“Dove sono nata e dove e come ho vissuto non ha molta importanza. …

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… Ciò che conta è quello che ho fatto dei luoghi e dei modi in cui sono vissuta.”

-Georgia O’Keeffe-

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Uno sguardo a… Huevos Rancheros

La ricetta puoi trovarla QUI!

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Georgia O’Keeffe… in New Mexico

Gerogia O’Keeffe… interpretata da Joan Allen

Georgia O’Keeffe… alcune opere

Gente di Sun Prairie… Georgia O’Keeffe

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Uno sguardo a Sun Prairie… Chase Grain Elevator

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Uno sguardo a Sun Prairie… la biblioteca

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Uno sguardo a… SUN PRAIRIE (Wisconsin)

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Dopo 24 anni Denis Bergamini avrà giustizia? Accusata la ex!

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Chi ricorda la vicenda di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza morto il 18 novembre 1989 investito da un camion?

Lo hanno probabilmente “suicidato”. Ucciso da due killer che lo hanno prelevato all’uscita del cinema Garden di Rende per assassinarlo poi con coltellate alle parti basse?  Il caso di Donato “Denis” Bergamini, il calciatore ‘suicidato’ a 27 anni, era stato riaperto due anni fa proprio dalla procura di Castrovillari grazie alla strenua lotta della famiglia del giovane di Boccaleone di Argenta che non si è mai rassegnata alle affrettate conclusioni della prima inchiesta. Tutto si basava sulla testimonianza oculare dell’allora ex fidanzata del calciatore che avrebbe raccontato la volontà di Bergamini di suicidarsi. Ma troppi piccoli dettagli nella vicenda del calciatore non sono mai stati chiariti. Come il racconto del conducente del camion sotto cui si sarebbe gettato Bergamini,  Raffaele Pisano, che dichiarò alla magistratura di essere partito da Rosarno, che dista circa 224 chilometri dal presunto luogo dell’incidente a Roseto Capo Spulico. Tra i dati inseriti figurano 177 chilometri percorsi, non figura la targa del veicolo e soprattutto nella trascrizione della data “18/11/89”, le cifre indicanti il giorno e il mese appaiono scritte con diverse grafie.

Oggi è stata formalmente accusa di concorso in omicidio Isabella Internò e si attendono i nomi degli altri indagati.

 

Il Chelsea batte il Benfica 2-1: l’Europa League va ai Blues

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Sono i Blues ad alzare al cielo la coppa dopo la finale di Europa League contro il Benfica e può esser fiero di sè Benitez: per lui settimo premio in bachecha che si somma, tra gli altri, al trofeo Champions dell’anno scorso, sempre ottenuto con i ragazzi del Chelsea. Un bel modo di salutare una panchina che sta per cedere a Mourinho. Per il Benfica, all’opposto, dopo la settima finale persa, s’inizia a temere che la “maledizione” lanciata da Bela Guttman nel ’62, “Non vincerete più una finale per altri 100 anni”, si stia avverando, soprattutto se si considera la sconfitta nello scontro contro il Porto dello scorso finesettimana. Ancora una volta viene infatti beffata nel recupero, quando al 92′ Ivanovic sigla di testa la rete della vittoria. I ragazzi di Jesus probabilmente non si meritavano un simile risultato, dopo che per 90′ hanno dominato l’incontro contro una squadra remissiva.

All’Amsterdam Arena il primo tempo si è concluso a reti inviolate e, nella ripresa, è il Chelsea a sbloccare il risultato al 60′ con Torres, servito da Cech, che scappa Luisao e salta Moraes in uscita. 0-1.

Dopo soli 8′ Cardozo, su rigore, annulla il vantaggio. 1-1.

Fatali sono gli ultimi minuti, quando il Chelsea mette in campo la sua esperienza e, con sangue freddo, si aggiudica l’incontro diventando la quarta squadra, assieme a Ajax, Bayern e Juventus a vincere Coppa dei Campioni, Coppa UEFA/Europa League e Coppa delle Coppe.

Si parla di ripresa economica e si lascia l’Imu ai capannoni industriali?

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Nulla di fatto. Le imprese restano strangolate nella morsa delle tasse, nessuna sospensione dell’Imu sui capannoni industriali. Il governo ha deciso che per ora sarà congelato solo il pagamento dell’Imu sulla prima casa. Era stato il Pd a chiedere un alleggerimento dal sottosegretario Pierpaolo Baretta al ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, visto ceh gli industriali lo imploravano. La Ragioneria dello Stato ha fatto presente che tendere la mano alle imprese non avrebbe un costo di 1,5 miliardi di euro come stimato da molti, bensì di 7 miliardi. Il governo quindi pensa a far quadrare il bilancio, ancora una volta succube della normativa europea, piuttosto ceh attuare un cambiamento per dare una spinta propulsiva un segnale vero di cambiamento… Insomma il governo al servizio del Paese, sembra non sentire gli urli di dolore della piccola e media impresa italiana.

Ecco cosa succede nell’editoria italiana!

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Chiunque scrive e spesso chi lo fa si sente uno scrittore… poi si scontra con il mondo dell’editoria e la sua frustrazione è profonda.   Ma c’è sempre chi è pronto a realizzare il sogno di un giovane aspirante romanziere… condizione necessaria è solo che il giovane (o meno giovane) possegga almeno 500 o 1000 euro necessari per la pubblicazione a pagamento del suo manoscritto. Ma ci sono case editrici che arrivano anche a chiedere 2000 euro a fronte dell’impegno da parte dell’autore di acquistare un certo numero di copie… i soldi evitano alla casa editrice di correre i rischi connessi con la pubblicazione di un’opera prima, ma soprattutto sono un lauto compenso per quelle aziende che più che all’editoria fanno un business proprio speculando con i sogni degli aspiranti scrittori, disposti a tutto pur di tenere tra le proprie mani quella creatura frutto di tanto lavoro.

L’azienda che è leader in questo settore, nonostante il periodo di crisi economica, ha fatturato 4 milioni di euro, proprio facendo leva sulla voglia di emergere dei giovani che si sono presentati speranzosi alla casa editrice e ne sono alleggeriti nel portafoglio con un edizione, la cui distribuzione non è curata e spesso è un cartellino giallo per presentarsi in case editrici più serie che vedono tali pubblicazioni come fumo negli occhi. Questa azienda fu aspramente criticata dal sito Writer’s Dream che la accusò immediatamente di pubblicare qualsiasi manoscritto senza la minima selezione. Questo editore pubblicò infatti anche un manoscritto estratto da un blog che cui pagine erano state copiate pedissequamente da Wikipedia, un collage di frasi che non aveva nessun senso logico… ma che fruttarono all’azienda quasi 3 mila euro.

Ora l’amministratrice del blog, una ragazza di appena 21 anni è stata condannata da un Tribunale per un commento che sarebbe diffamatorio per l’azienda in questione e che doveva essere “filtrato” (cioè cestinato) dall’amministratrice del blog. Una sentenza che lascia perplessi se si pensa che la ragazza all’epoca dei fatti era minorenne e che il messaggio in questione era uno dei tanti che arrivavano giornalmente a quel sito. Ma il blog, che per sua struttura giuridica non può mai essere considerato un giornale, in questo caso è stato processato proprio con la legge sula stampa del 1948.  

Questo solo per capire la potenza di alcuni organismi che non solo riescono a manovrare i sogni degli aspiranti scrittori, ma anche a far condannare un’autrice di blog.

La partita resta aperta tra i sostenitori di questi editori che comunque pubblicano seppur a pagamento e quelle grandi e importanti case editrici che danno spazio solo a nomi affermati senza mai neppure aprire il libro di un esordiente se non è opportunamente segnalato.

Suicidio dopo la strage.

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Ancora donne, ancora violenze… ancora morte. Un romeno che nel primo pomeriggio si è gettato sotto un treno aveva già compiuto la sua strage uccidendo la ex moglie e una convivente che abitavano in via Di Marco a Palermo. La polizia non riuscendo a identificare il cadavere dell’uomo sui binari della ferrovia, ha preso il cellulare della vittima e ha provato a comporre alcuni numeri. Finalmente ha risposto una donna, un’amica della moglie che ha dato alla polizia l’indirizzo dell’appartamento. Una volta arrivati sul posto i poliziotti hanno provato più volte a suonare il campanello ma non ricevendo risposta hanno deciso di sfondare la porta ed entrare nell’appartamento. Qui hanno fatto la macabra scoperta: la moglie era stata uccisa con un’arma da taglio, mentre la sua coinquilina è stata ritrovata soffocata con un sacchetto di plastica.

 

Passano le staminali… ma è vittoria? Facciamo chiarezza!

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Passa l’emendamento sulle staminali nella commissione Affari sociali che consente la sperimentazione di terapie avanzate a base di staminali mesenchimali. Ma cosa sono?

Le staminali mesenchimali appartengono alla categoria delle cellule adulte, quindi non hanno nulla a che vedere con quelle embrionali che continuano a essere vietate in Italia. Queste cellule adulte risiedono in nicchie all’interno delle quali sono mantenute indifferenziate in uno stato di quiescenza e sono attivate mediante stimoli ambientali per garantire il fisiologico ricambio di capelli, unghie, midollo osseo, etc…

“Abbiamo voluto consentire la possibilità di fare una sperimentazione clinica con le staminali, e in questo caso a Stamina Foundation. Ma con un unico paletto: ciò che somministrano non deve essere nocivo ai pazienti”, ha spiegato Pierpaolo Vargiu, presidente della Commissione. Quindi per la fonte istituzionale questa approvazione è un grande passo avanti, perché dunque c’erano i genitori dei pazienti in cura e le associazioni che si occupano dell’assistenza a protestare in Piazza Montecitorio?

Perchè si temeva che le cure potessero essere interrotte, invece il via libera della commissione ha permesso che tale sperimentazione si possa fare ma deve essere ricondotta nei canoni della legalità e del rispetto delle norme.

Attimi di tensione quando sembrava che la commissione invece fosse vicina alla bocciatura, tanto che si è sentito gridare:

“Assassini assassini”.

“Non abbiamo più tempo da perdere”

“Dovete stare dalla nostra parte”

E alla fine Vargiu afferma che “è andata bene” . La sperimentazione durerà 18 mesi, con uno stanziamento di 3 milioni di euro e l’istituzione di un osservatorio per il monitoraggio. Ma c’è il presidente di Stamina Davide Vannoni, che giudica le modifiche apportate al decreto una “sconfitta” poiché tutto “sembrerebbe ricondotto alla sperimentazione nell’ambito della produzione di farmaci”. Il Senato, chiarisce Vannoni, “ha già previsto una sperimentazione della terapia, fatta con tutti i protocolli e in più ospedali italiani”. Fare invece diventare la sperimentazione di tipo farmaceutico “significa fermare totalmente la nostra metodica”. Nei laboratori farmaceutici infatti, secondo Vannoni, sono richiesti requisiti tecnici e metodologici non utilizzati dal protocollo Stamina. In questi termini dunque, afferma, la sperimentazione diventa “inapplicabile”. Rilievo al quale Vargiu replica dicendo che sarà Stamina a stabilire le “regole d’ingaggio” portando nei laboratori “gli ingredienti che ritiene”.

Ma chi è Davide Vannoni?

Vannoni non è laureato in medicina, fino a un anno fa a insegnato psicologia della comunicazione all’Università di Udine, ma non e’ iscritto ad alcun Ordine regionale degli psicologi e pertanto non puo’ essere definito psicologo” come precisa Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi. Vannoni promuove  una “terapia” a base di staminali anche se non ha mai pubblicato ricerche scientifiche sul proprio “metodo” e sugli effetti sui pazienti, nella cura di particolari malattie. Una terapia di sua invenzione che secondo lui curerebbe diverse patologie, anche se finora gli unici tentativi monitorati si sono risolti con la morte dei pazienti alla quale sono seguiti esami autoptici che non hanno trovato traccia dei miracolosi progressi vantati da Vannoni. Tuttavia oggi il presidente di Stamina ha ricordato che  sono “84 i pazienti già in cura agli Spedali di Brescia con il metodo Stamina, ma ci sono 600 famiglie pronte a fare ricorso per ottenere le cure”. La realtà, incalza, è che è in atto “l’azione della lobby Aifa-Farmindustria per fermarci.  Il rischio – ha sottolineato Vannoni – è che riportando la sperimentazione sotto il controllo dell’Aifa, le cure in atto possano risultare ‘illegali’ ed essere sospese”.

Naturalmente l’argomento staminali è estremamente complesso e richiede competenze mediche approfondite per capire le diverse sfaccettature e rischi a cui si va incontro. Le staminali, essendo cellule non ancora differenziate, possono sicuramente, se ben indirizzate, avere degli effetti straordinari, soprattutto in quei pazienti colpiti da sla o da malattie neurodegenerative, ma è anche vero che se la selezione e l’indirizzamento non è attento e specifico possono sviluppare effetti collaterali molto gravi tra cui il cancro. E’ quindi per questo motivo che le istituzioni, consentendo la cura hanno comunque voluto porre la sperimentazione sotto un organismo che possa controllare da vicino la somministrazione di queste cellule.

La medicina fa progressi tanto che è notizia delle ultime ore che un gruppo di scienziati dell’Oregon Health&Science University e dell’Oregon National Primate Research Center, negli Stati Uniti, sono riusciti a riprogrammare cellule della pelle umane trasformandole quindi in staminali embrionali (molto più efficaci di quelle adulte) capaci di trasformarsi in ogni altro tipo di cellule dell’organismo. Attraverso questa scoperta è possibile curare malattie some la sclerosi multipla, parkinson, cardiopatie e lesioni spinali. In questo modo si evita di usare gli embrioni che fino a oggi hanno creato numerosi problemi etici.

Le case popolari a Roma sono in mano alla criminalità organizzata

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Chi abita le case popolari? Al 20% le case popolari della Capitale sono occupate illegalmente e la maggior parte di questa occupazione è gestita dalla criminalità organizzata che sfrutta i mancati controlli del comune di Roma e si gestisce tranquillamente il suo mercato “sommerso” di affitti e può anche assicurarsi, in tal modo, il controllo del territorio.  Sono circa 30 mila le famiglie che non sono in grado di accedere a un affitto a prezzo di mercato e chiedono quindi una casa popolare e questo dato del 2012, è sensibilmente in aumento nel 2013 a causa della crisi economica che ha continuato a falcidiare posti di lavoro. E se prima le case popolari venivano richieste solo dalle famiglie più povero, oggi è anche il cosiddetto ceto medio che “strangolato” da tasse e, spesso, dalla perdita di potere d’acquisto, si trova in grave difficoltà economica e chiede una casa popolare. Quelle famiglie che non riescono a pagare il mutuo e perdono la casa, o gli anziani che hanno esaurito i loro risparmi e non possono più permettersi di pagare un affitto a prezzi ormai diventati inaccessibili per chi deve fare i conti per arrivare a fine mese. Quelle case sarebbero quindi un bene prezioso… peccato che lo gestisce un potere parallelo.

 L’amministrazione romana quanti appartamenti assegna ogni anno? 150 al massimo e soprattutto a richiedenti che hanno un’età minima di 55 anni, quella fascia più fragile che ha perso il lavoro e che ancora non è in età pensionabile. C’è anche chi opta in mancanza di appartamenti popolari per una coabitazione forzata: due nuclei familiari che si dividono un alloggio e dividono le spese.

Quanto costa entrare “illegalmente” in una casa popolare? 10 mila euro in contanti.  

 Funziona così:  si forza la porta (quindi si commette già il reato di infrazione) e  una volta entrati si continua a pagare regolarmente il canone del vecchio intestatario,a questo punto si può stare abbastanza tranquilli che nessuno verrà più a chiedere indietro quella casa. I controlli mancano e la giustizia è lunga… si crea così un vero e proprio superamento delle liste a danno di altri poveri che attendono in vano, onestamente, di vedersi assegnare una casa.

La guerra dei poveri contro i disperati, degli onesti contro chi non ha più nulla da perdere e non si spaventa davanti a un crimine che è orrendo poiché priva di un bene essenziale una famiglia.

Ormai l’occupazione abusiva è prevista anche nel censimento. Viene quindi riconosciuta nelle statistiche e registrata come una formula abitativa alternativa.

Gli sfratti a Roma poi sono una chimera. In un anno vengono fatte uscire circa 2500 famiglie, 80% sono sfratti per morosità e la maggior parte avvengono per appartamenti di privati. Quindi chi occupa una casa popolare e paga regolarmente il canone di affitto difficilmente vedrà presentarsi a casa la polizia per lo sgombero forzoso.

Ma quanto si paga un appartamento popolare? Dagli 8 euro al mese ai 450, la media è intorno ai 250. Le cifre sarebbero, medio basse, se a occupare l’appartamento ci fossero davvero le persone indigenti, ma in realtà anche qui ci sono persone che evadono il fisco e dichiarano un reddito inferiore così che anche l’affitto della casa popolare diminuisce in base al reddito dichiarato.

Benvenuti nella Capitale!

 

 

Il grande abbraccio di Genova…

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Un ultimo saluto di Genova alle sue vittime del 7 maggio: i militari di guardia costiera Daniele Fratantonio, 30 anni, di Rapallo; Davide Morella, 33 anni di Biella; Marco De Candussio, 40 anni di Lavagna; Giuseppe Tusa, 25 anni, di Milazzo; Francesco Cetrola, 38 anni, di Santa Marina di Salerno; il pilota Michele Robazza, 31 anni di Livorno; l’operatore radio dei rimorchiatori Sergio Basso, 50 anni di Genova; l’operatore radio dei piloti Maurizio Potenza, 50 anni, di Genova. Ma il pensiero è andato anche a Gianni Jacoviello, il militare della guardia costiera ancora disperso. Il sagrato sommerso di fiori della Cattedrale di San Lorenzo, migliaia di persone presenti a cui si è aggiunto anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, maxischermi per permettere a tutti di seguire il funerale. Applausi e silenzi fatti di commozione. In questa cornice si sono levate le parole del cardinale Angelo Bagnasco: “La sciagura che ha colpito il Porto ha lasciato incredula e stordita la città. A tutti, militari e civili, va l’abbraccio affettuoso di Genova, della Capitaneria, della Marina Militare, dell’intero Paese che, di fronte a tanto dolore, s’inchina e invoca che mai più accada”. L’arcivescovo di Genova si è rivolto all’intera comunità: “La sciagura che ha percosso famiglie e amici, colleghi e istituzioni, deve diventare una prova della bontà di Genova, cioè della sua capacità di far crescere il suo tessuto umano e cristiano, sociale e lavorativo”. Per le vittime dell’incidente della Jolly Nero non potevano poi mancare la Preghiera del Marinaio e la Preghiera del Navigante, lette da un ufficiale della capitaneria del Porto, seguite dalle note del Silenzio.

Se piazza Matteotti è stata gremita da oltre tremila persone, tra le quali una delegazione della squadra del Genoa Calcio e una delle giovanili della Sampdoria, che hanno seguito in diretta la cerimonia funebre, al porto ogni attività è stata sospesa. Il presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo: “La partecipazione è corale, il sentimento di cordoglio è diffusissimo non solo a Genova ma in tutta Italia e in tutt’Europa. Ho ricevuto attestazioni dal mondo della shipping complessivo che è rimasto shockato da questa incredibile tragedia”. Quello che non si ferma sono le ricerche del sergente della Capitaneria di porto Jacoviello, per entrare in quelle parti di macerie ancora inesplorate dove si pensa sia rimasto incastrato.

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Mario Balotelli “al prossimo coro razzista esco dal campo”

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Duro affondo di Mario Balotelli contro i cori razzisti negli stadi. “Ho sempre detto che se fosse successo in campo non avrei fatto nulla, ma ora ho cambiato idea”, ha spiegato il bomber rossonero in un’intervista alla Cnn. “Se mi sarà rivolto un altro coro razzista, uscirò dal campo”, ha aggiunto l’attaccante del Milan.

I libri dei democratici in previsione del congresso: Veltroni e Renzi

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Rottamato e Rottamatore escono in questi giorni con due libri che sembrano rivolti entrambi a dare dei segnali forti al Pd che si appresta ad andare al congresso. Presentati separatamente, ma quasi in contemporanea  proprio al Lingotto di Torino i libri “E se noi domani” di Walter Veltroni e “Oltre la rottamazione” di Matteo Renzi, segnano lo sguardo sul futuro del Pd.

Walter Veltroni che esce allo scoperto e non nasconde più le sue critiche per Pierluigi Bersani, ma che regala anche uno sguardo sul futuro che riaccende l’entusiasmo e cerca di avvicinare la politica ai cittadini ”La sinistra è l’idea di una società aperta, che favorisce l’eguaglianza delle opportunità. Altrimenti non è sinistra” spiega Veltroni nel libro. L’idea della sua sinistra parte da tre idee: ”Responsabilità, comunità, opportunità’‘. Ma anche un atto di coraggio c’è in questo pamphlet veltroniano: l’idea che era già scritta come obiettivo programmatico dell’Ulivo nel lontano 1996… il semipresidenzialismo! Veltroni cerca quindi di rompere quel tabù, all’Italia serve un governo forte e non bisogna aver paura di accentrare troppi poteri, bisogna comunque dare stabilità al Paese.

L’eco che si sente dall’altra parte è quello di Matteo Renzi che analizza la non vittoria del Pd alle ultime elezioni e ripercorre tappa dopo tappa quel processo che ha portato alla situazione attuale.

2 testi, 2 visioni, ma alla fine non troppo distanti fra loro. L’occhio che entrambi gettano nella ricostruzione dopo “la tempesta”, è senza dubbio un dato di fatto, come lo è la coscienza che la sinistra non può essere un partito di accomodamento, ma deve diventare un terreno di confronto e di cambiamento. Serve una rottura con il passato e non un cordone ombelicale che continua a fare da collante tra esperienze passate e problemi odierni.

Scritti per il congresso, scritti politici che cercano di dare delle linee programmatiche per un partito che ormai è l’ombra di se stesso e non riesce neppure a esprimere un’idea senza che nessuno dopo qualche minuto la contraddica. Eppure le risorse ci sarebbero, di menti intelligenti e di idee brillanti il partito è pieno, peccato che restano bocche imbavagliate. Sono altri a parlare, sono altri a voler ribadire una vecchia idea che non è utile più a nessuno, meno che meno a chi la professa. Intanto i giovani cercano di appartenere a una corrente per assicurarsi la carriera mentre gli “anziani” controllano le loro “poltrone” per paura di perderle. Protagonismi che minano la comunità, l’associazione l’essenza stessa di un partito che deve veramente trovare un punto di svolta… Chi sarà il prossimo?

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L’asse Renzi D’Alema raffredda Chiamparino segretario

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Renzi sosterrà Chiamparino? Forse no, perchè ora ci sono dele strategie che devono funzionare come un orologio svizzero per cercare davvero di avere una chance alle prossime elezioni. Il sindaco di Firenze sicuramente deve ancora elaborare quello che era il suo sogno nel cassetto e che invece è diventato un incubo senza una data di scadenza. Il ritorno alle urne spazzato via dalla nomina di Letta. Quindi ora deve pensare a riconfermarsi a Firenze e per farlo è necessaria l’alleanza con D’Alema, quindi probabilmente non darà nessuna indicazione di voto ai suoi per il congresso favorendo di fatto la nomina di Cuperlo… a questo punto D’Alema, grato per la nomina di un suo uomo, appoggerà senza dubbio la riconferma a Firenze di Renzi.

“E’ ancora presto per pretendere di sapere chi si schiera con chi”. In Transatlantico il veltroniano Walter Verini minimizza il silenzio dei renziani su Chiamparino. “Lui è una risorsa, ha detto che scende in campo se ci sono le condizioni, vedremo… Le candidature vanno presentate ufficialmente a luglio, c’è tempo”

Il rottamatore ripesca quindi il “rottame” D’Alema per giocarsi fino in fondo la sua partita? Se lo fa deve agire dietro le quinte, senza nessuno slancio esplicito che odori di inciucio. In realtà si tratterebbe di un tacito accordo per preparare il trampolino di lancio a Renzi con un abile partenza supportata da quello che sarà il segretario del suo partito che potrebbe sostenerlo in campagna elettorale e non ostacolarlo come è successo nell’ultimo scontro tra Bersani e il sindaco di Firenze nel quale poi ci ha rimesso il partito e si è consegnata l’Italia a un governo di larghe alleanze i cui fili sono in mano a Berlusconi.

Lo stadio della Roma a Tor di Valle, Alemanno dice sì!

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In una città che è l’ombra di se stessa, dove la criminalità è dilagante così come i rifiuti che spesso non trovano la giusta collocazione, il sindaco di Roma Alemanno promette un nuovo stadio per la Roma a Tor di Valle.

«Posso tranquillizzare tutti i tifosi della Roma: c’è molta determinazione sia da parte degli imprenditori che da parte della società sportiva», ha dichiarato il primo cittadino, aggiungendo:«La costruzione di stadi di calcio è un’iniziativa privata, non vengono messi soldi pubblici, è un’iniziativa che parte dalle società sportive. La Roma ha lanciato un’idea per Tor di Valle che io ritengo compatibile con il nostro piano regolatore… Credo nei prossimi giorni ci sarà qualche presentazione di progetto perchè stanno lavorando intensamente». Mentre lo stadio della Lazio: «Da parte loro non c’è stata ancora una proposta specifica, ci sono varie ipotesi, attendiamo una proposta dalla società sportiva».

Possiamo anche abbattere il Colosseo e fare uno stadio ai Fori Romani?

Se il Pd è moribondo e il Pdl non sta bene… Scelta civica conta i pezzi!

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Domani è convocata l’assemblea di Scelta Civica che dovrà “ricomporsi, ritrovare un’identità, darsi una struttura. Il dopo Monti!

“Perché il problema – dice Rossi – è stata proprio la commistione negli ultimi mesi. Necessaria in una fase particolare, in cui bisognava segnare con forza un cambiamento, favorire l’uscita da una lunga fase politica, durata vent’anni”. Ma che ora non ha più molto senso: al Governo ci sono Calenda e Borletti, ma anche – e questo brucia – Mauro, ex Pdl, e D’Alia, Udc. “Ed è tutto da vedere cosa accadrà sulle riforme: non valuteremo sulle parole, ma sui fatti: ci aspettiamo quelle economiche, sul mercato del lavoro, ma anche quelle istituzionali”.

Senza contare che nel risiko delle Commissioni parlamentari non ci sono Presidenze economiche, scuola e università, in mano ai montezemoliani di Scelta civica. “Da ora in poi daremo il nostro contributo non solo a Scelta civica ma a tutti coloro che lo vorranno – dice ancora Rossi -, ma diremo, in totale autonomia, quello che pensiamo. Del resto non siamo un partito, né una corrente, né una quota parte di un movimento politico. Continueremo a svolgere una funzione di studio e approfondimento, ma con un mestiere ben diverso da quello di Scelta civica”. Per questo Montezemolo sarà l’unico, tra i fondatori di Scelta civica, a non partecipare all’Assemblea di domani, convocata per eleggere un nuovo direttivo, e anche un direttore nuovo, probabilmente lo stesso Rossi. “E sarà un direttivo diverso, più ampio, proprio per svolgere meglio la nostra attività”. Soprattutto, non di palazzo: “I parlamentari sono benvenuti nell’associazione, ma non nel direttivo”.

 Ma ci sono ancora i partiti in Italia?

Da Berlusconi 4 mosse per la dittatura?

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  1. Legge Bavaglio
  2. Una proposta per punire con il carcere chi impedisce le manifestazioni politiche
  3. Mai il Copasir alla sinistra
  4. Prefetti più forti

Berlusconi è lucidamente furibondo, in realtà è solo un uomo che ha paura? Forse per la prima volta si sente emarginato, lui che ha fatto arrivare il Pdl al governo attraverso una trama astuta e perfetta, si trova ora ai margini dei centri di potere e per giunta al centro delle aule dei Tribunali. Una posizione molto scomoda…

Prima di tutto occorre quindi mettere il “silenziatore” ai blog come alle intercettazioni. Quindi prima i dissidenti vengono “strangolati” con il cavo internet o telefonico e meglio è… Vuole quel bavaglio, quello che già molte persone intorno a lui conosco bene?

Ma arriviamo al secondo punto. Brunetta, attaccando la Boldrini, alla Camera aveva spianato la strada per impedire che fatti come quelli di Brescia potessero ancora ripetersi. Quindi aveva  già il progetto di criminalizzare chi dissente. Ma forse questo vecchio modello di reprimere le voci contrarie l’Italia se lo ricorda fin troppo bene…

Il Copasir poi non dovrà mai finire nelle mani della sinistra… è troppo pericoloso, ma se accadesse c’è già pronto il cavillo per imbavagliare anche tutta la commissione.  Basta che un membro violi il segreto di Stato cui ciascun esponente della commissione è vincolato affinché i servizi segreti non mandino più relazioni al Copasir.

Ma le caselle più importanti le sta giocando Alfano con Enrico Letta su due nomine chiave. Qui lo scontro è feroce. C’è da decidere infatti il capo della polizia, dove Letta vorrebbe l’attuale capo della Protezione civile Franco Gabrielli, mal visto dal Pdl, e poi l’altro nome chiave da trovare per  il sottosegretario alla presidenza con delega ai servizi. Proprio su questo terreno la guerra è senza regole con Letta che vorrebbe Marco Minniti, e Alfano la riconferma di Gianni De Gennaro. E proprio attorno a Gianni De Gennaro il segretario-ministro sta cucendo un’alleanza larga con Casini e Monti.

L’ultimo scacco al Re, arriverà poi dai prefetti, sono molti infatti i nomi in scadenza soprattutto nelle zone critiche del sud Italia dove la lotta alla criminalità è più dura e feroce. Anche i prefetti quindi avranno un ruolo chiave in questa complicata caccia sin all’ultima poltrona per assicurarsi l’impunibilità… a qualsiasi costo!

Dal web alle intercettazioni ecco come il Pdl prova a imbavagliare l’Italia!

bavaglio

I blog sotto lente d’ingrandimento, con gli amministratori costretti a pagare multe per commenti che piovono chissà da dove e chissà perchè sul loro blog. Poi l’inchiesta al blog più famoso d’Italia quello di Beppe grillo con 22 indagati… e poi la volata fino in Parlamento dove il Pdl è tornato all’attacco con un testo fotocopia del Ddl Alfano sulla  regolamentazione delle intercettazioni, al centro di aspri scontri tra il 2010 e il 2011.

Ma l’Italia ha bisogno del bavaglio? In tempi di così grande tensione non sarebbe meglio aprire al dialogo piuttosto che chiudere ogni possibilità di confronto diretto con i cittadini? Non è meglio la trasparenza anche sulle intercettazioni invece di spazzare via un’occasione di rinnovamento negando ancora una volta alla giustizia uno strumento basilare per la lotta al crimine organizzato e all’evasione fiscale?

Ma perchè il bavaglio? Forse perchè oggi è il giorno in cui sono arrivate alla giunta per le autorizzazioni della camera le richieste per l’autorizzazione all’ascolto di conversazioni telefoniche di Verdini, Cosentino e Dell’utri?

E così ecco Enrico Costa, capogruppo in commissione giustizia del partito di Silvio Berlusconi, presentarsi con il testo che riprende punto per punto  il testo di Alfano che mirava a una stretta sulle intercettazioni.

Che segnali arrivano ai cittadini quando si legge che ancora una volta vuole essere approvata una legge bavaglio?

15 maggio tutti in piazza contro l’austerity. A Roma vernice contro le banche

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BASTA AUSTERITA’: il 15 maggio si celebra la mobilitazione europea promossa dai movimenti anti-austerity e ignorata dai partiti. Il movimento europeo è nato nel 2008 e aveva come slogan  “noi la vostra crisi non la paghiamo”, oggi scende in piazza per dire ancora una volta stop allo strangolamento dei cittadini per raggiungere un mero valore matematico che davvero sembra ormai privo di valore dopo che ampiamente è stato dimostrato che la teoria Reinhart e Rogoff era errata, proprio nei conti matematici che erano l’essenza del pensiero stesso.

Vernice rossa quindi a viale Ippocrate vicino all’ateneo romano La Sapienza, dove ha sede la Unicredit. Non è andata meglio a Bnl anche qui vernice contro i vetri… Le banche sono viste come i principali protagonisti che hanno giocato un ruolo chiave nella crisi economica e che non hanno più concesso prestiti alle aziende e mutui ai privati. Naturalmente ora c’è chi dice che le banche italiane sono solide e probabilmente è vero… sono gli italiani che non lo sono più!

E’ morto il bambino infermiere… a 11 anni curava i suoi coetanei!

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La guerra spezza gli equilibri di una normale etica e uccide l’adolescenza. E’ nella brutalità quotidiana che viene dissolta l’innocenza dell’infanzia. Ahmed, 11enne siriano, aveva una storia molto particolare, strappato dai giochi e catapultato in un ospedale si prendeva cura dei suoi coetanei che arrivavano dilaniati dalle mine, dagli spari, feriti a morte da quell’ingiustizia dilagante. Il giornalista di Bild, Julian Reichelt, aveva incontrato Ahmed a febbraio nell’ospedale di Aleppo. Qui lo aveva visto mentre si preoccupava di mettere una benda sulla ferita di un bambino e cercava di disinfettare con lo iodio quella di un altro bimbo. Come si legge nell’articolo del giornalista tedesco “Ahmed si affrettava da bambino a bambino, ad uno gli accarezzava la fronte, ad un altro invece copriva la ferita alla testa. Guarda cosi ci fa Assad, mi urlava nella telecamera, mentre notavo come le sue dita fossero state oscurate dallo iodio che utilizzava per disinfettare le ferite”.

Forse non era il posto dove dovesse essere un bimbo di 11 anni, tra orrore e morte, tra amputazioni e grida lancinanti così trascorrevano le giornate del “piccolo infermiere”. Un medico aveva raccontato al giornalista di Bild che Ahmed era un ragazzo di strada, ed è stato portato a vivere all’interno dell’ospedale perchè non aveva altro luogo. “Gli abbiamo fatto vedere come mettere le bende, come pulire le ferire, quali medicamenti utilizzare, ed è diventato sempre più bravo con il passare del tempo”.

Poi alla fine di febbraio la guerra non ha risparmiato neppure Ahmed. Un auto che si ferma davanti all’ospedale Dar al-Shifa e alcuni uomini hanno portato dentro un giovane senza vita, mettendolo sul lettino. Quel corpo è Ahmed. Era sceso in strada poco prima ed era rimasto vittima di una granata, caduta a pochi passi da lui. Il giornalista lo scopre grazie a un amico fotografo che gli mostra uno scatto del ragazzo deceduto. Così dopo appena due giorni Julian Reichelt, si reca alla tomba di quel “piccolo eroe”, una pietra senza nome, accanto a dei pini, da cui vedere tutta Aleppo. Alcuni medici dicono che ora non vedrà più l’orrore, ma forse guardando quella città in cui è vissuto, in cui ha lottato contro la morte, vedrà ancora bombardamenti e distruzione…

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Il dramma della casa a Roma… migliaia in corteo!

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Centinaia di manifestanti del movimento per il diritto all’abitare stanno sfilando in corto a Roma, nei pressi del Policlinico Umberto I. Nella zona il traffico è in tilt. Sul posto alcuni blindati delle forze dell’ordine.

“Buttato il corpo di Samanta nel Liri”, i sommozzatori a lavoro vicino Sora

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Un uomo avrebbe confessato di aver gettato il corpo di Samanta Fava 35enne di Sora, nel fiume Liri, dopo che la donna sarebbe morta per un malore. I sommozzatori si sono così messi a lavoro nella speranza di recuperare i resti. Samanta è scomparsa un anno e mezzo. . Le indagini della polizia di Stato subito partite e mai cessate sono state coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Cassino, Alfredo Mattei. Allo stesso magistrato l’uomo ieri avrebbe raccontato della fine in tragedia di quella che doveva essere una serata tra amici. Quanto riferiscono è ancora in fase di riscontro soprattutto perché manca il corpo della vittima.

 

Pil in calo e la stampa estera critica gli stipendi troppo alti

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Il Pil è in calo… anzi è in ormai in fondo a un precipizio! E cosa accade? C’è chi come il  Wall Street Journal critica i salari: “stipendi troppo alti in Italia e Francia hanno eroso la competitività dei loro prodotti sui mercati globali”.

Ma analizzando i dati del Pil secondo quanto ha dichiarato l’Istat  “il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nei comparti dell’industria e dei servizi e di un aumento nel settore dell’agricoltura”. Cosa è successo ancora una volta al nostro Pil?

L’industria e il terziario non tirano più. Bisogna trovare nuove nicchie di mercato. Non possiamo essere competitivi su una merce dozzinale o sulla bassa qualità, dovremo invece esserlo nei cosiddetti beni di lusso… su quei prodotti che da sempre sono le nostre eccellenze. Perché l’agricoltura, ad esempio il bio, sta facendo segnare dati positivi? Perché le richieste dei consumatori stanno cambiando mentre le industrie e il terziario sono settori in cui non si è più investito e continuano a produrre merce ad alto costo che non è più competitiva sul mercato invaso dal low budget asiatico. Il nostro Pil quindi risente oltre che della crisi finanziaria di un problema strutturale legato a processi produttivi troppo rigidi che continuano a immettere prodotti obsoleti. Il terziario che doveva essere l’asso nella manica dell’Italia è diventato un boomerang quando è andato in crisi di idee… i servizi anche qui non vanno più incontro ai cittadini… sembra che offerta e domanda abbiano preso due rette parallele che non si incontreranno mai!

Se prendiamo il comparto dell’alta moda, che è uno dei pochissimi settori che nonostante la crisi continua a dare segnali positivi, vedremo che la ricerca di nuovi tessuti, di nuovi tagli, di integrare culture diverse ha generato quel circolo virtuoso che si è concretizzato in un profitto. Quindi qui si è riusciti a far incontrare domanda e offerta!

Può essere quindi che il Pil risenta di due componenti, una crisi economica e una crisi di idee? Può essere che la ripresa economica deve  essere accompagnata da un attento ascolto alla domanda? Ma dove prendere i soldi per la riconversione industriale che può portare alla produzione di beni davvero redditizi? Magari dai fondi europei che l’Italia non ha mai sfruttato fino in fondo…  Serve quindi, investire su idee giovani!!!

Il primo caso di doping al Giro d’Italia 2013

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La maglia nera del 2013 va al francese dell’AG2R, Sylvain Georges, a cui è stato impedito di prendere il via all’undicesima tappa del giro, quella che si svolge dal Tarvisio a Vajont, perché trovato positivo al test antidoping. In particolare al 28enne viene contestato l’uso di  Heptaminol, una sostanza che allarga i vasi sanguigni.  Per il momento Georges non è stato sospeso dall’organizzazione ciclistica in attesa delle contro-analisi di rito.

 

Gli insulti alla Kyenge ora si apre un’indagine

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Si apre un’indagine sull’utente che dopo la nomina a ministro di Cècile Kyenge ha postato su Facebook una serie di insulti. Il fascicolo è stato aperto per istigazione all’odio razziale.

Offendere una persona è un crimine turpe quanto inutile e quando ciò avviene per preconcetti sull’etnia è quanto di più macabro possa esistere. Il problema di fondo però è se può essere un’indagine che sicuramente porterà a un colpevole a diminuire questi gesti ignobili o se forse sarebbe il caso di capire più approfonditamente da dove nascono e perché sono in crescita?

E’ possibile che gli italiani, che negli anni 70 andavano a Londra solo per vedere il melting pot di etnie siano diventati improvvisamente incivili e razzisti contro gli stranieri? E’ possibile ripristinare un dialogo che vada oltre all’inchiesta (che è necessaria e giusta sul piano legale, ma non esaustiva su quello sociale) per esplorare questo cocente sentimento di odio che sembra aver impossessato gli italiani?

 

Grillo e l’invito al Presidente della Repubblica di abolire il reato di vilipendio

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“Chi può essere al sicuro di un’eventuale denuncia per una critica al Presidente della Repubblica? Allora per difendersi l’unico mezzo è non scrivere più nulla. Bocche cucite. Dita bloccate sulla tastiera. Commenti oscurati”:è quanto si legge su un post di Grillo . E per la prima volta il post non si può commentare.

22 sono le persone indagate a Nocera per “Offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica”. Grillo fa un appello Napolitano: “Invito il Presidente della Repubblica a chiedere l’abolizione dell’articolo 278 (vilipendio del presidente della Repubblica) sconosciuto nella maggior parte delle democrazie occidentali”.

Il comico sempre dal suo blog si scaglia contro il reato di vilipendio: “Nel ventennio – si legge – si tutelava dal delitto di lesa maestà la figura del re e di Mussolini, dal dopoguerra i presidenti della Repubblica. Il reato di vilipendio non è qualcosa rimasto sulla carta, a monito. È stato invocato innumerevoli volte, spesso dai partiti a scopi politici, e anche applicato. Il confine tra critica e vilipendio (“considerare vile”) è materia più indefinibile del sesso degli angeli”.

Nel Paese che vorremmo forse non ci sarebbe bisogno di quell’articolo perché nessuno oserebbe mai usare termine offensivi contro un Presidente che, per antonomasia, è giusto, onesto, trasparente… nel Paese che vorremmo ci sarebbe rispetto e fiducia, non servirebbe quindi una legge.

Ha un tumore… LICENZIATO!

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L’Italia non è un Paese per i giovani, per donne, per gli anziani, per gli stranieri, per gli onesti, per i disoccupati, per i cassa integrati, per gli esodati, per… i malati!

Nonostante nella nostra Carta si dichiari che l’Italia è un Paese fondato sul lavoro, è proprio questo diritto che è stato negato a Oliviero Biancato, elettricista 52enne di Marcon che si è visto recapitare una lettera dalla sua ditta di Mestre, nella quale aveva lavorato fino al 29 aprile perchè:

«Ha esaurito i giorni di malattia concessi in tre anni (sono 274, ndr) per potersi curare – spiega – è stato operato a giugno scorso, poi ha cominciato una prima fase di tre cicli di chemioterapia che non sono andati bene». La trafila è lunga. Dentro e fuori dall’ospedale. Anche perché serve tempo per riprendersi dalle sedute. Per rimettersi in forze. «Tra novembre e dicembre siamo stati nel limbo perché non si capiva che terapie dover seguire. A metà febbraio c’è stato un nuovo ricovero, perché la malattia è ripresa», racconta la moglie. Il countdown quindi è scattato di nuovo. Inesorabile. Poi la decisione inaspettata dell’azienda: il licenziamento. «Il 24 maggio mio marito dovrà sottoporsi al sesto ciclo di chemio – racconta la donna – se la tac fosse andata bene lui aveva tutta l’intenzione di tornare al lavoro. Invece è stato convocato dai dirigenti della ditta perché volevano parlare con lui. Non ce l’aspettavamo».

Cosa gli viene prospettata a Oliviero Biancato? Una pensione d’invalidità. Ma come spiega la moglie «Non è una questione economica, ma di avere almeno il diritto di ammalarsi. Pensi che mio marito voleva rientrare al lavoro e lasciar perdere le terapie. Non vuole neanche pensare di andare in pensione anticipata, ne soffrirebbe troppo nelle sue condizioni. Se per curarsi si perde il posto, allora uno per che cosa lotta a fare».

E pensare che di lotte Oliviero ne ha fatte molte… l’ultima quando incurante della sua malattia, quasi un anno fa, si gettò nelle acque del Marzenego per salvare una donna che si era gettata dal cavalcavia di San Giuliano e ancora la moglie ricorda: Mio marito è stato la sola persona a muoversi, e ce n’erano altre sul cavalcavia. Non so in che Paese viviamo»

Non lo sa nessun cittadino onesto in che Paese vive… sicuramente dove si viene tartassati di tasse, accusati di razzismo, di violenza, dove la stampa deve seguire pedissequamente le linee guida del governo e dove i fondi per una pluralità di informazione vengono tagliati ( che poi i fondi per l’editoria dovevano essere rivisti sicuramente non vi erano dubbi, ma non falcidiati). Dove il diritto alla malattia non c’è più e dove la pensione è un mero faro in lontananza le cui modalità cambiano in continuazione lasciando nell’incertezza milioni di cittadini… in che Paese viviamo? Ma soprattutto che Paese vorremmo?

La guerra del mattone sarà legalizzata?

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Governo al servizio… del condono edilizio? Dopo anni di danno all’ambiente irreparabili, dopo sfregi su sfregi, dopo aver costruito in zone non sicure e con materiali scadenti per poi chiedere soldi allo Stato al primo terremoto, anche lieve, che ha ridotto in cenere le abitazioni o dopo un esondazione che ha distrutto la propria villetta costruita abusivamente sull’argine di un fiume, dopo tante promesse di aver cercato una politica sostenibile… torna alla ribalta il CONDONO EDILIZIO!!!

Quella legge che priva i cittadini onesti di poter vivere il territorio e ne abbassa immediatamente il prezzo poiché nessuno vuole più abitare in zone degradate da costruzioni nate come funghi, senza un piano edilizio predisposto dal comune e soprattutto deturpa l’ambiente con gravi ripercussioni su flora e fauna. Uno scempio, un crimine verso la natura e verso i concittadini che poi viene legalizzato dallo Stato.

Questi i dati della regione campania: 129mila case illegali, 6mila ogni anno, 500 al mese, 16 al giorno, una industria che non risente di spread e crisi e che per rilanciarsi aspetta una sola parola d’ordine: sanatoria.

Francesco Nitto Palma nella sua prima intervista da presidente della Commissione giustizia del Senato, lo ha promesso: “Presenteremo subito una iniziativa di legge per tutelare gli interessi dei cittadini campani che non possono vedere andar giù la loro casa”. Un disegno di legge è già pronto. “Il condono – dice Arturo Scotto, deputato napoletano di Sel – è l’autobiografia del Pdl in Campania, qui alle scorse elezioni, in due settimane, Berlusconi è riuscito a recuperare migliaia di voti concedendo quella che è una vera e propria licenza di uccidere il territorio. Ora vogliono riaprire i termini del condono, una iattura, con il Pd che sembra essere dentro un incantesimo e vuole trasformare i rospi (Alfano, Cesaro, Nitto Palma) in fatine”.

“L’abusivismo in Campania – è la reazione di Michele Buonomo, presidente di Legambiente – ha creato situazioni di non ritorno, le case illegali sono migliaia, quelle costruite per necessità una piccolissima percentuale. Si vada a vedere piuttosto chi c’è dietro l’urbanistica totalmente abusiva”.

Ma chi c’è spesso e volentieri dietro l’abuso edilizio? La camorra. Non a caso l’81% dei comuni sciolti per mafia in Campania negli ultimi vent’anni è stato commissariato anche per gli abusi edilizi e per il mattone illegale. In provincia di Napoli sono l’83%, il 77% in quella di Caserta. A Napoli c’è poi un intero quartiere nato abusivo: Pianura che conta 58mila abitanti e 70mila domande di sanatoria. Una micro città all’interno di una metropoli!

Inoltre su queste case abusive si risparmia: non si paga l’Imu, nè la tassa sui rifiuti urbani… spesso si riesce a eludere anche luce, gas e acqua. Ma anche se regolarizzate queste case non porteranno mai l’Imu nelle casse statali… saranno sempre classificate come prima casa! 

 

I riflettori si accendono su Cannes: Il Grande Gatsby ad aprire lo show

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La 66esima edizione del Festival di Cannes, la cui madrina è Audrey Tautou, apre con il film Il Grande Gatsy, ultima opera del regista Baz Luhrmann. E subito la Gatsby-mania ha invaso la croisette. Un mega party, accompagnato dalla musica Jazz e ispirato agli Anni Venti ha dato il via alla manifestazione in vista dell’arrivo delle grandi star sul red carpet. Leonardo di Caprio è quindi approdato in una città che, momentaneamente e solo per una notte, si trasformerà in una piccola Long Island e caratterizzata da champagne a fiumi, abiti da sera e fuochi d’artificio spettacolari. Ma gli occhi non saranno solo per il protagonista, con lui anche Tobey Maguire, Carey Mulligan e Isla Fisher.

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Le immagini degli interpreti del film coprono interamente la facciata del Carlton, locandine e fotografie di Di Caprio & C. riempiono le vetrine, abiti in stile anni Venti spuntano in tutti i negozi, musiche jazz echeggiano ovunque, nonostante le stroncature ricevute dai critici americani, dov’è uscito in sala lo scorso 10 maggio. L’opera in 3D, quarta versione cinematografica del capolavoro di Fitzgerald, resta comunque uno degli eventi più attesi, con 2300 invitati questa sera al Grand Auditorium del Palais e, in seguito, 150 a banchettare all’Agorà, regno per una notte della chef superstellata Anne Sophie Pic. Fascino hollywoodiano per sfuggire alla crisi dunque, con grandi nomi ad attrarre pubblico: Steven Spielberg alla guida di una giuria che include, tra gli altri, Nicole Kidman, Christoph Waltz e Daniel Auteuil, Julienne Moore e Inès de la Fressange nel ruolo di ambasciatrici dell’Oréal, Hugh Laurie, le dive bollywoodiane Ashwaraya Ray e Freida Pinto. Alberghi pieni e numero degli accreditati in aumento: la magia del cinema non smette di far sognare.

Il “sepolto vivo”… Carolina Invernizio non si era inventata niente?

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Brighton Zanthe Dama, 34 anni, malato da tempo, era stato dichiarato morto e la salma era stata messa a disposizione dei famigliari per celebrare il funerale e quindi sotterrare l’uomo. Ma qualcosa di imprevisto è successo proprio durante la sepoltura. Non molti si ricorderanno di un vecchio romanzo di appendice firmato da Carolina Invernizio dal titolo “La sepolta viva” in cui veniva narrata la storia di una donna che veniva sepolta viva e l’agonia che ne seguiva era carica di orrore e sadismo, ma forse non era poi così lontano da quello che stava per accadere a Brighton. Il cittadino dello Zimbabwe si è infatti “risvegliato” durante il giorno delle esequie e ha scatenato il panico tra i parenti che erano giunti per dargli l’estremo saluto. “Sono stato il primo ad accorgermene – ha raccontato il datore di lavoro dell’uomo -. Ero scioccato, non riuscivo a credere ai miei occhi. Ma poi mi sono reso conto che anche gli altri stavano cominciando a notare qualcosa di strano”.  Brighton ha dichiarato infatti “Non ricordo quasi niente – ha detto l’uomo -. Chi era al mio funerale potrà raccontarlo meglio”. Dopo qualche giorno di ospedale è tornato a casa dove conduce una vita normale.

Allarme per un aereo alle Eolie, attivate ricerche in mare!

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Ricerche in corso tra Lipari e Tropea per un aereo che potrebbe essere precipitato in mare al largo delle Eolie. L’allarme è scattato in seguito alla segnalazione del sistema satellitare della centrale operativa delle Capitanerie di Porto di Roma. Le motovedette della Guardia Costiera sono al lavoro, ma le ricerche avviate a scopo precauzionale non hanno dato finora alcun esito.

Sopra il cielo di Los Angeles: “come atterro?”

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Sembrava una richiesta d’aiuto scritta con i gas di scarico sopra il cielo di Los Angeles, ma invece era uno scherzo del comico newyorkese  Kurt Braunohler che aveva fatto una raccolta fondi su un crowdsourcing per “ingaggiare un pilota per scrivere cose stupide in cielo”. L’idea assurda era piaciuta e in un mese sono stati raccolti 7mila dollari. Naturalmente si è scelto, dopo un consulto in rete, la cosa più idiota di tutte ” Come atterro?”… tutti i sottoscrittori sembrano però contenti di come hanno speso i loro soldi!

“Mia figlia è stata uccisa per rubarle gli organi”

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Frase shock di una madre inglese che durante un soggiorno in India con la propria figlia si è rivolta a un medico locale perché la bambina, di 8 anni, presentava una forte disidratazione. L’episodio è avvenuto sotto gli occhi della madre nella regione del Punjab. Il medico indiano “Le si è inginocchiato addosso e le ha fatto un’iniezione – ha spiegato ai giornalisti Amrit Kaur Loyal, che non ha mai ricevuto risposta quando ha chiesto al medico di cosa si trattasse – Il suo collo ha fatto uno scatto all’indietro, ha sbattuto le palpebre due volte, ha aperto la bocca ed è morta”. Quando la salma della bambina di Birmingham ha fatto ritorno in patria, i medici inglesi non hanno potuto appurare di cosa fosse morta perché con orrore hanno scoperto che le erano stati asportati tutti gli organi interni: Sono furibonda, voglio delle risposte – ha dichiarato straziata dal dolore la madre – Vogliamo sapere cosa c’era in quella siringa. Vogliamo indietro i suoi organi e se sono veramente i suoi allora faremo causa all’ospedale. Voglio giustizia”.

Naturalmente l’India si è chiusa in silenzio e la madre non ha ricevuto nessuna risposta!

A questo Stato noi abbiamo dato in custodia i marò.

 

Arrestato un 51enne, era il proprietario dell’auto… di “Diabolik”!

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Un’auto molto “particolare” quella posseduta da un 51enne di Brescia, fermato dalla polizia di Lodi sulla A1. L’autovettura ha la possibilità di far ruotare la targa (da italiana a straniera)  e contiene una botola capace di lasciare dietro di sè chiodi sull’asfalto. sembra che la macchina “super-accessoriata” avesse tutto l’occorrente per seminare le forze dell’ordine in caso di necessità. L’uomo era stato fermato dopo che  nella sua abitazione era stata rinvenuta una molotov.

Ma non è la prima volta che accade… come dimostra questo video sono diverse le auto che adottano la rotazione della targa:

La lirica di Ferrara dopo la canzone di Fiorello sulla Boccassini.

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Quando smetteremo di fare spettacolo intorno a uno dei processi più drammatici della storia italiana?

Un processo che vede coinvolti l’ex premier italiano e una ragazza minorenne marocchina dall’infanzia difficile, che giorno dopo giorno, sta diventando il pretesto per scatenare l’ironia sul web trasformando un’udienza in uno showbiz e quindi svuotando il dibattimento e le requisitorie del significato giuridico e politico. L’ultimo a operare una satira su un tema così delicato è Giuliano Ferrara (prima di lui si era esibito Fiorello) che propone un rap ispirato alle vicende processuali. Al di là di ogni considerazione politica, può essere divertente ironizzare sulla magistratura e sugli imputati in un caso che rischia di rivoluzionare l’equilibrio politico dell’intero Paese e che potrebbe avere gravi ripercussioni sull’economia e sui rapporti internazionali italiani in un momento in cui la credibilità dell’Italia è l’unica “arma” che abbiamo per far cambiare rotta alle politiche europee? Quale è dunque la satira che si evince da questo video?

Ferrara non è la prima volta che usa il canto per ironizzare su un fenomeno politico drammatico. Lo aveva già fatto in occasione della nascita del governo Monti in una situazione molto delicata per l’economica italiana:

Shock giappone, sindaco di Osaka “i bordelli militari erano necessari”

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Da più parti sono venute parole di condanna, in particolare dalla Cina e dal Sud Corea, per il sindaco della città giapponese di Osaka, Toru Hashimoto, il quale ha dichiarato che il sistema di bordelli militari organizzato dall’esercito imperiale nel corso della seconda guerra mondiale era “necessario”.

“Tutti -ha spiegato Toru Hashimoto – possono capire quanto le donne all’epoca potessero dare conforto ai soldati impegnati in battaglia, specie quando rientravano da combattimenti dove passavano ore alle prese con proiettili che sibilavano intorno alle loro teste. Ed all’epoca un sistema del genere era necessario per mantenere attiva e viva la disciplina militare”.

Secondo fonti storiche sarebbero state 200 mila donne, trattate come schiave del sesso nei bordelli organizzati dall’esercito imperiale nel corso del secondo conflitto mondiale.  

In Cina queste parole hanno fatto inorridire il ministro degli esteri Hong Lei che ha dichiarato: “il ratto di queste donne rappresenta un grave crimine perpetrato dall’esercito giapponese e ricordare le violenze in questo modo rappresenta un ulteriore affronto alla dignità umana. Siamo shockati ed indignati con i politici giapponesi che hanno deciso di sfidare apertamente la coscienza umana ed il giudizio della storia. Il modo che ha il Giappone di rapportarsi con il suo passato rappresenterà la strada che lo porterà nel suo futuro ed i paesi asiatici, così come il resto del mondo, sono in attesa di capire quale sarà la scelta dei politici dell’arcipelago”.

Nella disputa tra Giappone e Cina si inserisce anche la Corea del Sud che condanna aspramente le parole del sindaco giapponese chiedendo che non vengano fatte considerazioni relative al passato militare del Paese.

Oggi chiude Facebook… il solito fake che va avanti dal 2011!

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Come ogni anno Facebook chiude il 15 maggio… sarebbe lo stesso Zuckerberg a dare l’annuncio: “Ho perso il controllo di Facebook e lo stress di condurre questa azienda mi ha rovinato la vita. Bisogna porre fine a tutta questa follia”.  Gli fa eco poi Avrat Humarthi, Vice Presidente degli Affari Tecnici a Facebook “Dopo il 15 Maggio 2013 il social chiude. Quindi, salvate le vostre immagini sul computer che poi non le potrete più recuperare”. Lo stesso ad avrebbe detto a un suo amico durante una telefonata privata “Io personalmente non credo che sia un grosso problema. E ad essere onesti, penso che sia per il meglio. Senza Facebook, la gente dovrà uscire e farsi dei veri amici. Che è sempre una buona cosa”.

Naturalmente è solo una “bufala”, ma vediamo perché viene riproposta ogni anno. Sicuramente c’è un gruppo sempre più nutrito di persone (utenti, ex utenti e coloro che non hanno mai voluto accedere al social) che si scaglia contro  Zuckerberg e il suo Facebook e a quelli che prima erano contrari solo per ideologia (proprio perché Facebook può portare, le persone fragili, timide e introverse, a vivere una vita virtuale, ma non una vita reale) ora si sono aggiunti coloro che sono contrari per la politica del social. Facebook sta cercando di controllare la nostra vita e si insinua come una piovra all’interno delle nostre abitudini quotidiane. Consiglia prodotti commerciali ad hoc, ci propone amici con interessi in comune, ci spinge a decidere se ci piace o meno una determinata pagina. Oltre a una privazione della privacy, pian piano ci sta condizionando le scelte e i comportamenti senza che noi ce ne accorgiamo. Ad esempio ci porta a dare dei giudizi sommari con un semplice mi piace/non mi piace senza poter scandagliare a fondo su cosa stiamo esprimendo un consenso o un dissenso. Ci porta a “fare amicizia” con persone “simili”, quindi si va verso cerchie di utenti che condividono gruppi musicali, partiti politici, fedi religiose… annulla in pratica il contraddittorio. Ci porta a dialogare molto senza ampliare i nostri orizzonti proprio perché tende a “conformare” le persone. Senza parlare della pubblicità assillante di cui ci riempie che anche solo subliminalmente siamo portati a seguire. C’è quindi una “dittatura Facebook” da contrastare e c’è chi ritiene che lo si può fare solo mettendo in bocca al fondatore del social parole che possano far riflettere gli utenti più ingenui che si affidano con fiducia a Facebook senza rendersi conto degli effetti più deleteri.

Ma c’è anche chi sostiene che il tormentone di Facebook che chiude aumenta il numero di visite, così da creare nei mesi prcedenti dei picchi di accesso al social che poi consentono di avere un rendimento trimestrale molto più alto. Essendo Facebook quotato in borsa questo sicuramente è un grande vantaggio per la società di Zuckerberg.

Qualsiasi sia il motivo di questi voci, i Facebook addicts (i tossicodipendenti del social) possono stare tranquilli… la loro droga resta a disposizione!

Piramide Maya distrutta… per sbaglio!

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“Non posso credere a quanto è stato fatto, è una dimostrazione di ignoranza e insensibilità”. A fare quest’affermazione Jaime Awe, responsabile dell’Istituto per l’archeologia del Belize, a seguito di quanto successo durante i lavori eseguiti da un’impresa che stava ripianando alcune strade. Scavatrici ed altri mezzi hanno infatti distrutto una piramide Maya, di circa 2.300 anni, che si trovava nel complesso Noh Mul, “collina grande”, noto come ex centro per le cerimonie e uno dei più importanti siti archeologici dello stato dell’America Centrale. In quest’area, nel corso degli anni, sono stati trovati oggetti funerari, sculture, ossa umane e gioielli, molti dei quali sono conservati al British Museum di Londra. “E’ impossibile”, ha aggiunto Awe, “che la squadra di operai non sapesse che si trattava di una piramide Maya di 2300 anni fa e non di una collina naturale”. La piramide d’età precolombiana ora è diventata pietrisco per il manto stradale e gli archeologi di tutto il mondo sono destinati ad indignarsi per l’accaduto ora che, della costruzione originaria, si è “salvata” solo una piccola parte, che aveva un’altrezza di 30 metri. Secondo le autorità i costruttori non avrebbero potuto confondere la piramide, che si distingue notevolmente dal resto del paesaggio, con pietra di origine naturale. La polizia ha annunciato di stare conducendo le indagini sull’accaduto. Non esclude un procedimento penale nei confronti del colpevoli.

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“Ambiente svenduto”: in manette il presidente della Provincia di Taranto

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La guardia di finanza ha eseguito quattro arresti nell’ambito dell’inchiesta “Ambiente svenduto”, sui presunti favori all’Ilva. In manette è finito il presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Florido, con l’accusa di concussione. Stessa sorte per l’ex assessore provinciale di Taranto all’Ambiente, Michele Conserva, l’ex dirigente dell’Ilva, Girolamo Archinà. L’arresto è scattato anche per l’ex segretario della Provincia di Taranto, Vincenzo Specchia, che ha beneficiato dei domiciliari. Ad Archinà l’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata nella stessa casa circondariale dove l’ex dirigente Ilva è detenuto da alcuni mesi mentre Conserva è stato trasferito in carcere. Florido e Conserva sono accusati di aver indotto, dal 2006 al 2011, dirigenti del settore ecologia e ambiente della Provincia di Taranto a rilasciare autorizzazioni per la discarica gestita dall’Ilva “in carenza dei requisiti tecnico-giuridici”. Per Archinà l’accusa è di concorso nel reato contestato ai pubblici ufficiali.

Bimbi di un asilo vittime di violenza e denigrazione: arrestate due maestre

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Una serie di indagini coordinate dalla Procura di Roma hanno portato agli arresti domiciliari per due donne, arrestate per maltrattamenti e percosse a bambini di quattro anni. A segnalare le violenze perpetrate da una maestra 63enne e dalla coordinatrice 57enne della scuola pubblica materna San Romano, di Roma erano stati alcuni loro colleghi e alcuni genitori dei bimbi. Le due “educatrici” hanno perpetrato comportamenti violenti e denigratori nei confronti dei piccoli alunni, umiliando verbalmente anche alcuni bambini con disagi e difficoltà psicoinfantili. Ma l’uso di epiteti come “scemo”, “zozzo” o “bastardo” erano accompagnati anche da episodi di violenza volta a ottenere obbedienza e non solo, la maestra avrebbe a sua volta incitato alcuni alunni ad essere violenti e a denigrare i compagni. Tra le varie azioni segnalate, anche il fatto di aver punito un bimbo, che si era fatto la pipì nei pantaloni, obbligandolo a inginocchiarsi e ad asciugare il pavimento con un fazzoletto di carta, in caso contrario, l’avrebbe costretto a pulirla con la faccia.

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Poesie e racconti: i colori della fantasia

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