Si è parlato tanto della “bulla di Bollate“, ma anche Pavia è stato teatro di una rissa tra ragazzine. E anche in questo caso il video è finito in rete. Le immagini che arrivano dalla città lombarda mostrano una ragazza che viene picchiata da una coetanea davanti a decine di compagne e compagni. Anche in questo caso, si tratta di un filmato ripreso, lo scorso 17 gennaio, da uno dei ragazzi presenti alla stazione delle corriere di Pavia e che poi è stato pubblicato su Facebook. Così come nel caso di Bollate, la rissa è scattata per motivi di gelosia per un ragazzo “rubato”. Ma, a differenza di Bollate, in questo caso la vittima riesce ad allontanarsi grazie a compagni e compagne che tengono ferma, tentando di calmarla, la giovane che continuava a rincorrerla. Marianna Bruschi, ne La provincia Pavese, scriveva:
Rissa tra ragazze 15enni. A postare il video su Youtube è un utente anonimo (Persone Orribili). Immagini di violenza che durano un minuto e 51 secondi. Una ragazza ne prende per i capelli un’altra, gli amici a cerchio. Timidamente qualche ragazzo interviene, prova a frenare la rabbia ma le botte continuano. Le tira i capelli, la strattona a terra, cerca di colpirla con un calcio. Poi l’altra riesce a liberarsi, prova ad allontanarsi. Viene raggiunta e ancora gettata sull’asfalto. Succede a Pavia, alla stazione dei pullman. Nel video si vede anche un adulto che non muove un dito. Sullo sfondo si nota un bus. La rissa è a un metro dalla biglietteria. Non un posto isolato insomma. Eppure nessuno interviene. Il video gira sui profili Facebook del gruppo di ragazzi, poi è stato rimosso da Youtube ”perché i relativi contenuti hanno violato i termini di servizio”. I minorenni coinvolti si vedono in viso perfettamente. Sono riconoscibili. Alcuni hanno il telefonino in mano, e l’autore/autrice del filmato registra tutto, si sposta quando le coprono la visuale, non smette nemmeno per un secondo. Perché le botte? Questioni di fidanzati, pare. Le reazioni? Tra chi condivide il video sui social ci sono tanti “è assurdo”, “pazzesco”, “allucinante”. Quelle immagini però sono molto di più. Si può arrivare a tanta violenza? E si può filmare con così tanta indifferenza? E poi pubblicare il video su internet, sui social network, e condividerlo, farlo girare, cliccare, guardarlo e riguardarlo? Si parla tanto dei nativi digitali. Forse sarebbe davvero l’ora di iniziare a portare nelle classi, nelle scuole, l’uso consapevole della tecnologia, cosa si rischia, cosa si può fare e cosa no. Non per imporre, massima libertà. Ma per rendere i ragazzi almeno più consapevoli.
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