Non passa giorno che qualcuno non se la prenda con Ingroia: giornali, tv, social network, etc… Si censura il fatto che dal lavoro di magistrato possa passare ad altre attività. Invece, l’Italia, in questo senso, è piena di esempi illustri che non sono mai stati censurati. Di Pietro 20 anni fa è transitato dalla magistratura alla politica, tirandosi dietro una discreta pensione. Antonio Catricalà, prima Segretario generale della Presidenza del Consiglio e poi Sottosegretario, in realtà viene dall’avvocatura dello Stato, la moglie di Bruno Vespa, Augusta Iannini, che ha la qualifica di magistrato ha lavorato per anni presso amministrazioni e dal 6 giugno 2012 è membro dell’Autorità per la Privacy. Ma non sono casi isolati perchè quasi tutti i Capi di Gabinetto e i Capi Uffici Legislativi delle Amministrazioni Centrali provengono dalla magistratura ordinaria o amministrativa. E che non ci sia niente di male lo attesta il fatto che c’è stata di recente un’apposita legge a regolare flussi e riflussi presso la magistratura. Quanto poi all’ultima critica in merito al fatto che Ingroia proveniente dalla magistratura non potesse essere in grado di gestire la contabilità della regione Sicilia è solo il caso di far notare che Ingroia presso la regione avrebbe dovuto svolgere un compito manageriale che significa obiettivi, coordinamento, relazioni, etc… e non contabilità in senso stretto alla quale debbono provvedere impiegati e quadri.
In realtà sembra veramente che ci sia in giro odor di vendetta perché Ingroia ha osato “alzare gli occhi troppo al cielo”. Ma forse a Ingroia conviene andare ad Aosta… può darsi che la Sicilia sia terra pericolosa per lui!