
Svolta in che senso? È quella plateale di una staffetta a Palazzo Chigi fra Renzi e Letta? E Renzi, come ha risposto?
A voler semplificare, potremmo dire che l’offerta c’è stata, e che Renzi non si è del tutto sottratto alla possibilità – ma la semplificazione è nostra.
Riassumendo, un incontro durante il quale Napolitano e Renzi si sono sondati con un discorso che “ha avuto due soglie non attraversabili: da parte di Napolitano il limite rimane quello di sempre – il rifiuto di fare ricorso alle urne. Da parte di Renzi il limite è la necessita’ di un governo efficace. In questo limitato spazio si sono mossi i due. Il presidente ha voluto conoscere a fondo le intenzioni del Segretario sul governo, insistendo sulla importanza e la chiarezza di un sostegno al Premier attuale. Renzi ha detto che il sostegno c’è, ma che un “rimpastino” non sarebbe sufficiente. Alle pressioni di Napolitano in merito, si è spinto più in avanti mettendo in campo “elezioni in autunno”, cioè dopo la approvazione della legge. La proposta è stata rimbeccata dal fermo no del Presidente alle urne.” Su quando accaduto in seguito resta il massimo riserbo “Ma lo sviluppo logico è intuibile. Dal no secco a un governo inefficace da una parte, e dal no secco alle urne dall’altra, esce una sola ipotesi possibile: che Renzi eventualmente vada a Palazzo Chigi. L’ipotesi è stata adombrata, raccontano. La risposta non è stata data, ma nemmeno del tutto rifiutata, visto che non c’è stata una offerta ufficiale.”
L’accelerazione che segue in queste ore all’incontro di ieri ci dice essa stessa molte cose. I deputati del Pd si presentano oggi uniti alla discussione sulla legge elettorale, ma alla riunione del gruppo questa mattina il Presidente dei deputati, Roberto Speranza, ha di nuovo chiesto al Segretario rassicurazioni su una vera risposta alla richiesta fatta dal partito di avere un governo forte. La forza di Letta a Palazzo Chigi rimane dunque al centro di tutto. Tutti questi dubbi e tutte le richieste del Colle confluiranno nella direzione del Pd sul Governo che è stata anticipata (nel senso che la data era fissata, ma l’ordine del giorno era un altro) e che dovrebbe fornire un chiarimento definitivo in merito allo “schema di gioco”.
Al di là delle discussioni private e pubbliche, sul tavolo ora c’è la domanda delle domande: in cuor suo Renzi cosa vuole fare? Accetterà o meno la staffetta a Palazzo Chigi? La linea su cui si attesta il segretario al momento, stando ai suoi, è questa: non vuole, sa che è un rischio enorme, ma le pressioni stanno crescendo, e come si fa a dire no se è proprio necessario? E, la risposta a questo interrogativo viene da sola: c’è qualcosa di più necessario di un appello di Napolitano? Insomma – ma questa è la nostra conclusione – la staffetta è una ipotesi che si fa sempre più probabile.