Scontro tra abitanti e artisti di strada nella Capitale. In particolare nel cuore della movida romana dove è appena entrato in vigore il nuovo regolamento e l’associazione Vivere Trastevere ha scritto una lettera al sindaco e ai consiglieri comunali con una nuova proposta di regolamento. “In tutte le capitali europee il centro storico è interdetto alle esibizioni degli artisti di strada. Ma poiché Roma non ha i titoli, purtroppo, di annoverarsi tra le capitali europee, si informa che a Venezia, il cuore della città e le calli sono esentate dalle esibizioni degli artisti di strada. Si ricorda che a Trastevere, fino alle 22, sono consentiti 55 decibel, e dopo 45. Come è possibile rispettarli con percussioni e batterie? Non costringeteci ad avviare il procedimento di infrazione all’Ue, che può comportare anche un danno erariale di cui ognuno di voi dovrà rispondere in solido”, così Dina Nascetti dell’associazione. Il nuovo regolamento infatti consente a chiunque di esibirsi, non è richiesta neppur l’iscrizione all’albo, sarà quindi preso d’assalto il quartiere della movida e sarà impossibile per i residenti riposare, almeno secondo quanto specificato nella lettera dell’Associazione.
Forse la tomba non sarà pronta neppure per il 14 settembre, data di nascita dell’artista romano. Sembrano esserci infatti stati innumerevoli problemi burocratici che hanno fatto slittare la data di realizzazione della tomba. Secondo La Repubblica il contratto tra la Tac (la società incaricata della gestione della sepoltura e del pagamento) e il Comune di Ardea per realizzare la tomba privata, dal valore di 25mila euro, sarebbe stato firmato solo una settimana fa.
«Ci sono stati dei problemi di soldi – sostiene il sindaco Luca Di Fiori – ho dovuto aspettare che la Tac incassasse i proventi di una polizza fideiussoria, stipulata dall’artista, prima di scrivere l’ordinanza di permesso». Il regolamento comunale infatti prevede che chi non è cittadino di Ardea non possa essere seppellito lì.
L’ordinanza di deroga è stata emessa a metà giugno, quando il sindaco ha avuto le necessarie garanzie. Una versione però opposta a quella dell’avvocato del ‘Califfo’, Marco Marcacci. «La Tac aveva i soldi fin dal giorno del funerale – sostiene – Dunque l’ordinanza poteva essere fatta prima».