Complice anche il freddo di questi giorni, la popolazione italiana è stata messa ko dall’influenza. Si prevede che per il prossimo fine settimana ci saranno a letto almeno mezzo milione di persone, in particolare bambini e anziani. I sintomi sono quelli conosciuti, febbre alta, brividi, mal di gola e mal di testa. Poi c’è anche il virus intestinale che può colpire gli italiani con vomito,dissenteria e crampi. Nel caso dell’influenza tradizionale, i sintomi possono persistere anche per diversi giorni, fino ad una settimana, mentre l’influenza intestinale dovrebbe risolversi nel giro di 24/48 ore.
Ma la novità dell’ultima ora deriva da Alcuni ricercatori dell’università canadese McMaster che avrebbero rilevato che la prescrizione generalizzata dell’utilizzo degli antipiretici provoca l’incremento del 5% del numero dei casi di influenza stagionale. In definitiva curare l’influenza con paracetamolo, aspirina o ibuprofene ne allargherebbe il contagio.
Lo studio dei ricercatori canadesi è stato pubblicato su Proceeding of the Royal Society B, e invita a consumi e prescrizioni meno automatiche per i farmaci antipiretici.
Ma c’è anche chi invece è convinto che non sia dovuto ai farmaci antipiretici il dilagare dell’influenza e che quel 5% in più sia invece attribuibile ad altre cause: l’allungamento della durata della contagiosità (difficile da calcolare perchè dipende dall’età dell’ammalato) e la propensione dei pazienti a uscire di casa dopo aver fatto scendere la febbre con gli antipiretici.