Ha ritirato il Leone D’Oro alla carriera nel 2005 il mastro giapponese dell’animazione Hayao Miyazi, che quest’anno concorre alla Mostra del Cinema di Venezia con Si alza il vento (Kaze Tachinu). Ma assieme alla sua opera arriva al lido anche una notizia, annunciata dal presidente dello studio Ghibli, Koji Hashino: si tratta del suo ultimo film. E per questo lavoro l’autore ha preso spunto da quello che l’ha sempre affascinato, l’idea del volo e degli aerei, a cui si uniscono le preoccupazioni per le ombre di un mondo belligerante. Il titolo deriva una un verso di Paul Valèry che recita: “Le vent se lève, il faut tenter de vivre” utilizzato in un suo racconto da Tatsuo Hori, scrittore, poeta e traduttore giapponese degli anni Cinquanta, che all’epoca si faceva carico del peso della Storia nipponica del dopoguerra.
Con la sua opera, Miyazaki ci racconta la storia di Jiro Horikoshi, ragazzo di campagna con un sogno: diventare un grande progettista aeronautico seguendo le imprese del suo mito italiano, l’ingegnere Giovanni Caproni. Il regista ha unito spirito e vita di due persone reali, Jiro Horikoshi e Tatsuo Hori, creando il suo film più intimo e soggettivo, immergendosi nello spirito di un mondo in bilico tra guerre e speranze più che limitarsi a ripercorrere la vita di uno dei grandi ingegneri dell’aeronautica moderna giapponese (inventore anche del caccia Mitsubishi chiamato Zero). Si alza il vento racconta della capacità di sognare e amare, in equilibrio tra la Storia dell’umanità e la vita di un uomo che rincorre il suo desiderio e lo vede prigioniero di un incubo. Jiro cresce in campagna ma sogna i cieli e l’amore per gli aerei lo porta a Tokyo, dove studia e si trova ad afforntare il terremoto e l’incendio del 1923. Dopo l’assunzione alla Mitsubishi inizia a girare in un mondo che è preda di opposti imperialismi che vogliono assumere il dominio dei cieli. E mentre il suo sogno continua a librarsi, conosce la magia dell’amore, che lo unisce a Naoko, giovane artista affetta da tubercolosi che sarà la compagna dei suoi anni più creativi, immagine di leggerezza che si contrappone agli eventi (il terremoto, le guerre) che si frappongono tra Jiro e il suo sogno.
Il volo, i sogni, l’amore. L’avere uno scopo da raggiungere. Miyazaki ci ha raccontato tutto questo con le sue opere. E ci ha ricordato anche l’importanza del credere.