Era il giugno 2013 quando veniva inaugurata la nuova stazione Alta velocità di Reggio Emilia, la Mediopadana, opera dell’archistar Santiago Calatrava. Il 15 dicembre, inoltre, è stato attivato l’annunciato collegamento tra il futuristico scalo con il servizio dei treni locali. E subito ci si è resi conto dell’assurdo problema: come spiega La Gazzetta di Reggio, che pubblica anche un video, “fin dalle prime corse a pieno carico, i dipendenti in servizio sui treni si sono accorti che il comando di chiusura non sortiva effetti perché il fondo delle porte scorrevoli – che si aprono verso l’esterno – gratta sullo zoccolo di cemento della nuovissima banchina costruita a lato della Mediopadana. Un inconveniente non di poco conto, che costa qualche minuto di ritardo e, soprattutto, l’uso della forza da parte del personale, costretto ad arrangiarsi pur di far ripartire il treno. Finora sono sempre riusciti a chiudere i battenti forzando a mano anche il funzionamento del meccanismo di sicurezza, che quando incontra resistenza durante la chiusura delle porte, le riapre automaticamente.” E spiega:
Secondo le prime valutazioni – in attesa di sapere quale saranno le conclusioni dei tecnici di Fer – sembra che il paradosso sia causato da una serie di fattori per rimediare ai quali la società dovrà spendere molti soldi. Prima di tutto i treni diesel utilizzati sulla linea – relativamente recenti rispetto a quelli con le porte a soffietto, utilizzati quindi per non “sfigurare” alla Mediopadana – che quando sono a pieno carico per la presenza degli studenti si abbassano. Variabile che non sembra essere stata calcolata quando è stata costruita la fermata. Tra le soluzioni in campo ci sarebbe il rialzo dei binari. Sembra però che Fer voglia segare le porte: costo stimato 10mila euro a convoglio, da moltiplicare per decine di vetture.