L’acqua non è uguale per tutti!

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Si chiama tariffa sociale dell’acqua in realtà pone una discriminante tra cittadini, ma fa parte del quadro di populismo che ormai aleggia in Italia e sta facendo lentamente sprofondare il nostro Paese a livelli di Terzo Mondo. Si sta lentamente andando verso quella spaccatura sociale che sussiste nei Paesi più arretrati: i ricchi e i poveri in lotta perenne fra loro. Tutto questo genera povertà, perché non si riesce  a convogliare energie nella produzione, ma solo nella lotta alla sopravvivenza. Non c’è da rallegrarsi quindi se l’acqua costerà di meno ai redditi più bassi e di più a quelli più elevati, perché la tariffa “sociale” è l’ennesimo passo verso il baratro. Colpire la classe media, quella che davvero s’impoverirà fino a diventare povera e gravare ulteriormente sullo Stato. Chi ora è benestante diventerà un competitors dei più poveri, una moltitudine in più alla ricerca di diritti che la classe ricca, che pagherà anche l’acqua di più, ma nessuno potrà scalfire il predominio e la razzia. Levata la classe media di un paese, si schiacciano anche di più i poveri. E’ una vittoria? Eppure sembra uno dei provvedimenti migliori del governo Letta. La decisione di staccare l’acqua aa un cittadino moroso non sarà più nelle mani dell’azienda che eroga il servizio, ma dello stato.

Spiega il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando:

“Non si può lasciare all’azienda la facoltà di decidere del distacco dell’acqua. Bisogna garantire procedure vista la specificità del bene acqua, che è un bene fondamentale per la vita umana”.

Anche perché aggiunge Orlando, con  l’applicazione delle tariffe basate sul principio di copertura dei costi le tariffe sono aumentate e di conseguenza sono aumentati anche i morosi.

La strada che prende il governo, invece, è diversa. Con la norma in questione “l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas al fine di garantire l’accesso universale all’acqua assicura agli utenti domestici a basso reddito del servizio idrico integrato l’accesso a condizioni agevolate alla quantità di acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali”. La sostenibilità dell’intervento e la copertura dei costi viene garantita dalla “previsione di un’apposita componente tariffaria” per le “utenze non agevolate del servizio idrico integrato”.

Come si può far pagare di più un servizio solo per il reddito? Acqua è di tutti, ma a quale prezzo?

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