I clienti delle prostitute le aspettavano all’uscita da scuola

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Le compagne di classe delle baby-prostitute avrebbero raccontato che i clienti sarebbero venuti a prendere le ragazze all’uscita da scuola, in uno dei licei classici più prestigiosi della Capitale. Il Corriere della Sera ricostruisce così:

“La fila di microcar arriva fino in fondo alla strada. Ci sono anche quelle in divieto di sosta. A bordo ragazzine che parlano al telefonino e aspettano le amiche all’uscita da scuola. «Ti ricordi? È quella che girava sempre con le minigonne e le magliette scollate…». Il passaparola va avanti da due giorni. E non accenna a fermarsi nemmeno davanti al portone del liceo classico a due passi dal centro, uno degli istituti della Roma bene, qualche mese fa già finito in un’altra indagine. Allora fu bullismo, oggi prostituzione. Le ex compagne di scuola delle due baby squillo nell’occhio del ciclone si ricordano bene di loro. «Appariscenti, si vedeva che amavano mettersi in mostra: vestiti firmati, molto sexy, insomma si notavano», racconta un’alunna del ginnasio. Lei, come le amiche che fanno capannello alla fine delle lezioni, indossa jeans, maglietta e scarpe da ginnastica. «Ecco, erano l’esatto contrario», tiene a sottolineare. «Con noi parlavano poco, era chiaro che avevano dei segreti. Amiche? Beh, forse fino a un certo punto. Poi le cose sono cambiate. Il loro giro era un altro e l’avevamo capito: avevano i soldi, altro che paghette settimanali, e poi le venivano a prendere dei ragazzi molto più grandi». Forse erano clienti.
A 14 anni «un trentenne è un vecchio, qualcuno anche con la barba. Era chiaro che frequentassero gente diversa. Ma fino a questo punto proprio non potevamo immaginarlo — dice un’altra fuggendo via —. Una non la vediamo da un anno, ci hanno detto che ha mollato gli studi. L’altra invece l’hanno iscritta in un’altra scuola, qui vicino. Ma anche lì non è che si veda spesso».
[…] «Sempre truccate, un po’ eccessivo per stare sui banchi. E poi i tatuaggi, il modo di parlare già da grandi, così diverso da noi. Fumavano, questo sì, sempre con la sigaretta in mano. Certo, poverette, per quanto grave quello che è successo non è giusto che siano finite in questo casino».

Ora l’indagine si amplia e si teme che il fenomeno, sviluppatosi tramite internet e WhatsApp, potrebbe essere esteso ad altre regioni italiane e riguardare altre ragazze, anche minorenni come le due baby squillo dei Parioli.

  

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