L’autunno giunto improvvisamente sulla nostra penisola ha portato un “effetto collaterale” nei cieli, e sulle strade, della Capitale. Sono 4 milioni gli uccelli che si preparano alla migrazione stagionale e questa presenza massiccia di Sturnus vulgaris crea un mare di guano che si deposita su marciapiedi, strade e veicoli. Le deiezioni dei volatili, mischiate alle pioggia, non solo generano effluvi nauseabondi, ma si traducono anche in un pericolo costante per pedoni e ciclisti, per joggers e motomuni. E ancora una volta la colpa di tutto questo è da attribuirsi alla mancanza di risorse disponibili, che non permette di utilizzare apparecchi audio strategicamente collocati in grado di spaventare con emissioni acustiche gli uccelli.
Quest’anno hanno appena approvato il bilancio – spiega Francesca della Lipu, la lega italiana per la protezione degli uccelli – e da questo bilancio sarebbero stati tagliati all’ambiente la metà dei fondi, compresi quelli del Progetto Storni, che ad oggi non può essere finanziato. Se ci sono problematiche urgenti e avvenimenti straordinari il sindaco dovrà adesso provvedere con qualcosa di straordinario.
Come ricorda Blitz: “Fino a quattro anni fa il servizio caccia-storni funzionava: alla modica cifra di 100 mila euro l’anno. Una spesa, certo, ma utile, specie per garantire l’incolumità dei cittadini. D’altronde, che lo storno preferisce i platani sul Lungotevere non è una scoperta di Quark: i pali della luce gli regalano temperature più miti, la stessa illuminazione li preserva dalla caccia degli uccelli predatori. Da lì, senza subissarli di fischi, non schiodano.”