L’esponente Pdl ed ex assessore alla cultura della Regione Abruzzo Luigi De Fanis, travolto come molti colleghi dallo scandalo dei rimborsi regionali, aveva già fatto discutere per il presunto contratto hard stilato con la sua segretaria 32enne. Il documento era stato distrutto ma poi la donna, con pazienza ha recuperato i frammenti del testo dove si legge “Io sottoscritto Luigi De Fanis… nuovo accordo per novembre… do 3mila euro…”. L’ex assessore è indagato per concussione ma ora torna sulle prime pagine dei giornali per un’altra inchiesta: secondo i media abruzzessi De Fanis voleva infatti anche avvelenare la moglie. Si legge sul Centro:
La nuova inchiesta, partita dopo che il fascicolo è stato trasferito per competenza alla procura di Lanciano, si basa su un’affermazione dell’ex segretaria, Lucia Zingariello: “De Fanis mi ha detto che voleva avvelenare la moglie”. Gli inquirenti hanno ascoltato la moglie di De Fanis due volte per verificare questa nuova ipotesi di reato.
Ma la nuova inchiesta non sembra preoccupare i difensori del politico. Anzi, per il legali sarebbe la conferma della tendenza all’esagerazione di De Fanis durante gli incontri clandestini con la Zingariello. In pratica sarebbero delle frasi scherzose. La stessa tesi usata per giustificare il presunto contratto d’amore, una sorta di scrittura privata che disciplinava il numero dei rapporti sessuali che dovevano esserci tra i due in cambio di 36 mila euro.