Cattive notizie per il governo? No solo un ritocco al ribasso del Pil che nel terzo trimestre peggiora ancora, ma invece di fermarsi al -1,7 come previsto dall’Istat tocca invece -1,8%. Cosa è mai lo 0,1% in meno? Di per sé il calo non è un dato positivo ma non sarebbe da mettersi le mani nei capelli se non fosse per le ripercussioni che tale valore può avere non solo a livello nazionale ma anche e soprattutto europeo o mondiale. L’Istat corre ai ripari e afferma che però ci sarà “una debole variazione positiva” che dovrebbe arrivare a fine anno dovrebbe quindi “terminare la fase recessiva iniziata nel secondo semestre del 2011”. Quindi tutto risolto? Speriamo che la variazione auspicata dall’Istat non siano i panettoni e gli spumanti per Natale e l’anno nuovo… Ma l’altro dato invece sconvolgente arriva sempre dall’Istat e stavolta la cattiva notizia è delle più pesanti e porta “gravi conseguenze” come affermato dallo stesso istituto di ricerca: dal 2007 al 2012 il numero di individui in povertà assoluta è raddoppiato da 2,4 a 4,8 milioni. Quasi la metà (2,3 milioni) sono al Sud e di questi poco più di 1 milione sono minori. Aumentano le famiglie che comprano meno: il 65%.
Ma se questo già basterebbe a mettere in ginocchio il Paese arriva anche l’inflazione: Secondo le previsioni Istat, per il 2014 – in presenza dell’aumento dell’aliquota Iva – l’aumento dei prezzi acquisito a fine 2013 e trasferito al 2014 risulterebbe di 0,3 punti percentuali più elevato rispetto ad una situazione di assenza di manovra.