Il presidente Napolitano è intervenuto all’Europarlamento di Strasburgo dove ha sottolineato che i cittadini non devono scegliere tra “un’agitazione puramente distruttiva contro l’euro e contro l’Ue” o tra un’Europa che pure “ha mostrato gravi carenze e storture nel suo cammino”. E ha aggiunto che bisogna “vincere dure battaglie politiche contro egoismi e meschinità nazionali, ristrettezze di vedute, calcoli di esperienza e conservatorismi anacronostici, quotidianamente riscontrabili nelle classi dirigenti nazionali”. E ancora: “Non regge più la politica di austerità a ogni costo”. Nel suo intervento Napolitano ha quindi sottolineato che “C’è vacua propaganda e scarsa credibilità nel discorso di quanti hanno assunto atteggiamenti liquidatori verso quel che abbiamo edificato nei decenni scorsi”. E ancora il capo dello Stato: “Manca oggi la ‘vista lunga’ a troppi leader europei, per insufficiente consapevolezza del declino che minaccia l’Europa”, notando come “finora in un continente così interconnesso come il nostro, la politica è rimasta nazionale, con i suoi fatali limiti e con le sue vistose degenerazioni”. Ma il discorso è stato interrotto dagli eurodeputati della Lega Nord, guidati da Matteo Salvini, che hanno fatto irruzione e protestato contro l’Euro. Un gesto che è stato fischiato dall’Europarlamento, che ha condannato i comportamenti leghisti a Strasburgo. Il segretario del Carroccio ha spiegato: “Napolitano senza vergogna, chi ancora difende questo Euro che ha massacrato lavoro, stipendi e pensioni è in malafede. Il voto di maggio spazzerà via queste Euro Follie”. L’eurodeputato Mario Borghezio ha spiegato che la protesta della Lega Nord non è contro Napolitano, ma contro l’Euro: “Non è una protesta nei confronti del Presidente, per il quale portiamo rispetto, Napolitano, ma è una protesta per la sua adesione un po’ cieca a questa Europa e ai poteri delle banche che essa rappresenta. Siamo contro questo euro che danneggia le Pmi e sta portando alla rovina il nostro paese e soprattutto il nostro nord”. Ancora Borghezio, presente in Aula, ha urlato: “Presidente, noi la rispettiamo ma non deve difendere l’Europa delle banche. Non tradisca Cattaneo. Si ricordi la carta di Chivasso”. Quest’ultimo, in riferimento al documento dei federalisti piemontesi e valdostani del 1943, considerato da Borghezio “la carta costituzionale del federalismo regionale”.
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