Le armi chimiche nel rapporto degli ispettori Onu

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Gli ispettori dell’Onu hanno consegnato nelle mani del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon il dossier redatto in merito all’utilizzo di armi chimiche in Siria. 

“Il 21 agosto nell’attacco a Damasco sono state usate armi chimiche su larga scala contro civili, tra cui bambini”. Secondo il rapporto, tra l’altro, ci sono “segni di colpevolezza” evidenti tra cui la traiettoria dei missili terra-terra usati e il largo uso di gas, all’incirca 350 litri.

Lo stesso Ban Ki-moon esaminando il rapporto e, poi, avendolo trasmesso al Consiglio di Sicurezza ha sottolineato: “il più significativo attacco coi gas contro civili dal 1998, quando Saddam Hussein li usò ad Halabja”. Ban ha detto che la comunità internazionale si era impegnata a evitare il ripetersi di quell’orrore, “eppure è accaduto di nuovo”. 
Secondo gli ispettori Onu l’attacco chimico sarebbe stato sferrato tra le 2 e le 5 del mattino, nell’ora peggiore poiché le : le basse temperature hanno permesso al gas letale di penetrare nei rifugi dove si rifugiavano i civili. L’85% dei campioni analizzati dagli esperti Onu sono risultati positivi al test per il gas sarin. 
Ban Ki-moon, definendo l’attacco un vero e proprio “crimine di guerra”, ha quindi invitato il Consiglio di sicurezza ad assumersi responsabilità politiche e morali se Assad non manterrà la volontà di rispettare il piano di smantellamento delle armi chimiche.

 
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Quello scacco matto ad Obama che lo fa venire allo scoperto

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Barack Obama spiazzato dalla soluzione di Putin. Assad pronto a consegnare le armi chimiche e porle sotto il controllo internazionale. In questo nuovo scenario il perdente è l’uomo “più potente del mondo” trasformatosi di colpo da premio Nobel per la pace a guerrafondaio che neppure appagato dalla consegna vuole a tutti i costi un raid contro la Siria. A questo punto Obama è stato costretto a uscire allo scoperto, quasi un’ammissione che in fondo le armi chimiche erano un pretesto per un operazione che serviva a far risollevare l’economia americana e a liberare i magazzini da armi inutilizzate da tempo. Così Barack Obama è stato costretto ad affermare che c’è stato “uno sviluppo potenzialmente positivo, se reale”, ma la Casa Bianca dovrà “verificare la loro validità. Capire se fanno sul serio”. E naturalmente in questo modo il presidente degli Usa si è lasciato aperto uno spiraglio di guerra anche se non si capisce se ormai sia una partita a risiko o a scacchi quella che vuole giocare il presidente Usa.

La Siria accetta la proposta russa: unirsi all’Opac. Obama in difficoltà

obama-siria-tuttacronacaIl ministro degli Esteri siriano, Walid Mouallem, a Mosca accanto all’omologo russo Serghei Lavrov, ha annunciato che il regime siriano ha accolto con favore la proposta russa di unirsi all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) e mettere le sue armi chimiche in impianti di stoccaggio sotto il controllo internazionale. L’annuncio della proposta russa era arrivato dopo che il segretario di Stato Usa John Kerry a Londra ha detto che il presidente Bashar Assad potrebbe avere una possibilità di evitare l’azione militare voluta dalla Casa Bianca: dare alla comunità internazionale accesso alle sue armi chimiche. Nel frattempo il quotidiano Bild ha pubblicato nuove rivelazioni che arrivano dall’intelligence tedesca (la BND) secondo cui non sarebbe stato il Presidente Bashar Assad ad ordinare l’attacco chimico del 21 agosto vicino Damasco. Dalle intercettazioni – merito di una nave spia, la Okerel, che si trovava sulla costa siriana – si deduce che alcuni comandanti del regime avrebbero chiesto ad Assad di utilizzare armi chimiche per almeno quattro mesi, senza mai ottenere risposta positiva dal leader. Tali informazioni sono destinate a pesare ulteriorimente sull’indecisione del Congresso americano se appoggiare o meno l’offensiva proposta dal Presidente Obama che nel frattempo stava proseguendo la sua campagna in Twitter:

obama-guerra-tuttacronacaParimenti, Papa Francesco continua a lanciare appelli per la pace:

papa-pace-tuttacronacaMa come vivono gli americani l’ipotesi di un attacco? Secondo un nuovo sondaggio pubblicato dalla Cnn conferma una forte opposizione a un’azione militare contro il regime di Damasco. Ben il 59% non è favorevole all’eventuale approvazione della risoluzione proposta da Obama al Congresso. Il 69% non ritiene che l’attacco rientri negli interessi nazionali e il 72% considera un attacco aereo insufficiente a centrare “obiettivi importanti” per gli Usa. Il fatto che il regime siriano abbia infine accettato la proposta russa sembra quindi mettere ancora più in difficoltà il presidente americano mentre appare sempre più evidente che i due protagonisti assoluti di questo conflitto in fieri sono proprio Putin (che ha avanzato la proposta) e Obama: si torna a respirare un clima da Guerra Fredda? Del resto è significativo il fatto che gli altri leader mondiali siano rimasti pressochè in silenzio. Si è dovuto attendere la sera per i commenti della cancelliera tedesca Merkel, per la quale è “interessante” la proposta di Mosca, e del ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, secondo il quale l’ipotesi “merita di essere esaminata scrupolosamente” e deve comunque soddisfare alcune condizioni: Assad deve impegnarsi senza ritardo a mettere sotto controllo internazionale e a far distruggere il suo arsenale chimico. Del resto era stato proprio il segretario di Stato Usa John Kerry a chiedere al regime di Assad di “consegnare alla comunità internazionale ogni arma chimica di cui dispone entro la prossima settimana”. Dopo la proposta di Mosca Kerry si è però affrettato, tramite la sua portavoce Jen Psaki, a precisare che il suo era “un argomento retorico sull’impossibilità e l’improbabilità che Assad consegnasse le armi chimiche, dopo aver negato di averle usate”. Un funzionario della Casa Bianca, dopo gli annunci di Russia e Siria, ha dovuto però dire: “Gli Stati Uniti intendono “approfondire” con la Russia la questione relativa al passaggio delle armi chimiche attualmente in mano al regime del presidente siriano sotto il controllo internazionale”. In questi giorni, infine, è apparso in Youtube il recente attacco perpetuato dall’aviazione siriana fedele a Bashar al Assad su alcuni obiettivi molto vicini alla diga sull’Eufrate, nel nord del Paese. Gli abitanti si sono immediatamente preoccupati, temendo un cedimento della struttura e di una mega-inondazione dell’intera provincia di Raqqa, da mesi sotto il controllo delle truppe ribelli.

Piccinin, prigioniero con Quirico: non ha usato Assad le armi chimiche

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Non si sbilancia Pierre Piccinin, ma afferma:

“E’ un dovere morale dirlo. Non è il governo di Bashar al-Assad ad avere utilizzato il gas sarin o un altro gas nella periferia di Damasco”. Queste le parole del compagno di prigionia di Domenico Quirico in un’intervista alla radio RTL-TVi, riferendo di una conversazione, ascoltata a sorpresa, tra i ribelli. Piccinin ha aggiunto che ammetterlo “mi costa perché da maggio 2012 sostengo con decisione l’esercito libero siriano nella sua giusta lotta per la democrazia. Per il momento, però, per una questione di etica Domenico ed io siamo determinati a non fare uscire i dettagli di questa informazione. Quando la ‘Stampa’ riterrà che è venuto il momento di dare dettagli su questa informazione, lo farò anch’io in Belgio”, ha spiegato l’insegnante belga.

Piccinin ha raccontato quindi che, quando il 30 agosto, lui e il giornalista italiano hanno appreso dell’intenzione degli Usa di agire in seguito all’uso, attribuito al regime, delle armi chimiche “avevamo la testa in fiamme: eravamo prigionieri laggiù, bloccati con questa informazione e per noi era impossibile darla”.

Obama “schizofrenico”: stretto nella morsa tra Gandhi e Robocop

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Barack Obama, dopo essere stato Nobel per la pace, sta per diventare l’uomo della guerra, cosa potrebbe fermare la trasformazione di un “Gandhi” in “Robocop”?  Una bozza di un ultimatum a Damasco: 45 giorni nei quali Assad verrebbe l’obbligo di sottoscrivere la messa al bando delle armi chimiche. Altrimenti, scatterà la reazione militare americana. La risoluzione sarebbe stata preparata da due senatori democratici moderati, Joe Manchin, eletto in West Virginia, e da Heidi Heitkamp, senatrice del North Dakota.

Ma se una soluzione “politica” è stata presentata è anche vero che nel frattempo si è studiato, nei minimi dettagli, un attacco aereo su larga scala che invece vorrebbe colpire obiettivi più estesi rispetto a quelli previsti in un primo tempo. Si sarebbe deciso di utilizzare missili sparati da aerei bombardieri B2 e B52, e di andare ben oltre i 50 obiettivi decisi di comune accordo con la Francia. Gli attacchi verrebbero rivolti non contro le scorte di armi chimiche, il che significherebbe rischiare una catastrofe, ma piuttosto contro le unità militari che hanno immagazzinato e preparato le armi militari e attuato gli attacchi contro i ribelli, come anche contro le sedi che sovrintendono agli attacchi stessi. Il generale Martin E. Dempsey ha detto che altri obiettivi riguarderebbero le attrezzature utilizzate dalla Siria per proteggere le armi chimiche, come missili e razzi a largo raggio, che possono anche trasportare le stesse armi.

Un bivio non semplice per il Presidente Obama che ora si trova a vivere quotidianamente in una morsa schizofrenica di chi gli ricorda che è un novello Gandhi insignito anche del Nobel della Pace e chi invece lo pone come l’erede di Robocop e lo vorrebbe al centro di una guerra i cui esiti potrebbero essere devastanti per l’umanità futura e abbattersi sulle prossime generazioni. Gli esempi ci sono tutti basta vedere l’Iraq. E se lui promette che sarà un raid diverso, c’era già chi aveva annunciato che l’Iraq non sarebbe diventato il Vietnam, e forse per alcuni versi, aveva anche ragione… è stato peggio! Eppure il mondo aveva “votato” Obama, il presidente afroamericano, il presidente del cambiamento, il presidente del futuro… ma poi cosa è accaduto in quella Casa Bianca che sembra l’anima nera degli Stati Uniti d’America?

Video: ecco la conferma che sono i ribelli che usano armi chimiche?

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E’ la tv iraniana in lingua araaba Al Alam ha diffondere un video che dimostra chiaramente, secondo l’emittente, il coinvolgimento dei ribelli nell’utilizzo delle armi chimiche.

Le immagini sono postate su Facebook e Youtube e “mostrano cosiddetti militanti dell’Esercito libero siriano (Fsa) mentre lanciano un attacco al gas contro un villaggio siriano” (non meglio precisato). Le immagini “mostrano anche razzi caricati con taniche tossiche”.

Già nei giorni scorsi si erano avuti i dubbi sul presunto utilizzo da parte delle forze governative delle armi chimiche:

Armi chimiche complotto per incolpare Assad? Daily Mail cancella l’articolo

Il regime siriano accusa i ribelli di utilizzare armi chimiche

Perché il lancio di quei due missili da parte di Israele?

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Missili che partono e la Russia che lancia l’allarme: due missili balistici sono partiti da una zona centrale del Mediterraneo verso le coste orientali del bacino, dove si trova laSiria.

A captare il segnale, alle 8,16 ora italiana, è la stazione di allerta per attacchi missilistici, la Armavir (che si trova nel sud del Paese). Subito dopo la rilevazione del lancio, il ministro della Difesa russo, Sergei Choigou, ha informato il presidente Vladimir Putin.

Immediatamente informata anche l’ambasciata russa a Damasco che però non rileva alcun segnale di possibili attacchi  sulla capitale siriana e in seguito ha precisato di aver rilevato “due oggetti” balistici” e nessuna esplosione.

Anche un portavoce delle forze armate israeliane ha spiegato di non essere a conoscenza di alcun lancio di missili nel Mediterraneo orientale. I due missili balistici sono caduti in mare.

Fonti della sicurezza siriana citate dalla tv libanese Al-Manar hanno poi confermato che i sistemi radar di Damasco per l’individuazione dei missili non hanno registrato l’arrivo di missili sul territorio siriano.

Sembrerebbe, che con una guerra civile che sconvolge il mondo e un probabile attacco atteso nei prossimi giorni, gli americani si preoccupino del meteo e abbiano lanciato da un’unità della Marina statunitense  dei missili balistici. A formulare questa ipotesi rassicurante sono le fonti militari russe.

Poi inizia il grande “pasticcio” intorno alla vicenda, come riporta Giornalettismo:

Poi da Israele l’annuncio di aver effettuato un test missilistico congiunto con gli Stati Uniti. Washington nega, poi il ministero della Difesa israeliano precisa che si è trattato di un test per i missili anti-missile Arrow, poi ancora che si è trattato di un test in collaborazione con gli americani. Il che significa che sicuramente erano presenti tecnici statunitensi, ma non che si sia trattato di manovre militari congiunte, come poteva essere inteso dal senso delle prime dichiarazioni israeliane. In questo senso s’incastrerebbero anche le dichiarazioni dei comandi americani che hanno detto di essere stati al corrente del test, ma che l’US Navy non vi ha preso parte direttamente.

I nervi sono tesi, il clima è infuocato, e immediatamente tutti si precipitano a spiegare che nessuno c’entra con quel lancio, perfino la Gran Bretagna. Nulla di minaccioso, al più l’incidente ha confermato come invece i sistemi russi possano funzionare perfettamente da deterrente a intraprendere missioni avventate contro la Siria.

 

Kerry a cena con Assad, quindi anche con Hitler e Hussein?

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La foto pubblicata da Ali Mohtadi  e oggi ripresa dal Daily mail non lascia dubbi. Una cena tra John Kerry e Bashar al-Assad svoltasi nel febbraio del 2009. Oggi però le cose sono cambiate e Kerry ha paragonato Assad a  Saddam Hussein e Adolph Hitler. Come mai allora appena 4 anni fa Kerry metteva a repentaglio la sua vita andando a tavola con un dittatore? Ancora più perfido è il tabloid inglese

Ecco “l’immagine che Kerry non vorrebbe mai veder pubblicata”

La cena – a cui parteciparono anche le rispettive consorti – si svolse in occasione di una visita in Siria da parte di Kerry. L’attuale capo della diplomazia Usa era allora senatore del Massachusetts e guidava una delegazione americana incaricata di discutere le prospettive di pace nella regione.

 

Armi chimiche complotto per incolpare Assad? Daily Mail cancella l’articolo

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Un articolo pubblicato, a Gennaio dal quotidiano inglese Daily Mail e successivamente cancellato, è stato poi recuperato nella cache di archive.org., e ora sta shoccando il web. 

Il giornale inglese riportava la notizia di un piano, posto in essere con l’approvazione degli Stati Uniti, per lanciare un attacco chimico in Siria e poterne successivamente incolpare il leader siriano Bashar Al Assad e il suo governo. Come riporta Radio Bandiera Nera:

Grazie a un hacker che ha avuto accesso alla corrispondenza intercorsa tra il dirigente del Business Development di Britam Defence e il fondatore della stessa società, si è venuto a scoprire che il dirigente informava il suo superiore di aver ricevuto la proposta di consegnare ad Homs delle armi chimiche (Chimical Weapons) di origine sovietica. La proposta proviene dal Quatar, ed è, tiene a sottolineare il dirigente, approvata da Washington. Nella mail si precisa che tali armi sarebbero analoghe a quelle che si ritiene la Siria possa avere in dotazione, e che la somma offerta è enorme.

 

Salta l’incontro Usa-Russia per la crisi siriana. Obama opta per un blitz militare

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Salta l’incontro previsto per domani tra Usa e Russia per discutere della crisi siriana. Barack Obama sembra invece più propenso a valutare un  attacco militare contro Damasco “di portata e di durata limitate”. Secondo fonti citate dal Washington Post, l’attacco potrebbe durare non più di due giorni. Un attacco il cui unico scopo sarebbe quello di “punire” l’uso di armi chimiche, ma ribadendo anche l’estraneità degli Usa dalla guerra civile.

La tempistica dell’attacco – afferma il Washington Post – dipenderebbe da tre fattori: il completamento del rapporto dell’intelligence che determini la colpevolezza del regime di Assad, le consultazioni con gli alleati e il Congresso e una giustificazione a intervenire in base alla legge internazionale. Gli avvocati dell’amministrazione starebbero infatti esaminando una possibile giustificazione legale sulla base della violazione delle norme internazionali che vietano l’uso di armi chimiche o una richiesta di assistenza da parte di uno stato vicino, come la Turchia.

Dopo le morti avvenute con il gas ora ci saranno altri morti per mano americana? La popolazione civile, ormai allo stremo, subisce attacchi delle milizie governative, quelli dei ribelli e ora sarà esposta anche al fuoco americano? Punire l’uso dei gas con un attacco militare è concepibile nel 2013?

Obama – mette in evidenza l’amministrazione – non ha ancora preso alcuna decisione. Gli Stati Uniti continuano infatti le consultazioni con gli alleati e avrebbero abbandonato le speranze di ottenere un’autorizzazione all’azione da parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu, dato il certo veto della Russia. Proprio il Dipartimento di Stato comunica di aver rinviato il previsto incontro fra diplomatici americani e russi in programma a L’Aia in seguito “alle consultazioni in corso per trovare una risposta appropriata” all’attacco del 21 agosto in Siria.

Mosca si rammarica per la decisione degli Usa di cancellare l’incontro bilaterale russo-americano per la discussione della convocazione della conferenza di pace sulla Siria: lo ha twittato il viceministro degli esteri Ghennadi Gatilov. L’incontro era previsto il 28 agosto all’Aia, ma Washington ha comunicato la decisione di rinviarlo.

Le diverse versioni sui monaci decapitati. Video!

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Erano francescani del  convento di Ghassanieh, in Siria, i tre uomini decapitati dal Fronte al Nusra, dopo un processo sommario nel quale sono stati accusati di “essere al soldo del regime”.

Lo rivela Radio France International, che diffonde anche il video del  gruppo di jihadisti che mostra l’esecuzione.

La vicenda però era iniziata qualche giorno fa quando padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, riportando le parole del suo ministro regionale della Siria, padre Halim Noujaim, aveva affermato la presenza di un gruppo di ribelli che, con la forza, era entrato  nel convento di Ghassanieh. L’edificio religioso era stato razziato e distrutto e nel comunicato compariva anche il nome di padre Francois, un eremita cattolico che aveva cercato rifugio nella comunità conventuale e che era rimasto ucciso durante l’attacco dei ribelli.

Ora sembrerebbero diverse le notizie invece riportate oggi dalla radio francese che ha diffuso la notizia del rapimento, da parte dei jihadisti, di tre religiosi, tra cui anche padre Francois (Francesco Mourad), a cui è stato fatto un processo sommario, dopo che su un’agenda di uno dei monaci era stato rinvenuto il numero di telefono di un militare, per poi eseguire l’esecuzione. I religiosi erano stati anche accusati di aver favorito il traffico di armi e munizioni per conto del regime.

++ ATTENZIONE IL VIDEO PROPONE IMMAGINI FORTI – E’ DESTINATO A UN PUBBLICO ADULTO ++

Aggiornamento:

Non si ricevono conferme sull’identità delle vittime. Padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, ha infatti smentito con un comunicato ufficiale che le tre persone trucidate siano tre francescani. Si tratterebbe invece di un eremita francese e di altre due persone non appartenenti all’ordine religioso.

Vertice Siria a Roma: VIA ASSAD!

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Cessino subito le violenze, si liberino i prigionieri politici e Assad vada via. E’ quanto chiedono i Paesi che hanno partecipato al summit di Roma sulla Siria con il segretario di Stato Usa secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri Giulio Terzi in conferenza stampa.

John Kerry a Roma per parlare di Siria

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Il nuovo Segretario di stato Usa, John Kerry, e’ giunto a Roma alle 17:19 proveniente da Parigi. All’arrivo all’aeroporto militare di Ciampino è stato accolto alla scaletta dall’ambasciatore Usa a Roma, David Thorne. Stasera a Villa Madama, l’incontro bilaterale con il ministro Giulio Terzi, al quale farà seguito la cena in formato transatlantico con la partecipazione dei rappresentanti di 34 paesi. Domani sempre a Villa Madama si svolgerà la riunione ministeriale sulla Siria.

29 vittime tra cui 19 bambini! Missili su Aleppo: morte e distruzione

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Sono 29, di cui 19 bambini, i morti in un bombardamento dei militari fedeli ad Assad avvenuto ieri su un quartiere di Aleppo, secondo gli attivisti dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Stamani intanto sono ripresi i combattimenti tra ribelli e forze governative e i bombardamenti a Zamalka e Duma, vicino a Damasco, e nella provincia meridionale di Daraa.

Colpita la residenza di Assad, ora è ufficiale!

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Un colpo di mortaio ha colpito stamani l’area nei pressi di una delle residenze presidenziali a Damasco. Lo riferiscono testimoni oculari, che confermano quanto affermato poco fa dalla tv panaraba saudita al Arabiya. Secondo il testimone oculare, raggiunto via Skype a causa dell’interruzione delle linee telefoniche nell’area dell’esplosione, piu’ di un colpo di mortaio ha raggiunto l’area superfortificata dove si trova una delle residenze del presidente, nel quartiere Malki, vicino all’imbocco dell’autostrada di Mezze. Non si tratta del palazzo presidenziale, che si trova invece sulla collina di Mezze. Sul posto – afferma la fonte che preferisce rimanere anonima per ragioni di sicurezza – sono accorsi numerosi membri dei servizi di sicurezza in abiti civili.

Secondo Usa il regime di Assad cade in 6 mesi

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Scontri in Siria 25 morti a Damasco e sale polemica armi chimiche

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Vai all’articolo precedente.

Assad propone nuova Costituzione, Usa bocciano progetto!

Anche oggi sono continuati gli scontri. 24 morti ad Aleppo.

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Assad non cede ai ribelli, l’Ue vuole le dimissioni del leader siriano

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COLPO DI MORTAIO SU QUARTIERE CRISTIANO A DAMASCO!

Bomba anche a  Rukneddine, quartiere nord della capitale.

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Gas chimici a Homs e Brahimi dell’Onu ricevuto da Assad!

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