Potrebbe davvero crollare il Governo? Sulla stabilità del governo sembra che qualche tassello non torni. Ma da dove verrebbe la bastonata? Dalla Corte Costituzionale. A farne le spese sarebbero lo stesso esecutivo e tutti gli eletti di Camera e Senato. Martedì prossimo c’è un appuntamento cerchiato in rosso sul calendario: la Consulta dovrà pronunciarsi sulla legittimità del Porcellum. Se la Corte dovesse bocciare l’attuale legge elettorale ecco che scatterebbe un terremoto istituzionale. Come spiega Renato Brunetta ne il Foglio di domani, e come anticipa il Foglio.it con il verdetto negativo della Consulta l’intero parlamento sarebbe illegittimo e quindi di fatto andrebbe sciolto in poche settimane.
Cosa accadrebbe quindi? Lo racconta Libero:
Se la Consulta dovesse bocciare il “Porcellum” in riferimento alla mancanza della soglia minima per il premio di maggioranza, automaticamente deputati e senatori eletti decadrebbero – se non ancora convalidati dalle rispettive Camere – e dovrebbero essere rimpiazzati da quanti sono stati esclusi. I calcoli consentono di ritenere che i deputati di sinistra “abusivi” sarebbero 148 (da 340 scivolerebbero a 192). Il centrodestra avrebbe in tutto solo due onorevoli in meno del centrosinistra, situandosi a 190 e guadagnandone dunque 66 rispetto agli attuali 124. Poi, sempre secondo Brunetta ci sarebbero altri scenari. Con un responso negativo della Consulta ecco che arriverebbe l’annullamento puro e semplice della disciplina del premio; oppure l’ ‘annullamento dell’intera legge; o addirittura l’annullamento dell’intera legge elettorale, ma assumendo come conseguenza la reviviscenza del precedente, cioè “Mattarellum”. Se la Consulta dovesse dire “no” al porcellum il terremoto è certo.