La chiamano “competizione virtuosa” quella tra Enrico Letta e Matteo Renzi, con un fedelissimo del neosegretario che spiega: “Enrico ha capito che deve correre più veloce di Matteo, sennò è la fine…”. Il primo gol è arrivato con la decisione del premier di abolire per decreto – seppure gradualmente per i prossimi tre anni – il finanziamento pubblico ai partiti. “E’ una vittoria di Matteo”. A confermarlo anche il popolo della rete, con Twitter che ha visto schizzare in TT l’hashtag #effettoRenzi. Forse Letta ha sfilato all'”avversario” l’arma della “sorpresa annunciata per i grillini” sul finanziamento ai partiti, ma resta il fatto che anche la legge elettorale è passata dal Senato alla Camera e anche questa è una vittoria del fiorentino. Il sindaco può dirsi quindi soddisfatto? Proprio no: è infatti pronto a rilanciare su costi della politica e legge elettorale.Il discorso di domenica prossima all’assemblea Pd alla Fiera di Milano sarà occasione per piazzare qualche altro paletto. Lì in platea ad ascoltare ci sarà con molta probabilità anche il premier Letta. Ora Renzi non può mollare, per non disperdere il vantaggio realizzato. Non sta pensando di tornare alla proposta di abolizione immediata per quel che riguarda il finanziamento pubblico ai politici ma vuole rilanciare per quanto riguarda i costi della politica. “In questo campo, le questioni in sospeso sono tante”, spiegano i suoi. Per esempio, c’è la questione dell’adeguamento degli stipendi dei consiglieri regionali a quelli dei sindaci: “Non si capisce perché guadagnino il doppio”. E poi l’abolizione delle province, del Senato. C’è poi la voglia d’incalzare i pentastellati: rinunciare ai rimborsi elettorali se Grillo firmerà per collaborare sulle riforme. In realtà chiedere ai grillini di collaborare equivale anche domandarlo a Letta e alla maggioranza di governo, soprattutto per quanto riguarda la legge elttorale. Anche su questo tema, del resto, la tabella di marcia è stilata: “Non c’è da perder tempo: la legge elettorale deve essere approvata alla Camera entro febbraio e al Senato entro la fine di maggio al massimo, comunque entro le europee”, sottolineano dall’entourage del sindaco. Da lunedì, inoltre, servirà capire cosa c’è di vero nelle aperture di Angelino Alfano su un sistema di voto maggioritario stile ‘sindaco d’Italia’. “Partiremo da un’intesa di maggioranza, senza escludere altri interlocutori, da Sel a Grillo a Berlusconi, perché la legge elettorale è materia che interessa tutti”. Renzi è già pronto a cercare appoggio altrove in Parlamento se Alfano opporrà i suoi veti. Ma il neosegretario non perde tempo neanche sul tema lavoro: ha messo i suoi esperti a studiare il ‘Jobs Act’, il documento sulle politiche del lavoro di cui ieri ha dato accenno al segretario della Fiom, Maurizio Landini. Un altro punto da presentare a Palazzo Chigi. “Il punto è fare le cose, per ora abbiamo dimostrato che con la vittoria di Renzi alle primarie, il governo si sente incalzato”, insistono i renziani.
Matteo Renzi, Enrico Letta e la “competizione virtuosa”
Pubblicato da tdy22 in dicembre 13, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/13/matteo-renzi-enrico-letta-e-la-competizione-virtuosa/
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