Bob Dylan, icona anni’60, artista eccletico che oltre alla musica si è anche distinto come scrittore, poeta, pittore, attore e conduttore radiofonico, è indagato a Parigi con l’accusa di «ingiurie» e «incitamento all’odio». Il cantautore americano, noto per il suo impegno politico e in favore dei diritti umani, è finito sotto accusa, sulla base di una denuncia presentata da un’associazione croata, per aver paragonato, in una recente intervista, i croati ai nazisti e al Ku Klux Klan. Ha far iscrivere l’autore di Mr. Tambourine Man, nel registro degli indagati è stato il Consiglio della comunità e delle istituzioni croate di Francia (CRICCF), per alcune dichiarazioni rilasciate alla rivista Rolling Stone. L’intervista era stata pubblicata nel mese di settembre 2012 dall’edizione americana del giornale, e poi tradotta, un mese dopo, nell’edizione francese. A Rolling Stone l’artista dichiarava: «Se avete il Ku Klux Klan nel sangue, i neri possono sentirlo, anche oggi. Così come gli ebrei possono sentire il sangue nazista e i serbi il sangue croato».
La denuncia (presentata nel dicembre del 2012) riguardava del resto anche i vertici della pubblicazione. «Si tratta di incitamento all’odio. Il paragone non viene fatto sui criminali croati, ma su tutti i croati. Noi non abbiamo niente contro Rolling Stone in quanto rivista, né contro Bob Dylan come cantante», ha sostenuto Vlatko Maric, segretario generale del CRICCF.
Appare evidente che il cantante si riferisse agli eccidi perpetrati dagli ustascia croati filo-nazisti contro i serbi e forse anche alle atrocità del conflitto nella ex-Jugoslavia. Ma nell’intervista non c’è alcun riferimento storico preciso. Il caso verrà ora esaminato dalla 17esima camera del tribunale di Parigi, specializzata nei reati a mezzo stampa.