Sono passati 66 anni da quell’8 luglio in cui il Roswell Daily Record, un noto giornale americano, usciva con la notizia in prima pagina “La Raaf cattura un disco volante in un ranch nella regione di Roswell”. L’ufo sarebbe precipitato ad un centinaio di km da Roswell in New Mexico, ovvero nel Foster Ranch di Corona. Un tale di nome Mac Brazel, proprietario del ranch aveva ritrovato alcuni pezzi e qualche giorno raccontò quanto accaduto allo sceriffo del posto, George Wilcox che insieme ad un altro uomo e lo stesso Brazel andarono nel luogo del ritrovamento e raccolsero i frammenti che – secondo la cronaca del tempo – pesavano circa 3 kg e vi si notava del nastro adesivo.
Il 9 luglio un altro giornale, Fort Worth Morning Star-Telegram in un articolo a firma di James Bond Johnson, chiariva che l’oggetto rinvenuto era un ray wind per calcolare il vento ad alta quota. Da quel momento non si parlò più di ufo e la storia cadde nel dimenticatoio quando Stanton Friedman e William Moore, due ufologi degli States lo riportarono all’attenzione dei media pubblicando un libro nel 1980 “The Roswell Incident”, tradotto in Italia e nelle librerie con il titolo “Accadde a Roswell”. Naturalmente nel libro si scandagliarono varie testimonianze per provare che l’ufo e gli umanoidi davvero caddero a causa di un incidente proprio in New Mexico.
Nel 1994 ci fu su richiesta del Parlamento un’indagine interna nell’aeronautica militare. I risultati dell’inchiesta suggerirono che i frammenti ritrovati erano di alcuni palloni sonda costruiti secondo il progetto Mogul, avviato nel dopoguerra che sarebbe servito all’aeronautica per rilevare possibili test atomici dell’URSS.
Gli interrogativi restano e Big G ci fa un Doodle interattivo in cui, come in un videogames vintage, l’utente può spostare l’umanoide e aiutarlo a recuperare tutti i pezzi del disco volante e ripartire.