Andare a scuola su un mezzo pubblico sta diventando un lusso. Oltre al caro libri e alle tasse universitarie sugli studenti e sulle spalle delle loro famiglie iniziano a pesare anche i costi degli spostamenti. Gli abbonamenti infatti possono arrivare a prezzi proibitivi e sono solo le fasce di reddito più basse (cioè quelli con redditi Isee inferiori a 20.000 euro annui) a poter usufruire di riduzioni. Gli abbonamenti più cari si sono fatti registrare a Perugia con quasi 300 euro, e a seguire Genova, Verona e Bologna con 200 euro. Questi dati sono stati forniti dalla ricerca del sito Skuola.net che ha messo a confronto le diverse tariffe delle grandi città. Ma a essere bersagliati non sono solo i grandi capoluoghi di provincia di solito sede di prestigiose università, ma anche le regioni più popolose che hanno quindi bisogno di far spostare i ragazzi soprattutto negli anni della scuola superiore. Per gli studenti pendolari le tariffe regionali della rete ferroviaria basate sul chilometraggio possono arrivare a più di 2.000 euro per un abbonamento annuale di ultima fascia in Piemonte, in Sicilia o in Puglia, ed alcune regioni non prevedono tariffe ridotte under 26. Le regioni hanno creato perciò delle tariffe integrate, a zone o a tratte, che possono prevedere agevolazioni e rendono più agevole il passaggio tra la rete di bus urbani e i treni e il collegamento tra due città all’interno della stessa regione, ma che oscillano comunque tra i 500 e oltre i 900 euro per l’annuale di ultima fascia.
La tabella indica come andare a scuola costi caro nelle grandi città:
E anche il trasporto regionale ferroviario è un costo difficile da sostenere per le famiglie italiane: