“E’ l’ultima goccia!”, gli imprenditori scendono a Roma con le bare

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Imprenditori, commercianti e artigiani sono scesi in piazza a Roma per l'”Ultimatum day”, la giornata di mobilitazione delle piccole imprese per protestare contro il prelievo fiscale “arrivato al 65,7%”. A Montecitorio, quelli che si definiscono “sopravvissuti alla strage di Stato, vittime delle tasse e di Equitalia”, hanno riempito la piazza di bare. “Oggi è la giornata per dire basta”, ha spiegato Giuseppe Graziani, presidente di Cobas Imprese.

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Ancora allerta frutti di bosco, Ministero consiglia di cuocerli 2 minuti

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Continua l’allerta per l’epidemia di epatite A causata dall’ingestione di frutti di bosco surgelati contaminati. Come riporta il Fatto Alimentare “Negli ultimi cinque mesi il virus ha colpito oltre 400 persone e il picco non sembra diminuire”. Le regioni più colpite sarebbero quelle del Centro-Nord, dove il consumo di frutti di bosco surgelati è più elevato. La task force costituita dal Ministero della salute non ha individuato la causa, la situazione, sempre come rivela il Fatto Alimentare, è complessa:

Ci sono difficoltà logistiche (la documentazione richiesta ad alcuni paesi come la Polonia per definire la rintracciabilità della materia prima è arrivata solo dopo 45 giorni)  ma in questo periodo la comunicazione è stata carente. C’è di più le analisi  fatte dagli istituti zooprofilattici del Piemonte e della Lombardia sono state centinaia ma nonostante ciò le aziende coinvolte contestano i risultati e dichiarano di non avere riscontrano alcun virus nei loro lotti. Dalle analisi effettuate a Torino dal procuratore Raffaele Guariniello nel mese di agosto emerge un altro dato preoccupante. Se prima le aziende erano tre di piccole medie dimensioni, adesso l’elenco si è arricchito con un lotto di frutti di bosco firmato dai supermercati Picard e da un secondo lotto firmato da Buitoni con un prodotto della linea  La Valle degli Orti. La sensazione è che la lista sia destinata ad allungarsi  e che il pericolo epatite A sia stato sottovalutato. Che fare? L’unica cosa  è non consumare confezioni di frutti di bosco surgelati crudi. Occorre assolutamente farli cuocere per almeno due minuti. Il virus dell’epatite A, infatti, sopravvive a basse temperature, ma viene rapidamente inattivato dal calore.

Il ministero rivolge un appello anche a gelaterie, pasticcerie, artigiani e ristoratori che producono e vendono frullati, preparazioni di frutta o che usano frutti di bosco crudi senza di farli cuocere. L’autorità sanitaria parla anche di  “guarnizioni per dolci” un’espressione criptica che dovrebbe indicare i frutti di bosco crudi disposti sopra le torte di pasta frolla già cotte o sopra il gelato quando viene travasato nelle vaschette. Nessun problema invece per lo yogurt a perchè la frutta viene pastorizzata prima di essere utilizzata. Di fronte a questa situazione critica è a dir poco stucchevole la posizione delle catene di supermercati che non hanno mai pubblicato sui loro siti le fotografie dei lotti ritirati dal commercio. Anche il ministero non ha mai pubblicato le fotografie!  Gli unici supermercati che hanno informato i clienti sono stati: Auchan, Simply e Sogegross, mentre secondo le nostre fonti le insegne e i punti vendita coinvolti sono 35.

  

Tasse su tasse, l’autunno a suon di scadenze

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Unica incertezza nel calendario del Fisco è la seconda rata dell’Imu per il resto sono scadenze su scadenze, tasse su tasse. Lunedì 30 settembre sarà il “T-day”. A Milano bisogna pagare la tassa rifiuti, ma ci sono anche le scadenze previdenziali come il versamento dei contributi volontari, o la revisione delle auto, in totale le tasse da pagare saranno 49 adempimenti. I soggetti colpiti saranno molteplici:  dai lavoratori dipendenti agli artigiani e commercianti, dai pensionati ai proprietari immobiliari, dai «creditori pignoratizi», agli enti creditizi, dalle Onlus alle associazioni sportive dilettantistiche, dalle società di capitali agli enti senza scopo di lucro. Il fisco e la burocrazia non risparmiano nemmeno il Senato, la Camera, la presidenza della Repubblica e la Corte costituzionale che devono trasmettere alcuni elenchi.

E tutto questo quando si parlava di semplificazione e soprattutto di minor pressione fiscale. Secondo Unioncamere le scadenze amministrative alle imprese sono arrivate a costare ben 22 miliardi l’anno. Come può riprendersi l’Italia? Come è auspicabile una ripresa se l’industria continua ad essere imbottigliata tra scadenze e tasse? Anche assumere un lavoratore ormai sembrerebbe esser diventato un lusso!

 

I lavori più ricercati in Italia… Lavori in corso sul lavoro?

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Se prima erano i cuochi ora invece sono idraulici e parrucchieri… almeno questo è quanto emerge da uno studio della Cna su dati Excelsior. A febbraio uno studio della Fondazione Italia Orienta, aveva stilato la classifica delle professioni più ricercate inserendo gli infermieri e i chimici… peccato che i tagli ulteriori alla ricerca e alla sanità poi abbiano colpito proprio questi settori. Il problema degli studi sul lavoro è sempre strettamente correlato dalle scelte politiche in materia occupazionale ed è quindi difficile anche per gli esperti di settore, con mesi di anticipo, quali saranno le scelte ai vertici che finiranno poi per influenzare il mercato del alvoro. L’unica certezza al momento è la staffetta generazionale che come hanno riportato fonti autorevoli non crea lavoro, ma semplicemente divide un posto con condizioni spesso sfavorevoli  al lavoratore giovane che si trova a dividere il posto con quello più anziano. Ma se per l’occupazione giovanile il tasso di disoccupazione è alle stelle, ancor più pesante è la situazione di quei lavoratori che perdono il lavoro a 40/50 anni. Dovranno riconvertirsi anche loro a fare gli idraulici e i parrucchieri? Ma non temete al governo “stanno lavorando per noi”: lavori in corso sul lavoro… ma i cittadini possono ancora aspettare? Probabilmente, no… ma devono!

Crisi tedesca? Si torna al medioevo e si va in pellegrinaggio!

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Vagabondi come nel Medioevo, in giro per botteghe tedesche, per imparare a diventare artigiani.

E’ il residuo d’una Germania antichissima, che ancora s’incontra nelle strade di Berlino. Sono giovani ‘armati’ di bastone, vestiti come 800 anni fa e che portano un fagotto in spalla.

L’usanza – cui la crisi ha ridato un certo slancio – si chiama ‘Wanderschaft’ (‘peregrinazione’). Ma e’ nota anche come ‘Walz’ e ha prescrizioni rigide: incluso il divieto di cellulare o d’indossare un cappotto.

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