Vittorio Conti: presidente dell’Inps fino al 30 settembre

VITTORIO-CONTI-inps-tutttacronacaL’annuncio arriva dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini, che ha parlato a margine della presentazione di stamattina al Cnel del terzo Rapporto annuale sugli immigrati nel mercato del lavoro in Italia. “Abbiamo firmato il decreto di nomina del professor Vittorio Conti all’Inps. Ci resterà fino al prossimo 30 settembre”. Conti va dunque a ricoprire temporaneamente l’incarico rimasto vacante dopo le dimissioni di Antonio Mastrapasqua, indagato dalla Procura di Roma.

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Che futuro ci aspetta? “Paura per le pensioni”

Pensioni-1-tuttacronacaE’ il Giornale a titolare un articolo, a firma Francesco Forte, “Paura per le pensioni”, nel quale si sottolinea che “Si discute della ricca poltrona di presidente dell’Inps ma non della bomba sotto que­sta poltrona, ossia la situazione economica dell’Inps”. Sottolinea ancora l’autore: “Nel 2015, così continuando, il pa­trimonio netto dell’Inps diventa negativo per 5 miliardi. Certo, la gestione finanziaria ha molte partite contabili che la fanno differire da quella di cassa, nuda e cruda. Ma questa non è mi­gliore di quella finanziaria, sem­mai peggiore, perché le entrate ef­fettive per contributi e altri introi­ti sono 275 miliardi e le uscite 385,6, con un deficit di 110,5, os­sia il 9,5% del Pil.” Come ricorda Forte, tuttavia, va ricordato che lo stato eroga all’Inps 92 miliardi, per prestazioni assisten­ziali e a invalidi civili di sua com­petenza, che sono coperti dal si­stema tributario a carico del con­tribuente statale. Tuttavia: “Resta un saldo negativo di 18 miliardi, che lo sta­to copre con anticipazioni al­l’Inps. Questa è la cassa. Se si guarda alla gestione di contabili­tà economica dell’Inps, si torna a 10 miliardi circa di deficit fra cre­diti e debiti nati nell’esercizio: i 10 che vanno a diminuire il patri­monio.” Ma va considerato che la crisi ha peggiorato le cose:

Le spese aumentano, men­tre le entrate contributive risento­no del calo occupazionale. Ma ci sono anche altri problemi, fra cui due nuovi di zecca del 2012 che il governo Monti ha scaricato sul­l’Inps. Due patacche finanziariee anche politiche che costituisco­no le mine vaganti che bisogne­rebbe disinnescare. Si chiamano ex Inpdap ed esodati. Il governo Monti ha avuto la brillante idea di dare all’Inps già sovraccarico di casse integrazioni ordinarie e in deroga, che dilatavano la sua spe­sa, anche l’ente previdenziale dei dipendenti pubblici, l’Inpdap, il cui bilancio è in deficit, perché il pubblico impiego è stato sfoltito con prepensionamenti, che ridu­cono la spesa per personale, ma aumentano quella per pensioni, anche se di meno e riducono l’in­troito per contributi previdenzia­li. Il deficit dell’ex Inpdap nasce da lì e non è facile tapparlo, se non si modificano le leggi e la prassi attuale, per cui in cambio dei pensionati pubblici si metto­no in ruolo i precari della pubbli­ca amministrazione.

Senza dimenticare il tema esodati:

C’è,per l’Inps,un’altra mina va­gante, di portata ancora maggio­re: il bubbone degli «esodati». Si tratta di lavoratori che hanno pat­teggiato il prepensionamento, con una buona uscita «ponte» che – con le regole vigenti prima della riforma delle pensioni del governo Monti- consentiva di ar­rivare alla età per la pensione sen­za oneri aggiuntivi. Elsa Fornero, ministro del lavoro del governo Monti aveva calcolati gli esodati nel limbo in 65mila. L’Inps, rifatti i calcoli, inizialmente li ha stima­ti in 319mila. Ora si sostiene sia­no circa 350mila. È però difficile stabilire chi ha realmente patteg­giato l’esodo prima della riforma che ha elevatol’età pensionabile. E il governo Monti non aveva pen­sato di sterilizzare i prepensiona­menti in corso mentre varava il decreto sulle pensioni: forse non voleva toccare gli esodandi, che riguardavano settori come le ban­che, la scuola, le poste ove questi patti erano molto popolari. Dopo i primi 65mila esodati, ne sono stati salvati altri 65mila e a sgoc­cioli, un po’ di altri. Da ultimo, con emendamenti nella legge di stabilità, altri 17mila, consenten­do ai sindacati e ai politici che hanno promosso le operazioni di farsi dei meriti. Ciò aumenta le pensioni sia Inps che ex Inpdap. Molti contributi previdenziali, inoltre,non vengono riscossi.C’è il lavoro nero e le imprese, soffo­cate da contributi altissimi, sono spinte a evadere. Alcune gestioni Inps ex autonome sono in deficit: con il rischio di aumenti dei con­tributi dei loro iscritti. Ci sono i fal­si invalidi e le indennità di casse integrazioni date anche a chi fa un lavoro in nero. Occorrerebbe occuparsi di meno della poltrona di presidente dell’Inps e di più dei suoi costi e ricavi.

Dimissioni di Mastrapasqua: si riaprirà la partita sui contributi pensionistici?

pensioni-mastrapasqua-tuttacronacaMastrapasqua ha rassegnato le sue dimissioni da presidente dell’Inps e ora sembrano riaccendersi le speranze dei parenti delle vittime della strage alla stazione di Bologna e di altri atti di terrorismo. Quello che ci si augura, è che possa essere sbloccata l’annosa partita sui contributi pensionistici. Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime del 2 agosto 1980 e deputato Pd, dice: “Ora speriamo che il successore di Mastrapasqua sia minimamente attento a far rispettare la legge, la 206 del 2004”, cioè quella che prevedeva gli indennizzi pensionistici, ma che fin qui era rimasta inattuata. Come scrive Repubblica:
Bolognesi e la sua associazione da anni puntano il dito contro l’Inps per le ‘resistenze’ sulla partita dei benefit pensionistici: l’istituto di previdenza “è stato uno specialista nel creare problemi su questa vicenda. Ora che Mastrapasqua se ne va, speriamo che sia la volta buona per accelerare e non bloccare di nuovo la soluzione di questo tema”, auspica Bolognesi. Di fatto, secondo il presidentedell’associazione dei parenti delle vittime, “basterebbe una circolare interpretativa per mettere a posto almeno sei delle otto questioni aperte” e sbloccare i contributi previdenziali. E magari il nuovo corso dell’Inps sarà più disponibile e attento, sperano i parenti delle vittime. “Le risorse ci sono, la questione è istruita, ormai è solo la voglia dell’Inps di risolvere questa faccenda una volta per tutte che va trovata”.

Mastrapasqua si dimette dalla presidenza dell’Inps

mastrapasqua-dimissioni-tuttacronacaIn una nota si legge che il ministro del lavoro e delle politiche sociali Enrico Giovannini ha ricevuto questa mattina Mastrapasqua, presidente dell’Inps, il quale, “anche alla luce delle decisioni assunte ieri dal Consiglio dei Ministri, ha manifestato la sua volontà di rassegnare le dimissioni dall’incarico di Presidente dell’Inps”. Ieri, il governo aveva deciso di accelerare il processo di ridisegno della governance dell’Inps e dell’Inail, approvando inoltre un disegno di legge per disciplinare l’incompatibilità per tutte le posizioni di vertice degli enti pubblici nazionali, prevedendo, per quelli di particolare rilevanza, un regime di esclusività volta a prevenire situazioni di conflitto d’interesse.

Letta mette un freno alla “trinità laica”: mai più Mastrapasqua

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Mastrapasqua e quei tre incarichi davvero delicati, quasi una “trinità laica”. Come può un solo uomo ricoprire infatti la carica di direttore generale dell’ospedale israelitico, di  Presidente dell’Inps e vicepresidente di Equitalia?  Ora lo stesso premier Letta interviene: “Per il governo l’incarico di presidente di un ente pubblico nazionale deve essere fatto in esclusiva e non in regime di conflitto di interesse”.  Mastrapasqua ha accumulato un deficit nel bilancio dell’Inpscon l’annessione dell’Inpdap che di anno in anno ha portato a un profondo rosso. Ora chi lo paga? I pensionati che si sono visti bloccare la rivalutazione, coloro che hanno dovuto rinunciare a una quota di un diritto acquisito mediante il contributo di solidarietà e quei cittadini che invece la pensione la sognano, ma non la riescono a ottenere. Il loro diritto alla pensione di anno in anno subisce variazioni, con evidenti ripercussioni sui giovani. Sì, perché il disastro dell’amministrazione Inps non finisce in un anno, ma si ripercuoterà sulle generazioni future quelle che oggi sono in cerca di lavoro e perdono anni importanti che non recupereranno più con evidente danno sulle pensioni.

“Manca la norma sulle incompatibilità” spiega Letta, secondo cui è necessario intervenire per legge perché “per guidare un ente nazionale come l’Inps lo si deve fare in esclusiva”. Questi incarichi, dice ancora, “devono essere svolti in esclusività, così come accade a me e alle persone che lavorano con me nel Governo. Allo stesso modo riteniamo che la stessa cosa debba avvenire per l’Inps e gli altri enti paragonati all’Inps, come l’Istat, l’Inail e altri”.

Poi il premier torna sul caso specifico e ricorda che la nomina di Mastrapasqua è stata decisa per legge, con il decreto Salva-Italia, per cui “una nomina per legge non può che essere cambiata o attraverso una legge o attraverso le dimissioni”.
Letta aggiunge che “stante quella situazione, abbiamo deciso di accelerare un percorso già iniziato dal ministro Giovannini per la nuova governance dell’Inps, a seguito della fusione Inps-Inpdap. C’eravamo dati il mese di marzo come termine, a questo punto accelereremo e contiamo di fare la consultazione dei sindacati e delle forze politiche rapidissimamente nei prossimi giorni’”.

Le poltrone dei Mastrapasqua: 45 in due

antonio-mastrapasqua-tuttacronacaAntonio Mastramasqua ad oggi ha nove incarichi tra Inps, Equitalia e Autostrade. Ma se consideriamo anche il passato, ne ha avuti 25. E la moglie, Maria Giovanna Basile, non è da meno. La donna è infatti presente in venti collegi di sindaci: dalla Rai alle controllate Aci, alla municipalizzata romana Acea. La coppia è entrata nei giochi di potere della politica dal 2004 e, spiega Repubblica, da allora gli incarichi si sono moltiplicati, anche se già in precedenza i due erano ottimamente inseriti nei posti che contano. Anche la signora, insomma, non si tira indietro se c’è da entrare nei palazzi del potere. Il suo nome figura nel collegio dei sindaci della Rai e delle due controllate Rai Way e Rai Cinema. E’ in diverse controllate Aci: Global, Infomobility, Ventura, Vallelunga, Targasys. Qui pare però che ci sia arrivata non per le conoscenze del potente marito, ma tramite il suo socio dello studio di consulenza, Guido Del Bue, figlio di un dirigente dell’ente. E infine, una poltrona è riservata a lei anche nella municipalizzata romana Acea. Per quel che riguarda la sanità, la Basile è membro dei collegi di controllo in aziende fiorentine e romane, dalla Santa Chiara di Firenze, che opera nei servizi ospedalieri, alla Giomi Rsa attiva nelle case di cura per lunga degenza. Non mancano aziende di impiantistica, come la Ecosuntek di Perugia, e dell’immobiliare, come la Salic e la Giomi real estate. Avanti poi con la Giomi spa (Gestione istituti ortopedici nel Mezzogiorno d’Italia), e con la Cappellani Giomi spa, entrambe di consulenza e pianificazione aziendale. L’elenco si conclude con una poltrona nella Finemi spa, una merchant bank.
L’accumulo aveva colpito il senatore Elio Lannutti dell’Idv, che aveva chiesto al governo, in un’interrogazione, se non ci fossero possibili conflitti di interesse in questo intrico di incarichi, visto anche il ruolo del marito. Le risposte, ancora, non ci sono state.

Mastrapasqua si difende dalle accuse: “Non sono io il mostro”

antonio-mastrapasqua-tuttacronacaAntonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, è indagato dalla Procura della Repubblica di Roma per presunte cartelle cliniche truccate e fatture gonfiate dell’Ospedale israelitico, di cui è direttore generale. Ma l’uomo si difende dalle accuse di truffa, abuso d’ufficio, falso ideologico dichiarando di essere “sereno” e si difende dicendo “Non sono io il mostro”. E ribadisce: “Non mi dimetto”. E’ stato il quotidiano Repubblica a intervistarlo e Mastrapasqua dice che le contestazioni di cui parlano le carte non lo riguardano e assicura che le cariche che ricopre non sono incompatibili tra loro, oltre a negare di avere i 25 incarichi di cui si è parlato. “Chi dice questo non sa nemmeno leggere una visura camerale. Ma se non sanno leggerla dovrebbero andare da un commercialista e farsi spiegare le cose”. Per quel che riguarda i 25 incarichi, sono veri, spiega, “ma le camerali si compilano a stratificazioni. E lì ci sono tutte le cariche che ho avuto negli ultimi quindici anni di lavoro. Ha capito bene? Non quelle che ho oggi”. Oggi, dice, “sono il presidente dell’Inps e il vicepresidente di Equitalia, per effetto di patti parasociali, e di Idea Fimit, sempre per patti parasociali che risalgono a prima che arrivassi io all’Inps”. I potenziali conflitti d’interesse riguardanti le poltrone e i collegi sindacali di cui Mastrapasqua è presidente e membro? La risposta è pronta: “Io faccio parte di uno studio professionale e non l’ho abbandonato. A differenza di quello che fanno tutti gli altri, anche personaggi famosi, quando assumono un incarico pubblico, che intestano l’attività professionale alla moglie, io non l’ho fatto. Perché la legge dice che non sono incompatibili e quindi non ho dovuto intestare nulla a nessun altro. Si informi! La legge non vieta al presidente dell’Inps di far parte di un collegio sindacale”. E le ragioni di opportunità? “Il mio studio ha sessant’anni. E’ lo studio della mia famiglia. I clienti hanno da noi i collegi sindacali e io ci sono”. E Mastrapasqua è dentro sei collegi sindacali: Adr Engineering, Autostrade per l’Italia Spa, Coni servizi, Loquenda, Mediterranean Nautilus Italy, EurTel. Quanto alle contestazioni, lui assicura che non lo riguardano. “Si vada a leggere il caso precedente. Sono due indagini fotocopia. La prima è durata quattro anni e si è conclusa proclamando la mia totale estraneità. Poiché la seconda inchiesta è la fotocopia della prima, mi aspetto lo stesso esito”. La cessione di crediti inesigibili dell’Ospedale israelitico proprio all’Inps? “Non è così. Me lo dovete dimostrare. Tutte le fatture cedute hanno avuto una certificazione dalle Asl e dalla Regione Lazio”. E sui risultati dell’indagine dei Nas dei carabinieri? Lui risponde: “I Nas fanno il loro mesterie, ma non sono la Bibbia. Ho il massimo rispetto per loro, ma non lesembra un po’ eccessivo che, per un’informativa dei Nas, uno si debba dimettere o suicidare?”.

Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, indagato

antonio-mastrapasqua-tuttacronacaE’ La Repubblica a rivelare che Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, è indagato dalla Procura di Roma per il suo incarico di direttore generale dell’Ospedale Israelitico di Roma. L’inchiesta riguarda migliaia di cartelle cliniche falsificate per gonfiare i rimborsi del Ssn: illeciti per un totale di 85 milioni di euro. Al vaglio anche la cessione all’Inps di crediti inesigibili, escamotage servito a sanare i conti della struttura. Il tutto è inizato il 16 settembre 2013, con una denuncia dei Nas di Roma nella quale viene ricostruita la sospetta truffa. Si tratterebbe di migliaia di semplici interventi ambulatoriali nel reparto di Odontoiatria che si sono trasformati, nelle cartelle cliniche, in “operazioni invasive e con notevole carico assistenziale effettuate in ortopedia”. Al riguardo, si contano 12.164 cartelle cliniche falsificate, con richieste non dovute di rimborso alla Regione Lazio (poiché la struttura non è accreditata per gli interventi odontoiatrici, ma solo per quelli ortopedici) per 13,8 milioni di euro. A ottobre, quando si è chiuso il primo filone d’indagine, è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio di dieci tra medici e dirigenti, ma qui il nome di Mastrapasqua non compare. Una volta che il Nas ha sequestrato le cartelle cliniche, tuttavia, è partito un secondo filone, nel quale il presidente dell’Inps è stato denunciato per truffa, falso ideologico e abuso d’ufficio assieme al direttore sanitario della struttura, Giovanni Spinelli, e dell’ex direttore regionale de settore “Programmazione e risorse della Sanità”, Ferdinando Romano. Quest’ultimo, sostengono i militari dell’arma, invece di sospendere l’accreditamento provvisorio dell’Ospedale Israelitico, “sottoscriveva con Mastrapasqua un protocollo d’intesa dove si accordavano sulle modalità di espletamento dei controlli, in violazione alla normativa regionale”, favorendo “un ingiusto vantaggio patrimoniale all’ospedale per 71,3 milioni di euro”. Mastrapasqua è già stato ascoltato dai magistrati che coordinano l’inchiesta, e ha respinto tutte le accuse.

I problemi dell’Inps: a farne la spesa sono ancora pensioni di precoci e usuranti

pensioni-tuttacronacaPeggiora la situazione per i lavoratori precoci e usuranti. Se già la questione si era aggravata dopo l’entrata in vigore della riforma Fornero, nuove ombre sono state gettate dopo le ultime novità rese note dall’Inps. Nella recente Legge di Stabilità non c’è alcun accenno al tema mentre s’interviene solo sui blocchi delle rivalutazioni delle pensioni alte nel 2014, per contributi di solidarietà dalle pensioni d’oro e per disposizioni a favore degli esodati. Se quindi già sembrava tramontata ogni speranza di un intervento sulle pensioni di precoci e usuranti, dopo le parole del presidente dell’Ente, Antonio Mastrapasqua, sembra si possa definitivamente archiviare la questione. Lui stesso, infatti, ha fatto  sapere di aver “scritto ai ministri Saccomanni e Giovannini invitando a fare un’attenta riflessione” sul bilancio dell’Istituto che ormai è “un bilancio unico, essendo il disavanzo patrimoniale ed economico qualcosa che, visto dall’esterno, può dare segnale di non totale tranquillità”. Inoltre Mastrapasqua ha spiegato, parlando davanti alla commissione bicamerale sul controllo degli enti previdenziali, che “la genesi della perdita dell’Inps” deriva da “uno squilibrio imputabile essenzialmente al deficit ex Inpdap, alla forte contrazione dei contributi per blocco del turnover del pubblico impiego e al continuo aumento delle uscite per prestazioni istituzionali”. Attualmente, infatti, come ricorda anche business online, accorpa anche gli ex Inpdap ed Enpals. Il presidente ha quindi sottolineato che “Bisogna valutare nelle sedi competenti l’opportunità di eventuali interventi normativi, tesi a garantire l’efficiente ed efficace implementazione della più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico. Il rischio, altrimenti, è un aumento delle passività”.

Non c’è tranquillità e tremano i pensionati dopo le parole dell’Inps!

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Non c’è tranquillità nei conti economici dell’Inps e stavolta a dirlo è il presidente Antonio Mastrapasqua che  conferma le sofferenze dell’Istituto di previdenza dopo l’accorpamento con Inpdap e Enpals. L’accorpamento con Inpdap ed Enpals ha proseguito Mastrapasqua, «ha creato uno squilibrio di bilancio». La perdita dell’Inps è imputabile essenzialmente, riassume ancora il presidente Inps, «al deficit ex Inpdap, alla forte contrazione dei contributi per blocco del turnover del pubblico impiego e al continuo aumento delle uscite per prestazioni istituzionali». Una preoccupazione, ha spiegato nel corso di una audizione alla commissione bicamerale di controllo, di cui ha fatto partecipe il governo in una lettera. «Ho scritto sia al ministro Saccomanni che al ministro Giovannini, come fatto con l’esecutivo precedente, invitandolo a fare una riflessione su questo punto essendo il bilancio Inps ormai un bilancio unico ed essendo il disavanzo patrimoniale ed economico una cosa che, vista dall’esterno, nel mondo della previdenza, può dare segnali di non totale tranquillità», ha spiegato alla Commissione parlamentare di controllo sugli enti di previdenza.

Di qui la necessità di rivedere le norme che hanno regolato l’accorpamento dell’Inps con Inpdap ed Enpals. Per Mastrapasqua occorre dunque abbandonare la pratica delle anticipazioni, «di trasferimenti statali non completamente rispondenti ai fabbisogni», e ripristinare una copertura strutturale da parte dello Stato per il pagamento delle pensioni pubbliche. Senza questo intervento normativo si potrebbero «innescare rischi di sotto finanziamento dei disavanzi previdenziali e di progressivo aggravamento delle passività».

Così lo spiega Il Sole 24 Ore:
Ecco perché «sarebbe auspicabile che fosse approfondita e valutata nelle sedi competenti l’opportunità di eventuali interventi normativi, tesi a garantire l’efficiente ed efficace implementazione della più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico», dice Mastrapasqua, ricordando come all’origine del deficit ex Inpdap vi sia stata la soppressione, con la Finanziaria 2008, della norma in vigore dal 1996 che prevedeva l’apporto dello Stato a favore della gestione ex Inpdap, per garantire il pagamento dei trattamenti pensionistici statali. A fronte di questo, infatti, l’Inpdap ha fatto ricorso all’avanzo di amministrazione per la coperture del relativo deficit finanziario e soprattutto, alle anticipazioni di bilancio. Il rischio, senza un intervento dello Stato, è un «aumento delle passività».

La polvere sotto il tappeto la mise Prodi? Lettera scandalo del presidente dell’Inps

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Può darsi che sia uno dei soliti giochi al massacro che ci sono ogni volta che le elezioni si avvicinano e i candidati si delineano. Oggi tocca a Romano Prodi stare “sotto tiro” ed è Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, che invia una lettera, dai toni pacati, che suona, però, come un atto di accusa all’amministrazione Prodi. Il presidente dell’Inps scrive ai suoi  “ministri vigilanti”, quello dell’Economia Vittorio Grilli e del Welfare Elsa Fornero e sconfessa la politica previdenziale e soprattutto il bilancio del 2007. Secondo Mastrapasqua, il governo Prodi decise di modificare le normative, e le prassi, vigenti nella contabilità dell’Inpdap, l’ente previdenziale dei dipendenti pubblici che all’epoca era ancora indipendente dall’Inps. Obiettivo, cancellare dal “monte” del debito pubblico ben 23,7 miliardi di euro (valori di oggi) che erano appunto il passivo dell’Inpdap, rappresentato dal disavanzo tra le minori entrate contributive (dovute al blocco del turnover e ai prepensionamenti: meno assunzioni e quindi meno contributi che entrano, più pensionati e quindi più contributi che escono). Da quando l’Inpdap (insieme all’Enpals) è stato “affibbiato” all’Inps, il passivo dell’istituto è entrato a far parte a tutti gli effetti del bilancio dell’Inps, producendovi quindi un “buco” che prima non c’era. Ma questa “voragine di bilancio” creata da Prodi non è stata sanata nè dal governo Berlusconi nè da quello Monti.

Spiega Mastrapasqua nella sua lettera a Grilli e Fornero: dal 1° gennaio 1996 la normativa disponeva che lo Stato “garantisse il pagamento dei trattamenti pensionistici statali”. Successivamente, “con l’entrata in vigore della legge 24 dicembre 2007 (un bell’”autoregalo” di Natale, che il governo Prodi ha fatto a se stesso, ndr) quella disposizione “è stata soppressa, con conseguente ricorso, da parte dell’Inpdap, all’avanzo di amministrazione per la copertura del relativo deficit finanziario, e soprattutto alle anticipazioni di bilancio (…) con corrispondente riduzione del patrimonio netto (che è passato da una sostanziale parità alla fine del 2007 ad un deficit di oltre 15 miliardi di euro nel bilancio di chiusura 2011”. Ciò significa che si è fatto un lavoro di “candeggina” sul rapporto tra debito e pil che fu di circa 7 miliari di euro di quel periodo. Ma come fu possibile? L’Inpdad diventa debitore dello Stato e non incassa più i “trasferimenti” come faceva prima, che sarebbero andati ad “appesantire”  il bilancio statale complessivo (che all’epoca serviva lindo e pulito per l’Europa), ma ne chiede le “anticipazioni”. Un’anticipazione va scritta a bilancio come una somma di soldi da restituire e quindi un attivo e non più un passivo. Una specie di “derivato” anche se qui la partita si è giocata in casa e con un abile “gioco di denominazioni” la mano di poker da sfavorevole è stata trasformata in vincente.

“Minori trasferimenti, riduzione dell’avanzo patrimoniale, strutturale contrazione delle entrate contributive della gestione pubblica ex Inpdadp: sulla scorta di tali considerazioni”, conclude la lettera, “sembrerebbe auspicabile che, nella sedes materiae costituita da codesti dicasteri vigilanti, sia opportunamente approfondita e valutata ogni più utile iniziativa tesa a garantire l’efficiente ed efficace implementazione della più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico”.  Mastrapasqua spera insomma in un governo che smetta di “giocare” con le pensioni italiane che al popolo quella “bugia” è già costata molto perchè oggi con l’assorbimento dell’Inpdap nel bilancio Inps,  emerge drammaticamente questo problema di ben 23,7 miliardi di deficit in più, un importo pari a quello che è stato stanziato per iniziare a rimborsare gli “inconteggiabili” esodati. Come mai Mastrapasqua proprio ora spedisce la lettera? Nel vuoto più assoluto delle istituzioni e con lo spettro di nuove elezioni, come spera che la sua richiesta possa essere accolta? E’ solo per far emergere scomode realtà dell’amministrazione Prodi?

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