Il biscotto più venduto nel XX secolo che vanta 500 miliardi di pezzi acquistati può creare dipendenza. L’Oreo, con due strati circolari sovrapposti di base di cioccolato e uno interno di crema al latte, ora sarebbe sotto accusa perché uno studio ha dimostrato che attiva nel cervello gli stessi centri del piacere attivati dalla cocaina. Per analizzare il biscotto i neuroscienziati del Connecticut College di New London hanno somministrato il “Milk’s Favorite Cookie” ai ratti. Il comportamento delle cavie si è dimostrato identico a quelli trattati con la cocaina.
Gli effetti dell’Oreo sicuramente sono diversi da una droga, ma comunque negativi. Basti pensare solo all’obesità.
“’La nostra ricerca supporta la teoria che i cibi ricchi di grassi e di zuccheri stimolano il cervello nello stesso modo in cui lo fanno le droghe. Gli alimenti ricchi di grassi e zucchero possono essere ancora più pericolosi della cocaina e morfina a causa della loro accessibilità” – spiega Schroeder, che presenterà il suo studio il prossimo mese a San Diego presso la Society for Neuroscience. “Questo potrebbe essere uno dei motivi per il quale le persone hanno difficoltà a stare lontano da loro, contribuendo alla epidemia di obesità. Non ho più toccato un Oreo – ha aggiunto lo scienziato – dopo aver fatto l’esperimento”.
Con conseguenze certo diverse rispetto all’assunzione dello stupefacente, ma comunque negative.
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