Stavolta Harry Potter non si è ubriacato per un eccesso di burrobirra fermentato, ma il problema è più profondo e riguarda la fragilità e l’impegno di un’intera saga che ha portato Daniel Radcliffe ad alzare il gomito un po’ troppo spesso. E’ lo stesso attore, in un’intervista al mensile Ok Salute, ad affermare di non aver mai fatto uso di droghe di nessun genere, ma di aver avuto un problema con l’alcol.
“Già dal quarto film di Harry Potter – ha detto Radcliff – avevo iniziato a bere troppo. Intendiamoci, non ero alcolizzato, non lo sono mai stato né lo sarò mai. Così come odio ogni tipo di droga. Sono uno molto normale, ma credo che il successo improvviso e la paura di perdere il controllo delle mie facoltà, calato in quella parte, mi avesse portato a rintanarmi nell’alcol.” e poi ha aggiunto “Mi ricordo bene i miei 16 anni, mentre giravo Harry Potter e il calice di fuoco. È a quell’età che ho cominciato a bere, troppo, fino al punto di arrivare sul set il giorno dopo ancora con i postumi della sbronza, con quel malessere tipico di chi ha alzato il gomito. È andata avanti così anche per le altre pellicole. Guardo qualsiasi scena della saga, dal quarto episodio in poi, e posso dirvi all’istante dov’ero reduce da una sbornia o meno. Ma quello sguardo un po’ perso nel vuoto era perfetto per la parte. E nessuno ha avuto mai da ridire. Spaced out, si dice in inglese, sguardo assente. Una tipica espressione da brividi del mio Harry Potter.”
Ora però Daniel ha deciso di smettere di bere, concedendosi solo un bicchiere di vino ogni tanto: “Ho lavorato su tutto questo da quando ho smesso i panni di quel personaggio. E ho deciso di smettere di ubriacarmi. Bevo solo a cena, ogni tanto. Ma non volevo permettere a me stesso, una volta capite le dinamiche interiori, di affidarmi alla bottiglia per scappare in chissà quale realtà. Scappare è da perdenti, e la realtà è questa qui. Sono un pragmatissimo romantico. E sono una persona con le sue fragilità.”