Il Premier Letta è in volo verso il Messico con l’obiettivo di promuovere il “made in Italy”, ma ha ancora sulle spalle il fardello del duro confronto avuto con il segretario Matteo Renzi che si è già sfogato con il suo staffa affermando «Non ci siamo, il governo deve cambiare marcia. La sua azione è ancora del tutto insoddisfacente». Ma come nell’ottica che ha distinto questo governo di larghe intese fortemente voluto dal Presidente Napolitano, l’ottimismo di Enrico Letta ancora una volta sembra non sbriciolarsi contro l’ennesimo muro.
Tant’è che in bella vista, nella cartellina stampa portata in aereo, secondo alcune fonti vicino al Premier, ci sarebbe l’intervista di Graziano Delrio a “Il Messaggero”, in cui il ministro renziano ha escluso le elezioni anticipate se il governo sarà in grado di compire «un vero cambio di passo». «Se questa è la linea, c’è piena sintonia. Anche per Letta serve una svolta ambiziosa, un nuovo inizio», spiegano i collaboratori del premier, «ed è consapevole di avere davanti un’occasione irripetibile: realizzare in 14 mesi le riforme ferme da vent’anni». Così il premier in queste ore sta mettendo nero su bianco «un cronoprogramma da togliere in fiato». «Con date stringenti e certe e con l’impegno ad arrivare alle elezioni europee di maggio con in tasca l’approvazione della legge elettorale e i primi due sì al nuovo Senato delle autonomie. Più il job act e nuove misure per il rilancio dell’economia».
Insomma si sta muovendo su più fronti l’azione di Letta in queste ultime ore, da una parte si parla di rimpasto e di levare alcune persone dall’esecutivo che negli ultimi giorni sono diventate veri e propri “boomerang”, dall’altra c’è di accontentare le richieste di Matteo Renzi. Sia il premier che il segretario sono sempre più convinti che se entro il 27 gennaio verrà siglato un “contratto di coalizione” ambizioso e «rivoluzionario», per forza di cose la compagine di governo dovrà essere adeguata «alla nuova sfida». «Con un programma diverso servono anche uomini diversi», commenta Bruno Tabacci che venerdì ha incontrato Letta. Se il contratto di coalizione soddisferà Renzi allora Letta andrà al Quirinale per dimettersi e il Capo dello Stato lo rispedirà alle Camere per formare un nuovo esecutivo. In particolare saranno i ministeri chiave a “cambiar faccia”, soprattutto quelli dedicati all’economia e allo sviluppo. Chi sicuramente avrà difficoltà a mantenere il suo posto è anche Giovannini le cui idee sul lavoro non sono conciliabili con il jobs act di Renzi. Ma nel mirino ci sono naturalmente anche altri nomi a iniziare dal ministro De Girolamo alla Cancellieri, ma anche Emma Bonino, accusata di non avere gestito al meglio la vicenda dei marò carcerati in India.
Il dietro le quinte è comunque turbolento nonostante Letta mantenga la sua calma e la sua serenità vede che il suo futuro stretto a destra da Alfano per le unioni civili e a sinistra da Renzi sul lavoro è ormai un viottolo di montagna accidentato. Potrà quindi riuscire ancora una volta a mediare?