Riforma pensioni: parla Giuliano Poletti, ministro del Lavoro

giuliano_poletti-pensioni-tuttacronacaHa una priorità il governo Renzi: il lavoro. Con il pacchetto che verrà presentato già in questo mese. Sui binari paralleli al piano per il rilancio del mercato dell’occupazione viaggia la riforma delle pensioni, che è in fase di realizzazione. Ilministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha spiegato che si prevedono numerose misure tra le quali l’allargamento della platea dei beneficiari del sussidio di disoccupazione e l’offerta di un’opportunità di impiego entro 4 mesi a ciascuna persona, giovane, adulta o anziana, che abbia perso il lavoro. Il ministro ritiene infatti che “nessuno deve essere lasciato a non fare nulla, perché si traduce in una gravissima condanna. Su questo si giudica pure il grado di civiltà di un Paese”. Va notato che il ministro, tuttavia, nonostante abbia rilasciato numerose interviste, ha toccato i temi delle pensioni e degli esodati solo di sfuggita, mentre non ha ancora fissato un incontro con le parti sociali, seppur richiesto dai sindacati. Ma non è il caso di allarmarsi perchè lo stesso Poletti ha spiegato: “Ho bisogno di fare una ricognizione dello stato dell’arte, ho da scegliere delle figure importanti all’interno del ministero”. I sottosegretari arrivano in tre dal Pd: Teresa Bellanova, Franca Biondelli e Luigi Bobba mentre Massimo Cassano è del Ncd. Ma il ministro ha sottolineato anche che la sua metodologia di lavoro “non può prescindere dall’incontro delle parti sociali e anche dell’associazionismo impegnato nel terzo settore: non dimentichiamo che il ministero ha anche la delega al welfare. E per me il terzo settore è una leva essenziale allo sviluppo del Paese”. Su Webmasterpont.it, Marcello Tansini si chiede: “Si possono ridurre gli oneri sociali?” E risponde:

Anche se l’incidenza dei contributi è rilevante, i margini di intervento su questa sono limitati perché si tratta in larghissima parte di contributi previdenziali. La quota residua di oneri impropri, che potrebbero essere fiscalizzati ossia posti a carico dello Stato, è molto limitata. Tagliare la contribuzione previdenziale avrebbe l’effetto indesiderato di ridurre le pensioni future dei lavoratori visto che ormai dal 2012 tutti sono passati al sistema contributivo. Nonostante un’aliquota contributiva effettiva del 33% (circa il 9% a carico del dipendente e il resto del datore di lavoro) le pensioni contributive proiettate nei prossimi decenni risultano…

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1 Commento

  1. pd valdengo

     /  marzo 6, 2014

    L’ha ribloggato su .

    Rispondi

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