Il chirurgo che sfida la bufera per salvare un paziente

chirurgo-eroe-tuttacronacaL’America è commossa dall’impresa del suo eroe quotidiano, il dottor Zenko Hrynki, che ha rischiato di morire assiderato per salvare la vita a un paziente che aveva assoluto bisogno di lui. Il medico si trovava  al Brookwood Medical Center di Birmingham, in Alabama, quando è stato chiamato per compiere un intervento chirurgico delicatissimo e d’urgenza al cervello: questione di vita o di morte. il paziente, però, era ricoverato in un’altra struttura, il Trinity Medical Center, a 10 chilometri di distanza. Non una spazio incolmabile, se non fosse che la bufera di neve che ha colpito il sud degli Stati Uniti ha paralizzato le strade e bloccato migliaia di automobilisti per ore. Muoversi in auto, dunque, era impossibile. E neanche le autorità locali hanno potuto aiutarlo. A questo punto Hrynkiw, l’unico neurochirurgo dell’ospedale, sapendo che se non operato subito il paziente aveva il 90% di possibilità di morire, ha deciso di avventurarsi a piedi sotto la bufera, mettendo in pericolo la sua stessa incolumità. I media statunitensi ripostano che il medico ha impiegato ben cinque ore per raggiungere la meta. Dopo l’intervento, il paziente ora si trova in condizioni stabili. Spiega il chirurgo: “Se avessimo aspettato sarebbe morto. Così ho pensato che questo non poteva succedere per colpa mia”. Steve Davis, caposala del reparto di terapia intensiva dove ha avuto luogo l’intervento, afferma: “Questa storia racconta la dedizione di un uomo”. “Poco prima che iniziasse a operare, tutto ciò che sono riuscito a dirgli è stato: ‘Tu sei un uomo buono'”. Nonostante milioni di americani lo ritengano un eroe, Hrynkiw non si sente un uomo speciale: “Non ho fatto nulla di eccezionale – ha detto – solo il mio lavoro”.
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Arriva il robot-semaforo: il nuovo modo per dirigere il traffico

robot-semaforo-tuttacronacaE’ alto due metri e mezzo il vigile robot che a Limete, quartiere popolare di Kinshasa, la maggiore città della Repubblica Democratica del Congo, dirige il traffico. L’invenzione della società “Woman Techonology” regola la circolazione dall’estate 2013. Il robot-semaforo, che costa 15mila dollari e che la società vorrebbe esportare, è dotato di pannelli solari per ricaricare le batterie e di una corazza in alluminio per resistere al clima equatoriale. Non solo, è in grado di garantire una maggiore sicurezza grazie al suo sistema di telecamere che mandano immagini a un centro di elaborazione dati.

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Mici in fuga! La mamma-gatta che spaventa i piccoli sbagliando il salto

gatta-mici-fuga-tuttacronacaUna camera da letto dove una mamma gatto trascorre il suo tempo in compagnia dei piccoli. Dopo aver curiosato un po’, la micia cerca di raggiungere il davanzale della finestra con un balzo… che però non le riesce bene. Cadendo a terra terrorizza così i piccoli che in un attimo si danno alla fuga. In appena tre giorni il video, rinominato “Catbomb”, ha già superato le 200mila visualizzazioni.

100 anni di risate tristi, Charlot e il mito inossidabile

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Basta vedere la bombetta o il bastoncino per immergersi in quell’inimitabile atmosfera che Charlie Chaplin seppe regalare al mondo e che a distanza di 100 anni ancora le sue storie rispecchiano sentimenti ed emozioni inossidabili. Nessun cellulare, nessun computer eppure l’attualità di quello sguardo da uomo qualunque ancora oggi riesce a tenerci incollati allo schermo, a vivere insieme al protagonista le sue vicissitudini tragi-comiche.

“Quel modo di vestire mi aiuta a esprimere la mia concezione dell’uomo medio, dell’uomo comune, la concezione di quasi tutti gli uomini, di me stesso. La bombetta troppo piccola rappresenta lo sforzo accanito per poter apparire dignitoso. I baffi esprimono vanità. La giacca abbottonata stretta, il bastoncino e tutto il comportamento del vagabondo rivelano il desiderio di assumere un’aria galante, ardita, disinvolta. Egli cerca di affrontare coraggiosamente il mondo, di andare avanti a forza di bluff: e di questo è consapevole. Ne è così consapevole che riesce a ridere di se stesso e anche a commiserarsi un po’”, così Chaplin raccontava Charlot.

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il 7 febbraio Charlot compirà 100 anni dalla sua apparizione (almeno da quella ufficiale che avviene con l’apparizione nel suo secondo cortometraggio  intitolato “Kid Auto Races at Venice”, che segue “Per guadagnarsi la vita”, di appena cinque giorni precedente, dove aveva impersonato un giornalista) e quell’uomo qualsiasi, diventato icona, torna a raccontarci quella dignità ironica e quella semplicità che lo ha reso celebre. Nessuna parola, perché Charlot non ne ha bisogno, la sua comunicazione avviene con la mimica e per questo è ancora più universale… Laddove gli altri si fermano e hanno bisogno di effetti speciali, di traduzioni, di colori… lui trapassa lo schermo in quel silenzioso bianco e nero che ancora oggi è emozione pura.

Auguri Charlot!

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