Che qualcosa non stava funzionando era sotto gli occhi di tutti, ma nessuno avrebbe mai ipotizzato che la vaccinazione antinfluenzale in alcune zone d’Italia fosse davvero in ritardo. In particolare a Livorno è Enrico Bianchi, medico di base e presidente del consiglio comunale ad affermare «Troppo tardi» e poi aggiunge «Se si fanno due conti in media i medici di famiglia — spiega — hanno un carico di pazienti che devono vaccinarsi che varia da 300 a 600 fino a 700 individui. Lavorando come forsennati si può arrivare a vaccinare circa 30 pazienti al giorno arriveremo minimo a dicembre a coprirne una parte, forse non tutti. E comunque in un momento della stagione che temo coinciderà con l’avvio dell’epidemia influenzale. Insomma manca il tempo per rendere efficace la campagna vaccinale perché tardiva».
Il dottor Pasquale Cognetta, segretario della Federazione dei medici di medicina generale è meno pessimista: «A Livorno l’influenza si affaccia intorno a gennaio. Il fatto che adesso le vaccinazioni si faranno dopo la metà di novembre spero non comporti problemi. Certo siamo in ritardo di due settimane. Ed è chiaro che i medici dovranno lavorare in tempi più ristretti». Ammette tuttavia:«Potrebbe esserci una efficacia minore nella vaccinazione. Non capisco però questo ritardo per la Asl. Eppure in altre Asl le vaccinazioni sono già iniziate». Ricorda infine: «Anche l’anno scorso i vaccini arrivarono tardi» ma perché ne furono ritirate migliaia di dosi (della Novartis e Crucell) per problemi legati alla composizione chimica.
Cognetta poi conclude: «Un problema va però sottolineato ovvero la costante riduzione dei pazienti, ma il fenomeno riguarda anche i medici, che si vaccinano a causa di campagne di informazione mirate contro i vaccini. Questo a mio parere aumenta le probabilità di allargamento dell’epidemia influenzale. E’ una questione che deve essere esaminata attentamente».