Mentre si attende il discorso di Obama sul controverso programma che prevede l’uso di droni per colpire sospetti terroristi, anche se di nazionalità statunitesnta, la stessa amministrazione del Presidente ha ammesso che, dal 2009 al 2011, i droni Usa hanno ucciso quattro cittadini americani in Yemen e Pakistan. La notizia è stata rivelata dal New York Times, entrato in possesso di una lettera inviata dal capo del dipartimento di Giustizia, Eric Holder, ai leader repubblicani e democratici al Congresso. Nello scritto vengono rese note le identità delle vittime: oltre ad Anwar al-Awlaki – l’imam radicale leader dell’Aqap, il ramo yemenita-saudita di al Qaida, nel corso della stessa operazione in Yemen fu ucciso Samir Khan. Il figlio di al-Awlaki, Abdulrahman, fu invece uscciso in una diversa operazione, mentre Jude Moahmed venne colpito in Pakistan. Nel suo intervento odierno alla National Defense University, Obama ha intenzione di ribadire che i droni hanno funzionato e non si toccano ma anche che sono necessarie maggiori chiarezza e trasparenza sul loro impiego. Stando a indiscrezioni giornalistiche, inoltre, ribadirà anche l’intenzione di arrivare alla chiusura definitiva del carcere speciale nella baia di Guantanamo, a Cuba, dove da settimane è in corso uno sciopero della fame di quasi tutti i sospetti terroristi detenuti. E’ tempo quindi per lui di attuare alcuni dei punti dell’agenda del suo secondo mandato, proprio a partire dal ricorso ai droni armati per colpire sospetti terroristi ovunque si trovino all’estero. Programma nel mirino fin dall’inizio del suo precedente mandato, con feroci le polemiche, sia sulla moralitò che sulla legalità di un simile modo d’agire nella lotta al terrorismo, che da sempre, al di là dei risultati, accompagnano questa strategia. Il New York Times, che ha dato la notizia, scrive che in questo modo Obama, per la prima volta, cercherà di fare del suo meglio per giustificare le tante uccisioni provocate dai droni – con vittime in alcuni casi del tutto innocenti – innanzi tutto snocciolando i dati sul successo di questa strategia per togliere di mezzo pericolosi nemici dell’America e senza che soldati americani abbiano rischiato la vita. Ma il presidente tenterà anche di tracciare la strada per disegnare una vera “cornice legale” che definisca una volta per tutte quali bersagli scegliere e in quali occasioni e condizioni intervenire. E’ lo stesso New York Times che sottoline che, al riguardo, una delle proposte potrebbe essere quella di trasferire il comando delle operazioni con i droni dalla Cia alle forze armate. Perchè – sarebbe uno dei passaggi chiave dell’intervento – “i presidenti dovrebbero essere tenuti più a freno nell’esercitare poteri letali”.
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