Ansia per Maresca, perde il cane e lancia l’appello su Twitter

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Ore di ansia per il centrocampista del Palermo Enzo Maresca che ha perso il suo adorato cane e ha lanciato un appello sul web nel tentativo di poterlo riabbracciare:

 “Ieri sera verso le ore 20 nella zona di fondo anfossi Mondello si è smarrito il mio cane. Se qualcuno lo vede può contattarmi tramite Twitter. Spero di cuore avere news da qualcuno. Grazie a tutti anticipatamente

Il messaggio è stato immediatamente recepito e, cosa ancora più importante, ha avuto riscontro immediato. In poche ore il cane di Maresca è stato ritrovato: “Trovato… Grazie a tutti x l’appoggio e l’aiuto. Queste sono le foto nel momento del ritrovo. Grazie di cuore”, è stato il post del centrocampista rosanero.

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Gli italiani perdono il lavoro e pensano all’aborto

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Perché mettere al mondo un figlio al quale non poter garantire un futuro? Ecco quindi la denuncia shock, ma condivisibile, dei lavoratori della Micron di Catania che si sono rivolti direttamente al Pontefice:

“Alcuni nostri colleghi, che da poche settimane hanno ricevuto la grazia di aspettare un figlio, per sconforto e disperazione pensano di ricorrere all’interruzione di gravidanza perché non potranno garantirgli un futuro dignitoso”.

La lettera inviata a Francesco è stata inviata dalla Fim Cisl e mette in evidenza come le decisioni famigliari pesino su quei 419 esuberi   annunciati dalla multinazionale americana che opera nel settore della microelettronica.

“Ci sono 419 famiglie messe da una multinazionale americana sul ciglio del burrone – scrive il sindacato – Oggi in Italia non siamo i soli e purtroppo le ultime vicende al ministero dello Sviluppo economico ci ha confermato che il governo non le potrà salvare”.

Come scrive La Repubblica:

L’appello al Papa arriva mentre esplodono altre vertenze in tutta la regione. Da ieri, i 206 lavoratori di Acque potabili siciliane (Aps), la società fallita che gestiva il servizio idrico in 52 comuni della provincia di Palermo, occupano la sede dell’azienda in via La Malfa per chiedere garanzie sul loro futuro. I sindacati hanno proclamato 30 giornate di sciopero e chiedono la continuità del servizio. Venerdì i curatori fallimentari avvieranno la riconsegna degli impianti della società ai comuni, mentre il 7 febbraio prossimo è prevista la chiusura dell’esercizio provvisorio di Aps.

Questa mattina, 4500 dipendenti del call center Almaviva sono scesi in piazza a Palermo per lanciare l’allarme sul ridimensionamento dell’azienda, che oggi rappresenta il primo datore di lavoro siciliano. Un corteo che da piazza Marina è giunto fino a Palazzo d’Orleans per chiedere alle istituzioni maggiore attenzione rispetto verso lavoratori che hanno già dovuto accettare tagli degli stipendi fino al 25 per cento pur di mantenere il posto di lavoro. Un’opzione, quella dei contratti di solidarietà, a cui ricorrono sempre più aziende e che oggi riguarda oltre 80 mila persone nell’Isola, senza risparmiare categorie come i bancari e i docenti delle scuole private.

Sfiorato un “secondo Cernis”?

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«Ho visto un elicottero da guerra passare sotto il ponte sul quale stavo transitando e ho avuto paura». Queste le parole di un autista Manuel Ricci che questa mattina, verso le 10,30, stava transitando sul ponte di Pinzano al Tagliamento (Pordenone). All’improvviso l’uomo ha visto spuntare all’orizzonte il velivolo militare, si è fermato e ha scattato alcune foto: «Non so dire se sia o meno una procedura corretta, forse sì – racconta – ma forse si poteva scegliere una zona chiusa al traffico civile per questo addestramento». Poi si è appreso che in effetti, sono in corso all’aeroporto Pagliano e Gori di Aviano (Pordenone) – sede del 31.mo Fighter Wing dell’Us Air Force – delle esercitazioni militari. Fino al 15 febbraio l’attività addestrativa vedrà impegnati anche degli elicotteri schierati dal dodicesimo Combat Aviation Brigate dell’Us Army (l’Esercito degli Stati Uniti d’America) e gli F16 di stanza nella base friulana. Speriamo di non assistere mai a un secondo Cernis!

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A.A.A. cercasi giornalista… corretto!

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Un bando del Comune di Piacenza ha fatto scoppiare polemiche per un aggettivo, nello specifico “corretto”, che si legge al proprio interno.

l bando prevede, tra i compiti del giornalista che sarà selezionato tramite selezione pubblica:

“un’attività di ricerca sulla terminologia utilizzata dai media locali per illustrare e descrivere episodi che riguardano la sicurezza urbana: alimentato soprattutto dai media, il discorso pubblico sulla paura condiziona i comportamenti e distorce le percezioni. L’uso costante di titoli ad effetto, di immagini appiattite su stereotipi e pregiudizi, di scelte stilistiche che sembrano calcolate per provocare un disgusto ‘oggettivo’ nei lettori, dipingono un fatto come problema, piaga o minaccia dell’ordine sociale”.

Giudizi duramente cassati in consiglio comunale dal consigliere ed ex-parlamentare Tommaso Foti (Fratelli d’Italia) che in aula si è rivolto direttamente al sindaco Dosi:

“Le risse e le violenze sono suggestioni della stampa? Se volete dare questo incarico, almeno non fatelo con motivazioni offensive nei confronti dei cittadini. Non penso e non credo che la percezione di insicurezza sia data dall’alimentazione della rappresentazione dei fatti. Anzi, molto spesso è il contrario. Questo progetto è simile a un decalogo di Pol Pot che utile al premio Pulitzer”.

La finalità del progetto – sempre secondo il bando comunale – è “favorire una corretta informazione a livello locale, che eviti di stimolare sentimenti incontrollati di paura tali da sfociare in comportamenti intolleranti o discriminatori” e “veicolare dati e notizie corretti”.

“I virus m’impediscono di vedere i porno”: vuole denunciare gli hacker

hacker-tuttacronacaUn anziano di Piove di Sacco, in provincia di Padova, si è presentato in caserma dai carabinieri portando con sè il suo computer. Il 70enne era intenzionato a denunciare gli hacker che, avendogli inondato il pc di virus, gli impedivano di guardare i film porno. L’uomo ha spiegato: “Sono stanco e arrabbiato, non è possibile che ogni volta che entro in un sito pornografico, il mio computer rimanga vittima di un virus. Ogni settimana spendo duecento euro di tecnico informatico. Le donne sono il bello della vita, non posso farne a meno. Certo se mi trovassi una compagna, avrei meno pensieri e risparmierei anche i soldi del tecnico informatico”. Spiegare all’uomo che è praticamente impossibile sporgere denuncia contro gli hacker informatici, tuttavia, non è stato facile. “Mi volete dire che ogni volta sarò costretto a pagare il tecnico per tornare a divertirmi? Va bene, di certo io non abbandonerò il piacere dell’hard. Sono una brava persona – ha detto ai militari – non ho mai fatto male a nessuno. Non posso farmene una colpa se non trovo una donna tutta per me. Ma la testa e il fisico funzionano perfettamente e non è ancora il momento di abbandonare la sessualità”. A quel punto l’uomo non ha potuto far altro che riprendere il suo computer e affermare: “Andrò anche questa settimana dal tecnico, non posso resistere senza sesso, è la mia passione più grande”. Il maresciallo gli ha dato una pacca sulla spalla e gli ha augurato buona fortuna.

L’agghiacciante proposta shock: 50.000 firme per far suicidare Ruffini

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Tra cattivo gusto e shock arriva anche la proposta di qualcuno, che forse voleva essere goliardico, ma ha solo superato il limite propone 50mila firme affinché Paolo Ruffini, conduttore televisivo, nonché attore e regista, si tolga la vita. Al di là dell’agghiacciante petizione anche la motivazione sembra alquanto priva di senso e molto vaga: “L’aria è un bene importante e di tutti. Lui con la sua esistenza sta sprecando inutilmente ossigeno. Il nostro. Se hai un cuore, firma e condividi. È per una buona causa”. Forse l’aria la sottrae anche chi perde tempo con simili manifestazioni che vanno contro ogni umana comprensione… ma noi auguriamo buona salute a chiunque, anche all’autore di tale gesto e ai pochi sostenitori che hanno sottoscritto la petizione. Speriamo solo che scompaia dal web il prima possibile.

Malore per Grignani ricoverato d’urgenza!

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Gianluca Grignani e il suo malore che ha fatto il giro del web. Il cantautore, di passaggio a Fabriano per le prove si un suo concerto, nella notte ha accusato un malore ed è stato ricoverato per precauzione in ospedale. Dopo esser stato sottoposto ad alcuni esami, è stato poi dimesso questa mattina intorno alle ore 9. Il malore infatti sarebbe stato procurato da un virus influenzale che ha colpito il cantante che poi ha voluto rassicurare i suoi fan

«Sto alla grande, e sono in auto che viaggio verso casa».

Gianluca Grignani, ha, fra l’altro, appena finito di lavorare in studio al suo nuovo disco che sarà in uscita nei prossimi mesi.

La crisi economica fa volare il calciomercato italiano

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Sembra una contraddizione in termini eppure la crisi economica che ha bloccato i mercati economici ha spinto al rialzo il calciomercato. Nonostante i bilanci di molti club risultino tutt’ora in rosso uno studio della Fifa, il Global Transfert Market, rivela che per i trasferimenti dei calciatori sono stati spesi 2,7 miliardi di euro nel 2013. I club italiani in tal senso sono molto attivi e si sono piazzati al secondo posto con 475 milioni, subito dietro l’Inghilterra la quale ha speso 913 milioni. Terza la Spagna.

Sono stati presi in esame i 6000 club professionistici nel mondo di 200 nazioni e l’analisi ha mostrato come, rispetto al 2012, vi sia stato un aumento di spesa del 41 per cento. In casa nostra, con i presidenti che gridano a costi di gestione elevati, l”incremento rispetto all”anno precedente è stato del 120 per cento.

Nel 2013 i trasferimenti internazionali di giocatori ancora sotto contratto sono stati 1628 (il 14%) delle 12.309 operazioni concluse e in questi numeri non ci sono i trasferimenti di calciatori nello stesso Paese. E, per quanto riguarda questi trasferimenti, gli intermediari hanno incassato 216 milioni di commissioni.

I club italiani hanno acquistato 304 giocatori nel 2013 (incremento del 15%) e, nello stesso tempo, ne sono partiti 382. E” il Brasile il serbatoio mondiale visto che da là 1402 giocatori se ne sono andati. Per quanto riguarda l”Italia, l”analisi della Fifa ha evidenziato che da noi sono arrivati 39 giocatori dalla Liga e nello stesso tempo in Spagna sono andati 35 atleti.

Aspettano un figlio e sopprimono il cane… il web solidale con l’animale!

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Troppe famiglie prendono un animale e poi pensano di poterlo abbandonare quando “il giocattolo” diventa faticoso da gestire o, come in questo caso un figlio è in arrivo e si pensa che una cagnolina di 3 anni, un mix tra le razze Boxer e Rhodesian, possa rappresentare un pericolo per il nuovo nascituro. Così da ieri su eBay è apparso un appello, inserito da un’utente, Federica Benedet, che è venuta a conoscenza della situazione attraverso un conoscente e sta cercando una nuova famiglia che adotti il cane che altrimenti, tra sei mesi, cioè quando nascerà il bimbo, sarà abbattuto da un veterinario.

«Abbiamo già ricevuto alcune richieste – rivela Federica Benedet – ma per ora nessuno ha tradotto in pratica l’intenzione di adottare l’animale. È una razza abbastanza iperattiva – avverte – e per educarla serve polso». La ragazza si è già messa in contatto con l’associazione «Dingo» di Pordenone: «Se non si dovesse trovare un nuovo padrone in tempi brevi – fa sapere Federica Benedet – anche un canile sarebbe una soluzione migliore, rispetto a ciò che ne vuol fare la famiglia americana». Ovvero sopprimere l’animale domestico come se nulla fosse.

 

Quando arriverà la legge per i reati ambientali in Italia?

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Forse i tempi sono maturi e finalmente i reati ambientali avranno un articolo nel nostro codice penale. Fino a oggi infatti, nonostante gli scempi e i disastri ambientali che hanno riempito le pagine dei giornali, i reati legati all’ambiente non hanno trovato posto nel nostro ordinamento. Ora si è vicino alla risoluzione del problema? C’è chi lo spera, anche se davvero sembra essere tardi, con un’Italia ferita a morte nel suo patrimonio naturalistico e culturale che avrebbe da solo potuto, in tempo di crisi, traghettare il nostro Paese alla ripresa e che invece è rimasto schiacciato sotto la scarsità di fondi e  incapacità gestionale. Le pene per chi oggi commette un reato contro il nostro patrimonio ambientale sono blande, quasi inesistenti e sostanzialmente si fermano a una sanzione di tipo economico, senza intaccare la fedina penale di chi commette il reato.

Come spiega La Stampa:

A tentare di spostare in avanti le lancette della storia è il testo unificato approvato all’unanimità dalla Commissione Giustizia di Montecitorio, in prossimità delle vacanze natalizie, che accorpa ben tre disegni di leggi presentati in questa legislatura (a firma di Ermete Realacci, Salvatore Micillo e Tommaso Pellegrino). Al testo unificato ha lavorato anche una Commissione di studio ad hoc nominata dal ministro dell’ambiente e presieduta dal gip Raffaele Piccirillo. Ma come è accaduto al vecchio pescatore di Hemingway, a furia di passaggi di mano e compromessi al ribasso della strana maggioranza, dell’enorme pesce all’amo è rimasto poco più che la lisca. Alla fine, vedono la luce solo due nuovi delitti: inquinamento e disastro ambientale. E se il primo è una novità assoluta, il secondo in realtà ha fatto da tempo la sua comparsa nei tribunali grazie all’interpretazione estensiva dell’art.434 del codice penale, il disastro innominato, che ha compreso anche quello ambientale.

Ciò che più conta è che per la prima volta nel campo ambientale si cambia paradigma giuridico: si passa da una impostazione penalistica che punisce situazioni di “pericolo astratto” a una in cui si sanziona il “danno effettivo”. Nel primo caso si puniscono mere inadempienza di prescrizioni normative, nel secondo i danni effettivamente arrecati. Anche se è un’arma a doppio taglio: se fino a oggi un’azienda che scarica illegalmente in un fiume viene punita (poco e male) solo perché non ha alcuna autorizzazione oppure perché ne ha travalicato i limiti, con la riforma per contestare uno dei due nuovi delitti occorrerà dimostrare e quantificare il danno causato. Salto di qualità pericoloso, ma necessario.

 Sicuramente positivi sono le circostanza aggravanti per i reati ambientali previste dal testo, sia nei casi dell’associazione a delinquere che, soprattutto, nel caso del coinvolgimento di pubblici funzionari o incaricati di pubblico servizio; visti i livelli di corruzione in materia ambientale una aggravante più che benvenuta.

Riforma ridotta all’osso, si diceva. Se da un parte non fa cenno alcuno ai reati nel ciclo del cemento (si pensi all’abusivismo edilizio, anche in aree a rischio), dall’altra ha rimesso nel cassetto altri delitti, invece presenti nei disegni di legge originari, come il “Danno ambientale, l’”Alterazione del patrimonio naturale, della flora o della fauna selvatica o delle bellezze naturali”, la “Frode ambientale” e l’”Impedimento al controllo”. Meglio di niente, certo. Ma si può fare di più?.

La morte misteriosa: il decesso della hostess

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Nessun segno di violenza, nessuna malattia pregressa, nessun motivo per suicidarsi. Una morte avvolta nel mistero quella di Azzurra Matiddi, 24enne, hostess di terra per Alitalia che viveva in un appartamento a Fiumicino non lontano dallo scalo romano dove prestava servizio. La madre non riuscendola a contattare sin dalle prime ore del mattino, ha deciso poi di recarsi nell’abitazione della figlia in via Federico Martinengo. Qui la tragica scoperta, Azzurra era riversa a terra in bagno, vestita e senza apparenti ferite. La ragazza non soffriva di nessun disturbo, anche perché sarebbe stato evidenziato dalle visite mediche a cui devono sottoporsi anche le hostess di terra. Era una ragazza solare, senza apparenti motivi per tentare il suicidio. Una morte quindi avvolta nel mistero. Il magistrato della Procura di Civitavecchia ha affidato la salma all’Istituto di Medicina legale del Policlinico Umberto I: sarà, dunque, l’autopsia a svelare il mistero della morte della giovane.

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