Quella telefonata tra Alfano e i Ligresti!

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Quanto erano calde le linee telefoniche dei Ligresti? Sembrerebbe quasi un centralino telefonico che una normale utenza quella dei proprietari Fonsai, visto che ora spunta anche una telefonata tra Alfano  e Salvatore Ligresti. La telefonata, di circa 2 minuti e mezzo, risalirebbe al 28 maggio 2011 quando Alfano era  ministro della Giustizia nel governo Berlusconi. Sccrive La Repubblica:

La conversazione è stata depositata con l’atto di nuova chiusura dell’indagine del pm Luigi Orsi con al centro Premafin, la società attraverso la quale la famiglia Ligresti esercitava il controllo sulla compagnia assicurativa, e sui trust esteri che ne detenevano alcuni pacchetti azionari. Nel breve colloquio, i due si accordano per vedersi a cena e parlare di una casa che il costruttore dovrebbe dare in affitto a Roma a un collaboratore dell’allora Guardasigilli. Secondo il testo, alla cena avrebbero partecipato il ministro, sua moglie e un loro amico, insieme a Salvatore Ligresti, il figlio Gioacchino Paolo e una delle figlie.

Nel corso della telefonata, Alfano chiede a Ligresti chi sarà presente alla cena e l’ingegnere risponde: “C’è mio figlio, mia figlia, mia moglie non c’è perchè è dovuta rimanere a Milano”. A questo punto Alfano replica dicendo: “se vuole che io venga da solo, se no io sono con mia moglie e con un amico”. L’immobiliarista ribatte al ministro dicendo che ha “fatto fare un tavolo grande, quindi più siete, meglio è”. Il ministro Alfano chiede allora se “suo figlio non doveva uscire con la Geronzi, con Mezzaroma e tutti gli altri” e Ligresti aggiunge che “anche se non c’è, non è un problema, poi verranno dopo”.

I due si danno appuntamento per le nove in un albergo a Roma (l’Hotel Villa Pamphili) e l’ingegnere di Paternò insiste sul fatto che se il ministro vuole portare degli amici il posto c’è, facendo riferimento ai “vostri amici, quelli lì che devono venire” e Alfano ribatte che “quelli ancora a Milano sono, se lei non gli dà la casa non possono venire qua”. La telefonata non è considerata in alcun modo penalmente rilevante, inoltre, come era già emerso, Alfano abita a roma in una palazzina che era di proprietà di Fondiaria-Sai, poi passata sotto il controllo di Unipol.

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