Non si sarebbero abbbassate le sbarre, per cause ancora in via di accertamento, a un passaggio a livello della linea Bergamo-Lecco tra Pontida e Cisano Bergamasco. Un’ambulanza che si trovava ad attraversare i binari è stata così travolta da un treno partito da Bergamo con quindici minuti di ritardo. Sembra che il ritardo fosse dovuto a problemi segnalati lungo la linea. Come riporta il Corriere di Bergamo, alcuni testimoni hanno detto di aver sentito distintamente la frenata del treno seguita subito dopo dalla sirena. Poi il terribile schianto che è costato la vita a due persone, mentre una terza è grave. Sul posto sono intervenuti ambulanze del 118, carabinieri, vigili del fuoco.
Tutti gli articoli con tag 2013 7 Nov
Treno investe ambulanza nel Bergamasco: due morti
Pubblicato da tdy22 in novembre 7, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/11/07/treno-investe-ambulanza-nel-bergamasco-due-morti/
In campo vince il Napoli, fuori dal rettangolo trionfa la violenza
Il Napoli festeggia la vittoria sul Marsiglia per tre reti a due, ma ieri il capoluogo partenopeo è stato anche luogo di scontri. Se già la notte precedente la polizia aveva fermato otto persone, ieri gli scontri sono proseguiti, con l’autobus su cui viaggiavano i calciatori fancesi che è stato colpito da una bottiglia nei pressi del San Paolo. L’episodio è avvenuto in via Giambattista Marino, dove l’autobus transitava per portare i francesi allo stadio per la partita di Champions contro il Napoli. La bottiglia ha danneggiato un vetro del veicolo senza provocare altri danni. Altri bus, questa volta con a bordo una cinquantina di tifosi del Marsiglia. Qui la polizia ha trovato armi tra cui accette, martelli e anche dei machete. Attorno allo stadio e nelle zone limitrofe, inoltre, ci sono stati scontri tra tifosi e lanci di pietre, fumogeni e bombe carta contro la polizia. Ma i supporter azzurri hanno anche divelto i pali della segnaletica stradale prima di subire la carica delle forze dell’ordine che li ha dispersi verso piazzale Tecchio, dove però è proseguito il lancio di petardi mentre famiglie e tifosi del Napoli non violenti stavano raggiungendo a piedi lo stadio. Il folto gruppo di facinorosi è stato poi disperso. A far le spese della violenza anche l’ultimo bus di tifosi francesi giunto al San Paolo: bersagliato da un fitto lancio di fumogeni lungo via Marconi, ha riportato la distruzione del parabrezza frontale di destra e di tutta la fiancata destra. Ma non ne è uscito indenne neanche un militare americano della Nato, simpatizzante del Napoli ma scambiato per un tifoso del Marsiglia. Nei pressi dello stadio è stato colpito alla testa durante un lancio di pietre. Alcuni testimoni hanno inoltre raccontato che l’uomo è stato spogliato della maglia del Napoli che indossava da alcuni giovani che si sono dati alla fuga. Il giovane ha fatto poi il suo ingresso nel settore ospiti a torso nudo e scortato dalla polizia fino al presidio medico dove gli sono state prestate le prime cure. Le sue condizioni non sono gravi.
Pubblicato da tdy22 in novembre 7, 2013
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Il gay suicida a Roma e le chiamate al telefono antiomofobia
La Procura ha acquisito le telefonate che Simone, il 21enne che si è tolto la vita a Roma una settimana fa, aveva fatto al telefono antiomofobia. A raccontarlo, il Corriere della Sera, che spiega come il giovane, negli ultimi due mesi di vita, si era rivolto una decina di volte al centralino gestito dal Comune di Roma, dalla Provincia e dalla Regione Lazio con personale composto di volontari delle associazioni omosessuali, a volte presentandosi, altre restando in forma anonima. Utilizzava quelle telefonate per raccontare del proprio malessere e delle vessazioni subite. “A scuola mi prendevano in giro, mi trattavano male: erano più aggressivi. Ma adesso mi sento gli occhi addosso, avverto la discriminazione dei colleghi”. E ancora: “Sono uno studente di scienze infermieristiche, faccio il tirocinante. Quando passo nei corridoi sento le voci alle mie spalle: si chiedono se sono frocio, gay”. E ancora: “I ragazzi che si sono suicidati perché dicevano che erano gay… io capisco come si sentivano, a volte viene anche a me la voglia di farlo”. L’ultima chiamata risale a due settimane il fatidico giorno in cui ha deciso di gettarsi dal tetto di un palazzo sulla Casilina, a tre chilometri da casa sua. Proprio a questo, tra le altre cose, gli investigatori cercano una risposta. Perchè compiere il gesto estremo lontano da casa? Ma si vuole capire anche se ci sia stato qualcuno in particolare che l’abbia spinto a prendere questa decisione e, mentre s’indaga contro ignoti per istigazione al suicidio, sotto esame sono le amicizie e i rapporti lavorativi del ragazzo.
Pubblicato da tdy22 in novembre 7, 2013
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Interrogate le baby squillo: prostitute per compare cose griffate
Le baby squillo del Parioli sono state interrogate dai magistrati riguardo al giro di prostituzione minorile in cui erano state coinvolte a partire da annunci sulla rete per poi passare nelle mani di Mirko Ieni, che organizzava gli appuntamenti e le accompagnava. Spiega la 14enne, la più giovane delle due: “Tutto è iniziato quasi per caso, un giorno ci siamo collegate su una bacheca di annunci e incontri per trovare dei lavoretti ed essere indipendenti”. Proprio lei inizialmente aveva paura, e per questo motivo le prime volte lavorava con l’amica, 16enne da pochi giorni. Guadagnavano “200 euro per i soli preliminari o 300 per un rapporto completo”. E poi, “Piano piano poi ho iniziato a lavorare da sola, prendevo 100 o 150 euro, finché Mirko, che era un nostro cliente, non è diventato il nostro protettore”. Con lui la giovane incomincia a lavorare ogni giorno e ad avere due incontri in 24 ore. Lui si prendeva la metà di quanto guadagnavano. Il desiderio delle due ragazzine era guadagnare per poter essere indipendente, la più giovane anche per aiutare economicamente la madre, che la rimproverava ma prendeva ugualmente i soldi che lei portava a casa. “Pensava che spacciavo, mi rimproverava ma alla fine li prendeva perché ne avevamo bisogno”, afferma. Ma i soldi servivano anche per lo shopping e per sniffare. “E’ vero che ho offerto droga alla mia amica, era lei che voleva farlo da tempo”, spiega la 16enne. A volte i clienti o gli intermediari pagavano le prestazioni anche solo con la coca.
Pubblicato da tdy22 in novembre 7, 2013
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“Qui siamo a New York: …
Pubblicato da tdy22 in novembre 7, 2013
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Poesie e racconti: i colori della fantasia
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Serial killers and true crime
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