A chi lo accusa di parlare agli elettori del centrodestra e agli “arrabbiati” del M5S, Renzi risponde con un documento in cui dichiara a chiare note che: “Si vince recuperando consensi in tutte le direzioni: centrodestra, Grillo, astensioni”.
“Vuoi anche i voti del centrodestra? Sì. E vuoi i voti di Grillo? Assolutamente sì. Non è uno scandalo, è logica – spiega il sindaco di Firenze -: se non si ottengono i voti di coloro che non hanno votato il Partito democratico alle precedenti elezioni, si perde. Tra di noi abbiamo spesso dato l’idea di essere interessati a parlare soprattutto a chi c’era già: non basta più, se mai è bastato. Non parliamo solo ai gloriosi reduci di lunghe stagioni del passato. Vogliamo parlare a chi c’era, e coinvolgerlo. Ma anche a chi non c’era, a chi ci sarà, a chi ci potrebbe essere se solo fossimo capaci di generare apertura e di lasciarci ispirati dalla curiosità”.
Secondo Renzi infatti “il Pd deve accogliere le speranze tradite di chi ha creduto in un progetto – diverso dal nostro, certo – e che poi ha fallito: le speranze delle persone non hanno bollini, non hanno etichette. Hanno bisogno di risposte. Il Pd deve essere spalancato alla curiosità, non rinchiuso nelle proprie certezze. Siamo stati bravi a farci del male. Abbiamo respinto ai seggi persone, uomini e donne che, armati della propria passione, erano usciti di casa per esprimere un voto, una scelta per noi. Abbiamo escluso chi voleva partecipare. Cosa c’è di più sbagliato, se non arroccare un partito? Nel voto, nelle idee. Dobbiamo fare l’esatto contrario, andare casa per casa a convincere, far uscire la nostra gente di casa e riportarla a partecipare, a scegliere insieme, a stabilire relazioni, a parlare di politica, a costruire l’idea che il partito ha del mondo. I tanti, non i pochi”.