Almeno 9 spari. Tanti sono stati i colpi scaricati addosso al 60enne Moreno Gallo mentre si trovava a cena in un locale chiamato Forza Italia. L’italiano, che viveva da oltre un anno in Messico, è stato ucciso da un uomo vestito di nero che è entrato nel ristorante e, senza alcun preavviso, ha aperto il fuoco. Gli altri clienti del ristorante sono fuggiti in preda al panico, ma nessun è rimasto ferito nel corso della sparatoria. L’accaduto, avvenuto intorno alle 21.20 locali, le 4.20 in Italia, è stato reso noto dalla procura locale.
Ancora una sparatoria negli Stati Uniti. Ancora una scuola nel mirino, la Sparks Middle School. E’ stata la CNN a riportare la notiza che è stato aperto il fuoco questa mattina in una scuola media di Sparks, cittadina a est di Reno, in Nevada. Secondo le prime informazioni, sarebbero almeno due le persone colpite, tra questi un ragazzino di 12 anni e di cui non si conoscono le condizioni, come riferito dai poliziotti intervenuti al quotidiano locale online Reno Gazette Journal. Il portavoce della polizia ha inoltre confermato che l’aggressore è già stato “neutralizzato” dalla forze dell’ordine.
E’ l’International New York Times a parlare del nuovo allarme che si sta diffondendo tra le autorità europee: le armi stampate in 3D. Sono funzionanti e in grado di passare i controlli. E si possono stampare in casa. Ed è proprio nel Vecchio Continente, dov’è moeno semplice procurarsi un’arma rispetto agli Stati Uniti, che questa tecnologia sta prendendo piede. Seppure il settore sia agli albori, la paura è che possa presto diventare concreto, anche considerando il fatto che in rete circolano già diversi software per la loro produzione. Che è semplice: si scarica il blueprint da internet e poi lo si stampa con una qualsiasi stampante 3D, in commercio al prezzo di circa mille euro. Tra coloro che avevano condiviso modelli di pistole “casalinghe”, Cody Wilson, studente 25enne del Texas: a maggio condivise in rete alcuni file che vennero scaricati più di 100.000 volte. Dopo di che, il Dipartimento di Stato ne chiese la rimozione. A effettuare il maggior numero di download di questi modelli, al primo posto troviamo la Spagna, seguita da Stati Uniti, Brasile, Germania e Gran Bretagna. Nonostante il pronto intervento, però, le istruzione hanno continuato a circolare. Tra i modelli, anche il Liberator, esposto il mese scorso al Victoria and Albert Museum di Londra. Ora la sua guida si trova su diversi siti, da Youtube a Pirate Bay.
Il NyTimes spiega che il design di queste armi continua a progredire e le pistole stanno diventando più resistenti: se inizialmente era possibile sparare pochi colpi prima di dover sostituire la canna, ora se ne trovano in grado di esploderne dieci consecutivi. La produzione di armi con stampanti 3D è vietata da una direttiva Ue, ma bisogna trovare un mondo perchè il bando diventi effettivo. La maggior preoccupazione la mostra il ministero degli Interni austriaco, che nei mesi scorsi ha condotto un’indagine per verificare se le armi stampate possono o meno essere letali. L’esito del test ha fatto sì che la pistola fosse catalogata come “arma mortale”. Ma ci sono anche altri stati preoccupati per la situazione impegnati in verifiche: serve prepararsi per quando le stampanti 3D saranno più economiche e le istruzioni per fabbricare queste armi sempre più sofisticate e facili da trovare. Per di più queste pistole sono in grado di superare i controlli. L’HuffingtonPost ricorda due giornalisti del Mail On Sunday sono riusciti a fare un intero viaggio indisturbati a bordo di un Eurostar gremito di passeggeri da Londra a Parigi. Stesso discorso per un reporter del network televisivo israeliano Channel 10, che è riuscito a introdurre una pistola stampata in 3-D all’interno del Parlamento di Israele, proprio mente il presidente Benjamin Netanyahu stava tenendo un discorso.
Ancora spari negli Usa dove 5 persone sono in gravi condizioni a causa dei proiettili volati oggi nelle strade affollate e dentro un supermercato di Greenville, un centro della Nord Carolina. Stando alle prime notizie, un uomo armato di pistola avrebbe sparato la prima volta a una persona in un ufficio legale dopo di che avrebbe attraversato la strada raggiungendo un grande magazzino della catena Wal Mart nel parcheggio del quale avrebbe nuovamente aperto il fuoco sparando ad altre tre persone. Solo dopo la polizia è riuscita a “neutralizzarlo” sparando a sua volta. Ora l’uomo, che indossava un giubbotto antiproiettile, si trova sotto i ferri del chirurgo. Lo ha reso noto la polizia locale. Tutte le persone ferite sono in condizioni gravi ma non in pericolo di vita. Gli obiettivi sarebbero stati scelti casualmente.
Ieri i media americani avevano riportato la notizia delle due lettere inviate a Michael Bloomberg, l’attuale sindaco di New York, oggi la minaccia della lettera al veleno colpisce il Presidente degli Usa Barack Obama. “Il servizio di ispezione postale – ha spiegato un portavoce – ha intercettato una missiva indirizzata alla Casa Bianca simile a quelle precedentemente inviate al sindaco di New York, Michael Bloomberg. La lettera, ha aggiunto, è stata ora messa nelle mani degli esperti di antiterrorismo dell’Fbi per le analisi e le indagini del caso”.
Cosa hanno di particolare queste lettere?
Il bollo del centro di smistamento postale di Shrevbeport, inLousiana, dove transita tutta la posta proveniente, oltre che dalla stessa Louisiana, dal Texas e dall’Arkansas.
Quale è il possibile movente?
Probabilmente l’impegno mostrato dal sindaco di New York e dal Presidente Obama riguardo alle restrizioni per le armi dopo i sanguinosi eventi che hanno sconvolto l’America.
Cosa c’è dietro? Un mercato, una lobby, un potere che negli Usa è sempre stato in primo piano. Quello spirito della frontiera ben radicato ancora oggi nella mentalità della provincia americana sempre pronta a farsi giustizia da sè.
Avevano tentato a presentare un ricorso secondo cui la legge sulla pena capitale del Colorado è incostituzionale i legali di James Holmes, l’autore del massacro del cinema di Aurora. Ma il giudice distrettuale ha respinto tale ricorso e ora l’uomo continua a rischare la pena di morte per quanto accaduto la notte del 20 luglio scorso. In quell’occasione Holmes irruppe, vestito da Joker, in un cinema di Aurora durante la proiezione della prima del film ‘Batman’ e uccise 12 persone.
Stando alla Cnn, la polizia ha affermato che alcune lettere inviate a Michael Bloomberg, sindaco di New York, contenevano tracce di ricina, potente sostanza velenosa letale per l’uomo. Stando a fonti investigative, le missive potrebbero essere legate all’impegno di Bloomberg nella lotta alla diffusione di armi da fuoco. Tale presenza, ha riferito la polizia, è stata rilevata in una serie di test preliminari e dovrà ora essere confermata attraverso ulteriori esami. Una prima missiva sarebbe stata recapitata venerdì, negli uffici newyorkesi. A questa avrebbe fatto seguito una seconda, arrivata domenica a Washington, nella sede dell’associazione no-profit di cui il sindaco è presidente e che riunisce tutti i primi cittadini americani favorevoli a una stretta e a maggiori controlli sulla vendita di armi da fuoco. Se non sono stati mostrati sintomi d’avvelenamento dalle prime persone entratte in contatto con le lettere, lo stesso non sarebbe stato per gli esperti della polizia: dopo aver effettuato i primi esami approfonditi, ora sono sotto osservazione. L’Fbi e l’Antiterrorismo hanno aperto un’inchiesta, volta anche ad accertare se ci sia un collegamento con altri recenti episodi. Non è certo il primo caso di lettere avvelenate negli Stati Uniti. Già lo scorso mese, dopo l’attentato di Boston, alcune missive furono inviate sia ad alcuni senatori in prima linea nella battaglia contro le armi da fuoco, sia al presidente Barack Obama. Più grave il bilancio delle lettere all’antrace inviate dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 e indirizzate a diversi parlamentari e giornalisti e che provocò 5 morti.
Esce “l’anagrafica” delle vittime nei film di Tarantino. Vanity Fair infatti ha pubblicato una grafica in grado di ricostruire chi è morto e come è morto in ciascun film… ma come la stessa rivista ammette “ci sono delle imprecisioni” in quanto è impossibile a volte ricostruire il numero esatto di persone uccise, come i ninja decapitati in Kill Bill 1. Quel che è certo è che ce ne è di tutti i gusti dall’incendio, alle armi da fuoco, fino alle ferite della katana o per il morso di un serpente. Buona visione a tutti!
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