In milioni, in Italia, scrutano all’orizzonte nella speranza di scorgere qualche novità, positiva, per quel che riguarda il tema delle pensioni, vera spina nel fianco per tutti i lavoratori che continuano ad attendere risposte. E anche per i disoccupati che attendono il tanto agognato turn over. In questo deserto, al governo si parla molto ma accenni ad eventuali provvedimenti per precoci ed usuranti non se ne fanno in questi giorni. Eppure si era promesso che sarebbero state inserite norme ad hoc nella Legge di Stabilità per tutelare queste categorie, le uniche che speravano in nuovi interventi. Chi ancora ci spera, spiega Business Online, auspicando interventi in extremis, è probabile che resterà deluso. Proprio questa dovrebbe essere una settimana decisiva per stabilire gli interventi per un nuovo futuro previdenziale degli italiani. Del resto le categorie precoci e usuranti si trovano già a vivere un periodo difficile a causa della riforma Fornero, che non tiene conto della particolaritù di determinati ambiti lavorativi, “creando una serie di errori di formulazioni che hanno portato, tra l’altro, alla nascita dell’ingarbugliata questione esodati.” Ma il tema passa sotto silenzio anche alla Corte dei Conti, che pure è intervenuta su alcuni problemi che concernono le misure previste dalla Legge di Stabilità. Appena due giorni fa Cesare Damiano, del Pd, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati, aveva detto: “Il ministro Giovannini, accanto alla battaglia per inserire nella legge di Stabilità un sostegno per gli oltre 4 milioni di poveri, dovrebbe anche battersi per avere nella stessa legge una soluzione al problema dei cosiddetti esodati e per l’introduzione di una norma di flessibilità nel sistema previdenziale, come promesso dal Governo. Non sfugge al Ministro che l’esistenza di centinaia di migliaia di persone rimaste senza reddito a causa della ‘riforma’ Fornero delle pensioni, ha prodotto nuovi poveri. Se questo problema si risolve riduciamo la platea dei cittadini che hanno bisogno di un’assistenza”. E aveva aggiunto: ”Non comprendiamo come mai il governo continui a sottovalutare il tema delle pensioni: l’indicizzazione proposta dal 2014 non va bene perchè mette di nuovo le mani nelle tasche dei pensionati; seimila nuovi salvaguardati nella legge di Stabilità non risolvono il problema; l’assenza di una misura di flessibilità, a partire dai 62 anni di età con 35 anni di contributi, e aver innalzato bruscamente l’età fino a 67 anni, impedisce il turn-over nelle imprese e ai giovani di entrare nel mercato del lavoro”. ”Non vorremmo -aggiunge Damiano- che il Governo, sulla base delle sollecitazioni che giungono dall’Europa, pensasse di innalzare anche l’età pensionabile delle donne per equiparala a quella degli uomini, magari destinando le risorse così risparmiate nuovamente al risanamento del debito. Si tratterebbe di uno scippo intollerabile, considerando che tra il 2020 e il 2060, soltanto dalle pensioni si risparmieranno oltre 300 miliardi di euro. Una cifra impressionante tutta a carico dello stato sociale”.
Pensione anticipata per il tema pensioni? Si scruta all’orizzonte
Pubblicato da tdy22 in ottobre 30, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/30/pensione-anticipata-per-il-tema-pensioni-si-scruta-allorizzonte/
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pd valdengo
/ ottobre 30, 2013L’ha ribloggato su .
maria
/ ottobre 30, 2013chi ha 0 anni e 40 anni di fatica sulle spalle non ce la fa più
maria
/ ottobre 30, 2013..una svista 60 anni …
tosca
/ ottobre 31, 2013E normale che lo stato e i signori politici non si preoccupino di chi fa la fame o di chi non ha ne pensione ne lavoro, grazie a tutte le leggi studiate apposta per ridurci sempre di piu’ sul lastrico visti i loro super stipendi
FELICE ESPOSITO
/ ottobre 31, 2013se i politici facessero un lavoro ,dove devi stare per 35-40 anni ad accudire 25-30 ragazzi
disabili anche gravi,oppure stare sotto il sole o a 30 metri sotto terra,o sotto la pioggia senza avere tutti i privilegi del quale loro godono assieme ai loro familiari (pagati sempre e solo da noi), e prendere una pensione da fame,vorrei vedere a che eta’ deciderebbero di andarsene, senza contare poi che se si andra’ in pensione a 66-70 anni, quando i ns. ragazzi potranno mai vedere una sistemazione definitiva per la loro vita? Tutto questo e’ solo una vergogna dove i ns. politici dovrebbero mettere la testa in un solo posto e cioe’…………….un saluto da FELICE
rosa
/ novembre 1, 2013un dipendente pubblico con 40 anni i servizio non viene licenziato e quindi continua a lavorare e ricevere stipendio (1) e contributi (2), oltre all’irap (3) che paga l’azienda pubblica.
Se andasse in pensione, il suo valore sarebbe inferiore allo stipendio. Inoltre lo stato risparmierebbe il costo dei contributi e dell’irap. Il suo posto o non verrebbe occupato in seguito a razionalizzazione dell’organizzazione o potrebbe essere occupato da altro dipendente pubblico in esubero. Comunque il risparmio sarebbe notevole da destinare ev. anche ad esodati privati
Prospero Moirano
/ novembre 3, 2013Ha ragione il ministro Damiano. Basta con i furti, chi ha lavorato 35 anni ha diritto alla pensione. Anche perché nel caso dovesse perdere il lavoro un 60 enne dovrebbe rimanere minimo 7 anni senza reddito e se nel frattempo crepa tutto allo Stato