Caos all’aeroporto di Genova dove un fulmine ha colpito un aereo in fase di atterraggio, fortunatamente senza conseguenze per passeggeri ed equipaggio. L’aeromobile però è stato poi sottoposto a una lunga revisione e così il volo che sarebbe dovuto ripartire alle 10.15 è stato cancellato. Una parte dei passeggeri diretti a Roma, il cui volo era stato cancellato,sono stati fatti salire su l’altro aeromobile Alitalia che sarebbe dovuto decollare alle 11.15, ma purtroppo in fase di rullaggio l’aeromobile ha bucato in pista e così è ripartito alle 14.
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Caos a Genova, un aereo viene colpito da un fulmine, un altro buca in pista
Pubblicato da tdy22 in febbraio 19, 2014
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La morte misteriosa: il decesso della hostess
Nessun segno di violenza, nessuna malattia pregressa, nessun motivo per suicidarsi. Una morte avvolta nel mistero quella di Azzurra Matiddi, 24enne, hostess di terra per Alitalia che viveva in un appartamento a Fiumicino non lontano dallo scalo romano dove prestava servizio. La madre non riuscendola a contattare sin dalle prime ore del mattino, ha deciso poi di recarsi nell’abitazione della figlia in via Federico Martinengo. Qui la tragica scoperta, Azzurra era riversa a terra in bagno, vestita e senza apparenti ferite. La ragazza non soffriva di nessun disturbo, anche perché sarebbe stato evidenziato dalle visite mediche a cui devono sottoporsi anche le hostess di terra. Era una ragazza solare, senza apparenti motivi per tentare il suicidio. Una morte quindi avvolta nel mistero. Il magistrato della Procura di Civitavecchia ha affidato la salma all’Istituto di Medicina legale del Policlinico Umberto I: sarà, dunque, l’autopsia a svelare il mistero della morte della giovane.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 29, 2014
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Enrico Letta e le sue vacanze oltre confine
L’Italia è in ripresa, almeno secondo il Presidente del Consiglio che ora si concede una vacanza fuori dai confini italiani. La meta naturalmente è top secret, ma Enrico Letta, insieme alla moglie e ai tre figli si è imbarcato su un aereo Alitalia decollato da Roma Fiumicino e atterrato alle 16.05 di sabato allo scalo di Ronchi dei Legionari per spingersi poi in Croazia o in Slovenia.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 30, 2013
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Stangata anche alla Posta? Maxi-rincari fino al 50% in due anni
Poste Italiane investe 75 milioni per salvare Alitalia e nel frattempo incassa dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) l’ok per aumentare le tariffe. In due anni, il costo per inviare una lettera potrà aumentare del 35.7%, passando dagli attuali 70 centesimi fino a 96 nel 2016 mentre le raccomandate potranno avere un rincaro del 50% passando così da 3,60 a 5,40 euro. Sull’argomento, sul sito dell’Agcom è stato pubblicato un complesso provvedimento che stabilisce che Poste Italiane ha facoltà d’incrementare il prezzo delle posta prioritaria relativa alla prima fascia di peso (0-20 grammi), fino a 95 centesimi a invio, entro il 2016. “Poste Italiane – si legge ancora nella delibera – ha facoltà di incrementare il prezzo della Posta raccomandata relativa alla prima fascia di peso (0-20 grammi), fino a 5,40 euro/invio, entro il 2016”. Vengono però fissati dall‘Autorità dei paletti temporali e l’eventuale aumento potrà avvenire solo gradualmente: qualora Poste Italiane decidesse di avvalersi della facoltà di aumentare i prezzi prevista dalla delibera, dovrà programmare “gli incrementi di prezzo in non meno di due distinte variazioni, ciascuna delle quali non superiore al 60% dell’incremento di prezzo complessivo, avente efficacia almeno annuale”.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 26, 2013
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No all’aumento di capitale per Alitalia! Air France non sottoscrive ed è bufera!
“I rappresentanti del gruppo Air France-Klm nel Consiglio di amministrazione dell’Alitalia hanno apprezzato le modifiche al piano industriale, ma non le hanno ritenute sufficienti, soprattutto sul fronte della ristrutturazione del debito” con queste parole Alitalia continua a volare nella bufera. Dopo tante indiscrezioni ora è arrivata la nota ufficiale nella quale Air France si dice indisponibile a sottoscrive l’aumento di capitale di Alitalia, anche se resterà partner del vettore italiano. Ieri, in tarda serata, Alitalia aveva approvato un nuovo piano industriale della compagnia, prorogando l’aumento di capitale al 27 novembre. Ora serve un nuovo socio industriale, si deve quindi ricominciare a cercare un nuovo partner e soprattutto limitare gli esuberi che potrebbero avere una ripercussione pesante, proprio a tale riguardo il vicepresidente Salvatore Mancuso si era limitato a dire “sono stati tenuti in grande considerazione i lavoratori e le loro famiglie”. Ma nel comunicato finale c’è scritto: “Il piano industriale si basa sulla ricerca di una accresciuta efficienza nella gestione delle attività e su un miglioramento della capacità di competere sul mercato anche attraverso una severa riduzione dei costi”. In particolare il nuovo piano prevede la riduzione del numero di aerei a medio raggio con il mantenimento di ore volate rispetto al 2013 grazie ad un miglior utilizzo della flotta. “Saranno aumentati – si legge ancora – i voli internazionali e intercontinentali”.
Pubblicato da tdy22 in novembre 14, 2013
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Alitalia indagata, chiese la cassa integrazione per 250 dipendenti
Alitalia è oggetto d’indagine per aver, secondo l’accusa, indebitamente percepito soldi a danno dello Stato per finanziare la cassa integrazione di 250 dipendenti, alla fine del 2012. La motivazione fu che c’era un eccesso di personale rispetto al reale fabbisogno della compagnia aerea. L’indagine è scattata come filone in seguito all’incidente dell’aereo Carpat Air finito fuori pista a Fiumicino.
Secondo le indagini Alitalia avrebbe dichiarato il falso avendo stipulato il giorno precedente alla messa in cassa integrazione un contratto con la Carpat Air per il noleggio di aerei e di personale. Non c’era quindi un esubero di personale?
Secondo Alitalia però non c’è stato nessun illecito “A proposito di quanto riportato da alcune agenzie di stampa, Alitalia ritiene di non aver commesso alcun illecito”, questo ha scritto la compagnia aerea in un comunicato in cui ha anche aggiunto “Tempo prima della richiesta della Cig, Alitalia aveva stipulato un contratto con Carpat Air in Wet Leasedelegando alla compagnia romena la gestione di alcune rotte. Nessun nesso quindi tra l’appalto dato a Carpat Air e la cassa integrazione”.
Ora sul caso dovrà esprimersi la magistratura.
Pubblicato da tdy22 in novembre 4, 2013
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Alitalia come la fatina dei soldi: ne dava a tutti… e ora è crisi nera!
L’Alitalia si è rivelata un pozzo senza fondo. Colaninno ha lasciato e Del Torchio ha fornito una prospettiva a tinte fosche: con prenotazione e vendite dei biglietti in calo, ha paventato il rischio che, a marzo 2014, la manovra da 500 milioni – di cui 300 di aumento di capitale e 200 di nuova finanza – possa non essere sufficiente. Dalle previsioni fatte, come riporta il Messaggero, tra cinque mesi ci potrebbe essere un fabbisogno ulteriore di 450 milioni. Questo se nel frattempo non verrà praticata una cura da cavallo. E rispetto a questo, più di un consigliere ha colto un allineamento del top manager con le posizioni di Parigi. In una riunione avvenuta ieri, Del Torchio avrebbe anticipato le linee generali del nuovo piano industriale anche se i dettagli potranno scaturire solo a valle della ricapitalizzazione: solo il 16 novembre scade infatti il termine per l’esercizio del diritto di opzione, poi potrebbero esserci altri 30 giorni di tempo per l’inoptato. Riporta il quotidiano, parlando dell’incontro di ieri:
In base alla delibera assembleare del 15 ottobre «l’apporto è inscindibile fino al corrispettivo complessivo di 240 milioni e scindibile da 240 fino all’importo massimo stabilito». Questo significa che in funzione di quanto arriverà nelle casse sarà possibile tarare gli interventi in termini di tagli e risparmi di costi. Peter Hartman e Bruno Matheu, i due rappresentanti francesi, sono stati ad ascoltare. La trimestrale è passata con numeri migliori rispetto al budget. Qualche ulteriore elemento di tensione verso la parte finale dell’ordine del giorno. Del Torchio aveva previsto un memorandum of understanding (mou) con British Petroleum per la fornitura di carburante. Con questa mossa, probabilmente intendeva diversificare il rischio, smarcandosi da Eni con cui Alitalia ha un debito di 150 milioni sui 240 milioni di scaduto. Ma su questa operazione ci sarebbe stata la contrarietà di Antonino Turicchi, l’ex capo della Cdp, che rappresenta Benetton. Di fronte alle sue riserve, Del Torchio ha rinviato la decisione al prossimo consiglio del 12 novembre.
Ma se questo è quanto detto ieri durante il consiglio, in mattinata erano state dettate le condizioni per proseguire la rotta comune anche se sembra che Air France sia intenzionata a sondare i soci medio-piccoli per rilevare le loro partecipazioni. Se dovessero salire nel capitale, potranno alzare il tiro imponendo un loro ulteriore giro di vite. Certo sono bel lontani i tempi in cui la compagnia di bandiera italiana una volta si godeva i suoi fasti e l’attuale situazione di guai che si trova ad affrontare non é certo imputabile, almeno non esclusivamente e non in primo luogo, alla crisi economica. A ripercorrere la storia di un’Alitalia pronta a spendere (e buttare) soldi è il Corriere, che ricorda come una volta eisisteva la “biglietteria speciale”: biglietti a costo zero per la prima classe staccati inizialmente per i Vip, poi anche per parenti a amici. “Quando nel 2004 Giancarlo Cimoli arrivò all’Alitalia per il suo certo non indimenticabile passaggio al timone della compagnia di bandiera scoprì che la «biglietteria speciale» aveva staccato in sette anni almeno quattromila di quegli specialissimi biglietti”. Una bella spesa, ma certo non l’unica per la compagnia, spolpata dalla politica alleata a gestioni scandalose e indifferenza dei sindacati. Tanto poi veniva utilizzata per rastrellare voti in vista delle elezioni… I soldi si spendevano, meglio, si buttavano.
Chiamato a officiare la sepoltura della vecchia compagnia di bandiera che aveva passato il marchio a Roberto Colaninno e ai «capitani coraggiosi che lo affiancavano», il commissario Augusto Fantozzi ebbe un ufficio nella gigantesca sede della Magliana, a venti chilometri da Fiumicino, che sarebbe stata troppo grande anche per la General Motors. L’avevano pagata 250 miliardi di lire (quando i miliardi erano miliardi) dopo aver venduto per 90 il palazzo dell’Eur. Una rimessa secca di 160 miliardi, con in più i costi faraonici di un complesso faraonico. Ma quella era solo una tessera del mosaico. Da lì Fantozzi scoprì che c’erano 60 (sessanta) sedi all’estero. Rimaste aperte per anni, nonostante gli scali coperti dalla compagnia italiana si fossero negli anni miseramente ridotti a una quindicina.
Sedi a Mumbai, Delhi, uffici a Hong Kong e poco importa se i voli italiani non arrivavano, si pagavano tranquillamente anche le stanze d’albergo. All’estero e anche in Italia. Perchè la compagnia anche anche pagato
per un anno intero seicento stanze negli hotel intorno a Malpensa destinate agli equipaggi che avrebbero dovuto fare base nello scalo varesino. Rimaste ovviamente vuote.
Per non parlare delle sponsorizzazioni. Tra queste appaiono quelle per concorsi ippici, marce podistiche di Ostia, stadi di pallavolo del varesotto, giornalino dell’Eur di Roma… Anche quando la crisi era ormai diventata nera, nerissima. E se non bastasse, a crisi già debordante, si pensò al doppio restiling della costosissima rivista di bordo Ulisse 2000, che vanta illustri collaborazioni da parte di importanti firme giornalistiche. Insomma, amavano il lustro e la bellezze all’Alitalia… ma riusciranno a rivedere un po’ di quell’antico splendore ora che la compagnia si sta drammaticamente schiantando contro questa crisi?
Pubblicato da tdy22 in novembre 1, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/01/alitalia-come-la-fatina-dei-soldi-ne-dava-a-tutti-e-ora-e-crisi-nera/
Colaninno ufficializza le sue dimissioni, in picchiata Alitalia
“Dopo aver sostenuto la ricapitalizzazione di Alitalia, annuncio che, al termine delle operazioni ad essa relative, quando le mie dimissioni verranno formalizzate insieme a quelle di tutto il Cda, non sarò disponibile ad assumere nuovamente incarichi di vertice nella società”. Lo afferma il presidente della compagnia aerea Roberto Colaninno.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 31, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/31/colaninno-ufficializza-le-sue-dimissioni-da-alitalia/
Alitalia: azioni svalutate da Air France
Alla presentazione dei conti trimestrali della società franco-olandese Air France-Klm, si accompagnano degli allegati finanziari che riferiscono: “Considerata l’incertezza della situazione di Alitalia, il gruppo Air France-Klm ha deciso di svalutare totalmente il valore delle azioni detenute”. Nel documento viene inoltre sottolineato come tale decisione sia stata presa dopo il Cda del 14 ottobre, durante il quale era stato approvato l’aumento di capitale da 300 milioni di euro.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 31, 2013
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Alitalia, la cloche passa a Air France? Clamoroso, ma vero!
Richiesta ufficiale di una due diligence su Alitalia, cioè di una valutazione approfondita dei conti, finalizzata a conquistare la cloche della compagnia. La decisione, per certi aspetti clamorosa, sarebbe stata comunicata sia all’ad Gabriele Del Torchio che ai principali azionisti. Ma è evidente che si vuole innanzitutto sondare la disponibilità dei soci minori e di chi, pur approvandolo, ha mal digerito l’aumento di capitale. Tuttavia Parigi punterebbe soprattutto a guadagnare tempo. Per gli analisti l’obiettivo sarebbe fissare un valore definito, basso in questo momento, per acquistare tutto a un prezzo molto conveniente. Mediando – è lo scopo – tra il prezzo d’ingresso pagato nel 2008 e quello post aumento di capitale, approfittando della evidente svalutazione. Difficile ipotizzare il «risparmio» che potrebbe essere generato e quale possibilità di successo abbia l’operazione. Di certo Lazard, advisor di Air France, sta elaborando i dati per stimare i possibili vantaggi.
Oggi il tema due diligence verrà affrontato dal cda di Alitalia che deciderà probabilmente l’avvio di una data room aperta non solo ai francesi, ma anche alle Poste e ad altri vettori interessati, da Etihad ai cinesi. In attesa della due diligence, procede la definizione del piano stand alone voluto da Del Torchio in collaborazione con Boston Consulting. Lavoro che si completerà prima del 16 novembre, data in cui dovrà partire la ricapitalizzazione. Si tratta di un documento che ribalta la logica seguita finora. Per consentire alla compagnia di reggersi finalmente sulle proprie gambe, con un piano sostenibile in grado di avvicinare il break-even in poco tempo e poter trattare così alla pari con i possibili partner. Gli interventi, sintetizzati in varie slides che “Il Messaggero” ha potuto visionare, sono ad ampio raggio: dai tagli di personale (gli esuberi sarebbero oltre mille con il blocco di almeno 2000 contratti a termine), ai sacrifici che saranno chiesti ai manager, in una sorta di spending review globale. Verranno poi rivisti i contratti, dalle forniture al leasing, alle manutenzioni. Come suggerito da Boston Consulting, saranno quindi ridisegnate le rotte e la configurazione degli aerei, eliminando le aree dove ci sono perdite secche. Nuove frequenze poi per i voli che viaggiano non a pieno carico e spostamento degli equilibri sulle tratte a maggior valore aggiunto. Un piano da lacrime e sangue – dice un azionista influente – che però ha la possibilità di funzionare davvero, «per consentirci di trattare alla pari con Air France».
Pubblicato da tdy22 in ottobre 30, 2013
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La guerra civile del PD… D’Alema contro Renzi, ma ad essere ucciso è il partito
Caino e Abele continuano le liti, il “sangue” scorre nel Pd e il Pdl trae linfa energetica dal dilaniarsi delle vecchie faide. Non c’è più neppure un ring dove affrontarsi, il conflitto avviene nelle strade, nelle piazze, e persino nei cieli con la questione Alitalia che mina il cuore del partito democratico.
“Per Alitalia, sarebbe stata meglio un’intesa con le Ferrovie dello Stato”, la dichiarazione di Massimo D’Alema al Sole 24 Ore suona come l’ennesima freccia scagliata al cuore del partito, l’ennesima battaglia di quella guerra civile mai finita. Secondo D’Alema, un accordo con Ferrovie sarebbe stato preferibile per “due ragioni”. “Credo ci sarebbero state sinergie più robuste e si sarebbero anche svalutate le partecipazioni, risolvendo il problema dei francesi”.
Per l’ex premier, l’alleanza con Air France non è convincente. “Mi pare che abbiano una situazione, anche debitoria, complicata. Ma soprattutto penso che, in vista dell’Expo, sarebbe stato meglio puntare su una compagnia non europea che offrisse più opportunità anche al nostro Paese, anche nel traffico turistico”.
Ma se Alitalia è un “cavallo di battaglia”, il vero nemico è invece il sindaco di Firenze, candidato alla segreteria del Pd “Non è ragionevole destabilizzare il governo, magari per le ambizioni personali di chi ha troppa fretta…”. L’ex ministro non ci sta a a sentirsi parte di una intera classe dirigente che, nella lettura di Renzi, ha fallito, impedendo al Paese di crescere. “Bisognerebbe distinguere le responsabilità nel corso di questi venti anni. Almeno per dare una giustificazione a quella parte dell’establishment che sta lì ad applaudire entusiasticamente ai ceffoni di Renzi”.
E D’Alema cerca di nuovo il vecchio baluardo… Renzi simile a Berlusconi… la solita nenia con cui gli elettori di sinistra ormai si addormentano davanti ai talk show in cui i politici ormai sono solo autoreferenziali “Non mi è mai piaciuto lo stile di un uomo solo con i riflettori puntati addosso, che passeggia sul palco con il microfono in mano. Mi pare di averlo già visto in questi anni…”.
Infine, sangue e arena anche al federalismo: “così come lo abbiamo praticato – afferma D’Alema – è stato uno dei maggiori responsabili dell’aumento della spesa pubblica. Per non parlare dei danni in termini di efficienza che sono venuti dalla moltiplicazione dei centri decisionali, dalle competenze confuse tra centro e periferia, dal sommarsi delle autorizzazioni”.
Gli italiani intanto hanno il mutuo da pagare, le tasse che fanno fallire le aziende creditrici nei confronti dello stato e i figli a cui pagare la mensa… ma questi non sono temi interessanti, meglio la guerra civile!
Pubblicato da tdy22 in ottobre 15, 2013
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Licenziati di serie A e B. Persi 900 posti di lavoro, chi ne parla?
Alitalia ha gli occhi puntati addosso, ma c’è invece chi nel deserto delle istituzioni e nel silenzio della stampa perde il lavoro. Sono i 900 licenziati, operai e tecnici della De Tomaso, la fabbrica di Grugliasco, nel Torinese, che ha prodotto solo la concept car Deauville e il cui management è stato inclinato dalle inchieste per la frode di soldi pubblici e il curatore fallimentare sta portando a termine il suo lavoro. Chi si ricorda che questo era il prestigioso stabilimento automobilistico Pininfarina, ora denominato De Tomaso? Le lettere sono state inviate questa mattina e il tempo stringe per evitare questa tragedia sociale: entro il 4 gennaio deve essere trovato un acquirente oppure 900 lavoratori rimarranno senza lavoro, abbandonati nel loro dramma, nonostante abbiano cercato di attirare l’attenzione con proteste e manifestazioni.
Disperati i lavoratori che hanno sempre continuato a presidiare la fabbrica torinese: lunedì si ritroveranno più numerosi del solito ai cancelli, mentre martedì mattina ci sarà il presidio organizzato dalla Fiomtorinese davanti alla sede della Giunta piemontese, in piazza Castello, a Torino e sarà chiesto un incontro alla Regione.
“L’arrivo delle lettere, sebbene sia un atto dovuto, è avvenuto a sorpresa, non siamo stati informati. Ma noi non ci rassegniamo, siamo pronti a tornare in piazza”, dice un operaio in cassa integrazione da tre anni. “E’ la formalizzazione di un provvedimento inevitabile – commenta Vittorio De Martino, segretario generale della Fiom piemontese – ma noi continuiamo a chiedere che si trovi una soluzione per salvare tutti i posti di lavoro. Alla Regione sollecitiamo una soluzione per il marchio De Tomaso e l’avvio dei corsi di formazione, che ancora non sono partiti”.
“Il curatore – spiega Claudia Porchietto, assessore regionale al Lavoro della Regione Piemonte – si è mosso in piena autonomia. In questo momento d’altra parte non sono state formalizzate manifestazioni d’interesse perché non si sa ancora se il marchio sarà disponibile o meno. Su questo punto la procedura credo debba essere chiaro ha l’obbligo assoluto di chiudere in tempi rapidi a tutela dei lavoratori per non vanificare gli sforzi fatti in questi mesi dalle Istituzioni, Regione in primis”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 14, 2013
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Financial Times contro Letta: “il passo falso”, forse però è una “caduta libera”
Il Financial Times lancia critiche taglienti al Premier italiano Enrico Letta per l’operazione Alitalia e con l’editoriale dal titolo “Il passo falso di Letta” accusa il Governo italiano di far riemergere il protezionismo economico in Italia. Ma il Financial Times non è l’unico a puntare il dito contro Letta, c’è infatti anche il Wall Street Journal, secondo il quale la vicenda Alitalia “incarna il fallimento della politica industriale” nel nostro paese.
E così l’esecutivo diventa nervoso! Ma più che “un passo falso” quello di Letta sembra una “caduta libera”. Una serie di dichiarazioni contraddittorie che sgombrano il campo dal “protezionismo” ma parlano anche di “accompagnare al meglio Alitalia verso l’integrazione con un partner straniero”. Quindi l’Alitalia sarebbe condannata, ma il Governo fa l’ultimo regalo e mette soldi pubblici per far diventare la linea aerea straniera? No, assolutamente… Alitalia sarà italiana con uno sguardo all’estero, una spruzzatina di “rotacismo” e tanto giallo di Poste Italiane! Insomma un minestrone che non convince molto all’estero.
Tanto che il Finacial Times non sente ragioni e continua a citare anche le vicende di Telecom Italia e Finmeccanica e si arriva ad asserire che ” Con l’ingresso/salvataggio delle Poste – secondo il quotidiano della City – “si ripete lo stesso errore commesso nel 2008, organizzando una soluzione che manterrà la compagnia in mani italiane”.
Ma “la logica dietro a questa operazione è confusa”, “sarebbe meglio vendere la società a un operatore straniero”, tra cui Air France ovviamente. Ma soprattutto, secondo il Ft, questo risorgere del protezionismo industriale “getta un’ombra sulla sincerità di Enrico Letta. Il presidente del Consiglio ha detto di voler attrarre investimenti esteri. La strategia su Alitalia manda un messaggio contraddittorio. Dire di essere aperti è facile. Ma quello che conta – conclude il Ft – è esserlo veramente quando una compagnia straniera bussa alla porta”.
E come afferma l’Huffington Post riprendendo le parole del Financial Times:
Nel criticare la scelta dell’esecutivo, il quotidiano economico ricorda quel che è accaduto cinque anni fa. “L’azienda stava andando in bancarotta, quando l’allora primo ministro Silvio Berlusconi si oppose fermamente a un’offerta di acquisizione da parte di Air France-KLM, insistendo sul fatto che la compagnia doveva rimanere italiana”. Di qui la decisione di vendere il vettore a un gruppo di imprenditori italiani, “la maggior parte dei quali – sottolinea il Ft – non aveva alcuna esperienza nel settore dell’aviazione”. Il resto è storia. “Il tentativo di rimettere la compagnia in buona salute fallì, e ora Alitalia si trova di nuovo sull’orlo della bancarotta”.
E il governo italiano – di fronte a questo refrain – cosa fa? Sceglie, secondo il Ft, di “ripetere lo stesso errore commesso nel 2008”, facendo spuntare dal cilindro “una soluzione che farebbe restare la compagnia in mani italiane”: l’operazione Poste Italiane, “società di proprietà del governo” il cui core business – a rigor di logica – non ha nulla a che spartire con l’aviazione.
Alla stroncatura del Financial Times si accompagna quella del Wall Street Journal, che non è molto più morbido nel giudicare la scelta dell’esecutivo, né nel definire Alitalia come “il simbolo nazionale che generazioni di politici hanno cercato di proteggere”. Un simbolo – attacca il Wsj – il cui ritorno all’insolvenza incarna il fallimento della politica industriale in Italia”.
“La prolungata recessione economica – sottolinea il quotidiano economico Usa – ha esacerbato la mancanza di competitività di molte aziende” italiane, “già svantaggiate da un enorme peso fiscale, complicatissime leggi sul lavoro, alti costi energetici e ingerenze politiche. E così la base industriale del paese si sta erodendo man mano che settori una volta brillanti, come l’acciaio, l’auto o la componentistica, tagliano posti e spostano le produzioni all’estero. Alitalia – conclude il Wsj – ne è l’esempio più eclatante”.
Enrico Letta sta perdendo smalto a livello internazionale? E’ in caduta libera?
Pubblicato da tdy22 in ottobre 14, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/14/financial-times-contro-letta-il-passo-falso-forse-pero-e-una-caduta-libera/
I nostri 7 giorni: giochi di contrasti
Per fortuna c’è la Nazionale. Che ci ricorda una storia comune e ci vede schierati tutti sulla stessa metà del campo. Per fortuna ci sono gli undici di Prandelli a farci gioire tutti all’unisono. Per il resto? Divisione. E’ stata una settimana all’insegna dei fronti opposti questa. E se per placare quelli all’interno del Pdl serve che Berlusconi dica “basta parlare con la stampa”, per placare quelli di un’intera nazione, almeno per 90 minuti, c’è bisogno di ricordarsi il significato di far squadra per non soccombere (magari anche con l’aiuto di un pizzico di fortuna!) Per il resto c’è chi s’indigna e chi s’indigna con gli indignati. E’ il caso di Torino, dove chi lotta contro il razzismo reagisce con violenza contro chi predica la bontà della legge Bossi-Fini. Perchè questa settimana è stata anche quella delle tante parole sull’immigrazione, della richiesta dell’abrogazione del reato di immigrazione clandestina e delle tante bare da riempire, del dramma dei morti di Lampedusa a cui si somma quello dei bambini morti e di quelli che una famiglia non l’hanno più. Ma sono stati anche i giorni in cui coloro che hanno permesso l’aumento dell’Iva non rinunciano al finanziamento pubblico dei partiti e vengono attaccatti in parlamento dai chi, tra le fila avversarie, li chiama “ladri”. E ancora, i sette giorni in cui è arrivato il secco no a Stamina e i manifestanti si sono riuniti in una veglia ed hanno crocefisso uno dei loro. Perchè se si può non ascoltare, è più difficile non vedere. Quello che non possono fare le parole, può fare un’immagine così evocativa. E scontri ci sono stati, e sono tutt’ora accesi, tra chi rifiuta i funerali al boia nazista Priebke e chi afferma che Che Guevara è stato peggio di lui. Ma per capire bene la frattura che si sta creando, forse basterebbe solo un nome: quello di Ignazio Marino. Perchè se ci possono essere fazioni e convinzioni, il primo cittadino di Roma che “litiga” con i vigili, con le stesse persone che giorno dopo giorno lo scortavano a suon di pedalate, qualcosa sembra essersi rotto nel profondo. Non è più una società spezzata, ma una stessa identità. Quel che manca, in questo gioco di contrasti in bianco e nero, è una scia di colore che possa creare un ponte, di dialogo.
E se quel primo tocco di colore fosse proprio l’azzurro? Perchè è vero che quando gli undici sono in campo i cuori battono all’unisono… ma fuori? Fuori c’è un altro genere di “unione”: quella del parlare delle Balotellate. Perchè forse Prandelli non può immaginare un’Italia senza di lui… ma lui non è scindibile dai suoi colpi di testa, che spesso si rivelano alquanto irritanti quando non incomprensibile. Come il rifiuto di essere preso a simbolo dell’anticamorra o lo scatto d’ira che gli fa dare una manata a una telecamera che lo disturba. Ma siamo uniti anche quando c’è l’indignazione di mezzo: quando vogliono toccare quel poco che ancora abbiamo, come quella pensione che è un diritto acquisito, o quando eliminano qualcosa che fa parte della nostra cultura, come lo studio della Storia dell’arte a scuola. Poi però, per i presentatori della Rai non mancano e anche per l’Alitalia si trovano soluzioni. Come se non ci fossero già abbastanza lacune da colmare, con l’Ocse ci ha relegato a maglia nera… Ma anche quella che sorge a sentire che la tragedia della diga del Vajont poteva essere evitata e che la frana fu in realtà pilotata. E scoprirlo proprio quest’anno, a 50 anni di distanza da quel dolore che nessuna quantità d’acqua riuscirà a sommergere. Per fortuna, però, ancora dentro di noi riusciamo a ritrovarli quei colori, capita quando ridiamo di cuore davanti a un video che ritrae due husky che gattonano mentre seguono un bebè oppure le infinite manovre per uscire da un parcheggio. E quando sorridiamo di tenerezza nel vedere dei cuccioli (fossero anche enormi come quelli d’ippopotamo) che prendono il latte dal biberon. Perchè anche tra rabbia e riso c’è contrasto. Un attrito che crea scintille. E quello che c’è da ricordare, allora, è che in mezzo a tutto questo bianco e nero, c’è sempre il movimento, la danza, la vita…
GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!
Pubblicato da tdy22 in ottobre 14, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/14/i-nostri-7-giorni-giochi-di-contrasti/
Prossimo week-end… di passione! Sciopero dei trasporti
Dalla serata di giovedì 17 alla mattinata di sabato 19 ottobre, saranno giornate di fuoco per chi ha necessità di spostarsi, questo perchè l’Unione Sindacale di Base, la Cub e la Confederazione Cobas hanno indetto uno sciopero generale. S’inizia alla mezzanotte del 17 con i lavoratori Alitalia che incroceranno le braccia per 24 ore, imitati dal personale Sea e Sea Holding degli aeroporti di Linate e Malpensa. Inizia invece alle 21 del 17 ottobre l’astensione dal lavoro per i dipendenti di Trenitalia, che garantirà comunque le fasce di protezione, e che si protrarrà per 24 ore. Per quel che riguarda il trasporto pubblico locale, ci sarà uno stop di 8 ore venerdì 18, con modalità e orari diversi da città a città. Infine il trasporto marittimo: per i lavoratori Anas che aderiscono, 24 ore di stop a partire dalle 6 dello stesso giorno. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato gli orari.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 13, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/13/prossimo-week-end-di-passione-sciopero-dei-trasporti/
Gli zombies di Letta secondo l’Herald Tribune: Alitalia e Telecom
Telecom e Alitalia diventano “Saga” e Letta si trova a dover affrontare gli zombies delle compagnie italiane.
“Queste vicende – scrive il quotidiano- “offrono una chance a Letta per dimostrare che può prendere decisioni dure o che è felice con la situazione attuale”. Il Governo, sottolinea il quotidiano, dovrà affrontare le riforme nel mercato del lavoro e del settore pubblico che potrebbero essere impopolari nel suo stesso partito. “Sfide più dure di Telecom Italia eAlitalia sono di fronte, conclude l’articolo, se non può fare il lavoro semplice nessuno crederà che possa misurarsi con il lavoro difficile”
Pubblicato da tdy22 in ottobre 10, 2013
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La manovra va in porto, Alitalia vola, la Cig in sospeso, migranti ok!
Bisognava salvare Alitalia e forse ora c’è una luce in fondo al tunnel, anche se dopo il salvataggio già effettuato da Berlusconi sembra davvero che gli italiani oltre a dover pagare il biglietto sull’Alitalia stiano diventando “soci”, ma purtroppo i proventi non andranno mai nelle loro tasche, costretti solo a pagare questa nuova operazione di salvataggio in extremis. Quanto costa a un italiano il biglietto Alitalia? L’amministratore delegato della compagnia di bandiera, Gabriele Del Torchio, ha incontrato i sindacati e ha illustrato, per grandi linee, il piano di salvataggio che il governo sta mettendo a punto insieme ai soci e ai vertici del vettore aereo.
L’Huffinghton Post scrive:
Innanzitutto l’aumento di capitale passerà dai 100 milioni di euro deliberati dall’ultimo consiglio di amministrazione a 300 milioni di euro. Di questi 300 milioni la parte pubblica ne metterà la metà, 150 milioni. Gli altri 150 milioni dovranno essere divisi a metà tra i “patrioti italiani” e AirFrance. Se la compagnia francese non fosse disponibile a mettere sul piatto i suoi 75 milioni, allora interverrebbero le banche a coprire l’inoptato. Le stesse banche che, poi, dovrebbero finanziare Alitalia con nuove linee di credito per 200 milioni di euro. A conti fatti l’intervento complessivo per salvare la compagnia di bandiera salirebbe a 500 milioni.
Ma la domanda che resta ancora sospesa è: come interverrà lo Stato? Su questo punto i nodi non sono ancora stati sciolti. Dopo il consiglio dei ministri che dovrà discutere la manovra di correzione dei conti pubblici, i ministri dello Sviluppo, Flavio Zanonato, quello dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, quello delle infrastrutture, Maurizio Lupi, e il premier Enrico Letta, dovrebbero vedersi per un mini vertice necessario a trovare la quadra. Le posizioni nella stessa compagine governativa sono divergenti. C’è chi spinge per una ricapitalizzazione diretta attraverso un veicolo come Fintecna (che però sarebbe molto restia a partecipare). C’è la soluzione Ferrovie, e oggi è stato lo stesso amministratore delegato del gruppo di trasporto pubblico a riconfermare l’interesse. Ma c’è anche chi sarebbe propenso ad un intervento indiretto dello Stato, un po’ come fatto con il Monte dei Paschi. Insomma, un prestito tramite un’obbligazione convertibile, un Letta bond, per salvare nell’immediato la compagnia e solo in una fase successiva, eventualmente, procedere ad una nazionalizzazione.
Intanto però il Consiglio dei Ministri porta a casa il decreto sulla “manovrina” in modo di rientrare entro il deficit che costa 1,6 miliardi e sono già stati definite le coperture:
- la vendita di immobili di proprietà del Demanio per 500 milioni
- la riduzione delle spese dei ministeri e dei trasferimenti degli enti locali per 1,1 miliardi
Salva quindi la benzina, il cui possibile aumento era apparso come ipotesi nel pomeriggio.
I tagli alla spesa pubblica non riguarderanno i ministeri della Ricerca, dell’Istruzione e della Sanità e saranno “attuati in forma più o meno lineare”.
“Nella manovra però non ci sono fondi per il rinnovo della Cig”, ha spiegato Saccomanni aggiungendo che nell’appuntamento dell’approvazione della legge stabilità ”c’è la possibilità di fare un dl parallelo in cui possono essere affrontate questioni aperte”.
I nodi aperti, se pur delicati come quello della cassa integrazione, saranno affrontati a partire dalla prossima settimana. Confermati invece i 210 milioni per l’emergenza profughi, tra i 190 milioni del fondo immigrazione e i 20 mln da destinare specificatamente ai minori stranieri non accompagnati.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 9, 2013
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Fuori pista a Fiumicino, terrore fra i passeggeri, nessun ferito!
Un Airbus A320 dell’Alitalia proveniente da Madrid ha avuto un problema in fase di atterraggio ed è uscito fuori pista all’aeroporto di Fiumicino, alle 20:40. Il problema sembrerebbe essere stato un’avaria al carrello che ha portato l’aereo a piegarsi su un fianco. Fortunatamente non ci sono feriti tra i 151 passeggeri che viaggiavano a bordo dell’aereo.
Tutti i passeggeri si sono congratulati con il comandante che ha fatto un atterraggio d’emergenza perfetto riuscendo a inclinare il velivolo senza conseguenze per i passeggeri, che poi sono stati fatti scendere attraverso gli scivoli e sono stati trasferiti nella sala d’emergenza cosiddetta «illesi» ed assistiti dal personale di Aeroporti di Roma e di Alitalia. Alitalia ha deciso quindi che i passeggeri romani saranno accompagnati, una volta fuori dall’aeroporto, con dei taxi messi a disposizione mentre gli altri verranno trasferiti in albergo con dei pulmini.
E’ il secondo incidente che si verifica oggi nello scalo romano. Infatti, intorno alle 16, un aereo della Lufthansa partito da Roma e diretto a Francoforte era rientrato a Fiumicino per un sospetto problema al carrello. Come da procedura sono state allertate le Autorità di scalo e sul luogo sono arrivati in via precauzionale i Vigili del Fuoco. L’aereo è atterrato senza problemi e l’emergenza si è conclusa alle 16:12. I passeggeri sono stati imbarcati su altri voli.
Pubblicato da tdy22 in settembre 29, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/29/fuori-pista-a-fiumicino-terrore-per-i-passeggeri-ma-nessun-ferito/
Vola in rosso il conto di Alitalia:294 milioni di debito in solo 6 mesi
I conti in rosso volano in alto per Alitalia: 294 milioni di debito in solo 6 mesi. In peggioramento rispetto ai 201 milioni dello stesso periodo del 2012. Intanto il Governo non si affida solo a Air France ma cerca altre strade. E’ lo stesso ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che al termine dell’incontro con il suo omologo francese Frederic Cuvillier, afferma “nessuna preclusione”. La sua affermazione è in linea con quanto affermato questa mattina da Flavio Zanonato che aveva affermato: “”Non è detto che solo i francesi possano immettere capitale. Stiamo lavorando a una soluzione ponte con il coinvolgimento di alcune banche. Oggi l’azienda deve essere difesa finanziariamente, in modo che possa attuare tutto il piano di ristrutturazione del management e tornare con la capacità di fare alleanze da una posizione di forza”, e poi aveva aggiunto “In questa fase bisogna evitare che Alitalia sia preda di acquirenti che possano avere interessi strategici diversi da quelli del nostro Paese. Mi preoccupa l’ipotesi che una compagnia sposti tutto l’asse del trasporto aereo centrale in Francia, con l’Italia marginalizzata”.
Il ministro Lupi ha quindi ripreso e rilanciato quanto già confermato da Zanonato e ha spiegato che “non c’è alcuna preclusione da parte del governo italiano” a un aumento della quota di Air France-Klm in Alitalia, ma a condizione che si riconosca il “ruolo strategico” del mercato e del vettore italiano e che ci sia “la salvaguardia dei livelli occupazionali e dello sviluppo”.
‘Vigileremo sul progetto industriale dell’azienda, con chiunque lo si farà”, ha aggiunto Lupi, ribadendo l’intenzione del governo di preservare”gli scali italiani” e l’ex compagnia di bandiera, per evitarne la marginalizzazione. “Vogliamo che sia ribadito da un piano industriale e dagli investimenti relativi” che Alitalia “non sia considerata una compagnia regionale”, ma mantenga la sua posizione su scala internazionale.
In ogni caso, ha poi sottolineato, “siamo in presenza di aziende private e quindi giustamente i governi non entrano nelle trattative tra le due aziende”, ma allo stesso tempo il suo ministero e quello francese hanno “rivendicato e condiviso che il ruolo che i governi devono assumere è il ruolo di controllo della strategicità di questo settore di fronte alla nuova apertura di scenario del mercato dei trasporti”, su cui si affacciano nuovi attori di spicco.
Intanto in serata dopo due consigli di amministrazione arriva una minuscola ricapitalizzazione da 100 milioni di euro, che darà solo una lieve boccata d’ossigeno alla compagnia di bandiera. Servivano almeno tra i 300 e 400 milioni per soddisfare le necessità finanziarie e di liquidità della società. Il consiglio ha previsto un’assemblea per il prossimo 14 ottobre per varare l’operazione.
Pubblicato da tdy22 in settembre 26, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/09/26/vola-il-rosso-in-alitalia294-milioni-di-debito-in-solo-6-mesi/
Autunno caldo? Per il momento nero! Raffica di scioperi in arrivo.
Forse non sarà un autunno caldo ma sicuramente sarà nero. Una raffica di scioperi colpirà molti settori a iniziare dai trasporti il 9 settembre fino a continuare con i Tribunali dal 16 al 20 settembre. I disagi ci saranno anche negli aeroporti dove è previsto uno stop di 24h il 6 settembre dei comandanti e piloti di Alitalia Cityliner, esclusi i voli da e per Bologna. Nello stesso giorno ci sarà lo stop dalle 12 alle 16 dei Canadair antincendio di Inaer Aviation proclamato dall’Ugl Traporti.
Il 10 settembre partirà lo sciopero degli straordinari dei dipendenti delle Poste indetto dai Cobas.
L’11 settembre ci sarà poi lo sciopero dei trasporti locali a Pisa, Livorno e Lucca e l’intera regione dell’Umbria.
Dal 13 settembre al 6 ottobre il Sindacato Nazionale Autonomi Telecomunicazioni Radiotelevisioni e Società consociate (Snater) ha proclamato uno sciopero inTelecom Italia (escluso l’Access Operation Piemonte) con modalità varie a secondo dei settori.
Dal 16 al 20 settembre incroceranno le braccia gli avvocati penalisti che si asterranno dalle udienze e dalle attività giudiziarie (escluso il circondario di Nocera Inferiore). La protesta è stata indetta dall’Unione delle Camere Pensali Italiane.
Il 27 settembre si fermeranno dalle 10 alle 14 gli assistenti di volo di Alitalia (protesta proclamata da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt e Ugl-Ta e separatamente da Anpav e Avia) e i piloti (Filt-Cgil. Fit-Cisl, Uiltraporti, Ugl-Trasporti).
Pubblicato da tdy22 in agosto 31, 2013
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Non le affidano i figli a causa del suo lavoro: hostess di volo
I giudici del Tribunale civile di Ariano Irpino, nell’Avellinese, dovendo dirimere la questione dell‘affidamento di due bambini di nove e sei anni di una coppia in via di separazione, si sono pronunciati in favore del padre. Una delle motivazioni è che la madre, assistente di volo per Alitalia, impiegata su tratte intercontinentali, è costretta a lunghi trasferimenti e non sarebbe quindi in grado di garantire il pieno e completo accudimento dei figli. ”Una rilevanza determinante assume l’attività lavorativa della signora – si legge nell’ordinanza – Ella, avendo sede lavorativa presso l’aeroporto di Milano Malpensa ed essendo impegnata come assistente di volo su tratte intercontinentali, pur potendo disporre di una settimana di riposo al mese, è costretta a lunghi trasferimenti dalla residenza dapprima a Napoli e poi a Milano con necessità di pernottare almeno tre notti al mese a Milano, oltre ovviamente ai pernottamenti che deve fare all’estero”. E continua: ”Non vi è dubbio, pertanto che la sua presenza nella localita’ di residenza dei figli risentirà dell’inevitabile fatica che gli spostamenti lavorativi comporteranno (…). Va precisato che, come la stessa hostess ha dichiarato, in sua assenza i bimbi vengono accuditi dai nonni materni”. ”Al contrario, il padre lavora quale socio in un negozio al piano terra ubicato nello stesso stabile ove si trova la casa coniugale, che è di sua proprietà esclusiva. Egli potrebbe pertanto assolvere alla sua attività lavorativa e contemporaneamente essere una figura di costante riferimento per i figli”. La hostess impugnerà ora la decisione.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 31, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/31/non-le-affidano-i-figli-a-causa-del-suo-lavoro-hostess-di-volo/
Lo scandalo dei fallimenti a Report!
Si parla di fallimenti di Stato ma nessuno poi ha chiara la dinamica di ciò che succede veramente. L’Italia è l’unico paese al mondo dove i commissari straordinari sono nominati dal governo di turno, ma la prassi poi in cosa consiste? I debiti vengono accantonati e si prova a vendere la parte migliore con le new company… il risultato è disastroso. Le procedure di dismissione sono non solo costose e infinite nel tempo, ma anche poco trasparenti così che i creditori non rientrano, quasi mai dei loro soldi. Ma chi è che gestisce questo meccanismo e chi ha la responsabilità di questo sistema assurdo, oneroso e ingiusto verso i creditori?
Giovanna Boursier, per report, è andata a vedere a che punto è la procedura Alitalia, dichiarata insolvente nel 2008. Dopo 5 anni dalla nomina del primo commissario straordinario, Augusto Fantozzi, che nel 2011 è stato sostituito, con norma ad hoc, da tre nuovi commissari: Ambrosini, Fiori e Brancadoro. Fantozzi aveva appena consegnato al Ministero azione di responsabilità contro 43 ex amministratori dell’ex Alitalia. Intanto ci sono 35mila creditori che aspettano di veder saldate le loro fatture… ma intanto ci devono pagare l’Iva.
E le new company nate dalle ceneri dalle ceneri dei fallimenti? Alitalia non decolla, Tirrenia, la compagnia marittima di Stato privatizzata nel luglio scorso, è in stallo, per non parlare di Cit, l’ex azienda del Turismo di Stato: privatizzata a fine anni ’90 e poi fallita, con 300 dipendenti che non hanno fatto altro che transitare, come fossero pacchi postali, da un fallimento a un altro; mentre alberghi e villaggi sono finiti nelle mani di una fiduciaria.
Anche nei fallimenti l’Italia è scandalosa!
Pubblicato da tdy22 in aprile 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/04/07/lo-scandalo-dei-fallimenti-a-report/
Fulmine colpisce l’aereo della nazionale. Paura a bordo!
Paura per gli Azzurri di Prandelli, il cui aereo è stato colpito da un fulmine durante il viaggio per Ginevra, dove domani si giocherà l’amichevole di lusso fra Italia e Brasile. Un fulmine ha infatti colpito l’aereo, un charter Alitalia proveniente da Firenze, in fase di atterraggio. Nessuna conseguenza per i passeggeri, solo un grande spavento. «Era un petardo», ha scherzato il ct Cesare Prandelli, come riferito dalla Figc, dopo l’atterraggio. La luce e il botto hanno ovviamente colto di sorpresa i giocatori e tutti gli altri passeggeri, provocando una preoccupazione subito rasserenata dall’equipaggio e dalla stabilità dell’aereo. Appena toccata la pista, i responsabili di bordo hanno spiegato ai giocatori cosa era successo. «È stato un fulmine ma la situazione è stata sempre sotto controllo», ha raccontato il comandante Roberto Andolfato.
Pubblicato da tdy22 in marzo 20, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/20/fulmine-colpisce-laereo-della-nazionale-paura-a-bordo/
Voli dirottati… vento troppo forte a Catania!
Il vento che all’improvviso aumenta la potenza ha costretto due aerei in atterraggio a Catania a essere dirottati all’aeroporto di Lamezia. Il fenomeno del “wind shear” ha colpito i voli U2 2847 di Easy Jet, in arrivo da Milano, l’ AZ 1741 di Alitalia, da Roma Fiumicino. Il fenomeno si è rapidamente esaurito e lo scalo di Fontanarossa è tornato alla piena operatività, con normali atterraggi già effettuati.
Pubblicato da tdy22 in marzo 9, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/09/voli-dirottati-vento-troppo-forte-a-catania/
Allarme al JFK: drone sfiora aereo Alitalia!
E’ ancora presto per capire di che tipo fosse il velivolo senza conducente avvistato dal pilota di un volo Alitalia ieri a pochi chilometri dall’aeroporto Jfk di New York. L’unica certezza è che stava volando a una distanza allarmante di 60 metri dall’aereo delle compagnia italiana, che in quel momento si preparava all’atterraggio. Lo ha comunicato l’Fbi in una nota mentre la Casa Bianca non ha rilasciato dichiarazioni sulla vicenda suggerendo di fare riferimento alla Federal Aviation Administration.
Stiamo chiedendo a tutte le persone che hanno informazioni sul velivolo o su chi lo pilotava di contattarci”, ha detto l’agente speciale dell’Fbi John Giacalone aggiungendo che “la nostra principale preoccupazione è la sicurezza dei passeggeri e del personale di volo”.
Pubblicato da tdy22 in marzo 5, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/03/05/drone-sfiora-aereo-alitalia/
Alitalia sospende i voli con la Libia!
Pubblicato da tdy22 in febbraio 9, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/09/alitalia-sospende-i-voli-con-la-libia/
“Alitalia mai ai francesi!” Così Berlusconi.
Paghiamo altri 4 mld di euro? Ma poi Berlusconi, che non figura tra i soci, come fa a imporre un veto a un’azienda privatizzata?
Pubblicato da tdy22 in febbraio 4, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/02/04/alitalia-mai-ai-francesi-cosi-berlusconi/
Caos Alitalia! Cai si affida a Rothschild, Consiglio di Stato apre a EasyJet la Mi-Roma
Pubblicato da tdy22 in gennaio 23, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/01/23/caos-alitalia-il-cai-si-affida-a-rothschild-il-cons-di-stato-apre-a-easyjet-la-mi-roma/
Easyjet vs Alitalia per gli italiani: aprite la rotta Milano-Roma. Oggi decisione al Tar
Pubblicato da tdy22 in gennaio 22, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/01/22/easyjet-vs-alitalia-per-gli-italiani-aprite-la-rotta-milano-roma-oggi-decisione-al-tar/
Il Qatar airways non vuole Alitalia, smentita la notizia dell’acquisizione
Pubblicato da tdy22 in gennaio 13, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/01/13/il-qatar-airways-non-vuole-alitalia-smentita-la-notizia-dellacquisizione/
Alitalia francese… ora si cerca si salvaguardare italianità!
SCANDALOSA LA QUESTIONE ALITALIA!!!
Ora si pensa ad aggregare le quote italiane per non disperdere l'”italianità”!
Pubblicato da tdy22 in gennaio 6, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/01/06/alitalia-francia/
Alitalia sospende voli per Damasco fino a fine ostilità
Pubblicato da tdy22 in novembre 29, 2012
https://tuttacronaca.wordpress.com/2012/11/29/alitalia-sospende-voli-per-damasco-fino-a-fine-ostilita/
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