Dopo aver abbassato l’indice da 0,5% a 0,4%, le nuove stime vedono una crescita dello 0,6%. Sottile miglioramento ma comunque inferiore a tutte la altre maggiori previsioni (+0,7 per Istat e la Commissione Ue, +1,1% secondo il governo).
E dall’Ocse arriva anche una sostanziale conferma del monito lanciato la scorsa settimana da Bruxelles, quando la Commissione ha evidenziato molte critiche sulla bozza di legge di stabilità inviata a ottobre. Rilievi che riguardavano soprattutto possibili rallentamenti nel cammino di riduzione del debito incoraggiato invece dall’Unione Europea. Un passo falso che, se confermato, non consentirebbe al nostro Paese di potere usufruire dei tre miliardi della clausola per investimenti. Ora anche l’Ocse conferma questo allarme segnalando che l’indebitamento, anche a causa della debolezza dell’economia, appare orientato a salire dal 145,7% del Pil nel 2013 al 146,7% del Pil l’anno successivo, per poi ripiegare al 146,1% del Pil nel 2015.
Niente occupazione. In Italia nonostante la debolissima ripresa economica, secondo l’organizzazione di Parigi la disoccupazione “è destinata a restare alta, in quanto è probabile che l’impatto della crescita della domanda si traduca inizialmente in un aumento dell’orario di lavoro medio delle persone già occupate”. L’organizzazione di Parigi prevede che il tasso di disoccupazione italiano salga nel 2014 al 12,4% dall’attuale 12,1%, per poi tornare al 12,1% nel 2015.
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