
La crisi sicuramente c’è, ma siamo anche negli anni della e-generation, di coloro che hanno un conto on line, una carta di credito per viaggiare in rete e acquistare le offerte dell’ultimo minuto. Dall’affitto di un appartamento all’acquisto di un auto, dalla spesa alla prenotazione di un ristorante sono sempre più gli italiani che si affidano alla rete per le esigenze quotidiane. Il primo figlio arriva non prima dei 31 anni e 5 mesi, non abbiamo certezze nella pensione, ma in media la vita si è innalzata: oggi si vive 10 anni in più rispetto al 1975. I figli non vanno via di casa prima dei 34 anni e in molti casi non sono autonomi, quindi continuano a pesare sulle spalle dei genitori e delle loro pensioni. Questo è il rapporto Coop Consumi & distribuzione 2013, presentato oggi a Milano.
Quello che emerge è un’Italia che cambia, tirata da un lato dalle minori disponibilità economiche, e dall’altro dalle modifiche sociali dovute alla rivoluzione digitale. “Non c’è margine per alcun ottimismo”, commenta Marco Pedroni, presidente di Coop Italia. “Diminuisce il potere d’acquisto, si contrae l’occupazione, e la distribuzione del reddito è sempre più sfavorevole per i ceti medi. Serve un intervento del governo per sostenere la domanda. Aumentare l’Iva? Un errore”. Oggi il consumatore è sempre più un giovane adagiato su un divano di casa con una connessione alla rete, spesso cerca un’auto usata, cerca di consumare meno benzina possibile e di riciclare quello che le generazioni prima di lui gli hanno messo a disposizione. Però spende in smartphone, si informa sui forum per gli acquisti migliori e chiede a sconosciuti per avere un consiglio in rete sui prodotti che vuole acquistare. Spesso anche se vede un prodotto in vetrina non lo compra, attende di connettersi in rete e vedere se esiste di quel prodotto un’offerta on line che possa farlo risparmiare. Quali sono i settori che ne risentono di più? L’abbigliamento sicuramente e anche le calzature. Una contrazione sensibile anche nei viaggi e nelle ferie, un calo vertiginoso nei prodotti alimentari che incidono sui redditi con un livello che fa registrare quello degli anni ’60, intorno al 15%. Gli elettrodomestici non si comprano e neppure l’arredamento. La tecnologia in netto aumento nel 2012 si è invece molto ridimensionata nel 2013. Online poi è possibile il baratto o la condivisione gratuita, la sharing economy è in crescita, semplicemente perchè diventa più importante utilizzare un bene senza spendere nulla che possederlo a caro prezzo. Anche qui quali sono i settori in maggior perdita? Il cinema ad esempio e la cultura in generale.
Quale è la sintesi dei dati? Una vita più lunga, in perenne connessione con il web, pochi svaghi al di fuori di quelli offerti dalla rete e soprattutto un click che permette di viaggiare, acquistare e condividere… forse più reale del reale! Migliore? Forse no, ma vivere la realtà costa molto più del virtuale!
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