Una sorella del ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, Kapya Dora Kyenge, 46 anni, è stata rinviata a giudizio davanti al Giudice di Pace di Pesaro con l’accusa di aver picchiato e insultato una vicina di casa albanese, Aferdita Bquiri, che come lei abita in una casa popolare dell’Erap a Ginestreto (Pesaro-Urbino). Dora Kyenge, ha lavorato con un contratto part-time all’Ipercoop e come sarta. Per quella casa popolare aveva lottato sin dal 2008 e si era anche rivolta alla Lega Nord perché l’aiutasse a prendere possesso dell’alloggio di edilizia popolare che le era stato assegnato ma che all’epoca era occupato da una famiglia marocchina.
I fatti per cui Dora Kyenge è stata rinviata a giudizio risalgono allo scorso 18 aprile, poi la Bquiri, medicata al pronto soccorso con una prognosi di cinque giorni, aveva sporto querela per lesioni, minacce e ingiurie soltanto un mese dopo. Secondo il racconto della Bquiri, presunta vittima di Dora Kyenge, la sorella del ministro dell’Integrazione avrebbe sferrato un pugno al collo e poi l’avrebbe minacciata di morte. Durante il litigio, sempre secondo la presunta vittima, Dora Kyenge avrebbe anche insultato il paese di provenienza della Bquiri, cioè l’Albania e addirittura poi sarebbe arrivata a dire all’albanese: «Ho le spalle coperte, mia sorella è in Parlamento». Dopo 10 giorni dallo spiacevole episodio Cecile Kyenge giurava come ministro del Governo Letta. Dora è spesso presente alle cerimonie con la sorella ministro: a Pesaro era in piazza anche il 28 maggio scorso, quando Cecile Kyenge ha consegnato la cittadinanza onoraria a 80 bambini e ragazzi figli di immigrati nati in Italia.