Ventotto anni e sei mesi di reclusione per Amanda Knox, venticinque per Raffaele Sollecito. E’ questa la decisione della corte di assise di Firenze al termine del processo d’appello bis per l’omicidio di Meredith Kercher. Nelle prime ore del mattino, inoltre, gli agenti della Squadra mobile di Firenze e di Udine hanno notificato il divieto di espatrio a Raffaele Sollecito. Sollecito è stato raggiunto in un paese tra Udine e Tarvisio, dove si era ritirato in attesa della sentenza, ed è stato portato in Questura a Udine. Dopo aver ricevuto la notifica, al telefono con il suo legale Luca Mauri, Sollecito ha ribadito: “Avvocato, io sono innocente. La battaglia va avanti”.
Amanda Knox ha invece atteso la sentenza a Seattle, a casa del padre, dove i fotografi l’hanno attesa all’uscita, dopo la lettura della sentenza. L’americana è stata fotografata mentre, incappucciata per sfuggire ai flash. “Essendo stata in passato giudicata innocente, mi aspettavo di meglio dal sistema giudiziario italiano. Contro di me un apparato accusatorio inesistente”. Così Amanda Knox ha commentato, in una nota, la condanna dalla Corte d’Appello di Firenze. “La mia famiglia ed io – prosegue la 27enne – abbiamo sofferto molto da questa persecuzione ingiusta”. Quindi ha attaccato il sistema giudiziario italiano, osservando che è stata vittima di “indagini grette e piene di pregiudizi, della riluttanza ad ammettere errori”. Contro di lei, secondo Amanda s’è ricorso a “testimonianze inattendibili e un apparato accusatorio e probatorio inconsistente e infondato”.