Anticipo sulla pensione? Sì ma solo chi ha 62 anni e solo al posto della cassa integrazione in deroga questa almeno la proposta del Pd a cui sta lavorando Giorgio Santini. per ora non ci sono numeri o stime ma secondo il senatore dei democrat “Si tratta di permettere alle persone che hanno perso un lavoro ed esaurito la possibilità di accedere agli ammortizzatori ordinari di potere incassare prima il proprio assegno pensionistico”. In un’intervista rilasciata da Santini all’Huffington Post, il parlamentare ha spiegato: “È un numero sempre crescente di potenziali esodati e per lo Stato significa mobilitare sempre più risorse”. I dati parlano infatti di un incremento esponenziale della cassa integrazione in deroga da i 2,4 miliardi del 2012 oggi si è passati ai 3 miliardi. Perché quindi continuare a pagare la cassa integrazione invece di far accedere queste persone alla pensione? Secondo il senatore ci sarebbe un guadagno anche da parte dello Stato “Bisogna riflettere su cosa convenga di più allo Stato, in questo caso non dovrebbe versare più i contributi ai lavoratori che invece è tenuto comunque a pagare erogando la cassa in deroga”. Ma i dubbi restano anche perché l’ipotesi di Santini non prevede, almeno sulla carta, penalizzazioni per il pensionamento anticipato, cosa invece che altre ipotesi al vaglio del parlamento prevederebbero. Come è conciliabile che chi ha il lavoro continui a lavorare e chi lo ha perso vada in pensione prima e senza penalizzazioni? “Si andrebbe in pensione con le vecchie regole e incassando un assegno commisurato ovviamente agli anni lavorati, ma trattandosi ancora di un’ipotesi si possono valutare varie possibilità”, ha affermato Santini. Si tratta comunque, di una proposta diversa e separata da quella circolata nelle scorse settimane, di un possibile pensionamento anticipato attraverso un prestito che il “pensionando” rimborserebbe attraverso micro prelievi sugli assegni.
Sempre secondo l’Huffington poi ci sono ancora novità:
Sempre sul fronte pensioni si fa strada nella legge di stabilità una possibile buona notizia. Si lavora infatti a una possibile rivalutazione piena per le pensioni fino a 2500 euro lordi al mese. Dopo che il governo Monti aveva congelato l’aggiornamento degli importi per tutte le pensioni superiori a 1500 euro, il governo aveva deciso di intervenire quest’anno fissando una rivalutazione del 90% per le pensioni tra i 1500 e i 2500 euro. Percentuale che invece, riporta il Messaggero, potrebbe salire al 100%. “C’è una certa apertura, si tratta di vedere se possono essere aggiunte risorse”, ha spiegato questa mattina il sottosegretario al Lavoro Carlo Dell’Aringa. Le risorse, spiega ancora il quotidiano capitolino, arriverebbero da un abbassamento della soglia oltre la quale scatterebbe il contributo di solidarietà delle pensioni considerate più ricche. Oggi l’asticella è fissata a 150 mila euro annui e potrebbe scendere a 100 mila.