Di Berluconi era inevitabile che se ne parlasse al congresso dell’Associazione nazionale magistrati, intitolato ‘Giustizia e società. L’orizzonte possibile’, e così Vietti si è trovato a far la voce grossa: “La politica invece che fare le prediche alla magistratura, faccia leggi serie, dopodiché la magistratura le applicherà”. “Si riposizionino le norme – afferma – in modo che non si pratichino abusi”. “Come in politica – spiega – qualcuno interpreta il proprio ruolo in modo opinabile e ciò accade anche tra i magistrati, ma si tratta di eccezioni”.
Vietti ha ancora affermato: “Per mettere mano a un tema così delicato e sensibile che ha visto fortemente contrapposte le forze politiche ci vuole un clima di reale pacificazione e di condivisione dell’obiettivo”. Secondo il vicepresidente però “i tempi per la riforma non sono più rinviabili. I cittadini hanno bisogno di un servizio più efficiente credibile e tempestivo e anche per il sistema paese, la sua economia e competitività”. Quali sono le riforme più urgenti in campo penale? “Una reale depenalizzazione, – ha detto Vietti – trasformando le contravvenzioni in sanzioni amministrative o alternative a quelle penali e incentivare i riti alternativi, sono riforme che si possono fare a costo zero ma hanno bisogno della volontà della politica”.
Il vicepresidente Vietti però a anche “castigato” i giudici “Il carrierismo da indagine e l’eccesso di protagonismo di alcuni pubblici ministeri lontanissimo dalla loro qualità di magistrati, finisce per portare acqua al mulino della separazione delle carriere”. E aggiunto: “qualcuno nella magistratura ha pensato che si potesse giustificare tutto.Tutto questo porta una perdita di credibilità e di fiducia da parte dei cittadini che, seppur sanno distinguere i ruoli dei giocatori, di fronte alla violazione delle regole del gioco rischiano di perdere fiducia in entrambe le istituzioni”. “Nessuno vuole una magistratura burocratizzata e impiegatizia, ma si richiede un modello culturale più appropriato alla funzione magistratuale nella sua intima essenza e nella sua alta vocazione, che l’azione associativa può ben contribuire a stimolare”.