’altezza di circa 30 gradi.

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Quando la street art… si tinge d’amore!

alex-senna-tuttacronacaParla d’amore, amicizia ed emozioni la street art del brasiliano Alex Senna, che porta i suoi cuori in giro per i muri del mondo. Coppie che si baciano, abbracciano, tengono per mano, momenti tra amici o di relax. Questi sono i temi preferiti dell’artista che ha realizzato nuove e romantiche illustrazioni a Miami in occasione dell’Art Basel 2013.

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La Nasa presenta… le foto dell’eruzione solare

eruzione-solare-tuttacronacaE’ la Nasa, con le sue foto, a dar testimonianza dell’incredibile spettacolo del sole dove, in una regione attiva, si stanno avendo delle eruzioni di “spray” di plasma. Non è l’unico caso: nella stessa regione si sono avute anche altre eruzioni, più piccole, che hanno provocato un flash luminoso e tutta l’attività trae origine dalla turbolenza delle forze magnetiche.

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Addio Ison, benvenuta Lovejoy: ecco la cometa di Natale!

Lovejoy_cometa-tuttacronacaPer tutti gli appassionati delle stelle rimasti “orfani” di Ison, c’è un nuovo motivo per il quale rallegrarsi: arriva, dopo un viaggio durato quasi 10.000 anni, la cometa C/2013 R1 Lovejoy, che attualmente ha una magnitudine apparente di 8.33 e non sarà quindi visibile ad occhio nudo ma potrà esserlo con un buon binocolo verso Nord Est, intorno alle 4 del mattino volgendo lo sguardo verso la grande costellazione di Ercole. Per orientarsi, la grande costellazione di Ercole, si colloca tra la stella arancione Arturo a NE e la brillante stella Vega ad Ovest.

La Cometa Lovejoy è la quarta cometa scoperta da Terry Lovejoy, astrofilo australiano, divenuto famoso con un’altra cometa: la Lovejoy C/2011 W3 che nel dicembre del 2011 ebbe un incontro ravvicinato col Sole sopravvivendo miracolosamente al contrario della recente ISON. Lovejoy passerà al perielio, la minima distanza dal sole, il 22 dicembre, mentre il 19 novembre era transitata vicino alla Terra.
DireGiovani.it ha chiesto a Ivano Bertini, dell’Università degli Studi di Padova, qual’è l’interesse scientifico della C/2013 R1: “anche questa cometa, come la ISON, è una cometa a lungo periodo, precisamente 9.848 anni. Ciò significa che proviene anch’essa dalla lontana nube di Oort dove “abitano” gli oggetti più primitivi del nostro Sistema Solare ed è quindi di esptrema importanza studiarla, comprenderne la natura e la composizone chimica. Inoltre, continua Bertini, questo è sicuramente il suo primo passaggio osservato dall’uomo in epoca storica e il prossimo sarà tra quasi 10.000 anni, risulta quindi evidente come sia un’occasione unica riuscire ad osservarla!”

XY8, l’asteroide che “sfiorerà” la Terra domani

asteroide-tuttacronaca-2013 XY8Ha un diametro di circa 40 metri l’asteroide 2013 XY8. Relativamente piccolo e appena scoperto, domani avrà il suo massimo avvicinamento alla Terra, alle 12,25. Come spiega l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma: “Passerà a meno di due distanze lunari, vale a dire a circa 720.000 chilometri: nessun problema, quindi perché non c’è alcun rischio che possa costituire una minaccia per la Terra”. Si tratta del secondo asteroide ad avvicinarsi di più alla Terra nel 2013, dopo il 2012 DA14, del 15 febbraio scorso. Questo, tuttavia, era più vicino di circa 25 volte e il suo passaggio è stato a circa 27.700 chilometri dalla Terra. L’asteroide 2013 XY8 “è stato scoperto perché si sta progressivamente avvicinando alla Terra e di conseguenza riusciamo a vederlo sempre più brillante”, spiega Masi. Il suo passaggio rappresenta un’occasione interessante per i ricercatori “perché permette di studiare il gruppo degli asteroidi più piccoli. Se non fosse che di tanto in tanto si avvicinano avremmo seri problemi ad osservarli”.

Ison… la cometa zombie? Potrebbe essere sopravvissuta!

ison-tuttacronacaE’ meglio ricominciare a scrutare il cielo? Sembra proprio che la cometa Ison potrebbe riservarci una sorpresa: dopo la delusione di ieri quando era stata data per “morta”, infatti, secondo le ultime osservazioni non c’è infatti ancora la certezza assoluta che la cometa si sia disintegrata nel passaggio ravvicinato avvenuto giovedì. Anzi, pare proprio che un piccolo frammento ci sia ancora, almeno stando a quanto ipotizzato dagli scienziati. In particolare, è una nuova immagine a mostrarci una “striscia” di luce che potrebbe appartenere proprio ad Ison. Sul suo blog, il ricercatore della Marina Usa Karl Battams ha scritto che “sembra che almeno qualche piccola frazione di Ison ci sia ancora”. Nonostante si teme che, anche in questo caso, non sopravviverebbe ancora a lungo, ha del clamoroso l’annuncio dell’Esa che, dopo averne decretato la morte, ha twittato: “Ison continua a sorprendere. La storia continua”. Qualche astronomo ha scherzato parlando di “ritorno del morto vivente” dopo aver visto l’immagine della nube di polveri catturata da alcuni telescopi spaziali dopo il passaggio ravvicinato al Sole. “Vedere quella scia di polveri è stata una sorpresa e anche l’orbita sembra molto cambiata”, ha detto l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. “Il nucleo sembra molto frammentato e adesso si tratta di capire se i frammenti sono consistenti”. A questo punto, secondo l’esperto, le possibilità sono due: potrebbe essere rimasto un frammento del nucleo, ma questo sarà possibile saperlo solo quando la cometa si sarà avvicinata abbastanza da poter essere osservata con un telescopio; oppure, come è accaduto nel 2011 per la cometa Lovejoy, la nube di polveri potrebbe comunque essere visibile dalla Terra.

La delusione che arriva dallo spazio: la cometa Ison non ce l’ha fatta

ison-tuttacronacaCi aspettavamo un Natale speciale, con una cometa a guidarci nel nuovo anno. E non una qualsiasi ma Ison, soprannominata la cometa del secolo e invece sembra proprio che Ison non ce l’abbia fatta e resterà negli annali, forse, solo come la cometa del Ringraziamento. La delusione tra gli studiosi e gli appassionati di tutto il mondo è palpabile, a partire da quelli della Nasa che in Twitter hanno scritto: “È difficile dare l’annuncio. I nostri satelliti non riescono a vedere la cometa Ison dopo il suo passaggio ravvicinato sul Sole. Come Icaro, potrebbe essere volata troppo vicina”.Paolo Candy, astronomo itlaiano, è stato tra i primi a segnalarlo: “Dalle immagini della sonda Soho si vede la cometa che si disintegra. Il nucleo ha avuto un’impennata di luminosità e poi si è come ‘diluito’ lungo l’orbita, quindi non c’è più. Rimarranno i detriti e le polveri, poca cosa”. Pessimisti anche gli scienziati del Solar dynamics observatory: “Non pensiamo che sia sopravvissuta perché non la vediamo nelle rilevazioni e non vediamo nuova polvere”. Le ultime immagini di Soho mostrano una scia che potrebbe essere quello che rimane di Ison, lungo la traiettoria che avrebbe dovuto seguire. Ma sembra non esserci più traccia del suo nucleo. Infine, l’Esa ne ha dato la conferma: “I nostri scienziati dell’Sdo confermano, la cometa Ison è perduta”

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Non avete ancora visto la cometa Ison? Ecco il video che ve la mostra!

cometa-ison-tuttacronacaSono state utilizzati potenti telescopi e apparecchiature speciali per catturare le immagini della cometa Ison, che teoricamente sarebbe possibile osservare vicino all’orizzonte volgendosi a sud est poco prima dell’alba, ma non ad occhio nudo. Nella maggior parte dei casi, gli osservatori che hanno fatto ricorso a dispositivi casalinghi quali binocoli e telescopi riferiscono di aver visto una palla verde con una coda poco visibile. Ma se preferite attendere che il sole sia sorto prima di alzarvi… c’è un video che vi mostra l’astro:

Occhi al cielo: la Cometa Ison sta per passare e la vedremo a occhio nudo

cometa-ison-tuttacronacaSi torna a parlare della Cometa Ison che, secondo gli astronomi, “comincia a fare sul serio” ed è già visibile ad occhio nudo. Nonostante ci si aspettasse la cometa del secolo, sembra che finora abbia disatteso le aspettative, con la sua luce che non si è rivelata all’altezza delle previsioni. Il telescopio Trappist (TRAnsiting Planets and PlanetesImals Small Telescop), che si trova sulle Ande cilene, ha però osservato un aumento incredibile della produzione di gas e di luminosità, passando da una magnitudo 7 a 4. Questo permetterà di ammirarla anche senza l’ausilio di un telescopio. C/2012 S1, il nome scientifico, si prepara a un passaggio ravvicinato, rasente alla nostra stella. Il perielio, ossia il massimo avvicinamento al Sole, è previsto per il 28 novembre, dopo di che tornerà verso i confini del Sistema solare. Potremo poi ammirarla nel periodo natalizio, ammesso che sopravviava a tale transito. Al momento, gli esperti della Nasa non cantano vittoria visto che la cometa ha sì messo il ‘turbo’ nelle ultime ore, ma non sono ancora in grado di prevedere se questo possa essere un segnale positivo o funesto. 3bmeteo ci spiega nel dettaglio quando sarà possibile osservarla:

18 novembre, apparirà alta circa +6° e in congiunzione stretta con Spica. Il nucleo della cometa si troverà infatti 25′ a est della stella. Un’ora dopo ci sarà forse la possibilità di assistere a uno spettacolo davvero straordinario: circa 12° a est della ISON apparirà nel cielo del crepuscolo un’altra cometa, la 2P/Encke! 21 Novembre: due comete che viaggiano di conserva a pochi gradi l’una dall’altra, in uno scenario arricchito dalla presenza di Mercurio (mag. –0,6), Saturno (mag. +0,6) e da quella di Zuben el Genubi, la stella alfa della Libra (+2,8). L’orario consigliato per tentare la non facile osservazione è quello delle 6:15. -Dicembre- Se tutto andrà per il verso giusto sarà un mese ricco di spettacolo. Qualche giorno prima del 25 dicembre, infatti, la cometa sarà osservabile all’ alba, guardando in direzione est, sul filo dell’orizzonte. La sua coda dovrebbe splendere e alzarsi ogni giorno di più nel cielo. Dopo le festività, Ison dovrebbe essere visibile anche la sera, subito dopo il tramonto, ma questa volta guardando verso nord- est. Dopo Capodanno, la cometa proseguirà il suo cammino fino a lambire quasi la stella Polare. Poi inizierà a diventare sempre più fioca, fino a scomparire del tutto nelle settimane successive.
Secondo gli astronomi, la luminosità di ISON è cresciuta notevolmente negli ultimi giorni. In astrofisica, la luminosità dei corpi celesti viene valutata in magnitudo, e tanto più basso è questo valore tanto più visibile risulta un oggetto: l’occhio umano, senza l’aiuto di altri strumenti, è in grado di distinguere oggetti con una magnitudo inferiore a 6,5. Secondo quanto rilevato dall’astronomo John Bortle, ISON è passata da una magnitudo di 8,5 lunedì 11 a 7,3 mercoledì 13, fino ai 5,4 di giovedì 14. In termini più comprensibili, la cometa è diventata quasi 16 volte più luminosa in 72 ore. Come accennato prima potrebbe così giù domani o al più lunedì essere visibile anche a occhio nudo.

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Saturno, come non l’avete mai visto

o-SATURNO-tuttacronacaE’ il pianeta più affascinante del Sistema Solare e questa foto pubblicata dalla NASA lo dimostra come nessuna è riuscita a fare fino ad ora. In essa appaiono, minuscoli e insignificanti, anche Venere, Marte e la Terra. In realtà, l’immagine è stata creata con 141 foto scattate dalla sonda Cassini, inviata 15 anni fa nell’orbita di Saturno per cercare di svelarne tutti i suoi segreti. Ma quello che rende davvero unica una simile composizione è che riesce a mostrare il pianeta esattamente come lo vedrebbe un essere umano se si trovasse nella stessa posizione della navicella e, ovviamente, se avesse la sua stessa capacità di visione. Da sottolineare: l’immagine non è stata ritoccata. Oltre a mostrare in dettagli gli anelli di Saturno, nell’immagine appaiono anche settte dei suoi circa 200 satelliti, tanti sono infatti quelli che si ritiene orbitino attorno al pianeta. La foto è stata scattata lo scorso 19 giugno. La scena copre 651,591 km.

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Bentornato! E’ atterrata la navetta Syouz con a bordo Parmitano

parmitano-ritorno-tuttacronacaParmitano è tornato con i piedi per Terra. Nella prima mattina di oggi è atterrata, nella steppa del Kazakhstan, la navetta russa Soyuz e l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) italiano è stato l’ultimo ad essere estratto, sorridente, dalla navetta, dopo il comandante Fyodor Yurchikhin e la collega americana Karen Nyberg. I tre astronauti hanno riportato sul notro pianeta anche la torcia olimpica dei giochi invernali di Sochi. Il viaggio di ritorno ha avuto una durata di poco più di tre ore, con la navetta che ha raggiunto temperature di 1600 gradi per la frizione con l’atmosfera. Il paracadute si è aperto a circa 10 chilometri di quota, rallentando la corsa da 864 a 324 chilometri orari. Parmitano, dopo che la navetta si era staccata dalla Stazione Spaziale, ha twittato: ”Separazione avvenuta. Per strada verso la Terra!”.

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Luca Parmitano torna a casa. Ma prima, una lettera al suo pianeta

parmitano-lettera-tuttacronaca166 giorni. Tanti ne ha trascorsi Luca Parmitano tra le stelle, ma ora la missione Volare è giunta al termine e l’Expedition 37 è già sulla via del ritorno: domani, nelle prime ore del mattino, alle 3.49, gli astronauti tornaranno a toccare la Terra in Kazakistan. Con loro, un “passeggero” d’eccezione, la fiamma olimpica che proseguirà il suo viaggio verso Sochi 2014 dopo esser stata a sua volta tra le stelle. Come ricorda Focus, con la partenza dell’Expedition 37 si conclude un breve periodo di eccezionale affollamento della ISS. Per alcuni giorni la Stazione Spaziale ha ospitato ben 9 astronauti (non succedeva dal 2009) e ha tenuto agganciate contemporaneamente 3 capsule Soyuz. In genere la base ospita solo 6 componenti: questa eccezione è stata motivata dalla necessità di far trascorrere qualche giorno nello Spazio al simbolo olimpico. Luca Parmitano, prima del viaggio di rientro, ha pubblicato sul suo blog un ultimo post, una lettera d’amore alla Terra. Ve la riproponiamo, accompagnandola con la foto che lui stesso ha scattato.

Quello è il mio pianeta.

I miei occhi accarezzano amorevolmente la sua pelle dalle sconfinate e magnifiche tonalità. Quante volte con lo sguardo ne ho esplorato i confini, di un azzurro indescrivibile, mentre l’alba ne immortalava le curve, delineate perfettamente dalla luminescenza delle nubi mesosferiche, splendide, cangianti: il colore di una pazienza senza tempo e infinita.

Osservo nel silenzio della mia postazione: so che il suo cuore pulsa invisibile, e scorgo la linfa vitale scorrere nelle infinite vene che attraversano le sue terre, alimentate e protette dalle nubi, che la ricoprono come il manto di una vergine vestale. Il suo respiro ha il ritmo calmo ed eterno delle maree, la grandezza delle onde oceaniche, la potenza dei venti che spazzano in un soffio le sabbie di cento deserti, le cime di mille montagne.

Fra poche ore, tutto questo sarà un ricordo. La mia astronave mi attende, per adesso quieta e buia, ma presto teatro dinamico e drammatico del mio rientro a terra. Tutto quel che ha un inizio, deve necessariamente finire: una meravigliosa fragilità che rende ogni esperienza unica, e per questo ancora più preziosa.

Adesso, però, cerco ancora di riempirmi gli occhi, la mente e il cuore di colori, di sfumature, sensazioni. Perché restino con me, che ne possa testimoniare. Le terre emerse si confondono l’una nell’altra, i confini, arbitrari e immaginari, del tutto inesistenti da qui, mentre le osservo dalla Cupola. Osservo le terre degli uomini.

Dalla Terra, guardando verso il cielo e le stelle, ne ho sempre sentito l’attrazione irresistibile, ho incoraggiato la mente a perdersi verso l’infinito e l’ignoto. È la nostra natura – il gene di Ulisse. Ma anche Ulisse, dopo tanto viaggiare, torna a Itaca: e a lungo sogna la sua isola. Se fossi nato tra gli spazi dell’impenetrabile nero interstellare, se avessi passato tutta la mia vita viaggiando lontano dal nostro mondo, osserverei con lo stesso sguardo ammirato che ho adesso le sue acque azzurre, i suoi continenti così variegati. Ogni alba e ogni tramonto mi regalerebbero lo stesso stupore atavico. E sognerei di sprofondare i piedi nelle sue sabbie calde, di sentire il gelido abbraccio delle sue nevi, e la carezza salmastra delle brezze che dal mare si spingono verso la terra. Mi chiederei cosa si prova a immergersi nelle sue acque, a scaldarsi al calore del suo sole.

Ma sono fortunato: io sono nato lì.

Quello è il mio pianeta. Quella è casa mia.

Eclissi di Sole domenica, ma dall’Italia sarà difficile ammirarla

Eclisse-anulare-tuttacronacaNon da tutta Italia sarà possibile godere dell’eclissi solare che avrà luogo domenica 3 novembre: l’evento astronomico, che si prospetta come uno dei più spettacolari dell’anno, sarà infatti pienamente visibile solo in nord America e in Africa centrale mentre verrà coinvolto molto marginalmente solo il sud del nostro Paese. Qui, sarà possibile assistere alla copertura di una porzione molto piccola del Sole. In particolar modo, il massimo del fenomeno si registrerà attorno alle 14.10 in Sardegna e alle 14.20 nel meridione, a Palermo il primo contatto sarà alle ore 13,50, il massimo alle ore 14.18. Stessa sorte ben buona parte dell’Europa, dove l’eclissi sarà visibile solo nella Penisola Iberica. Questo a causa della particolare posizione di Sole, Terra e Luna che offriranno agli sguardi una eclissi ibrida, vale a dire sia totale che anulare a seconda delle zone da cui si osserverà. L’eclissi inizierà infatti come anulare nell’oceano Atlantico occidentale per diventare totale nell’Atlantico centrale. Per osservarla nella sua totalità bisognerebbe trovarsi in una stretta striscia di terra, larga appena pochi chilometri, che attraversa diversi stati dell’Africa Centrale.

L’Etna “spiato” dall’alto: Luca Parmitano e gli sbuffi del vulcano

etna-eruzione-tuttacronacaL’Etna si è risvegliato nella notte tra venerdì e sabato scorsi e l’astronauta Luca Parmitano, dalla Stazione Spaziale Internazionale che lo ospita dallo scorso maggio, non si è perso lo spettacolo. Ecco allora che ha voluto condividere le sue foto intitolate “L’eruzione dell’Etna”: gli sbuffi di fumo e cenere da un punto di vista privilegiato.

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26 agosto 2032: la data della fine del mondo?

asteroid-tuttacronacaE’ Russia Today a dirci che data segnare sul calendario: il 26 agosto 2032. Proprio quel giorno, infatti, potrebbe avvenire la fine del mondo, a causa di un asteroide largo 410 metri che si trova potenzialmente in orbita di collisione con il nostro pianeta. A individuare 2013 TV135, al momento la più grande minaccia per la Terra nel breve termine, sono stati alcuni astronomi ucraici. Stando ai loro pareri, la vicinanza al nostro pianeta circa 1 milione e mezzo di chilometri, non sarebbe sicura e si rischia concretamente l’irrimediabile impatto. L’asteroide si muove anche molto velocemente e secondo una stima, se continuasse a preseguire nella stessa direzione in cui si trova alla stessa velocità l’impatto con la Terra avverrebbe nel 2032, ma solo nel 2028 si potranno avere informazioni più certe. In caso d’impatto, provocherebbe un’esplosione paragonabile a 50 bombe atomiche. Nonostante le possibilità siano molto basse, una su 63.000 secondo la “scala Torino” che misura la pericolosità di questi corpi celesti, gli scienziati hanno inserito questo oggetto spaziale nella lista degli asteroidi pericolosi. Il portale russo spiega che 2013 TV135 è stato scoperto nella costellazione delle Giraffe dall’Osservatorio della Crimea, in Ucraina, da Gennady Borisov.

Naso all’insù nella notte tra venerdì e sabato: arriva l’eclissi penombrale di luna

eclissi_lunare-tuttacronacaE’ l’astronomo Alan MacRobert a parlare dell’eclissi lunare penombrale che potremo ammirare nella notte tra venerdì 18 e sabato​ 19 ottobre. “Ci sarà un’ombreggiatura inusuale della parte meridionale della Luna. Si dovrebbe essere in grado di individuare le tracce dell’ombreggiatura di penombra per circa 45 minuti prima e dopo la metà dell’eclissi”. Il fenomeno sarà visibile a occhio nudo quasi da ogni angolo della Terra. Per quel che riguarda l’Italia, l’apice è previsto per le 01:50 di notte del 19 ottobre. E anche se l’evento non sarà appariscente come un’eclissi totale, per gli astrologi sarà ugualmente degno di nota. Ammesso che il cielo sia sereno e ce lo permetta, potremo osservare la luna parzialmente oscurata dalla terra e caratterizzata da un colore ambrato appena accennato. L’eclissi penombrale di luna, come ricorda il sito meteolive.it, rappresenta in realtà la fascia d’ombra più esterna, che si verifica quando non è presente una perfetta sovrapposizione tra Terra e luna secondo un asse ben delimitato. In frangenti come questo, il disco lunare appare solo lievemente oscurato dalla presenza della luna.

La cometa ci guiderà verso il nuovo anno? Aggiornamenti su Ison

ison-tuttacronacaE’ Meteoweb ad aggiornarci sul viaggio che sta compiendo la cometa ISON, che lo scorso 1 ottobre ha varcato l’orbita di Marte e ora si dirige verso il nostro pianeta, iniziando a fornire le prime indicazioni su come traccia il suo cammino. Il 28 novembre l’astro si troverà a trnasitare a 1.2 km dal Sole e gli astronomi attendono di sapere se ne uscirà indenne. Nel frattempo sono calate le aspettative: non sarà la cometa del secolo, non non brillerà come la Luna piena e non sarà visibile in pieno giorno. Ma gli esperti spiegano comunque che “Uno show spettacolare è certamente possibile, ma non sarà ciò che aspettavamo“. Aggiungono i ricercatori della campagna di monitoraggio CIOC: “E’ molto più probabile che ISON rappresenti una delle comete più brillanti degli ultimi anni, e grazie alla comunità astronomica mondiale, una delle più osservate nella storia. Per quel che riguarda le sue dimensioni, le ultime immagini suggeriscono un nucleo compreso tra 0,2 e 2 Km. La cometa rappresenterà comunque una grande opportunità per quel che riguarda la ricerca scientifica, visto che sarà possibile monitorarne l’evoluzione e conoscerne la composizione. Inoltre, ISON è al suo primo viaggio dalla nube di Oort, rappresentando una cometa radente dinamicamente nuova. Resta il fatto che potrebbe essere possibile osservare ISON già verso la fine di questo mese, servendosi di un binocolo. Non è però ancora possibile stabilire se sarà possibile vederla ad occhio nudo nel mese di Dicembre. In caso di risposta positiva, sarà visibile nel cielo occidentale subito dopo il tramonto. Gli osservatori dell’emisfero settentrionale avrebbero una visione nettamente migliore di quello australe.

Esplosioni in cielo, lo spettacolo è visibile anche in Italia. Diretta alle 22

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In città basta un binocolo e il naso all’insù per poter vedere l’esplosione stellare di agosto che anche nel nostro Paese è visibile senza troppi macchinari sofisticati. La “nuova luce” è dovuta a una costellazione del Delfino che dista circa 97 anni luce dalla Terra e si  può osservare a destra di Vega, una delle stelle più brillanti del cielo di agosto.  La luce, la Nova appunto, è il risultato di un’esplosione non distruttiva della stella, proprio per questo si differenzia dalla Supernova che invece presuppone un’esplosione devastante che distrugge la stella da cui proviene. Secondo gli esperti: «l’esplosione della Nova del Delfino è stata generata da un sistema di due stelle, una delle quali è una nana bianca». Quest’ultima è stata gradualmente privata dalla compagna della sua riserva di idrogeno e ciò ha generato una forte instabilità che ha portato all’esplosione.

Approfittando della graduale uscita di scena delle stelle cadenti, la stella è la nuova protagonista delle notti di agosto. La scoperta, fatta dall’astrofilo giapponese Koichi Itagaki, è stata confermata da più gruppi nel mondo e descritta in dettaglio dal gruppo italiano del Virtual Telescoper, coordinato dall’astrofisico Gianluca Masi e del quale fanno parte Francesca Nocentini e Patrick Schmeer. «Si tratta di una Nova – spiega Masi – e brilla intorno alla magnitudine 4 – 4.5, dunque è visibile già ad occhio nudo, purché si osservi da fuori città».

Per saperne di più è possibile seguire l’osservazione della Nova del Delfino condotta da Gianluca Masi in diretta streaming sul canale ANSA Scienza e Tecnica con il Virtual Telescope. L’evento, in italiano e in inglese, è in programma lunedì 19 agosto alle ore 22,00 e la durata prevista è di 90 minuti.

 

Il cibo italiano è andato a ruba tra le stelle! Lo dice Parmitano.

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Luca Parmitano era partito con del cibo italiano. Lassù fra le stelle aveva deciso di mangiare i prodotti della sua terra. Ma in un collegamento in diretta  dalla Stazione Spaziale organizzato nel centro dell’Esa a Frascati (Roma), l’Esrin, l’astronauta ha confessato: ”E’ praticamente finito tutto” e poi ha aggiunto ‘Quando abbiamo finito di trasferire il materiale dalla navetta europea Atv ‘Albert Einstein’ ero responsabile di questa operazione e ho voluto ringraziare l’equipaggio con una cena italiana. Eravamo in sei e ho offerto primo e secondo” e ha poi concluso ”ho ancora una lasagna, magari l’aprirò una domenica per ricordarmi come si pranza in Italia la domenica e poi è rimasto un tiramisù che non credo riuscirò a mangiare perché Karen ha una passione per questo dessert: credo lo darò a lei”. Il cibo italiano è davvero spaziale!

 

Naso all’insù: nei prossimi giorni arriva l’asteroide 2003 DZ15

asteroide2003dz15-tuttacronacaSi sta avvicinando alla Terra l’asteroide 2003 DZ15, un Neo, ovvero una di quelle rocce spaziali che si avvicinano abbastanza all’orbitra terrestre, del diametro di 153 metri. Ma non serve allarmarsi: l’unico “pericolo” è godersi lo spettacolo del suo passaggio. L’asteroide torna a distanza di 10 anni dal suo ultimo passaggio e passerà a una distanza pari a nove volte la distanza che separa il nostro pianeta dalla Luna. Il transito è previsto nella notte fra lunedì 29 e martedì 30 luglio E’ l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma, a spiegare: “L’asteroide raggiungerà la distanza minima dalla Terra, pari a 3,5 milioni di chilometri, intorno alle 2,30 del mattino del 30 luglio. Ma in quel momento sarà difficile vederlo perchè sarà molto basso sull’orizzonte. Le condizioni ideali per osservarlo ci saranno invece intorno alla mezzanotte del 30 luglio, poco prima del passaggio ravvicinato”. Scoperto dieci anni fa, l’asteroide 2003 DZ15 è stato avvistato nei giorni scorsi dal programma di sorveglianza Pan-Starrs (Panoramic Survey Telescope & Rapid Response System) gestito dall’università della Hawaii. “Aspettavamo il suo ritorno”, ha detto Masi.

Interrotta la seconda passeggiata tra le stelle di Parmitano: problemi con il casco

luca_parmitano_problemi-tuttacronacaHa sentito dell’acqua nella parte posteriore del caso spaziale Luca Parmitano, poco più di un’ora dopo essere uscito dalla stazione spaziale internazionale per la sua seconda passeggiata nello spazio. Nonostante la missione dovesse durare sei ore, l’astronauta italiano è rientrato dopo aver parlato con il centro di controllo di Houston, al quale ha spiegato cosa stava accadendo. La sensazione è durata alcuni minuti, dopo di che Houson gli ha suggerito di rientrare per eseguire delle verifiche sull’equipaggiamento. Parmitano stava predisponendo le attrezzature per l’attracco del modulo russo Mlm (Multifunctional Laboratory Module) il cui arrivo è previsto nel giro di qualche mese sulla Iss. L’astronauta  è stato il primo italiano a camminare nello spazio.

Una passeggiata tra le stelle: le foto di Parmitano

parmitano-spazio-tuttacronaca

Ci ha abituati alle foto “spaziali” Luca Parmitano e non potevano certo mancare gli autoscatti della sua prima passeggiata nello spazio. L’astronauta, il primo italiano a compiere una simile missione, ha postato in Twitter le più belle immagini della sua sortita tra le stelle.

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L’italiano che passeggia nello spazio: Luca Parmitano è stato il primo!

Luca Parmitano -passeggiata-nello-spazio-tuttacronaca

E’ andato a fare quattro passi… nello spazio! Luca Parmitano è il primo italiano a compiere una passeggiata spaziale. Questa è la prima delle due passeggiate che compirà l’astronauta italiano in sei mesi di missione a bordo della Stazione Spaziale. All’interno di questa prima passeggiata il momento più emozionante sarà quando l’italiano sarà afferrato dal braccio robotico della Stazione Spaziale. In questo modo Luca Parmitano sarà portato in prossimità dei radiatori termici con primo spostamento della durata di 15 minuti verso il lato sinistro del traliccio della Stazione Spaziale, ed un secondo della durata di 27 minuti, verso il lato destro”.

Come riport il sito dell’Ansa:

Parmitano ha trascorso la vigilia della sua prima passeggiata spaziale ripassando le procedure di uscita e verificando il funzionamento dei sistemi di comunicazione della sua tuta americana, chiamata Emu dalle iniziali di Extravehicular Mobility Unit, sulla quale per la prima volta sarà cucita la bandiera italiana. Poi due ore di ginnastica, cena e riposo.

La preparazione per l’uscita dei due astronauti inizia alle 9.15 ora italiana di oggi, con l’ingresso di Parmitano e Cassisy nella camera di depressurizzazione per respirare ossigeno puro in modo da espellere l’azoto presente nel sangue. Questa operazione serve ad evitare problemi di embolia agli astronauti, visto che la tuta stessa è riempita con ossigeno pressurizzato per evitare un irrigidimento con conseguente difficoltà di movimento.

Arriva la Superluna: occhi puntati al cielo

superluna

Il cielo offrirà uno spettacolo entusiasmante questa notte, quando la luna piena sarà più vicina e apparirà in cielo più grande e più brillante che mai. Inoltre, grazie ad un effetto ottico particolare, potrebbe assumere un colore rosato. Tutti con gli occhi puntati verso l’alto quindi, anche se non è un evento raro:  il nostro satellite raggiunge il perigeo in coincidenza con una fase di plenilunio più o meno ogni anno. L’ultima “super Luna” è stata il 6 maggio 2012, la prossima sarà il 10 Agosto 2014. Quest’anno il bel tempo e il cielo sereno, secondo le previsioni, permetterà di ammirarla molto chiaramente. La Luna ci sta per offrire uno spettacolo veramente imperdibile, durante il quale avremo davvero l’impressione di poterla toccare!

Ecco il cadavere di una stella

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Una nuvola di gas, un oggetto catalogato con la  sigla SNR B0519-69. Ecco come appare un cadavere di una stella: un sottile velo rosso che fu una supernova. 600 anni fa, doveva essere una nana bianca, una stella simile al nostro sole che ha esaurito il suo ciclo vitale. Ora è visibile solo sotto forma gassosa… fra un po’ non sarà più visibile neanche in questa  forma.

1998 QE2: l’asteroide in arrivo questa notte

ASTEROIDE-1998-QE2

Alle 22.59 di questa notte, l’asteroide “1998 QE2”, con i suoi 2.7 km di diametro, farà il suo massimo avvicinamento alla Terra, a circa sei milioni di chilometri dalla Terra, oltre 15 volte la distanza dalla Luna. Non c’è nessun rischio di collisione dunque, come ha spiegato anche la NASA. Una vera fortuna, considerate le sue dimensioni, che sarebbero in grado di spazzare via la vita dal nostro Pianeta, qualora ci fosse un’ipotetica collisione. Ma non ci sarà alcun rischio. Gli astronomi, tuttavia, avranno la possibilità di studiare le caratteristiche dell’asteroide grazie a telescopi ad alta risoluzione. Il loro obiettivo è quello di comprendere sia le origini dell’oggetto celeste che di migliorare la precisione dei dati orbitali, numeri indispensabili che permetteranno di comprendere se non ci siano, in futuro, rischi potenziali e prevedere la traiettoria che assumerà il corpo. Certo, rimane un’operazione complicata quella ci comprendere quali siano i corpi celesti che possono rappresentare una minaccia futura. Questo perchè gli asteroidi, a causa della loro bassa capacità di riflessione sono di solito invisibili all’occhio dei telescopi nonchè troppo piccoli per causare effetti gravitazionali osservabili. L’ipotesi di un impatto di un asteroide dalle misure rilevanti, ossia oltre i 45 metri di diametro, resta comunque rara: accade solo tre volte nell’arco di circa ogni mille anni.  Resta comunque fondamentale raccogliere il maggior numero di informazioni possibili, così che sia possibile prevedere i movimenti dei cinque  asteroidi individuati dalla NASA come possibile minaccia, sempre in ambito potenziale, con una probabilità di collisione su un milione. Tornando al passaggio di “1998 QE2”, l’asteroide è stato scoperto  nel 1998 dal Massachusetts Institute of Technology e, per questa notte, la NASA ha previsto una diretta streaming: sarà Charles Bolden, capo dell’agenzia spaziale, a raccontare in diretta il passaggio dell’asteroide.  L’astronomo Lance Benner del Jet Propulsion Laboratory della NASA di Pasadena ha spiegato l’importanza di una simile osservazione: “E’ possibile capire in modo dettagliato la sua dimensione, forma, rotazione, così come le caratteristiche superficiali e la sua origine”. Ma non solo: “Il passaggio di questi oggetti rappresenta un modo per esplorare un’intera classe di corpi del sistema solare”, ha spiegato l’astronomo. Non si conosce ancora quale sia la forma esatta di “1998 Qe2″. Dalla NASA si è invece saputo che l’asteroide ha con sè un satellite, una “luna” che gli ruota attorno ed ha una lunghezza di circa 600 metri, scoperto dagli scienziati del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena guidati da Marina Brozovic. Le concavità osservate sulla sua superficie, secondo la Nasa, potrebbero essere crateri causati da precedenti collisioni: è stato poi stabilito come compia una veloce rotazione su se stesso in meno di quattro ore.

Il pianeta degli anelli… questa notte è dedicata a lui!

Saturno_occhi su saturno-tuttacronaca

Saturno il pianeta degli anelli è magico. Da sempre ha attratto l’occhio di astronomi e poeti proprio per la sua unicità e  la notte che si appresta ad arrivare lo vedrà protagonista in una serie di eventi in tutta Italia (circa 100). Saranno organizzate osservazioni astronomiche, mostre, conferenze, attività per bambini per dare la possibilità a tutti di scoprirne le meraviglie. Perchè proprio questa notte? Perchè in questi giorni Saturno si trova a passare a una distanza minima dalla Terra, per cui maltempo permettendo, la sua osservazione diventa unica e irripetibile.

 

 

Una cometa arriva per la festa della donna!

cometa-2011l4-panstarrs-tuttacronaca

Finalmente visibile! Eccoa  voi C/2011 L4 Pan-STARRS…

L’astro, dopo mesi di permanenza nell’emisfero meridionale, farà la sua apparizione come una stella di prima grandezza, tanto da essere visibile anche ad occhio nudo. Le difficoltà di osservazione saranno però molteplici: dalla sua altezza esigua nel cielo che obbligherà a non avere ostacoli verso l’orizzonte occidentale, al bagliore del crepuscolo, che non consentirà il giusto contrasto che si otterrebbe invece con un cielo scuro. Tuttavia nel corso dei prossimi giorni, la sua altezza sull’orizzonte diverrà sempre un pò più consona, favorendo quindi una visione meno difficoltosa. In queste prime sere osservative, tempo permettendo, la cometa sarà sicuramente visibile in un comune binocolo, puntando lo strumento appena a sinistra e un pò più in alto dal punto in cui tramonta la nostra stella. Naturalmente le località a latitudini più meridionali avranno migliori possibilità di osservazione, quindi ipotizzando due luoghi come Malta e Milano, la prima sarà nettamente favorita. Un’altra difficoltà potrebbe essere determinata dalla foschia nei bassi strati o dall’inquinamento atmosferico, per cui saranno favoriti gli osservatori di cieli extraurbani o posti in località più ventilate.

La cometa PANSTARRS ha raggiunto la sua minima distanza dalla Terra lo scorso 5 Marzo, quando è transitata ad una distanza di circa 164 milioni di chilometri. Quel giorno, gli unici oggetti di più grandi dimensioni nei pressi della Terra erano la Luna, il pianeta Mercurio ed il Sole. L’astro chiomato raggiungerà però la sua massima luminosità nel corso del 10 Marzo, quando sarà alla minima distanza dal Sole, il quale permetterà una sublimazione più intensa del materiale ghiacciato di cui è composta, grazie alle altissime temperature a cui andrà incontro.

Oggi google fa girare… la testa!

doodle copernicoIl doodle di oggi è dedicato a Niccolò Copernico e alla teoria eliocentrica del famoso astronomo polacco. A 540 anni dalla nascita il colosso di Mountain View ha dedicato il doodle animato alla teoria secondo la quale i pianeti del sistema solare ruotano attorno al sole. Nato nella Prussia Reale da padre mercante e madre nobile, Mikolaj Kopernik (questo il nome nel paese d`origine) studiò anche all’Università di Bologna, spostandosi negli anni successivi a Roma, Padova e Ferrara. Dopo lunghi anni di studi Copernico pubblicò la teoria rivoluzionaria dell’eliocentrismo nel 1543, un’opera che gli valse l’inimicizia della Chiesa dimostrando teorie portate avanti ma senza le prove necessarie fin dall’antica Grecia.

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