La fedeltà si vede nell’intimo e Roberto Cota, di fedeltà alla Lega ne ha davvero da vendere. Era l’estate del 2011 quando il presidente della Regione Piemonte cercava il “green” negli scaffali d’intimo maschile di un negozio di abbigliamento Usa, “Vineyard vines”. Purtroppo il negozio aveva solo un «Chappytrunk, kiwi, taglia L», cioè una sfumatura diversa dal verde deciso che invece è il simbolo della Lega. L’articolo era sfuggito tra le 17mila pagine degli atti della Procura di Torino.
Eppure Cota non aveva perso l’occasione per ricordare che quel viaggio invece era un simbolo della sua generosità affermando di aver frequentato un corso d’inglese a sue spese compreso il viaggio e l’alloggio. Forse un corso di inglese, che molti italiani si sono pagati, non deve essere a proprie spese, ma dell’intera collettività? Ma tralasciando questo piccolo particolare era stato lo stesso Cota a specificare che «Nella giornata di sabato sono andato a visitare il Mit (Massachusetts Institute of Technology), contattando alcune persone che lavorano lì: potrebbe esserci una spesa relativa a un pasto con loro». Lo scontrino di un pranzo, quel sabato 6 agosto, c’è: 10 euro in un bar&grill. Ma segue anche la ricevuta di poche ore più tardi, quella che testimonia che Cota nel pieno pomeriggio faceva anche shopping “politico”, cercando il costume del colore giusto e addebitando il costo di circa 40 euro agli italiani. Ma le piccole spese sono intense, e come ci ricorda La Repubblica, ci sono i 2 euro e 30 al bar dello stabilimento balneare Blue Bay Arcadia di Serra Spotorno, in provincia di Savona, il 30 giugno, quando avrebbe dovuto essere in missione a Bruxelles. Oppure i pacchetti di sigarette, che siano Pall Mall o Marlboro Light. E ancora lo spazzolino, il deodorante e il dentifricio comprati all’aeroporto di Fiumicino, e poi messi a rimborso a spese della collettività. Rientrato sabato dal Giappone dove è volato nel pieno della bufera politica, il presidente Roberto Cota sta assistendo in queste ore alle manifestazioni di una maggioranza politicamente allo sbando. Dopo le botte, gli striscioni e i cartelli di scherno: ieri mattina una donna seduta tra il pubblico ha interrotto i lavori del consiglio regionale, mostrando un cartello con su scritto: «Occupy consiglio regionale: i vostri rimborsi sono uno schiaffo alla nostra povertà». Gridava: «Vergogna!». Pochi minuti dopo il governatore scriveva su Facebook: «Ho visto che in Consiglio Regionale è andata in onda l’ennesima strumentalizzazione messa in campo dal Pd. Ovviamente questo mi dispiace, ognuno faccia come vuole. C’è chi lavora per distruggere e invece chi lavora tutti i giorni per costruire, soprattutto nei momenti difficili ».
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