Ma quale movida? Ma quale quartiere caratteristico? Solo cibo, spesso e volentieri a basso costo e di pessima qualità, levate le poche eccezioni e tanto chiasso, frastuono e risse. Per i residenti la vita è impossibile e se provano solo a ribellarsi, come racconta il messaggero, ecco cosa accade:
Lorenzo Fedele abita a lungotevere Raffaello Sanzio da sei anni e più o meno da quando si è trasferito da sua madre, anziana e con problemi di salute, combatte la sua «inutile guerra» contro la movida incivile di Trastevere. Denunce a polizia e carabinieri, solleciti, querele, esposti per inquinamento ambientale al comune di Roma e all’Arpa Lazio contro un locale che spara musica a tutti decibel. Senza che nulla abbia mai cambiato le cose. Mercoledì sera alle 2.30, «svegliato di soprassalto dalle solite urla, dal rumore di vetri rotti a terra, da fischi e petardi», queste notti ha deciso di documentarle. E ha videoregistrato, cellulare alla mano, tre minuti di insulti e minacce contro l’inquilino di un palazzo che si era affacciato alla finestra reclamando semplicemente, vista l’ora, il diritto di poter dormire.
Ma vanno bene le cose in altre zone del quartiere? Sembra proprio di no, visto che ancora Il Messaggero denuncia:
Via del Politeama a quell’ora è stracolma di gente. Saranno almeno una ventina, sono tutti giovanissimi, escono da un locale molto noto in quella strada. Un ragazzo, visibilmente alticcio, alza gli occhi verso la finestra del palazzo, lancia una bottiglia in aria che vola a terra in mille pezzi. Il coro degli amici lo incita. «Scemo, – urla rivolgendosi all’inquilino affacciato alla finestra- cambia casa». Fischi, parolacce, scoppia pure qualche petardo. «Scendi che ti gonfio di botte, scendi se hai le palle. A deficente ti spacco la faccia» e giù ancora minacce, bestemmie, insulti.
Il giovane continua a sbraitare, poi dopo qualche minuto si avvicina un uomo, prova a calmarlo, il ragazzo bestemmiando se ne va. Ma ne è sicuro, non finisce lì. «Ecco questo è quello che noi residenti siamo costretti a vivere ogni notte», dice sconfortato il signor Fedele. «Questa non è movida, ma inciviltà. Io a casa mia sono un prigioniero, un ostaggio. Perché gli atti di vandalismo in questo quartiere sono davvero all’ordine del giorno. Di notte in Via del Politeama, come a piazza Trilussa e in molti vicoli del rione ci sono coppie di giovani ben vestiti che fanno sesso, ragazzi che collassano e vengono portati via in ambulanza, gente ubriaca che si stende in mezzo alla strada, cumuli di immondizia dei locali e del forno. L’unica cosa che non si vede mai sono le forze dell’ordine».
«Qui bisogna che tutti capiscano che il centro storico è abitato da persone vere, in carne e ossa, che la mattina si svegliano presto per andare a lavorare. È assurdo che si consenta di utilizzare amplificatori e percussioni fino a tarda sera, che si consenta tutto questo. Ho consegnato il video ai miei avvocati che oltre alle minacce, alle ingiurie, al getto pericoloso di cose ed al danneggiamento, sostengono che ci sia una vera e propria violenza privata perché quelle persone ci hanno costretto a rimanere in casa e a tollerare cori ingiuriosi sotto la minaccia di conseguenze fisiche. E non escludo di inviare queste immagini anche al Questore e al Prefetto. Non smetterò di denunciare quello che noi residenti siamo costretti a sopportare tutte le notti. Perché amo questa città e questo quartiere. Perché questo rione sta morendo, travolto da fiumi di alcol e droga. E non possiamo permetterlo».
E’ solo degrado, inquinamento acustico e ambientale e risse… dove sono le istituzioni? Tutte troppo impegnate a pedonalizzare i fori?