Quanti sono i partiti democratici? Questa mattina alla Convenzione del Pd si è tracciato un primo bilancio che ha visto vincente Matteo Renzi nel voto espresso dai militanti dei circoli. La notizia era già stata diffusa nei giorni scorsi, oggi è stata solo ufficializzata e così la corsa è a tre con Matteo Renzi che ha avuto 133.892 voti nei circoli del Pd, pari al 45,34%. Gianni Cuperlo ha incassato 133.892 voti pari al 39,44%, Pippo Civati 27.841 voti pari al 9,43% e Gianni Pittella 17.117 pari al 5,8%. I votanti in 7.200 riunioni di circolo in Italia e 89 all’estero sono stati 296.645 pari al 55% degli iscritti. I due principali contendenti, intanto, si scambiavano inizialmente cortesie in platea: si sorridevano, poi Cuperlo faceva addirittura una carezza al sindaco di Firenze.
Il primo a parlare è stato Pippo Civati: «A Renzi e Cuperlo io dico che ora bisogna passare all’azione. Che fatta la legge elettorale, si puo’ tornare al voto. Di la’ sono spaccati, noi siamo invincibili. E non per votare le persone, ma per fare le cose».
Subito dopo è toccato a Cuperlo che esordiva così: «Nessuno tra noi, ma davvero nessuno può immaginare di cavarsela da solo senza questa umanità» di militanti. «Mentre quell’umanità da sempre ha forza e passione per affrontare il mondo anche senza il migliore di noi. Per questo non è una buona idea annunciare che di loro si può fare a meno. Perché è più facile il contrario». Così il candidato alla segreteria Pd Gianni Cuperlo. «Se a un partito togli gli iscritti è come levare le gambe al tavolo. Non è più un partito. E nasce un’altra cosa, che non per forza sarà migliore». Cuperlo ha poi aggiunto: «In mezzo c’è un governo che adesso non ha più alibi. E deve scuotere l’albero perché i frutti cadano a terra. Chiedo: c’è una sola ragione per cui dovremmo aspettare il 9 di dicembre? Visto che il tempo è scaduto», ha assicurato, «e che a noi – tutti noi – tocca riprendere per i capelli quanti semplicemente non ce la fanno più e stanno precipitando. E sono molti».
Pochi minuti ed è arrivata la replica di Renzi: «Se ce l’ho fatta io ce la può fare chiunque. Qui c’è un’Italia che non si rassegna alla tecnocrazia e al governo dei burocrati. Noi – ribadisce – non ci rassegniamo ad essere dei numeri, dei codici fiscali, ma vogliamo essere protagonisti. A Cuperlo dico che le associazioni rendono l’uomo più forte e danno la gioia di vedere quanta gente onesta c’è per cui vale la pena volere cose nuove».
«Il governo usi la nostra lealtà per poter essere efficaci negli investimenti; se no le larghe intese diventano solo il passatempo per superare il semestre Ue. Non possiamo farci dettare l’agenda dalla paura. Tocca a noi, ora tocca a noi». ha aggiunto Renzi. «Ha ragione Gianni Cuperlo a dire che non siamo il volto buono della destra, ma non possiamo essere neppure il volto peggiore della sinistra, quello che non ha fatto il conflitto di interessi e che ha mandato a casa Prodi» ha sottolineato ancora il sindaco di Firenze. Renzi è ritornato poi sul tema dell’appoggio di un Pd da lui guidato al governo: «Il governo ha usato molto della nostra lealtà e pazienza; oggi è il momento di dire con forza che deve usare le nostre idee per essere efficace nelle scelte di politica economica, nelle riforme istituzionali, ma non faremo sgambetti».
Su tutto aleggia il fantasma di Letta che non ha partecipato ma ha inviato un messaggio:
“Più volte mi avete sentito ripetere che dalla crisi si esce solo insieme, riscoprendo le ragioni di una missione condivisa che abbia l’ambizione di costruire il futuro di questo Paese. Un Paese così fragile eppure così ricco di speranza e bellezza al quale sto dedicando tutto me stesso, cercando di onorare al massimo delle mie possibilità il mandato che il capo dello Stato e il Parlamento mi hanno conferito. Il Pd è, e ancora di più può e deve essere, l’anima di questa missione al servizio dell’Italia e dell’Europa”.