Il bambino che è quasi un miracolo e pesa poco più di una piuma. Centoventisette giorni di ricovero, in un’altalena di ansia, angoscia, rabbia, paura, speranza: Lorenzo venuto al mondo all’ospedale di Padova il 27 novembre 2012 dopo 24 settimane di gestazione, peso 535 grammi, lunghezza 32 centimetri, è il simbolo di questa domenica, celebrata come la Giornata mondiale della prematurità.
Ora finalmente Lorenzo è fuori pericolo a casa e si prepara a festeggiare tra dieci giorni il suo primo compleanno e la mamma ha deciso di regalargli un diario che racconta la sua storia così da grande lo potrà leggere e capire quanto forte è stato. «Mesi interminabili, provanti, ma la forza che ti nasce dentro è linfa per tuo figlio. Sono stata ricoverata a 21 settimane per infezione e rottura del sacco, 20 giorni a letto, la stanchezza e soprattutto il non sapere cosa sarebbe successo mi portavano a grande sconforto. Mi sentivo – racconta mamma Antonella – incapace di proteggere la mia creatura. “È nato”: sentii solo queste parole, non lo vidi, non lo sentii, mi misero in una stanza con un pesante fagotto di ghiaccio sulla pancia, sola, non sapevo, non potevo piangere perché mi faceva male. Poi arrivò mio marito, con gli occhi gonfi, gli chiesi solo se era vivo, sì lo era, mi sentii sollevata, c’erano speranze. Al rientro in reparto, giorni terribili, le altre mamme si prendevano cura dei loro bambini, io aspettavo». «Vidi Lorenzo per la prima volta attraverso il video di mio marito, mi sembrava così grande, in realtà pesava poco più di un pacco di pasta». Poi un giorno lo vide davvero, nel reparto di terapia intensiva neonatale: «Mi mostrarono l’incubatrice, la nuova “pancia”, lui era molto piccolo, magro, intubato, con la parenterale. Siamo stati in terapia intensiva tanto tempo, poi ho cominciato a fare la marsupio terapia: emozionante, finalmente provavo qualcosa di simile alla gioia, il suo profumo, il suo cuoricino, e la sua vocina». Problemi agli occhi, una difficile scalata grammo dopo grammo, finchè il 13 marzo scorso, giorno dell’elezione di Papa Francesco, «portammo a casa il nostro campione».