Uno sguardo al… Creme Caramel

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Greta Garbo sul set di… La regina Cristina di Rouben Mamoulian

Greta Garbo sul set di… Mata Hari di George Fitzmaurice

Greta Garbo sul set di… Ninotchka di Ernst Lubitsch

Gente di Ravello… Greta Garbo

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Uno sguardo a Ravello… la villa!

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Uno sguardo a Ravello… La targa!

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Uno sguardo a… RAVELLO!

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Erano 5 le bombe che dovevano esplodere a Boston

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Erano cinque le bombe predisposte in modo coordinato per mettere in ginocchio la città di Boston, fortunatamente solo due sono esplose mentre tre ordigni sono stati disinnescati mentre la polizia per ora esclude che vi fosse un collegamento tra le esplosioni alla maratona e quella che ha provocato un incendio alla Kennedy Library. Obama ancora non ha parlato di terrorismo, ma dalla Casa Bianca si avvisa che l’attacco, condotto con “molteplici ordigni”, che sembra siano stati azionati a distanza col cellulare secondo quanto riportato da Abc, appare “chiaramemente un atto di terrore” e come tale sarà trattato. tuttavia non è ancora chiaro se possa venire attribuito ad un gruppo terroristico organizzato se sia di matrice straniera piuttosto che interna agli Stati Uniti. Le fonti ospedaliere della Cnn, nel frattempo, hanno reso noto che ci sono almeno 8 bambini tra i feriti. Ma davvero non c’era alcun sospetto che potesse accaere qualcosa del genere? Un testimone, allenatore di atletica all’Università di Mobile, in Alabama, alla tv locale Local 15 ha raccontato che: “Sembrava ci fosse qualche tipo di minaccia, ma continuavano a dirci che era un’esercitazione”. Per tutta la maratona, infatti, alla partenza e al traguardo si trovavano unità cinofile della polizia con cani fiuta-bombe impegnati, secondo quanto affermavano, in un’esercitazione antiterrorismo.

Stay Strong Boston!

Sono in migliaia ad accanirsi contro le ramificazioni del male, ma solo uno a colpirne la radice.

 Henry David Thoreau

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Lo vedeva da lontano quel traguardo e non aveva importanza di quante persone davanti a lui lo avessero già superato, il suo momento sarebbe stato quando avrebbe superato quella linea gialla sul terreno e alzato le braccia al cielo ricordandosi che il 15 aprile 2013 lui c’era. Nel giorno del Patriot Day quando si commemora l’anniversario delle battaglie di Lexington e Concord, lui avrebbe vinto la sua corsa. Avrebbe dimostrato di potercela fare, nonostante non fosse robusto… sarebbero stato il suo regalo per la mamma e il papà. Suo fratello era lì dietro una di quelle transenne a fare il tifo per lui. Sarebbe stato il primo a gridare quando sarebbe passato sotto il traguardo… si sarebbe infilato tra le sbarre della transenna e gli sarebbe corso in contro per abbracciarlo… Poteva essere tutto questo, poteva essere un giorno di festa e invece si è trasformata in una tragedia di terrore… quel terrore che ti paralizza, che non ti fa più riflettere, che ti lascia il cuore a mille e la testa vuota… Un boato che ti toglie il respiro, che ti penetra nell’anima, che ti prosciuga.

Perché le ingiustizie mondiali devono ricadere sugli innocenti? Perché i sogni si devono spezzare negli urli disperati di un’esplosione? Perché il sangue deve scorrere nelle strade? Perché rimaniamo attoniti e impotenti? Perché dopo il primo mento di commozione lasciamo che i nostri problemi riempiano il vuoto lasciato dal dolore?

Oggi è Boston, ieri era New York e domani?

Quando verrà il giorno che l’uomo capirà che l’ingiustizia non si cura con le armi, che i torti non si cancellano uccidendo innocenti che non si colma il dolore con il dolore… odiare è facile, è una catarsi distruttiva che riempie l’animo con le macerie delle vite altrui… perché legarsi indissolubilmente con chi si odia? In fondo uccidendo stringi un nodo indissolubile con quella vita che spezzi… che senso ha?

 Stay Strong Boston!

La conferenza stampa di Barack Obama

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“Io e Michelle preghiamo per le vittime di questo atroce attentato”. Così ha esordito il presidente americano alla conferenza stampa convocata poche ore dopo l’attentato di Boston per annunciare il rafforzamento delle misure di sicurezza in tutto il Paese. Per Obama le bombe che sono state fatte esplodere alla maratona di Boston sono “azioni senza senso”. Sentendosi vicino alle famiglie di tutte le vittime, (2 morti e 107 feriti secondo il Boston Globe, mentre la Cnn ha comunicato che ha perso la vita anche un bimbo di 8 anni) ha sottolineato che, di fronte a simili eventi, non ci sono né democratici né repubblicani. La sua conclusione è stato un messaggio diretto agli attentatori: “Non commettete errori, noi non trascureremo alcun dettaglio“. Ed ha quindi aggiunto: “troveremo i responsabili, andremo fino in fondo“.

Boston unico obbiettivo? La minaccia jihadista!

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La Cnn riferisce ceh la polizia di Boston ha smentito che ci sarebbe una persona fermata ma intanto sopraggiungono notizie inquietanti: le organizzazioni di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web, Jihad Watch, ha reso noto che su un sito jihadista si afferma che: I “prossimi attacchi di al Qaida saranno potenti e scioccanti” e si verificheranno “negli Usa, in Francia e in Europa”.

E se il sindaco della città, Thomas Menino, afferma che quanto è successo “E’ una tragedia”, la bresciana Maria Vittoria Togni, arrivata al traguardo prima dell’esplosione, non vede l’ora di andarsene dalla città: “Sono arrivata in 3 ore 45 minuti, dunque prima delle bombe, ho raccattato le mie cose e me ne sono andata. Non ho visto nulla, ma una mia amica stava facendo il suo miglior tempo ed è arrivata a 500 metri dalla fine quando la polizia l’ha bloccata, e lei implorava, fatemi passare. Non glielo hanno permesso ma ora si sente una miracolata”. Al momento, tutti i maratoneti giunti da fuori Boston sono barricati all’interno degli hotel: “Non possiamo neanche uscire a comprare da mangiare”.

A Boston cresce il numero dei feriti: oltre 100

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Il Boston Globe, il principale giornale della città, ha appena aggiornato il numero dei feriti che sarebbero oltre 100. E’ stata data anche una prima stima degli italiani che hanno partecipato alla maratona: sarebbero 227 atleti. Uno di loro, Paolo Rossi, un 48enne pistoiese, si stava avvicinando al traguardo al momento dell’esplosione: “Ho sentito un rumore enorme, la festa si è trasformata in terrore e non ho più pensato a finire la gara. Ma della corsa ovviamente non m’importa, sono ore che piango”.

Gli aggiornamenti da Boston: fermato un sospetto

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La Cnn ha resto noto che gli ordigni ritrovati nei pressi del luogo delle esplosioni sarebbero piuttosto artigianali, simili agli Ied usati dai terroristi contro i soldati Nato in Iraq e in Afghanistan mentre fonti del governo fanno sapere che le esplosioni sono il frutto di un evento “ben coordinato e pianificato”. Nel frattempo, dovo aver avuto un colloquoi con il presidente Obama, il governatore del Massachusetts, Deval Patrick, ha commentato l’accaduto affermando che si tratta di un giorno orribile nella storia di Boston. Mentre il bilancio provvisorio, secondo il New York Post è di 12 morti e circa  50 feriti, Google ha creato un “cercapersona” per mettere in contatto maratoneti e pubblico della gara con i loro cari che non hanno notizie mentre la polizia di Boston ha bloccato le comunicazioni dei telefoni cellulari allo scopo di prevenire il rischio che un telefonino possa provocare esplosioni a distanza. Intanto sarebbe stato fermato un sospetto di nazionalità saudita: ferito, al momento si troverebbe sotto sorveglianza in un ospedale della città.

Conferenza Stampa sulle esplosioni di Boston: 3/a esplosione J.F.K Library

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Ancora ignoti i motivi dell’atto che al momento sembra delinearsi come attentato terroristico anche se non vi è stata conferma dalle fonti ufficiali. Anche alla Library J.FK. vi è stata un’esplosione, la terza esplosione, dopo le due della maratona. Al momento vi è un incendio che sta attanagliando l’edificio della libreria. Le bombe erano collocate nei cestini dei rifiuti.

La grande sfida dell’Olimpico Lazio-Juve 0-2 Risultato finale!

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Vedi il primo tempo.

Dopo l’intervallo le due squadre tornano sul terreno di gioco con Petkovic che manda in campo Kozak ed Ederson al posto di Hernanes e Mauri. Prova a partire la Lazio che pressa, ma Klose appare subito poco incisivo, poi la Juve recupera la palla e la gestisce con tranquillità. Anche il nuovo entrato Ederson prova a farsi notare con un destro dalla distanza, ma il suo tiro è troppo alto.  Un minuto più tardi, con un guizzo, Klose riesce a penetrare nella difesa bianconera, ma Peluso salva in calcio d’angolo, poi Buffon deve salvare su un tiro da lontano di Ciani. La Lazio è entrata determinata, ma ancora troppo poco lucida nelle conclusioni. E’ 51′ quando Bonucci salva di testa una fiammata di Candreva  che voleva servire Kozak, poi Barzagli anticipa Klose su un nuovo cross di Candreva. Quattro minuti più tardi calcio di punizione per la Juventus, ci prova Pirlo infastidito dai laser, Marchisio si avventa sulla palla respinta da Marchetti che però si salva e se la prende con i suoi difensori. Al 60′ Occasione sprecata da Kozak dopo un gran lavoro di Candreva sulla fascia. Kozak di testa ha colpito la palla mandandola a terra a poca distanza dai suoi piedi anziché dietro le spalle di Buffon.  In questo secondo tempo la Lazio è più pericolosa. Tre minuti più tardi Lazio pericolosa con Ederson, che si procura un calcio d’angolo, ma la Juve riesce a riprendere il pallone. Poi c’è la controffensiva della Juventus prima con Pogba e poi Marchisio cercano di sorprendere Marchetti, ma la difesa della Lazio riesce a sventare i loro attacchi. Al 66′ Padoin entra al posto di Lichtsteiner nella Juve, mente Petkovic è costretto a sostituire Ledesma, che si è fatto male, con un giocatore della primavera, Luca Crecco, classe ‘95, per lui debutto in Serie A. Calcio di punizione a metà campo per la Juventus, al 68′, per fallo su Asamoah, poi la palla arriva in qualche modo a Vucinic che però non mette in difficoltà Marchetti. A 20 minuti dalla fine del tempo regolamentare c’è il tiro i Onazi che però finisce fuori senza essere deviato. Pochi minuti dopo grande occasione di Vucinic che calcia male un cross di Vidal e non si accorge che Pogba era lì tutto solo. Al 75′ Barzagli chiude su un’azione di Klose che era partita con Peluso a terra, qualche protesta juventina per questo comportamento dei laziali. Giannoccaro poi spiega che non ha fermato l’azione perché secondo lui non c’era fallo. Al 78′ Peluso va di nuovo giù dopo un fallo di Kozak, punizione per la Juve a metà campo, dove in questa fase della partita la palla si sta fermando parecchio. La Lazio non riesce più a pressare come nei primi minuti del secondo tempo. Tre minuti più tardi Peluso va di nuovo giù dopo un fallo di Kozak, punizione per la Juve a metà campo, dove in questa fase della partita la palla si sta fermando parecchio. La Lazio non riesce più a pressare come nei primi minuti del secondo tempo. E’ 82′ quando la Lazio si getta in avanti per una punizione battuta da Candreva, ma Ciani è in fuorigioco e comunque i difensori juventini erano già sul pallone. A quattro minuti dalla fine del tempo regolamentare Conte fa entrare Quagliarella al posto di Vucinic. Il montenegrino esce tra gli applausi. Poi l’altro cambio per la Juve, entra Giaccherini per Marchisio che si becca un forte abbraccio da Conte. Ormai la partita ha dato tutto quello che poteva esprimere si attende solo il fischio finale.

La Lazio ha pressato all’inizio del primo tempo ma poi la Juve a chiuso ogni varco e ogni iniziativa dei biancocelesti è sembrata vana. Una squadra che è stata in affanno per gran parte della gara e non ha mai impensierito veramente la porta di Buffon, purtroppo le assenze si sono fatte sentire e i giocatori in campo si sono trovati di fronte a una grande squadra scesa a roma per sigillare gli 11 punti di vantaggio dal Napoli.

Due esplosioni alla Maratona di Boston! Decine di feriti

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Due esplosioni alla linea di traguardo della Maratona di Boston, a pochi secondi di distanza l’una dall’altra avrebbero provocato, stando ai media americani, “decine di feriti” alcuni dei quali “in modo grave”. Fox News parla di tre morti, mentre il Boston Globe riporta che ci sono “macchie di sangue sui marciapiedi di Boylston Street”. Si parla anche di un possibile terzo ordigno, davanti al Mandarin Hotel. Molte persone sono state trasferite negli ospedali mentre altre hanno trovato ricovero nelle tende mediche adibite alla cura dei corridori. Ancora non sono arrivate delucidazioni sulla natura della deflagrazione da parte della polizia. Le immagini televisive hanno mostrato come, al momento della detonazione, vari atleti ed i fotografi presenti al traguardo sono caduti a terra, mentre si è subito provveduto a far evacuare il palco e parte delle tribune è stata distrutta. Terrore e panico si sono diffusi tra il pubblico mentre molti corpi restavano a terra e diverse sono state le vittime travolte dalla folla fuggito per lo spavento. Jackie Bruno, reporter di una tv locale del New Englad, che ha visto una delle vittime perdere entrambe le gambe, ha così commentato: “Ero così vicina, è stato spaventoso. Ho sentito la forza dell’esplosione. La gente scappava. Ho visto vittime proiettate dappertutto”. Le esplosioni sono avvenute dopo circa tre ore dal momento in cui il vincitore aveva tagliato il traguardo.

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Apprensione anche in Italia: tra i maratoneti era presente il direttore di Repubblica Parma, Antonio Mascolo. L’uomo ha così narrato l’accaduto:

“A 12 km dall’arrivo i primi segnali di interruzione della gara, ci stanno facendo segno di interrompere perché siamo in una zona collinare. Ora ci avvicineremo al traguardo per capire cosa succede”

Nel frattempo è stato chiuso lo spazio aereo sopra la città ora sigillata mentre gli artificeri hanno detonato il terzo ordigno.

Mentre in America si dovrebbe festeggiare il Patriot Day, per sicurezza viene chiusa la Casa Bianca e sigillata la strada antistante.

La Farnesina sta verificando la presenza di altri italiani.

La grande sfida dell’Olimpico Lazio-Juve 0-2 Primo Tempo!

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Una gara che davvero sulla carta ha tutti i requisiti per essere una grande sfida. 

Parte subito alla grande la Lazio con un calcio d’angolo della Lazio per un errore di Peluso. ma Vidal non ha problemi a recuperare il pallone. Al 3′ è Hernanes che prova a sorprendere Buffon, ma il portiere bianconero fa suo il pallone. La Lazio c’è e vuole ben figurare davanti ai suoi tifosi, ma il calcio è beffardo e l’errore di un giocatore lo paga tutta la squadra. Al 6′ fallo di Cana su Vucinic dopo un uno-due tra Marchisio e l’arbitro non ha dubbi e concede il rigore. Dal dischetto nessun problema per Vidal che realizza con tranquillità. E’ 0-1 per la Juve. 

Ancora bianconeri pericolosi con Lichtsteiner, al 10′, ma il suo cross non viene adeguatamente sfruttato dai compagni. Dopo queste fiammate in area biancoceleste il gioco si blocca a centro campo. Al 13′ viene ammonito Vidal per fallo un fallo su Ciani. Per lui è il decimo cartellino giallo della stagione. Ci prova Onanzi due minuti più tardi ad essere pericoloso, ma fermato da Peluso. Sul calcio d’angolo per la Lazio, Vidal spazza via. Pochi minuti più tardi l’occasione è per Marchisio ben servito da Lichtsteiner, il pallone viene parato dal corpo di Ciani. La Lazio tenta, subito, un contropiede che non va a buon fine:  Mauri prova a servire Klose, ma la difesa juventina arriva per prima sul pallone. Intanto il quarto uomo ha dato una pettorina a Petkovic, “colpevole” di essere vestito di nero come la Juve…  Al 20′ fa il miracolo Marchetti su Vucinic che aveva ben raccolto il cross partito su punizione dai piedi di Andrea Pirlo. A pochi minuti di distanza ancora un calcio di punizione battuto da Pirlo quasi dalla stessa posizione del precedente, ma Asamoah è molto meno pericoloso di Vucinic e si annulla da solo colpendo male il pallone senza impensierire minimamente Marchetti. E’ proprio Vucinic a dover salvare la propria porta improvvisandosi difensore su un calcio d’angolo della Lazio. I biancocelesti ottengono un altro corner, ma Cana pasticcia maldestramente e non sfrutta una palla pericolosissima. Cana decisamente in una giornata poco favorevole, prima è ha condannato la Lazio allo svantaggio e ora ha mancato il pareggio. Al 26′  la difesa improvvisata della Lazio si trova in grandissima difficoltà su un attacco di Vidal e il gol è inevitabile. Veramente una partita a tutto campo per Vidal dalla difesa all’attacco.  Il bianconero è andato a segno dopo aver sfruttato una rifinitura di Vucinic deviata da Cana.

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Al 31′ punizione per la Lazio a metà campo per fallo su Stankevicius, ma la palla torna presto tra i piedi juventini. Un minuto più tardi un brutto episodio  Mauri fa un fallo su Vidal che zoppica per un po’, ci poteva stare anche il giallo.  Passano due minuti e Klose vicinissimo a Buffon si prende una mezza spallata da Barzagli, ma il tedesco non sarebbe riuscito ad arrivare al pallone. Cambio di campo e l’occasione è ancora per Marchisio, la palla viene leggermente deviata da un difensore della Lazio ed è calcio d’angolo per la Juve. Sul cross Pogba viene anticipato da Cana, mentre Ciani resta a terra. Si continua a giocare con la Lazio momentaneamente in 10 per l’uscita di Ciani. A 5′ minuti dallo scadere del tempo regolamentare viene ammonito Peluso per fallo su Mauri. Punizione per la Lazio, molto lontano dalla porta. Candreva inquadra bene, la palla viene leggermente deviata dalla barriera e Buffon si salva. Arrivano anche i dati del possesso palla e sono leggermente a favore della Juve con 51% per i bianconeri. L’arbitro allo schedere del tempo decreta due minuti di recupero. Bella azione di Pogba, sul finale del primo tempo, quando arriva in allungo su un cross di Lichtsteiner, ma con la punta del piede non riesce a dare al pallone la giusta direzione per entrare in rete. Questa è l’ultima occasione poi tutti decidono di rimanere a centrocampo e attendere il fischio finale. 

Bell’inizio per la Lazio che ha provato nei primi minuti a rendersi pericolosa, poi la Juve ha imposto il suo gioco e la difesa, improvvisata, della Lazio non ha retto l’urto. Sicuramente il migliore è stato lo juventino Vidal, il peggiore il biancoceleste Cana.   

  

 

 

 

I 100 anni di Pietro Barilla e l’incontro Renzi-Berlusconi

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Serata in onore di Pietro Barilla al Teatro Regio di Parma, in occasione dell’anniversario della sua nascita questa sera andrà in scena lo spettacolo “Pietro. Cent’anni avanti.”, opera che narra la vita dell’imprenditore che ha contribuito a rendere famosa nel mondo la cucina italiana made in Parma. Tra i molti intervenuti, anche Renzi e Berlusconi, che hanno trovato del tempo per un breve incontro a cui, così pare, hanno preso parte anche tre parlamentari del PD. Nessuna dichiarazione da parte del sindaco fiorentino, mentre Berlusconi si è lasciato andare ai ricordi: “Pietro è stato un grande personaggio, un grande padre, un grande imprenditore e un grande amico. Nel 1993, poco prima della sua scomparsa, lo informai della mia intenzione di scendere in politica. Lui passò con me tutti i momenti e le tensioni e gli interrogativi di quel periodo. Mi disse: metti le mani in pasta in politica? Te ne faranno di tutti i colori. Ebbene me ne hanno fatte ancora di più…”

Selena Gomez in Italia il 16 settembre!

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Tour mondiale per Selena Gomez, che per la prima volta sarà anche in Italia. La cantante e attrice internazionale, piu’ volte disco di platino, ha annunciato oggi una tournée che la porterà in 56 città per promuovere il suo atteso album estivo. Il tour prenderà il via il 14 agosto da Vancouver. In Italia arrivera’ il 16 settembre a Milano, ha ascoltato le fans che la chiamavano a gran voce?

Noemi, il bebè e l’uomo che ha fatto costruire una villa per lei

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Dopo aver spezzato il rapporto Berlusconi -Lario con alcune indiscrezioni che erano emerse del suo rapporto con il leader del Pdl, ora la neo mamma Noemi Letizia si lascia alle spalle ogni pettegolezzo e si prepara a vivere la sua gravidanza. Il neo papà è pronto, ha lasciato anche la moglie (chissà perché si separano tutti quando incontrano Noemi?) e ha fatto costruire una bella casa sul mare (chissà se ha chiesto tutti i permessi) pronta ad accogliere il giovane facoltoso di Posillipo e la ragazza di Portici. Noemi naturalmente è raggiante come tutte le neo mamme e ha confessato che vorrebbe una bella femminuccia, chissà se sarà accontentata?

Antonio Albanese in fila alla mensa dei poveri!

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I senzatetto della mensa dei poveri gestita dai frati cappuccini di corso Concordia a Milano venerdì scorso si sono trovati in coda con un personaggio d’eccezione: Antonio Albanese. L’attore comico, infatti, ha usato la coda della mensa come set di ‘Intrepido’, il film di Gianni Amelio di cui è protagonista.

In questo caso, tuttavia, la parola ‘set’ è impropria: nelle foto che Tv Sorrisi e Canzoni pubblica in esclusiva nel numero in edicola, martedì 16 aprile non si vedono cineprese, riflettori né addetti alla produzione. Per preservare il realismo della scena, infatti, Amelio e Albanese hanno scelto di girare la scena ‘in incognito’, riprendendola con telecamere disposte lontano dall’azione.

Albanese, senza un ciak vero e proprio, ha ripetuto la scena diverse volte dettandosi i tempi da solo: si è messo in coda, si è guardato intorno per poi allontanarsi come vinto da un moto d’orgoglio. Le riprese di ‘L’intrepido’ dureranno otto settimane, la produzione è firmata da Palomar con Rai Cinema.

Lettera aperta a Matteo Renzi

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“Sono ore convulse. Mentre il Paese vive una difficoltà economica evidente, aggravata dalla mancanza di speranza e di fiducia che lo stallo politico produce, il clima istituzionale appare teso. Mi spiace che in questi giorni molti usino insulti che mi suonano incomprensibili.

Al repertorio di ieri (“arrogante, qualunquista, indecente”) devo sommare oggi la sobria espressione “miserabile” che mi ha rivolto la senatrice Anna Finocchiaro. Sono miserabile perché ho detto che a mio giudizio la Finocchiaro non è un candidato all’altezza del Quirinale. Così come ero indecente agli occhi di Pierluigi Bersani per aver invitato la politica e i politici a fare presto. A non perdere più tempo.

Avverto molta amarezza. E personalmente mi sembra ingiusto essere attaccato così solo per aver detto quello che penso io e che pensano milioni di italiani. Ma nella libertà e nel rispetto continuo a dire a viso aperto le mie idee e le mie proposte. Se qualcuno vuole parlare la lingua dell’insulto, si accomodi. Io non raccolgo. Finché mi sarà possibile continuerò a dare il mio contributo perché l’Italia torni a competere e a sperare. E mi impegnerò perché il PD diventi un partito vincente.”

Questo è parte dell’intervento di Matteo Renzi che ha risposto con una eNews  alla Finocchiaro che oggi lo ha definito “miserabile”.

Il problema di fondo nel Pd è l’impossibilità per l’apparato partito di iniziare a ragionare su una nuova “piattaforma programmatica”. Il pensiero di Bersani, della Finocchiaro o dello stesso Fassina resta ancorato a un cambiamento che trascina con sè le distorsioni di antiche radici… quelle che hanno da sempre allontanato i votanti da questo partito. La forza propulsiva di andare incontro alle persone, non soltanto con bei discorsi stemperati poi da leggi di compromesso, sta invece nella formulazione di proposte aperte da realizzarsi, poi, sulla base delle esigenze che vengono fuori dal territorio e dalla base. Questo significa essere capaci di piegarsi e andare incontro alle persone con l’umiltà di apprendere una nuova formula che non cada dall’alto, ma raccolga qualsiasi forza propulsiva del paese. Un sistema così complesso come l’Italia, non può essere semplicemente liquidato con l’incontro tra le parti sociali rappresentative per lo più di grandi realtà aziendali, perché al contrario, anche se la politica fa finta di non accorgersene, ci sono molti lavoratori a progetto che non accedono neppure alla cassa integrazione, come ci sono troppi sprechi della politica che allontanano ancora i cittadini dai loro legittimi rappresentanti. Ecco perché il sindaco di Firenze, Matteo Renzi non può essere capito da coloro che viaggiano su linee già prestabilite e che il cambiamento lo vedono solo come parola in un manifesto programmatico che non dà nessuna garanzia di sapersi immergere nel tessuto sociale.  E allora i  “miserabili”, forse sono altrove, dove i paraocchi non consentono una visione più larga che non sia della propria idea e del proprio protagonismo.

Arrestata Pippi Calzelunghe!

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E’ stat Pippi Calzelunghe e forse qualcosa dell’irruenza giovanile le è rimasta addosso perchè Tami Erin, la simpatica interprete della bambina ribelle dai capelli rossi nel film del 1988,  è stata arrestata giovedì scorso con l’accusa di aver   aggredito il suo coinquilino. E’ stato un vicino che allarmato dalle grida di aiuto avrebbe allertato la polizia e poi sarebbe rimasto a controllare la situazione fino all’arrivo dei poliziotti. Dopo aver passato la notte in stato di fermo, l’attrice è stata rilasciata su custodia il mattino seguente. Da bambina prodigio a star mancata una parabola che purtroppo colpisce molte giovanissime star che crescendo si trovano a non saper gestire il successo e restano escluse dallo star system che ogni anno miete le su e vittime.

Daft Punk dalla musica elettronica alla gente!

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La dance music sta avendo una “crisi d’identità” e non è un gruppo qualsiasi a dichiararlo, ma sono i Daft Punk, il duo francese fondato da Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter, i veri guru della musica elettronica . Nella prima intervista rilasciata per promuovere il loro nuovo album dal titolo “Random Access Memory”.  Dopo mesi di indiscrezioni i Daft Punk hanno iniziato a parlare del loro nuovo album:

Il primo e più importante nodo da sciogliere sembra che non ci sia in programma nessun nuovo tour come ha spiegato Thomas “Non abbiamo piani attualmente. Vogliamo mettere a fuoco tutto sull’emozione di ascoltare l’album. Non vediamo un tour come accessorio per un album.” Purtroppo per i fans non ci sarà nessuna nuova mirabolante messa inscena come fu quella che nel “Alive  2007” portò il duo all’interno di una  piramide gigante.

Inoltre le nuove canzoni hanno idealmente riunito tutto il mondo. Incisione a Parigi, sezioni ritmiche a Los Angeles e New York. “Ci sono canzoni dell’album che hanno viaggiato in cinque studi per oltre due anni e mezzo”, dice Thomas. “Oggi, la musica elettronica è realizzata in aeroporti e camere d’albergo, dai DJ in viaggio. Hanno un senso di movimento, forse, ma non è la stessa atmosfera che può rendere il lavoro in studio “

E poi parlano del loro ritorno al passato. “Gli anni Settanta e gli anni Ottanta sono il periodo più gustoso per noi”, dice Guy-Manuel. “Non è che non possiamo fare roba dalle sonorità futuristiche, ma abbiamo voluto giocare con il passato.”

A quanto sembra il duo si è anche recato in questi giorni in California al festival di coachella e, in incognito, dal dietro le quinte, ha visto l’effetto sulle persone nella messa in onda in prima mondiale del loro nuovo teaser “Random Access Memory” proiettato a Indio.

 

Parla il Guru e Prodi sembra più vicino, anche se non auspicabile!

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«Il Presidente della Repubblica deve essere super partes, possibilmente non politico, che rappresenti tutti gli italiani». Così Gianroberto Casaleggio, co-fondatore del M5S, prima dell’incontro a Torino con gli imprenditori promosso dall’associazione Confapri. Alla domanda se l’elezione del Capo dello Stato risolverà lo stallo per la formazione del nuovo governo, «lo vedremo quando avremo il Presidente», ha tagliato corto. «Prodi? Noi ci rimettiamo sempre alle decisioni del Movimento, per cui se il Movimento dovesse scegliere Prodi, voteremo lui…».

E’ giallo nel triestino dove un cane ritrova uno scheletro

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Una passeggiata con il cane, una di quelle azioni abitudinarie che oggi per una donna del triestino invece ha portato a una macabra scoperta. Il suo cane ha infatti fiutato dei resti, probabilmente di uno scheletro umano. La donna ha avvisato immediatamente le forze dell’ordine i quali hanno chiamato il medico legale Fulvio Costantinides che ha compiuto un primo esame sullo scheletro, ma solo gli esami di laboratorio potranno dare un esito più certo. Per il momento è giallo assoluto.

Kama Xcitra vi svela il Kamasutra in 3D

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In fondo siamo nell’era 2.0 anche il buon vecchio Kamasutra si deve aggiornare ed ecco che arriva Kama Xcitra l’applicazione che permette di studiare le mosse del Kama Sutra con le rappresentazioni in 3D.

È sufficiente un tablet o uno smartphone per navigare tra le varie posizioni, osservandole da diverse angolazioni.
La lettura è totalmente personalizzabile: si può aggiungere una colonna sonora e addirittura cambiare il colore della pelle dei due modelli.
«Alcune posizioni sono piuttosto impegnative e lasciano spesso i lettori perplessi», ha dichiarato l’ideatrice al Sun, «Ora per le coppie sarà più facile esplorare nuovi aspetti della loro sessualità».

Salette riservate alla mensa dei poveri… per imprenditori e professori!

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Ci sono poveri di serie A e di serie B. C’è chi alla mensa di via Saponaro, estrema periferia sud di Milano, può godere di un saletta privata, con accesso riservato. A chi è destinato? Agli ex dirigenti d’azienda, professori, fisioterapisti, quelli che hanno perso il lavoro, la casa e che ora hanno paura di perdere l’unica cosa che gli è rimasta… la dignità.  Ogni giorno per loro è una vergogna… ma per gli altri? Chi magari ha lasciato il proprio paese in guerra e sperava in Italia di poter iniziare a costruirsi con dignità una vita, non ha forse diritto lo stesso a una saletta? Non ha diritto alla privacy e alla dignità anche chi non è un libero professionista? Chi magari qui ha parenti e amici che hanno trovato un lavoro e lui deve mostrarsi in fila alla Caritas?

Peruviana sfregia ragazzina di 15 anni che difendeva la madre

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Alle 22.30 di ieri sera in Via Polesine a Milano una donna con due figli è stata aggredita da tre donne peruviane. L’aggressione è iniziata su un vagone della M3, dove le donne peruviane hanno iniziato a insultare la donna e le due figlie.  appena uscite dal vagone hanno spintonato la madre, nella colluttazione è intervenuta la figlia di 15 anni che per difendere la madre ha preso una delle peruviane per i capelli. L’episodio spiacevole sembrava esser terminato, invece appena riemersi in superficie, mentre la donna si recava alla fermata dell’autobus in via polesine è avvenuto il secondo attacco. Una delle peruviane ha estratto un coltellino e ferito alla fronte e al mento la  15enne e poi è scappata insieme alle altre donne. La ragazza ferita si è rivolta in ospedale a De Marchi in codice verde, mentre la polizia ha arrestato la 32enne peruviana pluripregiudicata. Ma una donna pluripregiudicata peruviana perchè non viene immediatamente estradata al suo paese d’origine con divieto assoluto di far rientro in Italia? Perchè nessuno si occupa di prevenire certi atti che poi sono alla base del razzismo e della mancata integrazione in Italia degli stranieri?

Schettino per la difesa è un uomo che ha avuto un incidente sul lavoro.

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“Da come eravamo partiti è stata fatta tantissima strada, e sempre meno appare Schettino come capro espiatorio”. A sostenerlo è l’avvocato Francesco Pepe, uno dei legali del comandante della Concordia. “Schettino – prosegue – sbagliò a fidarsi troppo della gestione della Costa Crociere, ed emerge sempre più che è un uomo che ha avuto un incidente sul lavoro, non lo si può criminalizzare”.

Il crimine è gestire un emergenza come se fosse un party, mentre le persone morivano Schettino era al sicuro su una scialuppa che di diritto a lui non spettava. Se ci sono corresponsabilità è giusto che emergano, ma un capitano è tale se sa prendersi le proprie responsabilità e non abbandonare la nave quando affonda (c’è anche un proverbio millenario che lo afferma). E’ vero che tutti abbiamo diritto a una difesa, ma ci vorrebbe anche etica quando si difendono persone che l’opinione pubblica a già, in parte condannato. Come si può sentire oggi un familiare di una vittima a sentire le parole dell’avvocato difensore? Può pensare veramente che si è trattato di un uomo che ha avuto un incidente sul lavoro?

Le distorsioni del web… da detenuta a star!

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La sua foto segnaletica ha fatto il giro del web e ora, Meagan Simmons McCullough, arrestata nel 2010 oer guida pericolosa, è diventata una star e si prepara a posare per Playboy. Meagan che vive in una piccola cittadina della Florida è diventato un personaggio famoso grazie alla rete e ora è inseguita da fan e giornalisti… fare la badgirl paga! Ecco l’ennesimo esempio di distorsioni del web che fa diventare star anche chi viene arrestato, che eleva a eroe chi è un criminale, che propaganda i cattivi comportamenti invece di promuovere i buoni insegnamenti.  Perchè il mondo è così attratto dall’autodistruzione e dalle badgirl?

La donna da un miliardo di click!

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Assurda e quasi incredibile l’idea di Jenna Mourey, in arte Jenna Marble, ma le è valsa la nomination sul New York Times come la “donna da un miliardo di clic” per il grande successo che ha avuto su YouTube grazie ai suoi tutorial di make up per ubriache. I suoi consigli spopolano tra le teenager e stanno raccogliendo centinaia di clic. Jenna vuole insegnare alle ragazze come truccarsi da ubriaca parlando anche del rapporto uomo-donna. Jenna conta sul fai-da-te: appare nei video e li monta lei stessa, ed è brava a sfruttare i social network per entrare in contatto con il suo pubblico.

E’ etico insegnare a truccarsi da ubriache? Soprattutto per il pubblico che ha Jenna, è normale che delle ragazzine apprendano l’arte del make-up da sbronza? Quello che alla fine passa nel messaggio può essere frainteso proprio dal pubblico delle teenagers.

Quando la gogna mediatica uccide: si suicida l’ennesima 15enne stuprata

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Ennesimo suicidio di una gogna mediatica, ma sarebbe più corretto parlare di omicidio vero e proprio. Gli “autori” virtuali ma non per questo meno colpevoli sarebbero come sempre coloro che, con superficialità e stupidità, attaccano e irridono le ragazzine vittime di stupro i cui scatti finiscono in rete senza che ci sia la possibilità di un filtro preventivo.

Lo scorso settembre, Audrie Pott è stata violentata a casa di un compagno di classe mentre era incosciente. I suoi ‘amici’ aguzzini, che hanno 16 anni, hanno ripreso l’abuso con i cellulari e poi hanno diffuso le immagini in rete. Il giorno dopo la violenza sessuale, la ragazzina ha scritto su Facebook: “Tutta la scuola lo sa, la mia vita è rovinata”

L’avvocato della famiglia Pott ha dichiarato: “Quello che hanno fatto questi tre ragazzi è inconcepibile. Dovrebbero ricevere il massimo della pena per dare il buon esempio ed evitare che possa accadere ancora”. I ragazzi adesso sono in un carcere minorile con l’accusa di violenza sessuale e diffusione di materiale pedopornografico.

Quante ragazzine dovranno morire? Questa è la nuova violenza contro le donne e ancora nessuno ci mette un freno. Le pene sono lievi perchè di solito gli autori sono sempre minorenni, ma possiamo ancora parlare di minorenni se il reato è uno dei più agghiaccianti che il genere umano possa compiere? Possiamo parlare di minorenni se c’è una volontà così lucida di fare del male e di diffondere un video che offende e umilia le donne al punto di portarle al suicidio? Perchè la rete non si ribella, ma le rende ancora più vittime deridendole invece che offrendo loro protezione?

Perchè i giovani d’oggi sono così cinici, pronti a scagliarsi gli uni contro gli altri invece di tendersi la mano per costruire insieme il futuro?

Gino Strada fa un passo indietro! La rosa dei grillini perde petali.

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“Non so nulla della mia candidatura. Mi fa piacere, ma spero che il prossimo presidente sia Zagrebelsky o Rodotà”. Sembra proprio che uno a uno la rosa dei candidati del M5S stia perdendo i petali, l’ultimo a fare un passo indietro è stato Gino Strada che con queste parole ha fatto un passo indietro nella candidatura a Presidente.  Strada ha sottolineato, anche, come serva una nuovo modello di Sanità pubblica, dato che Emergency ha iniziato ad “intervenire in Italia perché aumenta il numero di chi non può permettersi di pagare nemmeno il ticket”.

Allarmi bomba… ormai ce ne è uno ogni giorno!

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Via Ostiense 131 a Roma, sede del quotidiano l’Unità. Sono le 13,15 quando il  centro direzionale l’Argonauta,   un enorme edificio in cui oltre alla già citata sede del giornale si trova anche la Prefettura, viene fatto evacuare perché vi è un allarme bomba.  Nell’edificio entrano gli artificieri e le unità cinofile che perlustrano l’edificio stanza dopo stanza. Per le 14,30 tutto il personale viene fatto rientrare. Dell’ordigno nessuna traccia.

Ogni volta che in Italia si vive un momento di incertezza politica iniziano ad esserci anche allarmi bomba o come avvenuto nel 92/93 vengono anche fatti scoppiare ordigni per avvertire la politica che la direzione che si sta prendendo non piace all’altro grande potere occulto che è la mafia.

Oggi sul tavolo Italia si stanno muovendo troppe “carte”. Troppe poltrone sono vacanti. Naturalmente gli allarmi bomba sono rivendicati dagli anarchici… è chiaro, no? Ma tutta questa incertezza politica siamo sicuri che alla fine non sarà pilotata verso la “soluzione migliore” del “tutto cambia tutto resta” che tanto piace alla criminalità organizzata?

 

La Lombardi e i 50 anni del Presidente

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Il Pd è in crisi, il Pdl avanza…  il M5S è sotto attacco mediatico da sempre. La nostra politica regredisce nel momento più drammatico della storia d’Italia. Nessuno parla più di spread, di debito pubblico e di disoccupazione… o se ne parla mentre prendi il cappuccino e il cliente dietro di te si suicida per Equitalia. A quel punto capisci che non sei più nel Paese delle meraviglie in cui l’unica cosa determinante ora è il Presidente della Repubblica (anche perché l’Italia non è purtroppo una Repubblica presidenziale), ma che sei in un paese già sommerso che respira solo grazie al tubo della maschera… a gas!

Oggi la gogna mediatica è per la Lombardi che ha dichiarato a Radio Radicale: “Oddio, una certa età anagrafica non mi pare che sia scritto nella Costituzione. Cioè nel senso, non è che c’è scritto dagli ottanta in su, o dai settanta in su, che è l’età media dei candidati. Devi essere stato nel sistema per quarant’anni per andare a fare il presidente della Repubblica o devi essere una figura di garanzia, che cioè si attenga ai dettami della Carta?” 

Ma naturalmente quasi tutti i media hanno preferito riportare che la Lombardi non sa che nella Costituzione esiste un’età minima richiesta per fare il Presidente della Repubblica.

Allora prima di mandare alla gogna qualcuno stiamo attenti… domani il caffè avvelenato potrebbe toccare a noi!

 

 

Fioroni attacca Renzi fa male al Paese. E lui, è la medicina?

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Per Giuseppe Fioroni (Pd) quella di Matteo Renzi contro Anna Finocchiaro e Franco Marini è “una pesante aggressione, un errore politico che fa male al Paese”, nata dalla mancanza di “rispetto nella diversità di vedute”, ancora peggiore perché interna a uno stesso partito. Insomma nel partito democratico la democrazia è scomparsa, vige una dittatura dettata dagli alti vertici a cui tutti si devono adeguare. Una voce fuori dal coro è una malattia da curare e Fioroni, laureato in medicina e chirurgia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sa come debellare questo cancro che sta logorando il Pd. Fiorioni continua in un intervista al TgCom24:

“Aggredirli con la voglia di umiliarli non è dignitoso. Bisognerebbe collegare la lingua al cervello prima di sferrare un colpo”.

Lo ringraziamo di questa teoria media, un luogo comune, che si erge a difesa di un partito allo sbando in un’Italia che anche oggi conta i suoi suicidi per la crisi.

Porno sugli schermi dei centri commerciali

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Sabato pomeriggio, un canale musicale bielorusso, BelMuzTv, ha trasmesso sugli schermi di luoghi pubblici come centri commerciali e ristoranti di Mensk, la capitale dello Stato, un video porno. L’autore del gesto è il responsabile della tv che si è giustificato dicendo di sentirsi depresso per una lite con la fidanzata. Il caso è serio anche perché in Bielorussia tutti i media sono sotto lo stretto controllo dello Stato e il responsabile rischia gravi conseguenze.  Gli spettatori devono aver sospettato qualcosa di strano già diversi minuti prima, quando il canale giovanile aveva messo in onda i video clip della rock band Lyapis Trubeckoj, le cui canzoni sono ufficiosamente vietate per la TV bielorussa, per aver criticato le autorità e il presidente Aleksandr Lukashenko. Ma i fan della band non avevano fatto in tempo neppure ad esultare per il ritorno dei loro benimini, quando BelMuzTV è passata dal proibito all’hard, mostrando video pornografici con scene di nudo integrale e rapporti sessuali. Molti cittadini hanno filmato con i cellulari il porno e lo hanno inviato in rete parlando anche di “azione sovversiva”. Oggi il responsabile della tv è stato immediatamente messo sotto procedimento penale, ma al momento non sono state rese note le generalità

 

Gustavo Zagrebelsky visto da Travaglio.

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Gustavo Zagrebelsky: se la rete è fatta apposta per trovare difetti e controindicazioni, io al momento non ne ho trovate, nel senso che non è mai stato parlamentare, non è mai stato iscritto a nessun partito, è un grande giurista, è il più grande giurista che abbiamo, è stato Presidente della Corte Costituzionale, Giudice Costituzionale e è l’unica carica pubblica ma naturalmente non di parte, che ha ricoperto e insegna, scrive, pensa e dice cose secondo me che gli fanno onore per la sua indipendenza, è uno dei pochissimi costituzionalisti che l’estate scorsa ha usato criticare Napolitano per l’incredibile aggressione scatenata contro la Procura di Palermo con il conflitto di attribuzioni per le telefonate captate sul telefono di Mancino. Personalmente penso che noi dopo anni in cui i Presidenti della Repubblica, chi più e chi meno sgomitano e si allargano e espandono il loro potere fino addirittura a credersi come Napolitano il Re Sole, inascoltabile, ineffabile, incriticabile, abbiamo bisogno di un ritorno alla Costituzione. Costituzione che non è un totem che può essere modificata, aggiornata, essendo ovviamente frutto di un’epoca ormai passata, ma che comunque nelle sue parti principali e cioè in quel meraviglioso equilibrio tra i poteri, deve essere rispettata, soprattutto e uno che l’ha letta, l’ha studiata, l’ha spiegata così bene, l’ha interpretata così bene al punto di contestarne una sostanziale violazione al Capo dello Stato, di fronte a cui tutti i costituzionalisti e giornalisti e i politici si sono inchinati per 7 anni, sia un nome veramente meritevole e adesso ho finito di sognare a occhi aperti, però sognare non costa niente, passate parola!

Emma Bonino vista da Travaglio

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Emma Bonino:  mi appassiona molto come caso mediatico perché ha un’immagine mediatica e quindi nell’opinione pubblica, che è molto diversa dalla realtà della sua biografia. Stiamo parlando sempre di politica, non di questioni penali o cosa, perché scandali, a parte alcuni schizzi che le vennero in quanto partecipo da Commissario europeo alla Commissione Santer che dovette dimettersi per uno scandalo di abuso di soldi, c’è anche un rapporto che gira in rete, ma a parte quello scandalo che la coinvolse in quanto membro di una Commissione che poi si dimise, per il resto in Italia sappiamo benissimo che i Radicali possono essere accusati di tutto, tranne che di avere rubato, come peraltro anche esponenti di altri partiti che non hanno rubato, abbiamo citato prima Prodi. Però la percezione che si ha della Bonino è veramente un caso mediatico che la dice lunga su come la memoria è corta e su come si può addirittura sostenere tutto il contrario di tutto, conosco molte persone che adorano Gino Strada e adorano la Bonino e non si può politicamente, almeno, adorare Gino Strada e adorare la Bonino, perché? Perché sono proprio l’antitesi politica l’uno con l’altra. Gino Strada è stato contro le guerre nell’ex -Jugoslavia, in Afghanistan e in Iraq, la Bonino è stata favorevole a tutte e tre le guerre anche se prima della Guerra in Iraq, aveva proposto un percorso per le dimissioni di Saddam Hussein, non so quanto praticabile, ma in ogni caso aveva provato a fare qualcosa per evitarla, ma poi quando sono partiti i bombardamenti si stava di qua o di là e lei stava dalla parte di chi bombardava e disse anche delle cose molto spiacevoli su Gino Strada, le ho riportate su Il Fatto proprio perché è importante ricordare, che le si condivida o no, l’importante è saperle, è per questo che facciamo questo Passaparola perché i candidati al Quirinale devono essere proprio delle pagine aperte, delle case di vetro. Disse nel 2007 durante il sequestro Mastrogiacomo, quando Gino Strada si interpose come mediatore tra i rapitori che erano dei talebani di questo giornalista di Repubblica in Afghanistan, la Bonino, anche con una certa imprudenza perché non si sputtana un mediatore di un sequestro, lo si mette anche a rischio, ebbene lei disse che Gino Strada trescava con i talebani “con il suo atteggiamento ambiguo tra l’umanitario e il politico che si può prestare a qualunque illazione perché scientemente o inconsciamente che sarebbe ancora peggio, finisce per giocare un ruolo che è sempre un ruolo ambiguo tra torturati e torturatori, quando uno si mette a praticare una linea così ambigua, così poco limpida, si presta a qualunque gioco altrui, nell’illusione di tirare lui le fila, finisce che il burattinaio non è lui”. Il problema è che Gino Strada è un medico, è un medico che soccorre corpi squartati dalle bombe senza distinguere chi li ha squartati e di quale nazionalità sono le bombe, a parte che di solito sono di nazionalità occidentale sia che le tirino gli angloamericani italiani, sia che le tirino i talebani, ma queste parole sono piuttosto pesanti, soprattutto perché si accusa una persona, condivisibile o meno, pacifista totale come Gino Strada, di fare il doppio gioco con i torturatori e soprattutto perché la Bonino, quando poi le torture, si è scoperto che le facevano gli angloamericani nel carcere di Abu Ghraib o gli americani che trattano, come sappiamo, prigionieri privi di un’accusa formalizzata a Guantanámo non risulta avere mai protestato vibratamente.
Per questo e anche per altri motivi ho ritenuto di dover elencare un po’ di ragioni per le quali, discutiamone prima di idolatrare la Bonino. Intanto abbiamo detto 8 volte in Parlamento, dipingerla proprio come un’estranea alla casta, mi sembra eccessiva, 3 volte parlamentare europea, candidata nel 1994 con Forza Italia, Forza Italia è stata fondata da Dell’Utri, da Previti, da Berlusconi lo sapevamo anche nel 1994, Montanelli se ne andò da Il Giornale nel 1994 perché disse che Berlusconi era in conflitto di interessi e una liberale come la Bonino perché non se ne è accorta? E è tornata in Parlamento dove già c’era da diversi anni, addirittura con Forza Italia? Perché ha impiegato 12 anni per accorgersi di chi era Berlusconi? Fino proprio a quando non è stata scaricata definitivamente ha provato fino all’ultimo, fino al 2005 a riallacciare i rapporti con Berlusconi che peraltro l’aveva mandata in Europa di sua nomina, insieme a Mario Monti come commissario europeo.
Che riflessi lenti verrebbe da dire, se ancora nel 2005 diceva: “Con Berlusconi abbiamo iniziato un lavoro molto serio, apprezziamo ciò che sta facendo come Premier, ma la posizione dei suoi alleati è nota” cioè la colpa del mancato accordo con Berlusconi era quello degli alleati, di Casini che non la voleva per ragioni vaticane, per uno dei suoi pochi meriti, ma come si fa a dire: “Apprezziamo ciò che sta facendo come Premier, abbiamo iniziato un lavoro molto, molto serio”, con Berlusconi nel 2005? Dopo il Decreto Biondi, dopo la legge sulle erogatorie, la legge sul falso in bilancio, la legge Cirielli, la legge Cirami, il lodo Schifani, la legge Frattini sul conflitto di interesse, la legge Gasparri, la legge Castelli sull’ordinamento giudiziario, un lavoro molto serio? Apprezziamo il lavoro che sta facendo? Ma cosa ci voleva per accorgersi di cosa stava facendo il Cavaliere? Possibile? Mai una parola sul conflitto di interessi e delle leggi vergogna? Poi dal 2006 con il centro-sinistra allora ha scoperto il babao, è un po’ tardi, l’editto Bulgaro è del 2002! Poi ci sono delle posizioni politiche legittime, ma assolutamente pericolose, secondo me, quando la Bonino è contro l’indipendenza della Magistratura, è contro l’obbligatorietà dell’azione penale, perché è contro l’indipendenza della Magistratura? Proprio perché combatte l’obbligatorietà dell’azione penale, combatte l’unitarietà delle carriere dei magistrati che vuole separare e quindi inevitabilmente fa scivolare la Magistratura sotto l’orbita del potere politico e del resto era il programma di Craxi con il quale Pannella e la Bonino fecero il referendum contro i magistrati nel 1987. Ancora recentemente ha chiesto una norma per punire i magistrati dei loro errori, anche in sede disciplinare, anche quando l’errore non è un errore, ma è semplicemente che tu hai preso una decisione e che il giudice successivo ha ribaltato perché si è fatto un’altra convinzione rispetto alla tua. Il magistrato deve pagare di tasca sua, ma questa è una responsabilità civile dei magistrati che non esiste in nessuna democrazia, perché nessun magistrato farebbe più nessuna inchiesta o nessuna sentenza di condanna contro un potente in quanto ovviamente quel potente poi lo potrebbe rovinare, lo potrebbe mettere sul lastrico, è una cosa semplicemente assurda!
Poi c’è il voto contrario all’arresto di Cosentino con la motivazione, disse la Bonino che stava in Senato mentre il voto dei radicali era venuto alla Camera,”immunità noi siamo contro, ma l’immunità c’è”, no, se sei contro non la devi praticare l’immunità parlamentare! Ci sono vari punti politici, per esempio la battaglia contro il finanziamento pubblico ai partiti, però non contro il finanziamento pubblico a Radio Radicale, allora non va bene, perché Radio Radicale che ha dei meriti storici indiscutibili, però purtroppo è un organo di partito e quindi se sei contro i soldi pubblici ai partiti, dovresti essere contro i soldi pubblici a Radio Radicale. E poi c’è il giudizio su Mani Pulite e su Craxi che purtroppo è decisivo, quando la Bonino dice che Craxi ha commesso degli errori, no Craxi ha commesso dei delitti, rubava, poi dice che bisogna rivisitare Mani Pulite perché indubbiamente nel 1992 si è cercato di risolvere alcuni problemi politici per via giudiziaria, le tangenti sono problemi politici, le tangenti sono delitti che vanno risolti ovviamente per via giudiziaria perché sono dei reati, poi disse che l’inchiesta era orientata a sinistra perché si era salvato un solo partito, balla colossale perché a Milano l’allora Pds fu raso al suolo!
Per quelli che poi si interessano ai temi della terra non dimentichino che la Bonino ha fatto campagna a favore degli Ogm, leggi bianche senza l’etichettatura da commissario europeo e soprattutto si battè, questa è un’altra cosa incredibile, contro gli aiuti alle popolazioni bisognose dell’Afghanistan per non favorire i talebani e addirittura contro la sospensione dei bombardamenti per far passare il corridoio umanitario degli aiuti, sempre per non favorire i talebani, il problema è che gli aiuti erano destinati ai profughi, alle vittime civili della guerra che non c’entravano assolutamente niente! Per quelli che poi amano occuparsi del gruppo Bilderberg, sappiano che la Bonino ha partecipato, invitata a una riunione del Gruppo Bilderberg, il che non vuole dire naturalmente nulla, per l’amor del cielo, riguarda però il fatto che la Signora fa parte di una certa cerchia di uomini piuttosto addentro all’establishment , chi non è un po’ addentro all’estabilishment al gruppo Bilderberg non ce lo fanno entrare neanche di straforo, neanche per fare le pulizie!

Ferdinando Imposimato visto da Travaglio

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Ferdinando Imposimato:  è sicuramente molto simpatico, è un napoletano, anche lui un po’ anzianotto, credo abbia 77 anni, è stato 3 volte parlamentare, se non erro, anche lui nella sinistra, nell’ex PCI e poi ebbe una parentesi che io francamente non ho capito e che denota secondo me un po’ di confusione mentale, quando si candidò con i socialisti, con lo Sdi quindi i socialisti post-craxiani ma erano ancora molto craxiani e ricordo che in quella campagna al fianco di Enrico Manca, del figlio di Craxi, di Boselli si abbandonò a alcuni apprezzamenti davvero spiacevoli nei confronti del pool di Mani Pulite, di Borrelli, di Di Pietro, così magari per gasare un po’ la platea revanscista che ancora considerava Craxi una vittima dei giudici cattivi. Per un magistrato come lui che aveva fatto indagini importanti a Roma sul terrorismo, sulla Banda della Magliana etc., fu una cosa che non gli fece onore.

Romano Prodi visto da Travaglio

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Romano Prodi: fa parte della classe politica, è stato due volte Presidente del Consiglio, è stato parlamentare, è stato Ministro, ancora prima in forma tecnica credo negli anni 80 fu Ministro, se non erro, di un governo Fanfani, potrei sbagliarmi, Ministro dell’Industria, poi è stato Presidente della Commissione Europea. Di incarichi ne ha ricoperti molti anche di tipo elettivo, però il fatto che riscuota simpatie anche nel mondo dei Cinque Stelle è significativo, a dimostrazione del fatto che comunque è un mondo molto variegato, perché poi Prodi è il simbolo dell’Italia che entra in Europa e che adotta la moneta unica, quindi è evidente che c’è un bel dibattito tra europeisti e antieuropeisti. Probabilmente queste simpatie gli derivano dal fatto che con quello che ha passato il convento in questi ultimi 30 anni, probabilmente lo si ricorda come il migliore Presidente del Consiglio, come quello che diceva Montanelli: “profuma di bucato”, lo si può contestare per certe scelte, per certe prudenze, figuriamoci, però non emana fetore di scandali, non emana fetore di… soprattutto è l’unico che ha battuto due volte Berlusconi e soprattutto è l’unico che non ha mai trattato con Berlusconi e questo naturalmente spiega perché per Berlusconi è l’unico del centro-sinistra che non deve diventare Presidente della Repubblica.

Franco Marini visto da Travaglio

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Franco Marini: ex sindacalista della C.I.S.L., poi politico democristiano con Andreotti e poi con vari slalom diventato Presidente del Senato nel 2006, concluse poi magnificamente la sua presidenza con la seduta il giorno in cui cadde Prodi la seconda volta per mano dei mastelliani tra fette di mortadella sventolate, bocce di champagne stappate e lui che diceva “Signori non siamo in un’osteria” che forse è un po’ pochino come reazione per un Presidente del Senato. Ma proprio anche lui nell’ottica del bipartisan, del fatto che non bisogna mai contraddire il centro-destra, ha lasciato un po’ fare tutto quello che si voleva e ha lasciato soprattutto insultare in tutta quella legislatura i senatori a vita che venivano trattati come delle pezze da piedi, soltanto perché si permettevano ogni tanto di votare la fiducia a Prodi.
Diciamo che tra i candidati di casta: “Prendere uno per sbattere l’altro” si dice a Torino, stiamo parlando di uno peggio dell’altro. Restano i candidati che sono stati votati, la top ten che è uscita dalle quirinarie sul portale degli iscritti al MoVimento 5 Stelle e lì devo dire che sono usciti dei nomi che a me non hanno affatto sorpreso perché io conosco abbastanza bene la base del MoVimento 5 Stelle perché molto spesso ho incontrato, ho fatto conferenze, negli anni scorsi quando era una base ancora in fieri, nessuno pensava che poi si sarebbe trasformata addirittura in un movimento che ha sfiorato il primo posto alle elezioni, il primo posto di partito più votato.

Luciano Violante visto da Travaglio

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Luciano Violante: Luciano Violante anche qui merita poche parole, uno che è entrato da Magistrato, da magistrato uscente in Parlamento negli anni 80, è rimasto lì a bivaccare per una trentina di anni, adesso per fortuna in Parlamento non c’è più, ma naturalmente per non farcelo mancare l’hanno trasformato in Responsabile riforme istituzionali del PD e addirittura Saggio, uno dei 10 mirabili saggi che hanno partorito quelle porcherie che avete letto l’altro giorno. 20 anni fa passava per il Capo delle Toghe Rosse anche se non lo era, ma non faceva nulla per smentirlo e oggi è stato candidato al Quirinale da Cicchito e La Russa, quindi immaginate che parabola, che carrierone, che soddisfazione essere candidati di Cicchito e di La Russa, perché? Perché naturalmente sono anni che fa di tutto per dare sempre ragione al Cavaliere e quindi come dicevo prima, avere una quinta colonna nell’altra parte vale doppio, perché se certe cose le dicono Ghedini e Longo, si dice: “Va beh, lo dicono per Berlusconi”, se le dice Violante invece le dice per Berlusconi, però è più difficile farlo capire soprattutto ai suoi elettori.
Ha provato con queste captatio benevolentiae addirittura con le aperture ai ragazzi di Salò, non bisognerebbe mai dimenticarsele queste cose, a ingraziarsi il centro-sinistra, ha tentato più volte di diventare giudice costituzionale e adesso naturalmente sta giocando la sua partitucola per diventare Presidente della Repubblica. Altro non c’è da aggiungere perché il discorso in Parlamento in cui nel 2002 o 2003 vantava che il suo partito non aveva mai fatto la legge sul conflitto di interessi, non aveva mai dichiarato ineleggibile Berlusconi e aveva addirittura moltiplicato per 25 volte il fatturato di Mediaset. Una cosa che ricordava la parodia di Corrado Buzzanti con la voce di Rutelli: vi abbiamo portato l’acqua con le orecchie, padrone ingrato, ricordati degli amici, era questo il senso, come ti permetti di contrastarci quando te le abbiamo tutte vinte, cosa vuoi ancora da noi e camminiamo in ginocchio perché siamo troppo alti e tu sei basso, questo era il senso, solo che Violante era tragicamente serio mentre diceva queste cose, però anche questo è uno dei video più cliccati in rete, quindi non ve lo sto a raccontare perché è molto meglio vederlo proprio in originale, con le facce di Fassino e di Visco che si disperano perché certe cose si fanno ma non si dicono, Violante.

Paola Severino vista da Travaglio

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Tra i candidati della casta non dobbiamo dimenticare l’altra grande favorita, l’altra foglia di fico, voi sapete che si sta cercando di utilizzare il tema delle quote rosa per nascondere gli interessi di casta, quindi chi meglio di una donna, naturalmente ben aggreppiata al sistema consolidato per buttare un po’ di fumo negli occhi alla gente? L’abbiamo già visto con la Presidenza del Senato a Piero Grasso, un uomo dell’apparato, un uomo del sistema, un uomo che ha sempre fatto gli interessi del sistema e che viene presentato come se fosse un figlio dei fiori, un estraneo al mondo del potere, anzi un feroce inquisitore, ”mentre sappiamo che la sua biografia è esattamente il contrario. Ebbene la donna che viene destinata oltre alla Finocchiaro a questo ruolo di foglia di fico, per coprire le vergogne del sistema è Paola Severino.

Paola Severino: Paola Severino è un grande avvocato, grande nel senso che è molto brava come avvocato penalista e nel senso che il suo studio legale a Roma è forse il principale, il più prestigioso e più importante, almeno a giudicare dall’elenco dei clienti che ha avuto fino a un anno e mezzo fa quando la Severino divenne guardasigilli, Ministro della Giustizia del Governo Monti. La Severino è riuscita a difendere negli ultimi anni: Caltagirone di cui è tutt’ora ascoltatissima consigliera, la Rai, Fininvest, Eni, Enel, Telecom, Total, Geronzi, Prodi, Rutelli, Cesa, Formigoni, Mussari ultimo del Monte dei Paschi. Naturalmente lei mentre fa il Ministro non difende, ma per esempio nel suo studio lavora la figlia che degnamente la rappresenta. Più che un Presidente di larghe intese è un Presidente di larghe imprese, nel senso che le ha quasi tutte tra la sua clientela o le ha avute quasi tutte tra la sua clientela, naturalmente non ha mancato di difendere anche un uomo Fininvest come il complice di Previti nello scandalo Emissir e nello scandalo Mondadori e cioè il famoso Giovanni Acampora. Nessun avvocato ovviamente può essere chiamato a rispondere dei delitti dei suoi clienti ci mancherebbe altro, ma stiamo parlando comunque di una persona che è al centro, che è in crocevia di interessi e che evidentemente non potrebbe, per quanto ci provi e sicuramente ci proverebbe, spogliarsi di tutte quelle conoscenze, di tutte quelle relazioni nel momento in cui dovesse andare a rappresentare l’intero Paese. Infatti quando dei penalisti sono andati alla Presidenza della Repubblica, credo sia accaduto due volte e cioè con De Nicola, Presidente provvisorio e poi con Giovanni Leone, erano comunque dei giuristi che da un po’ di anni erano fuori dai giochi processuali e si occupavano di alto diritto. Volavano un po’ più in alto che non invece occuparsi del potere e poi all’epoca il potere non si processava com’è noto, quindi era difficile trovare tutti questi potenti imputati e bisognosi di un avvocato.
La Severino per quanto sia un avvocato molto competente e molto richiesto come abbiamo visto, sarebbe una sorta di consacrazione, di beatificazione del conflitto di interessi mentre noi invece abbiamo bisogno di un Presidente che non abbia nessun sospetto di conflitto di interessi e che aiuti il Paese a uscire da uno dei cancri che è quello dei conflitti di interesse che non riguardano solo Berlusconi ma che riguardano tutti gli intrecci e le cointeressenze che infestano l’economia, la finanza, la borsa e tutto quanto. Una netta distinzione fra il controllato e il controllore, quindi naturalmente questo identikit non può minimamente corrispondere, anzi proprio stride con la biografia dell’Avvocato e ancora per poco, Ministro Paola Severino. Fermo restando che comunque come Ministro della Giustizia è stata pessima: è riuscita a fare una legge anticorruzione che ha diminuito le pene per la concussione, mandando in prescrizione i reati di alcuni complici, coimputati, meglio di Penati nello scandalo delle tangenti di Sesto San Giovanni e naturalmente facendo anche un favore a Berlusconi che dello stesso reato, concussione per induzione deve rispondere nel processo Ruby. Da quando è passata la legge Severino anticorruzione è un reato punito con pene più basse e con prescrizione ancora più breve di quella che c’era prima!
Quindi, anche questa immagine di condottiera contro il malaffare non stiamo mica scherzando, anzi ha già annunciato che se fosse per lei farebbe l’amnistia, quindi noi di tutto abbiamo bisogno, tranne che di un Presidente di amnistia, abbiamo bisogno piuttosto di un Presidente che prenda a cuore la situazione delle carceri e che solleciti delle riforme strutturali per diminuire l’afflusso nelle carceri di chi eventualmente non ci debba andare, ma non certo per mettere fuori ogni due per tre qualche decina di migliaia di delinquenti che poi purtroppo in parte tornano a delinquere. Quindi fanno pure spendere un sacco di risorse in più allo Stato per riandarli ad acciuffare!

Anna Finocchiaro vista da Travaglio.

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Anna Finocchiaro: Anna Finocchiaro è una specie di Violante in gonnella, nel senso che ha fatto il Magistrato anche se soltanto per due anni a Catania, poi nel 1987 è entrata in Parlamento e da lì non si è più mossa praticamente. Se non ricordo male ha 8 legislature all’attivo che è un record che condivide con la Bonino e lì ne ha combinate di tutti i colori, naturalmente. Tutti disastri di solito, quasi sempre veniva recuperata con il proporzionale perché non riusciva a farsi eleggere dai collegi maggioritari, quando non c’era il recupero come alla sua candidatura alle regionali in Sicilia è stata violentemente sconfitta, addirittura da Raffaele Lombardo, bel personaggino, e si è sempre fatta paracadutare altrove. L’ultima volta l’hanno paracadutata addirittura a Taranto e infatti in tutta la Puglia proprio il PD ha perso nonostante che abbia non solo il Sindaco di Taranto, ma anche il Presidente della Regione di centro-sinistra Vendola.
Nonostante sia un Magistrato, in Parlamento si è segnalata, esattamente come Violante, per inciuci di ogni genere sulla giustizia. Nel corso degli anni, stavo ripassando proprio il paragrafo di “Se li conosci li eviti” che è il nostro libro scritto insieme a Peter Gomez sugli impresentabili della scorsa legislatura, è riuscita a parlare a favore di amnistie, indulti, immunità parlamentare, di cui lei è una fervente sostenitrice. Contro l’indipendenza della magistratura, anzi ha detto che la magistratura si occupa di troppe cose, di solito lo dice quando qualche suo compagno di partito è coinvolto in vicende giudiziarie. Addirittura ha trovato da ridire sull’obbligatorietà dell’azione penale che purtroppo per lei è garantita dalla nostra Costituzione; ha avuto occasione di elogiare molto Andreotti per la sua assoluzione, peccato che Andreotti non sia stato assolto, ma sia stato salvato dalla prescrizione per il reato di mafia commesso fino almeno alla primavera del 1980. E se un somaro in fatto di diritto può confondere forse la prescrizione con l’assoluzione, un magistrato non può confonderla, quindi questi non sono errori in buonafede, sono errori dolosi dovuti naturalmente a magheggi e intrugli che si fanno in Parlamento.
È riuscita anche a nominare capo del suo staff, quello che le scriveva i discorsi Salvo Andò un vecchio arnese del Partito Socialista molto legato a ambienti addirittura malavitosi anche se poi nel processo è stato assolto, ma i contatti con elementi piuttosto pericolosi della Catania di un tempo li aveva e la Finocchiaro è riuscita a nominarlo praticamente suo ghost writer definendolo una personalità di altissimo livello, pensate Salvo Andò. Che altro dire? La cosa principale è che purtroppo la Signora Finocchiaro ha un marito, Melchiorre Fidelbo, il quale è attualmente sotto processo per truffa allo Stato. Mi sono segnato qua un’Ansa del 24 ottobre 2012: “il Gup di Catania Marina Rizza ha rinviato a giudizio 4 delle 5 persone indagate nell’inchiesta sulla procedura amministrativa che avrebbe portato all’affidamento senza gara dell’appalto per l’informatizzazione del Presidio Presidente di assistenza di Giarre, assegnato allo Solsamb”, società guidata da Melchiorre Fidelbo, che è il marito della Finocchiaro ma è anche un medico – ginecologo, piuttosto addentro nei sistemi della sanità regionale siciliana.
“Per abuso d’ufficio e truffa aggravata sono stati rinviati a giudizio oltre a Fidelbo, l’ex-direttore amministrativo dell’azienda sanitaria e provinciale di Catania, l’ex direttore generale dell’Asp 3 e il Gup ha disposto sentenze di non luogo a procedere invece per la responsabile di quella procedura etc., L’accusa è stata rappresentata dal PM La Rosa, al centro dell’inchiesta la stipula della deliberazione del 2010 e che autorizzava l’Asp di Catania a stipulare una convenzione con questa società del marito della Finocchiaro, che secondo l’accusa sarebbe stata redatta senza previo espletamento di una procedura a evidenza pubblica”. -Non hanno fatto la gara, gliel’hanno data così, brevi manu come si fa per i raccomandati, del resto tutti lo sanno chi è Fidelbo, è il marito della Signora Finocchiaro, quindi ha ottimi argomenti per ricevere eventuali favori, se poi il processo stabilisse che li ha avuti,- In violazione del divieto di affidare incarichi di consulenza esterna, come previsto dalla normativa regionale. L’atto, sostiene la Procura, avrebbe procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale alla società Solsamb,- la società di Fidelbo- “Consistito nell’affidamento diretto alla società di una prima anticipazione di 175 mila Euro”.

Prendiamo una Presidente della Repubblica con il marito sotto inchiesta?

Credo che un Presidente della Repubblica non possa avere il marito sotto processo, mettetevi nei panni di chi sta facendo quel processo, con quale serenità potrebbe giudicare il marito del Presidente della Repubblica, quindi la Finocchiaro, mi dispiace, ma almeno questa volta per decenza dovrebbe saltare un turno. Ed è sorprendente che il suo partito non si renda conto dell’imbarazzo che creerebbe a tutti gli italiani, oltre che, spero, al suo partito di provenienza, l’ascesa della Finocchiaro addirittura sul Colle più alto, dove non solo si fa il Presidente della Repubblica, ma si fa anche il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. E’ evidente che un magistrato dovendo processare il marito della Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura è evidente che non sarebbe affatto sereno e non potrebbe essere certamente scevro da quei condizionamenti che invece non devono minimamente sfiorare chi deve giudicare.

Massimo D’Alema visto da Travaglio

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Berlusconi sta cercando di scegliere uno della sinistra che possa poi, se il caso lo richiede, sconfessare, quindi andrebbe bene anche:

Massimo D’Alema:  D’Alema potrebbe essere per lui un’ottima soluzione infatti è un candidato forte di Berlusconi, naturalmente. D’Alema è quello che tutti sappiamo, è l’uomo della bicamerale, è uno delle incarnazioni della casta è l’uomo che si è impicciato in varie vicende finanziarie che hanno contribuito a distruggere o a indebolire almeno, il nostro sistema economico, pensate soltanto alla privatizzazione a debito fatta per la Telecom nel 1999 con i famosi capitani coraggiosi, capitani senza capitali però che si fecero prestare i soldi dalle banche e riempirono la Telecom di debiti e la lasciarono come un colabrodo al loro successore. Era un gruppo di finanzieri, di raider che era stato proprio creato in laboratorio in quella che Guido Rossi chiamò la Merchant Bank dove non si parla inglese. Era Palazzo Chigi sotto il governo D’Alema con la fattiva collaborazione anche di Bersani e di altri geni della politica finanziaria di sinistra. Da allora poi abbiamo avuto il caso Unipol, il caso Monte Paschi, nei quali comunque un partito di cui D’Alema ha sempre conservato il pacchetto di azioni di maggioranza, ha la sua responsabilità quantomeno politica. Vorrei chiarire che oggi non si parla di questioni penali, perché nessuno dei candidati ha in proprio vicende penali. Quindi stiamo parlando di errori, tragedie a volte politiche, morali, parliamo di correttezza, non parliamo di reati, parliamo di conflitti di interessi, non parliamo di delitti.
D’Alema quindi, lo conosciamo molto bene e è inutile spendere altre parole se si vuole ricordare lui sì che un processo lo ha avuto, ha avuto una prescrizione per una tangentina, nemmeno tanto piccola, visto che era degli anni 80, di 20 milioni di lire da un costruttore legato alla Sacra Corona Unita, il re delle cliniche pugliesi, Cavallari. Uno che aveva anche il vizio di fare manganellare i sindacalisti della C.G.I.L. che facevano il loro lavoro dentro le sue cliniche da Mazzieri della criminalità organizzata, travestiti da infermieri o da sindacalisti gialli. D’Alema accettò un finanziamento illecito, perché poi non lo registrò e andò tutto in prescrizione, ma insomma, anche D’Alema sembrerebbe in questo momento non in pole position, non perché Berlusconi non lo voglia, ma perché tanto per cambiare il PD è spaccato in 200 correnti, quindi forse non otterrebbe i voti neanche nel suo partito.

Giuliano Amato visto da Travaglio

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Giuliano Amato: nasce politicamente con Bettino Craxi, erano gli anni in cui esplodeva il debito pubblico ed era il braccio destro proprio del leader del PSI.  Era il 1992 quando, nel mese di luglio, il Governo Amato approvò un decreto legge che acconsentiva al prelievo forzoso del 6 per mille, da versare entro il settembre di quello stesso anno. Giuliano Amato aveva giustificato questa manovra in extremis con “un interesse di straordinario rilievo” e con il fatto che stavamo vivendo “una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica”. Ancora oggi non si dice pentito della tassa che aveva imposto: “continuo a pensare che quella fu un imposta giusta: dal ’92 ad oggi di tasse ne avete viste tante, il 6 per mille sui depositi di un piccolo risparmiatore è davvero poco. Solo 60.000 lire su un conto corrente di 10 milioni. Certo, chi aveva di più in banca ha pagato di più…”. Prende una pensione di 31mila euro al mese, piace molto a Napolitano e a Berlusconi e piace molto anche al centrosinistra.

 

Il Travaglio di un Grillo o un Grillo in Travaglio?

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Impresentabili nella corsa nel Quirinale.

“I partiti si stanno chiedendo se il nuovo presidente riuscirà a salvare Berlusconi o dare l’incarico di nuovo a Bersani”.

Esordisce così Travaglio a “La Cosa” il canale in streaming di Beppe Grillo e già dichiara guerra aperta ai futuri candidati al Colle. Il problema di fondo che emerge è sul passato politico di alcuni nomi che non dovevano proprio essere neppure nominati per la carica più alta del nostro Stato. Il problema di fondo rilevato dal giornalista  Marco Travaglio è avere un presidente che non possa essere attaccato per “comportamenti poco limpidi del passato”. Non si parla di condanne o di inchieste, ma proprio di una lucidità e trasparenza della carriera politica. E’ una vergogna sentire ancora oggi alcuni nomi che servono solo a mantenere poltrone o evitare processi!

 

 

 

 

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