L’Inps è un malato grave e l’operazione del risanamento non è procrastinabile, quindi bisogna legare le pensioni al metodo contributivo e poi procedere con la riforma per il riconoscimento dell’invalidità civile, limitando il ricorso a medici esterni convenzionati. La Corte dei conti analizzando il bilancio 2012 ha registrato infatti un disavanzo finanziario e l’aumento del deficit. Ma bisogna colpire davvero i pensionati? Il male sembra essere conseguenza dei più grandi fondi amministrati, per i quali «appaiono indilazionabili misure di risanamento – che si riconnettono anche al ciclo recessivo oltre che alla incorporata gestione pubblica». La Corte richiama «una attenta e responsabile riflessione sulla perdurante criticità dell’invalidità civile, che ha ampiamente confermato l’improrogabilità di un intervento legislativo volto a completare il trasferimento delle competenze dell’intero procedimento in capo all’INPS, nella constatata inefficacia delle scelte procedurali operate e del massiccio ricorso a medici esterni convenzionati, che mette a rischio le capacità di governo del settore da parte dell’Ente». Ma probabilmente, come purtroppo sempre avviene, a pagarne le conseguenze saranno proprio gli anziani e gli invalidi.
La Corte conferma «l’esigenza di un costante monitoraggio degli effetti delle riforme del lavoro e della previdenza obbligatoria sulla spesa pensionistica e di una crescente attenzione al profilo dell’adeguatezza delle prestazioni collegate al metodo contributivo e degli eccessivi divari nei trattamenti connessi a quello retributivo, unitamente all’urgenza di rilanciare la previdenza complementare».
Come mettere il bilancio dell’Inps in sicurezza? Il report mette in evidenza che « al contenimento della gravosa perdita economica totale concorre tuttavia il massiccio saldo positivo di esercizio dei “parasubordinati” e quello delle prestazioni temporanee, i cui netti patrimoniali consentono ancora la copertura di quelli negativi delle altre principali gestioni e il mantenimento di un attivo nel bilancio generale, esposto peraltro a rapido azzeramento».
Nel contesto del marcato aumento delle prestazioni, la ripresa del flusso contributivo – alimentata dalla gestione privata e in particolare dal lavoro autonomo e ancor più dai “parasubordinati” – non riesce a ripianare lo squilibrio tra le ambedue essenziali componenti di quasi tutte le gestioni, non sufficientemente bilanciato da apporti statali quantitativamente e qualitativamente adeguati, con conseguente dilatazione dei saldi negativi e dell’indebitamento, aggravati dal fondo di nuova acquisizione dei dipendenti pubblici, in progressivo e crescente dissesto.
flavio
/ dicembre 4, 2013se la riforma Fornero venisse abolita oggi per incanto, domani il sistema previdenziale Italia andrebbe in tilt. Mi chiedo allora perchè a pagare sono chiamate solo le future generazioni e non i diretti interessati . Forse pensano che i futuri pensionati avranno un trattamento migliore del loro?